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venerdì 1 novembre 2019

Comunicato stampa del Comitato 6.000 Esodati Esclusi

Comunicato stampa
RIAPERTURA OTTAVA SALVAGUARDIA PER I 6.000 ESODATI IN LEGGE DI BILANCIO 2020!!!
Mediterranews

31 ottobre 2019
Ad un anno e mezzo dall’inizio di questa Legislatura, nonostante le numerose promesse e rassicurazioni ricevute, ma non mantenute, da TUTTI i partiti delle maggioranze governative, gli ultimi 6.000 Esodati ancora non hanno visto loro riconosciuta la GIUSTIZIA SOCIALE dovuta dalle Istituzioni alle PRIMISSIME VITTIME DELLA LEGGE FORNERO.

A 2 mesi dall’insediamento del nuovo Governo Conte e del nuovo Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, al quale il Comitato 6.000 Esodati Esclusi – unico rappresentante degli ultimi 6.000 Esodati vittime di questa discriminazione – ha ripetutamente presentato la propria istanza e chiesto udienza affinché desse seguito alla richiesta di giustizia che ben conosce dai suoi precedenti incarichi, non siamo stati né consultati né ricevuti né abbiamo avuto alcuna risposta in merito alla presa in carico della nostra giusta rivendicazione

In Commissione Lavoro della Camera giace, dallo scorso 9 settembre, l’interrogazione nr. 5/02702 presentata dall’On. Walter Rizzetto e indirizzata al Ministro del Lavoro in cui si solleva la questione dei 6.000 Esodati e si chiedono urgenti notizie sul provvedimento da emanare per la loro Salvaguardia definitiva.
Interrogazione alla quale finora il Ministro – mentre l’iter della Legge di Bilancio corre verso la sua conclusione – non ha tuttora dato alcuna risposta!

Il Ministro del Lavoro Catalfo ha il potere e il dovere di far sanare questa PALESE INGIUSTIZIA che abbiamo subito come CITTADINI e come LAVORATORI!

Sono passati ormai 3 ANNI, 3 Governi e 3 Leggi di Bilancio e dobbiamo purtroppo rilevare con esasperazione che anche nella stesura della Legge di Bilancio 2020 la Salvaguardia degli ultimi 6.000 Esodati è ASSENTE!

Tutto ciò nonostante la solenne promessa del Ministro Di Maio, più di 1 ANNO FA, di inserirla ancora nella Legge di Bilancio 2019. Formale impegno e promessa poi tradita da quel Governo come dal precedente.

Infatti il 15 ottobre scorso, alla trasmissione televisiva Omnibus, il Ministro Di Maio ha ammesso in merito alla Legge di Bilancio 2020: “non abbiamo ancora finito di affrontare il tema degli esodati della legge Fornero”.
Noi gli rispondiamo:
“Signor Ministro affronti i tema dei 6.000 Esodati e lo risolva una volte per tutte in questa Legge di Bilancio!”

Va considerato anche che i Sindacati CGIL CISL UIL, su nostra sollecitazione, hanno confermato di avere inserito nella piattaforma in discussione con il Governo la nostra istanza, senza però dettagliare se quanto proposto rispecchi i contorni della Salvaguardia da noi richiesta.

E’ sconcertante che questo Governo si preoccupi di “non creare altri esodati con la quota 100” mentre contemporaneamente non ha ancora sanato la TRAGEDIA degli Esodati ante Fornero: 6.000 CITTADINI e le loro famiglie lasciati senza reddito e senza pensione nella terra di nessuno dal 2011!

E’ altrettanto preoccupante che si impegni a prevedere tutte le forme di prepensionamento possibili che interessano lavoratori nati ormai all’inizio degli anni ’60, quando gli ultimi Esodati – nati ancora negli anni ’50! – sono dimenticati e accantonati come un “danno collaterale” della Fornero: vittime sulle quali è stata messa una pietra tombale, sepolti vivi in quanto evidentemente a loro parere non ancora sufficientemente vecchi per andare in pensione!

A tutto questo si deve aggiungere che i fondi stanziati residuati dalle precedenti Salvaguardie – che dovevano essere utilizzati per legge esclusivamente per concludere le salvaguardie degli Esodati – sono stati ampiamente saccheggiati negli anni e l’ultimo saldo positivo di circa 776 Milioni è stato fatto confluire nel FOSF, in cui si sono perse le tracce. Oltre al danno la beffa!

Sottolineiamo, tra le poche voci a nostro sostegno, il Senatore Tommaso Nannicini che ha affermato pochi giorni fa: “ le risorse si possono trovare, date le risorse circoscritte necessarie a quest’ultima platea stimata in 6.000 Esodati, una platea del tutto riassorbibile all’interno del fondo previdenza che adesso dobbiamo gestire”.

I 6.000 Esodati chiedono quindi con fermezza al Governo, ed al Parlamento tutto, che a questa grave ingiustizia venga definitivamente posto immediatamente rimedio inserendo CON LA MASSIMA PRIORITA’ nella Legge di Bilancio 2020 a sanatoria della grave DISCRIMINAZIONE contenuta nell’Ottava Salvaguardia il provvedimento di riapertura dei termini di quella Salvaguardia per TUTTE le categorie di Esodati in essa incluse (e non solo per una) che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021!
Ai 6.000 Esodati Esclusi SPETTA esclusivamente riconoscere il medesimo trattamento previdenziale assicurato agli altri 144.000 Esodati: la SALVAGUARDIA previdenziale che restituisca loro il diritto alla pensione!
Molti degli Esodati Esclusi hanno nel frattempo già perso quasi 2 anni di pensione !

Agli Esodati non sono applicabili Quota 100, APE Social, Opzione Donna né altre eventuali misure per carenza di requisiti essendo la loro contribuzione rimasta bloccata ante la Legge Fornero.
Non si tratta di escogitare improbabili e irrealizzabili “soluzioni” previdenziali, ma solo di applicare anche a loro gli stessi diritti riconosciuti agli altri esodati riaprendo nei dovuti termini l’ultima Salvaguardia, come prevede l’art. 3 della Costituzione che tutela l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Non siamo il caso pietoso di persone che chiedono l’elemosina allo Stato, ma CITTADINI che rivendicano un diritto leso!

E’ fuorviante inventarsi ipotetiche categorie di esodati in quanto sono già tutte comprese nel testo di legge dell’Ottava Salvaguardia e con tali definizioni, che sono già state ripetutamente precisate al Ministero del Lavoro, l’INPS è in grado di circoscrivere esattamente la platea rimasta esclusa e di conseguenza anche lo stanziamento necessario per il provvedimento richiesto di sanatoria.

E’ inaccettabile che ai nostri ripetuti appelli degli ultimi mesi NESSUN ESPONENTE DI QUESTO GOVERNO si sia degnato di rispondere né accettare la nostra richiesta di incontro con i nostri rappresentanti!!!
E’ inconcepibile che il riconoscimento del nostro diritto previdenziale possa essere nuovamente messo da parte.

Siamo cittadini traditi dai passati Governi, allo stremo, ostaggi di questa assurda situazione e stiamo pagando un prezzo inaccettabile trovandoci senza reddito né pensione da oltre 8 ANNI! Non intendiamo attendere oltre!
QUELLA DEGLI ULTIMI 6.000 ESODATI E’ UNA VERA EMERGENZA SOCIALE ALLA QUALE QUESTO GOVERNO DEVE SOLLECITAMENTE DARE RISPOSTE!

Un Governo che è nato con l’obiettivo di “ operare nell’interesse e per il bene di tutti i cittadini ‘nessuno escluso’ mirando a rimuovere le diseguaglianze di ogni tipo”, come proclamato dal Presidente Conte, non si deve macchiare dello scandalo di lasciare ancora 6.000 famiglie a subire le conseguenze dell’INGIUSTIZIA SOCIALE perpetrata dalla legge Fornero alle quali chiediamo sia restituito il diritto di cittadinanza, il diritto alla pensione ed il diritto al futuro!!!

Comitato 6.000 Esodati Esclusi


mercoledì 11 settembre 2019

Continua la battaglia degli esodati non salvaguardati

Pensioni, continua la battaglia degli esodati non salvaguardati
9 Settembre 2019 / News, Pensioni / Di Antonella Viviano


Dopo le travagliate vicende politiche che hanno caratterizzato l’estate siamo arrivati al Governo Conte bis che quest’oggi, 9 settembre 2019, chiederà la fiducia. Dopo aver atteso invano che le proprie istanze fossero accolte dai precedenti Governi, gli esodati rimasti esclusi dalle otto salvaguardie pensionistiche varate hanno rivolto un appello al nuovo Esecutivo, affinchè vengano riaperti i termini dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021 oppure un apposito nuovo provvedimento di pari contenuti.
“Un Governo che nasce con l’obiettivo operare nell’interesse e per il bene di tutti i cittadini
con l’obiettivo della giustizia e che miri a rimuovere le diseguaglianze di ogni tipo”, come proclamato dal Presidente Conte, non si deve macchiare dello scandalo di lasciare ancora 6.000 famiglie a subire le conseguenze di un torto inflitto dallo Stato in quel nefasto dicembre 2011. Gli ultimi Esodati sono circa 6.000 ex-lavoratori rimasti esclusi dall’ultimo provvedimento di sanatoria (la cosiddetta Ottava Salvaguardia) per inique ed ingiustificabili discriminazioni fra le diverse categorie di lavoratori contenute nella medesima.
Chiediamo con fermezza che a questa ingiustizia venga definitivamente posto rimedio subito nella Legge di Bilancio attualmente in preparazione dal momento che la sanatoria della nostra situazione è stata colpevolmente accantonata e non risolta dal Governo Gentiloni nella Legge di Bilancio 2018, accantonata e non risolta (nonostante le solenni promesse) dal primo Governo Conte nella Legge di Bilancio 2019 e non compare neppure nei 29 punti dell’attuale Programma del secondo Governo Conte”, dichiara il Comitato 6.000 Esodati Esclusi.
Senza reddito né pensione da oltre 8 anni
“Siamo Cittadini traditi dallo Stato e dai passati Governi; siamo allo stremo, ostaggi di questa assurda situazione e stiamo pagando un prezzo inaccettabile trovandoci senza reddito né pensione da oltre 8 ANNI! Abbiamo diritto al ripristino del nostro diritto alla pensione ed al futuro delle nostre famiglie. Non possiamo attendere oltre! QUELLA DEGLI ESODATI E’ UNA VERA EMERGENZA SOCIALE ALLA QUALE IL NUOVO GOVERNO DEVE SOLLECITAMENTE DARE RISPOSTE!”, prosegue il Comitato 6.000 Esodati Esclusi.
L’appello al Ministro del Lavoro, Nunzia CatalfoIl Comitato 6.000 Esodati Esclusi chiede al nuovo Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, “che si faccia interprete e portavoce della nostra richiesta di giustizia di cui è già a conoscenza”. “Noi Esodati “dopo un anno di fatiche e anche di speranza” (come aveva affermato recentemente il Ministro Di Maio) non ci meritiamo di essere ancora qui a attendere giustizia. Prima dell’attuale repentino cambio di Esecutivo negli ultimi incontri avuti al Ministero del Lavoro ritenevamo di avere finalmente aperto uno spiraglio di dialogo costruttivo con il Ministero stesso in merito alla riapertura dei termini della Ottava Salvaguardia che avrebbe finalmente dato la possibilità anche a noi ultimi 6.000 Esodati di andare in pensione con le stesse regole degli altri 144.000 Esodati già salvaguardati”, ha dichiarato la coordinatrice del Comitato 6.000 Esodati Esclusi, Gabriella Stojan, in una lettera inviata al Ministro Catalfo.
Il Comitato 6.000 Esodati Esclusi rivolge dunque un appello al neo Ministro del Lavoro:”Le rivolgiamo pertanto un forte ed accorato appello affinché il nostro dramma sia posto quale punto prioritario del Suo Ministero al fine di ristabilire legittimi diritti costituzionali, che garantiscano di condurre finalmente al traguardo pensionistico quanti come noi attendono giustizia da più di 7 anni, vivendo ormai nella disperazione e spesso nell’indigenza. Come Le rappresentiamo l’urgenza, per il Governo che ora metterà mano alla stesura della Legge di Bilancio, dell’inserimento di una apposita norma che consenta la riapertura dei termini dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021 oppure l’emanazione un Decreto d’urgenza apposito di pari contenuti”.
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martedì 13 agosto 2019

La delusione degli esodati.

LA DELUSIONE DEGLI ESODATI

(...) Nelle sue dichiarazioni a pensionipertutti.it riguardo il destino della riforma pensioni dopo la crisi di Governo, Claudio Durigon ha spiegato che il “nodo esodati” verrà risolto dal prossimo esecutivo che uscirà dalle prossime elezioni. Su Facebook Gabriella Stojan, del Comitato 6.000 esodati esclusi, ricorda al sottosegretario al Lavoro che “gli esodati non sono ‘un nodo’, ma una categoria di ex-lavoratori traditi dallo Stato a cui i passati Governi non hanno reso giustizia e che attendono ormai da più di un anno dal “Governo del Cambiamento” che finalmente mantenga le promesse elettorali (Salvini – Lega) e Ministeriali (Di Maio – M5S) che garantivano una soluzione nella Legge di Bilancio dell’anno scorso! Per sanare la nostra ingiustizia è sufficiente un decreto di riapertura dei termini dell’ottava salvaguardia per tutte le categorie di Esodati che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021.#Dalleparoleaifatti non vale anche per noi? Dovremmo adesso attendere un ulteriore nuovo governo? Questa sarebbe la terza Legge di Bilancio che vedremmo passare senza che il nostro dramma abbia finalmente fine!” (...)

domenica 14 luglio 2019

Comitato Esodati di Reggio Emilia: non solo esodati


Gli esodati portano cibo e beni alla casa di carità
Risultati immagini per Gazzetta di reggioTerza donazione in pochi mesi da parte del comitato di Reggio Il tutto consegnato alla madre superiora dell’istituto di San Giovanni di Querciola

13 LUGLIO 2019
VIANO. Cibo e beni di prima necessità per la casa di carità di San Giovanni Querciola di Viano.
Sono stati donati pochi giorni fa dal comitato esodati Reggio Emilia, in una mattinata che ha visto il coinvolgimento di numerosi imprenditori e realtà economiche pronte, a propria volta, a contribuire con altre risorse per ampliare il pacchetto e sostenere ulteriormente il prezioso lavoro per la comunità portato avanti dalla struttura religiosa querciolese.
È la terza donazione dal dicembre 2018 ad oggi. Nelle varie occasioni, i volontari del comitato esodati hanno sempre portato cibarie e prodotti assortiti assieme ai loro sostenitori. Fra i partner vi sono Stefano Landi, presidente della Landi Renzo e della Camera di Commercio; Grissin Bon; Ferrarini; l’agriturismo il Papa di Maranello e i supermercati Conad di Albinea, Arceto, Casalgrande e Le Querce di Reggio Emilia. Inoltre, l’ex corniciaio scandianese Marco Corradini ha regalato sei quadri alla casa della carità.
La delegazione che si è recata alla casa di carità di san Giovanni, era formata da Stefano Landi, dall’avvocato Marta Verona, dal presidente del comitato esodati Pietro Braglia, dai volontari coordinati da Assunta Spadoni, dal consigliere comunale vianese Federico Predieri, dal responsabile del palasport reggiano Claudio Sarti, da Giordano Valentini dell’agriturismo del Papa di Maranello e da Mario Paolo Guidetti dell’associazione Stampa Reggiana.
Ad accogliere il gruppo, la madre superiora della casa della carità suor Maria Giovanna assieme alle consorelle suor Daria e suor Michela.
Sono loro a mandare avanti una delle principale realtà solidali della collina reggiana, attiva dal 1947, all’epoca voluta da don Mario Prandi, fondatore della congregazione mariana delle case della carità, che ha come sede centrale Fontanaluccia, nell’Appennino modenese. — Adr.Ar.
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venerdì 21 giugno 2019

27 giugno 2019 Presidio davanti al Ministero del Lavoro


I Comitati degli Esodati esclusi il prossimo 27 Giugno dalle ore 9 saranno davanti al Ministero del Lavoro per ottenere un incontro con il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio. 
L'immagine può contenere: testo
Il Governo appoggi una nona salvaguardia pensionistica in favore degli ultimi 6mila lavoratori esclusi. E' il messaggio che i Comitati dei 6mila esodati esclusi intendono rilanciare in un presidio indetto per il prossimo 27 Giugno davanti al Ministero del Lavoro, in Via Veneto a Roma. Il comitato coordinato da Gabriella Stojan denuncia il silenzio in cui è caduta la questione dopo numerose promesse ed incontri a livello politico e governativo. Ben otto salvaguardie sino ad oggi hanno consentito di salvaguardare le vecchie regole pensionistiche, quelle vigenti prima della Legge Fornero, nei confronti di circa 150mila lavoratori che nel dicembre 2011 erano privi di occupazione o avevano siglato accordi con l'azienda per la risoluzione del rapporto di lavoro. Secondo i comitati restano però ancora 6mila lavoratori senza tutela ai quali la politica ha più volte promesso anche formalmente, con l'accoglimento di una risoluzione e ben due ordini del giorno alla Camera e al Senato, un intervento ristoratore senza poi dare alcun seguito.
"Ormai da mesi verifichiamo che l’attuale Governo stia pur valutando un nuovo provvedimento di sanatoria per questi 6.000 Ultimi Esodati ma, nonostante numerose interlocuzioni in ripetuti incontri, non si riesce a vedere la luce di un provvedimento che restituisca il diritto alla pensione loro sottratto e più volte promesso dai due partiti di maggioranza. Promesse rimaste purtroppo, a tutt’oggi, vane" si legge nel comunicato diffuso. Contro questa inerzia i Comitati hanno indetto un presidio il 27 Giugno dalle ore 9 davanti al Ministero del Lavoro per ottenere un incontro con il Ministro del Lavoro, Luigi di Maio, o con il sottosegretario Durigon. I comitati sosteranno la riapertura dei termini previsti dalla L.11/12/2016, n. 232 comma 214 (Ottava Salvaguardia) e, per tutte le categorie in essa incluse, differendo al 31/12/2021 i requisiti necessari a maturare il diritto pensionistico con le norme ante L. 22 dicembre 2011, n. 214 oppure un nuovo provvedimento, una nona salvaguardia pensionistica. La mobilitazione, annunciano i promotori, proseguirà fino a quando il Governo non approverà un nuovo provvedimento di sanatoria per tutti gli esodati esclusi ai quali deve essere restituito il diritto alla pensione e con esso il diritto al loro futuro ed a quello delle loro famiglie".
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Pensioni, Presidio degli esodati per la nona salvaguardiaScritto da Eleonora Accorsi
Venerdì, 21 Giugno 2019

sabato 6 aprile 2019

Presidio in Via Fornovo 8 il 10 aprile 2019

IMPORTANTE PRESIDIO a ROMA 
MINISTERO del LAVORO 
Via Fornovo 8 (Metro LEPANTO) 
10 aprile dalle ore 10 - 13

battiamo il ferro quando è caldo.

Abbiamo i permessi della questura di Roma .

Andremo a chiedere a Durigon / Fontana i motivi per cui non si è inserita la soluzione per gli ESODATI ESCLUSI nel decretone .

Si chiederà che il Governo indichi la soluzione che intende adottare per chiudere la vicenda degli esodati in modo definitivo.

Per conoscenza riporto un estratto da un articolo

Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati” si dichiara d’accordo ad un utilizzo degli strumenti previdenziali attualmente disponibili per le pensioni anticipate, quali Ape social, Quota 100 ed Opzione Donna per risolvere la crisi degli esodati non salvaguardati i cui requisiti si collocano oltre la data del 31/12/2021, pur rilevando che tale soluzione richiederebbe degli adattamenti per superare l’ostacolo delle carenze contributive ed anagrafiche.

Viceversa ritiene che gli esodati che raggiungono i requisiti entro il 31/12/2021 abbiano diritto ad un equo transitorio al pari dei mobilitati con accordo governativo, ai quali l’Ottava salvaguardia, derogando il termine mobilità di 36 mesi, ha di fatto concesso nei loro confronti un transitorio sui requisiti di dieci anni, fino al 31/12/2021.

FACCIAMO PARTECIPARE ALMENO 30 - 50 ESODATI 
anche con aiuto dei  già salvaguardati e di TUTTI i comitati.

SE SAREMO in POCHI PRESENTI in via Fornovo sarà difficile ottenere qualsiasi soluzione da questo Governo .

Inviteremo TUTTI i comitati a segnalare almeno 1 nominativo per la delegazione.

mercoledì 27 marzo 2019

Appello al rispetto dei termini

Nel chiedere aiuto a chiunque abbia potere di intervento...
RIPRENDIAMO IL POST pubblicato da Paolo Alfieri sulla pagina Facebook "Stop al furto delle buonuscite dei lavoratori di poste italiane".
Lo facciamo per aggiornare sugli sviluppi di quanto condiviso 10 giorni fa sperando che qualcuno (politici e sindacalisti) istituzionalmente si attivi quanto più tempestivamente.
CRONISTORIA DI UNA " STORIA INFINITA".
Buongiorno colleghi.
1)- Le procedure per la liquidazione dei dipendenti pubblici (valide anche nel nostro caso di dipendente di Poste Italiane) in base a quanto previsto dai commi 22 e 23 della legge 148/2011. i 27 mesi scadono a fine marzo;
2)- In data 21/03/2019 il MISE ha firmato il decreto (mise.AOO_COM.REGISTRO UFFICIALE.U.0019939) con cui è autorizzato l’impegno e contestuale pagamento della somma di € 43.579.302,93 a favore della Gestione Commissariale Fondo Buonuscita per i Lavoratori delle Poste Italiane –Codice Fiscale: 80034880411 – sede legale Via Carlo Spinola, 11 - 00154 ROMA, con versamento sul conto di tesoreria dello stato n. 20289;
3)- Nella stessa data (21/03/2019) è stato inoltrato, all'Ufficio centrale di bilancio, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l'ordine di pagamento 4453 / 1 / 2019 1 LIQUID.GEST.BUONUSCITA IPOST di € 43.579.302,93;
4)- questa mattina sono riuscito a parlare con la Ragioneria Generale dello Stato che dopo avergli comunicato il nr di protocollo del decreto firmato dalla Gentilissima Sig.ra Scandaliato ( che via mail mi ha inoltrato il tutto) mi ha risposto che loro hanno 30 giorni di tempo,rassicurandomi (????) che per la prossima settimana manderanno il tutto alla Tesoreria, la quale dovrà successivamente accreditare la somma, sul conto corrente del nostro Fondo, il quale ci rimanda di settimana in settimana ( 30 marzo - i primi di aprile - entro il 15 aprile e a me questa mattina - massimo fine mese di arile).
PS: come si dice da noi CORNUTI E MAZZIATI !!!
SE NON ALTRO PER ORGOGLIO...
L'immagine può contenere: scarpe e cielo
A nessuna organizzazione sindacale interessa seguire la fase finale di questo iter, accelerandone la sua conclusione nei tempi massimi previsti?
La norma prevede che la somma sia messa in pagamento 24 mesi dopo la cessazione del rapporto di lavoro con Poste.
Prevede anche ulteriori 90 giorni per "lavorare la pratica" tempo non necessario perché la cifra è la stessa fissata nel 1998
I 3 mesi aggiuntivi sono diventati di fatto "la norma" e si sta ulteriormente procrastinando questo limite massimo.

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venerdì 8 marzo 2019

Agnelli sacrificali

Riforma Pensioni esodati
Riportiamo per intero un post scritto da Elisabetta Rombolà una esodata rimasta ancora esclusa da qualunque salvaguardia, che ben chiarisce la frustrazione delle 6.000 persone che attendono da ormai 7 anni un provvedimento risolutivo, da parte del Governo, degno di essere chiamato tale.

Inaccettabili le ultime proposte messe in campo per ‘salvare’ gli esodati. Gli esodati, ricorda Luigi Metassi, non hanno bisogno di essere ‘salvati’ da nessuno, ma necessitano di essere ‘salvaguardati’, ossia ‘tutelati da’….
Pensioni, esodati: ultimo appello al Governo

Così Elisabetta: “Pasqua per gli esodati è arrivata con un po’ di anticipo quest’anno e il “pranzo” siamo noi 6000. Noi distrutti da anni di inutile attesa, noi rimasti fuori dall’8ava salvaguarda, noi che ci stanno condannando a scegliere tra la povertà che viviamo attualmente e la povertà a vita. L’attuale governo crede fermamente che la “soluzione” per gli esodati siano i provvedimenti che stanno varando attualmente, un governo i cui esponenti si sono chiusi a qualunque dialogo e confronto.

NON è vero che il problema si risolve con q100, OD e Ape, e men che meno con la “pace contributiva”, tocca capirla bene questa cosa! La dobbiamo capire bene noi interessati per riavere una vita di dignità! Soprattutto le donne! Chi di voi 6000 arriva a 38 anni di contributi? Un po’ forse, ma soprattutto uomini e quante donne arrivano a 35 anni di contributi? e a 38? quasi nessuna. In ogni caso vi siete fatti i conti? La maggioranza dei 6000 è a regime contributivo misto (meno di 18 anni di contributi nel 1995) ed essendo uscita dal lavoro tra il 2007 e il 2011, a qualunque titolo, non ha un mensile lordo elevato, vi siete informati di quanto prendereste di pensione? bene, a quell’importo lordo togliete le tasse (30% circa) e poi togliete anche un ulteriore 30% (anche di più), di passaggio dal sistema contributivo misto al contributivo puro, poi controllate quanto vi resta per campare voi e le vostre famiglie”

Pace contributiva per gli esodati: soluzione inaccettabile
Poi prosegue: “Per non parlare della “pace contributiva” che si propone di farci PAGARE per arrivare agli anni previsti da q100 e/o OD in modo da accedervi e avere quindi la pensione con il contributivo puro (pagare ben 2 VOLTE quindi!).

Ci vorrebbero far pagare per grarantici la povertà a vita! Siamo gli unici esodati cui viene chiesto questo! Tutti gli altri hanno avuto la pensione che gli spettava, senza tagli e senza dover pagare! Sveglia signore e signori!”

giovedì 14 febbraio 2019

L'on. Rizzetto interroga il Governo

L'on Rizzetto interroga il Governo sulla mancata salvaguardia dei residui 6.000
Interrogazione 5/1481
Esodati e pensioni, 2019.
Ancora, ed ancora una volta, chiedo al Governo una giustizia per gli esodati residui, esclusi da tutte le salvagiardie e che, a mio parere, devono essere trattati al pari di altri senza strane ”finestre” che si apriranno e che non garantiranno a tutti un equo trattamento.
Qui il video girato stamani in Commissione Lavoro.
Si abbia il coraggio di una soluzione definitiva: non costa molto e permetteremmo a gente ormai stremata di poter godere di un diritto innegabile.


mercoledì 13 febbraio 2019

Solo la NONA salvaguardia!

Lo afferma il COMITATO ESODATI LICENZIATI e CESSATI
Il giornale di Firenze: Firenze PostDecretone: I 6.000 esodati esclusi dall'ottava salvaguardia chiedono la nona per rimediare ai guasti della Fornero

DI REDAZIONE - MARTEDÌ, 12 FEBBRAIO 2019

ROMA – «I 6.000 esodati esclusi dalla ottava salvaguardia non chiedono assistenzialismo, ma hanno diritto ad una soluzione previdenziale». Lo afferma il Comitato Esodati Licenziati e Cessati, chiedendo al governo una nona salvaguardia che includa tutti coloro finora esclusi dalle precedenti operazione di salvaguardia per vizio di data di decorrenza pensione o di requisito e conceda uguali diritti
indipendentemente dalla categoria esodati di appartenenza. «Nell’ottava salvaguardia, spiega in una nota il comitato dopo le notizie su un eventuale intervento nel decretone su reddito e pensioni, erano incluse gravi discriminazioni nell’assegnazione della deroga penalizzando gravemente tutte le categorie di esodati senza accordi sindacali. Discriminazione inconcepibile ed inaccettabile che si vorrebbe perpetuare con questa ipotesi di soluzione dell”attuale Governo. Ma le risorse finanziarie per salvaguardare anche tutti gli ultimi 6.000 esodati ci sono – rivendica ancora il comitato – Infatti i soli risparmi dell”ottava salvaguardia, riversati al Fondo per l’Occupazione Sociale e Formazione (FOSF) con la precedente legge di stabilità, ammontavano a circa 776,6 milioni, ben sufficienti a garantire, in misura pressoché doppia, al fabbisogno economico della Nona Salvaguardia valutato in 339,9 milioni».
(Leggi)

domenica 10 febbraio 2019

No a soluzioni assistenziali

COMUNICATO STAMPA
Comitato Esodati Licenziati e Cessati
L'immagine può contenere: 1 persona
NO A SOLUZIONI ASSISTENZIALI !!!
NONA SALVAGUARDIA PER TUTTI I 6.000 ESODATI ESCLUSI


Dai vari incontri con delegazioni di Esodati, non ultimo quello del 10 gennaio scorso, e da diverse dichiarazioni del Sottosegretario Durigon e dall’articolo de Il Sole 24 Ore dell’8 febbraio, emerge chiara la volontà politica di questo Governo di
a) non mantenere le promesse formalmente fatte dal Ministro del Lavoro di risolvere l’annoso dramma degli Esodati;
b) non approvare una Nona Salvaguardia (prevista al Capitolo 5, punto 9 del programma elettorale della Lega);
c) disconoscere la platea dei 6.000 esclusi adducendo la circostanza che l’INPS non certifica tale platea quantificata in meno di 100 interessati, individuati non si sa bene con quali criteri, quando al Sottosegretario Cassano (del precedente Governo) la stessa INPS ne certificava oltre 3.000. Interrogazione, risposta e tabella, sono reperibili sul Bollettino delle Giunte e delle Commissioni del 15 settembre 2016, da pag. 125 a pag. 129 (scaricabile a questo link:
http://documenti.camera.it/…/html/2016/09/15/indiceGenerale…)
d) riconoscere la figura di Esodato esclusivamente a coloro che avevano firmato accordi sindacali per concordarne la fuoriuscita dal posto di lavoro. Non si capisce francamente tale posizione e da quale assunto giuridico derivi, stante la circostanza che ben 8 LEGGI DELLO STATO APPROVATE DAL PARLAMENTO, E SPESSO COL VOTO FAVOREVOLE DELL’ATTUALE MAGGIORANZA, prevedano ben 5 categorie di esodati espulsi dal posto di lavoro, antecedentemente alla data di entrata in vigore della legge di riforma Monti-Fornero, con e senza accordi;
e) si vorrebbe trovare una adeguata soluzione previdenziale solo ed esclusivamente per quel centinaio di privilegiati lasciando a tutti gli altri un’altra soluzione (non previdenziale) non ben definita né nei numeri né nella forma, ma di natura assistenziale e onerosa per i medesimi.

I 6.000 Esodati Esclusi dalla Ottava Salvaguardia NON CHIEDONO ASSISTENZIALISMO (tra l’altro numerosi di loro non potranno neanche accedere alle misure ipotizzate!) MA HANNO DIRITTO AD UNA SOLUZIONE PREVIDENZIALE!!!

Nell’Ottava Salvaguardia erano incluse gravi discriminazioni nell’assegnazione della deroga penalizzando gravemente tutte le categorie di Esodati senza accordi sindacali. Discriminazione inconcepibile ed inaccettabile che si vorrebbe perpetuare con questa ipotesi di soluzione dell’attuale Governo!!!
E’ il caso di sottolineare che le riforme pensionistiche negli altri Paesi UE hanno previsto un periodo di transizione medio di 10 anni.
Sostanzialmente si sono considerate (e si vorrebbe perseverare nel grave errore!!!) platee di Esodati di serie A e di serie B non considerando che sono TUTTI lavoratori gravemente penalizzati dalla riforma e TUTTI lavoratori espulsi dal mondo del lavoro PRIMA dell’entrata in vigore della infame riforma e TUTTI ad un passo dalla pensione e TUTTI senza alcuna possibilità di ricollocamento per evidenti motivi anagrafici.

Le risorse finanziarie per salvaguardare anche gli ultimi 6.000 Esodati CI SONO!!
Infatti i soli risparmi dell’ottava salvaguardia, riversati al Fondo per l’Occupazione Sociale e Formazione (FOSF) con la precedente legge di stabilità, ammontavano a circa 776.6 Mln, ben sufficienti a garantire, in misura pressoché doppia, al fabbisogno economico della Nona Salvaguardia valutato in 339.9 Mln.

Ricordiamo che il Parlamento dell’attuale Legislatura si è espresso favorevolmente in merito alla emanazione di una Nona Salvaguardia per i 6.000 ESODATI con
 la Risoluzione congiunta 8-00004 votata all’unanimità dalla Commissione Lavoro della Camera lo scorso 30/10/18 e approvata anche dal Sottosegretario On. Durigon presente in seduta (http://documenti.camera.it/…/leg.18.bol0083.data20181030.co…)
 l’ Ordine del Giorno G/981 sez I/3/11 al DDL n. 981 della Commissione Lavoro del Senato accolto dal Governo lo scorso 14/12/18
(http://www.senato.it/…/18/Emendc/1095592/1084960/index.html…)
 l’ Ordine del Giorno 9/1334-B/78 accolto dalla Camera dei Deputati come Raccomandazione lo scorso 30/12/1 8
(https://documenti.camera.it/…/leg.18.sed0106.allegato_a.pdf…)

Nel respingere con fermezza ogni e qualsiasi paventata “soluzione” NON PREVIDENZIALE, i 6.000 Esodati chiedono al Governo UNA NONA SALVAGUARDIA che :
• includa tutti coloro finora esclusi da precedenti salvaguardie per “vizio di data” di decorrenza pensione o di requisito;
• conceda uguali diritti indipendentemente dalla categoria esodati di appartenenza;
• comprenda tutti ed esclusivamente coloro che siano in possesso degli specifici requisiti che connotano la condizione di esodato così come riconosciuto dalle 8 Leggi precedenti;
• in cui sia applicato, a TUTTI i 6.000 interessati, il regime dei requisiti vigente prima dell’entrata in vigore del Decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011, modificato dalla Legge n. 214 del 22 dicembre 2011, come nelle precedenti salvaguardie.
Riteniamo le ipotesi di soluzione emerse in questi giorni INACCETTABILI e riteniamo che il Governo POSSA e DEBBA trovare una soluzione PREVIDENZIALE equa, equilibrata e definitiva per tutti i 6.000 ESODATI tuttora rimasti ESCLUSI.

10 febbraio 2019
Comitato Esodati Licenziati e Cessati

domenica 3 febbraio 2019

Ricalcolo Tassazione Separata. Serve univocità

La lettera di Michele Costantino pubblicata sulla pagina FB stop al furto delle buonuscite dei lavoratori di poste italiane
Buonasera a tutti, ho preparato una relazione in collaborazione con Daniele Del Corso, circa la questione del "Ricalcolo Tassazione Separata" la invierò al Direttore Centrale dell'Agenzia delle Entrate Dott. Antonio Maggiore, così vediamo come reagiscono, se ciò non dovesse bastare, beh allora, coinvolgeremo giornali e TV (...)
Risultati immagini per direttore agenzia delle entrate Antonio MaggioreQuesta è la relazione
Buongiorno Dott. Antonio Maggiore, sono Michele Costantino di Bari, un comune pensionato-contribuente di Poste S.p.A.
Mi rivolgo a lei in quanto persona più che qualificata a dirimere una questione che coinvolge tutte le Direzioni Provinciali delle Agenzie delle Entrate d'Italia.
Questo è il punto: Noi di Poste eravamo fino al 28/02/1998 Dipendenti Pubblici, e di conseguenza eravamo soggetti economicamente alla Indennità di Buonuscita ( DPR n. 1032 del 29.12.1973), dal 01/03/1998
Poste diventa S.p.A. ( legge n. 71/94 ) e di conseguenza siamo sottoposti al regime del TFR (legge n. 297 del 29 maggio 1982) questa trasformazione non ha implicato "assolutamente" un'interruzione del nostro rapporto di lavoro con Poste, bensì solo un cambio di natura giuridica, non vi sono stati atti formali o sostanziali, tant'è che anche la Buonuscita viene liquidata solo al momento del pensionamento o all'uscita per altri motivi, quindi al momento della cessazione , Poste liquida il dipendente sulla base di queste 2 indennità, il TFR viene liquidato dopo 2 mesi dall'uscita del lavoro, mentre la Buonuscita viene riconosciuta al 27° mese dopo, inoltre con l'avvento della Previdenza Complementare i Dipendenti di Poste fecero confluire una parte del loro TFR nel Fondo-Poste, il quale a sua volta liquida il lavoratore entro i 6 mesi (o anche prima, dipende) dopo.
Ora, l'Agenzia delle Entrate, come stabilisce la Legge Fiscale, interviene sui trattamenti di fine rapporto che sono soggetti a tassazione separata con il ricalcolo, entro il quarto anno dall'uscita dalle aziende, nel nostro caso però di Poste, l' AdE è indotta a commettere un errore che penalizza tutti i dipendenti in presenza soprattutto di "Incentivi all'Esodo", Poste S.p.A infatti nel suo mod.770 dichiara il TFR erogato, mentre la Gestione Commissariale la Buonuscita, che il dipendente incassa 2 anni dopo ma che di fatto è un'unicum con il TFR.
Un nostro collega, Daniele Del Corso, nell'agosto scorso ha ricevuto da AdE di Pisa il ricalcolo sugli emolumenti di fine rapporto, notando che questo teneva conto solo del TFR, come se il suo rapporto di lavoro fosse iniziato il 01/03/1998, (data di trasformazione in S.p.A e non quella della nostra assunzione) e di conseguenza l'incentivo all'esodo ricevuto era ripartito nelle quote ante e post 2001 in maniera non corretta. Del Corso sapeva che alcuni colleghi singolarmente avevano contestato questa irregolarità ed avevano ottenuto riconoscimento, nel 2017 lui stesso aveva dato indicazioni ad un collega di Siena e ad un'altro di Arezzo ricevendo entrambi il riconoscimento dell'errore e conseguentemente il rimborso o il ricalcolo, e a distanza di poco tutta la Toscana, a questo punto pensava anche grazie al suo interessamento che il problema si fosse risolto per tutti, si sbagliava, in quanto a parte tutta la Toscana e in alcune altre città d'Italia, quali: Perugia, Latina, Monfalcone, Cagliari, e Treviso, il resto delle AdE non si sono uniformate, cosi che il nostro Del Corso tramite social invitava gli ex colleghi a produrre Istanza di Autotutela o di Rimborso all'AdE. Da noi invece a Bari l'AdE forse ha scelto la prerogativa del silenzio-rifiuto, a distanza di 70 g. non ha ancora risposto.
Pertanto, Dott. Maggiore, ripongo in lei quella fiducia che contraddistingue una persona rappresentante lo Stato, chiedendole, se mi permette, di intervenire a livello nazionale, affinchè tutte le Direzioni Provinciali seguano un'unica linea, ricordandole che, siamo contribuenti onesti che hanno sempre onorato ogni obbligo fiscale, ma che, come in questo caso, hanno anche diritto a veder riconosciuto un mal tolto.
Le ricordo infine che, quelle AdE che citavo prima, hanno ricalcolato correttamente gli emolumenti di fine rapporto spalmando l'incentivo all'esodo come stabilisce la vostra Circ. n. 29/2001, inoltre, hanno riconosciuto il rimborso a tutti coloro che hanno prodotto istanza entro i 48 mesi dalla richiesta di pagamento dell'AdE.
La ringrazio anticipatamente, anche a nome di tutti gli altri miei colleghi per quanto farà di sua competenza, e le invio i miei auguri di un Buon lavoro


P.S. Questi sono i documenti che consegniamo alle AdE a supporto della domanda di rimborso o di autotutela:
1) Prospetto di Liquidazione della Buonuscita
2) Estratto Conto Previdenziale Inps
3) Modello CUD riferito all'anno di percepimento del TFR e Incentivo all'Esodo
4) Copia Comunicazione AdE con il Prospetto Irpef Tassazione Separata
5) Ricevuta Pagamento Irpef Tassazione Separata
6) Prospetto Liquidazione TFR Fondo-Poste
7) Copia Documento Identità

sabato 2 febbraio 2019

Presidio il 6 febbraio 2019

Abbiamo ottenuto l'autorizzazione per un nuovo Presidio degli Esodati
davanti al Ministero del Lavoro in Via Fornovo 8 - Roma
(metro A fermata Lepanto) il 6 febbraio 2019
Risultati immagini per presidio esodati
Se le parole spese avessero le gambe della coerenza
non sarebbe stato necessario questo nuovo presidio.
Vi invitiamo tutti ad aderire.

Vogliamo avere un incontro con il Sottosegretario Claudio Durigon ed il Dottor Raffaele Fontana per la nona salvaguardia e per soluzioni per esodati attraverso le risorse già disponibili dalle precedenti 8 salvaguardie".

Solo pochi lavoratori esodati possiedono i requisiti per accedere alla pensione attraverso la nuova quota 100 o le altre opzioni previste nel recente provvedimento in materia pensionistica, pertanto risulta ancora indispensabile procedere ad una nuova - NONA - salvaguardia.

sabato 19 gennaio 2019

Nove mesi di parole al vento

Pensioni, esodati non salvaguardati: la risposta del Governo è il Reddito di cittadinanza
Il Governo Conte ha individuato nel Reddito di cittadinanza una soluzione per gli esodati non salvaguardati. Sdegnato il Comitato "Esodati, Licenziati e Cessati".
Autore: Antonella Viviano
17 Gennaio 2019
Il Governo giallo-verde ha svelato la sua linea programmatica per risolvere la questione dei 6.000 esodati non salvaguardati, ieri a Stasera Italia. Dopo aver ascoltato la storia di Salvatore Bello, esodato che avrebbe maturato il diritto alla pensione antefornero nel 2018, ma che lo slittamento dovuto alla legge del 2011 porta al 2024, Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla regione Lazio, ha dichiarato: “Questo signore, appena entrerà in vigore il Reddito di cittadinanza, potrà avere un sostegno al reddito ed una partecipazione alle spese della casa”.
“Con il Reddito di cittadinanza avrà 780 euro al mese, un aiuto al reddito, che deve dare a quella persona la possibilità di riuscire ad avere, innanzitutto una tranquillità minima economica e poi riuscire a ritornare sul mercato. Le imprese ricominceranno ad assumere. La persona nel frattempo farà dei corsi di formazione. Ha anche un’esperienza lavorativa, che gli permette d’essere utile, magari in altra maniera, perché ci sono anche i lavori socialmente utili. Così si comincia a dare la possibilità alle persone di lavorare”, ha aggiunto l’esponente pentastellato.

Le precisazioni di Elide Alboni
“Dopo le affermazioni di Lombardi non abbiamo alcuna remora ad affermare che da questo Comitato non si faranno sconti accettando trattative che non contemplino il DIRITTO . Il DIRITTO ha leggi ha articoli della Costituzione”, ha dichiarato Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, nel commentare le parole di Lombardi.
“Valutato come nove mesi di attesa cortesia spiegazioni speranze e delusioni non siano serviti a ragionevolezza a far sì si documentassero come e perché erano rimasti Esodati cosa per cui avevamo dato loro ogni documento ogni opportunità. Politicamente stasera è stato compiuto davanti alle telecamere un flop gravissimo dal quale ci attendiamo rettifica e conclusione dignitosa di un calvario sociale che protratto oltre li fa complici degli errori di chi criticano. Come Comitato che segue gli esodati da 6 anni siamo sdegnati“, ha sottolineato Alboni, per la quale proporre il Reddito di cittadinanza è un nuovo tradimento verso “un cittadino provato da un Danno spaventoso come un furto di Stato nel 2011”.
Alboni ha proseguito: “Sovvertono un DIRITTO previdenziale con un provvedimento x loro iniquo assistenziale? Gente che ha LAVORATO UNA VITA risolverebbero con un rdc? Vergognoso davvero.
Si rileggessero l ‘art.1 del C.C. 822/88 e l’ art.38 della Costituzione suvvia …. Salvatore come tutti ha subito un TRADIMENTO quando la riforma Fornero ha reso retroattiva una nuova riforma #negando totalmente il transitorio dovuto che è contemplato in TUTTI i paesi d Europa e ha un raggio di 7/10/12 anni dipende dal paese”.
Il Reddito di cittadinanza e Quota 100 non sono la risposta attesa dagli esodati non salvaguardati“La legislatura precedente aveva commesso un errore pacchiano creando un 8ava salvaguardia satura di disuguaglianze ( una categoria salva fino a 120 mesi dalla riforma e le altre 5 categorie tra cui Salvatore bloccate a 55 e 67 mesi. Questo esecutivo aveva due jolly in tasca: sanare quel grave errore, prendersi il vanto di avere risolto un furto di Stato verso persone massacrate da 7 anni. Non saggio buttare via i jolly !!! Non saggio. Un ragionamento come quello di stasera della Lombardi ci se lo poteva aspettare solo dalla Fornero prima maniera, la Fornero dei choose”, ha osservato Alboni. Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”ritiene che il Reddito di cittadinanza e Quota 100 non siano le soluzione adatte a sanare un’ingiustizia “di Stato” e chiede, invece, “la giusta soluzione previdenziale come tutti i 145000 salvaguardati in 7 terribili anni di roulette russa del diritto”.
(Leggi)

mercoledì 16 gennaio 2019

A tutti gli ex dipendenti di Poste

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Previdenza e pensioni

ESODI INCENTIVATI. Ricalcolo dell'aliquota da parte Agenzia delle Entrate.

16 GENNAIO 2019
Al momento della collocazione in esodo dei lavoratori, Poste Italiane calcola sugli importi erogati una tassazione separata del 23%.
L’Agenzia delle Entrate, entro 4 anni dalla chiusura del rapporto di lavoro, opera un controllo sull’imposta trattenuta alla fonte e versata dal datore di lavoro sulle competenze di fine rapporto, determinando la corretta aliquota da applicare e richiedendo (o restituendo) l’eventuale differenza a conguaglio.
L’importo erogato a titolo di incentivo all’esodo, al pari del TFR e della Buonuscita, è un’indennità che ha carattere di formazione pluriennale, commisurato cioè all’intera durata del rapporto di lavoro ed assoggettato alle stesse regole di tassazione del TFR.
Deve quindi essere determinata, come per il TFR, la quota ante e post 01/01/2001, in quanto tali periodi hanno differenti metodi di calcolo dell’imposta dovuta.
L’Agenzia nel fare la “spalmatura” dell’importo erogato a titolo d’incentivo, suddividendolo pro quota come sopra descritto, prende in considerazione solo il TFR, che com’è noto viene accantonato soltanto dal 01/03/1998 data di trasformazione di Poste Italiane in S.p.A., tralasciando il periodo dall’assunzione al 28/02/1998, per il quale ai dipendenti di Poste spetta la Buonuscita.
Negli atti dell’Agenzia risulta quindi, per tutti i dipendenti di Poste Italiane, come data di assunzione il 1° marzo 1998 anziché quella reale. Questo determina che l’incentivo “spalmato” nel periodo ante 01/01/2001 (al quale si applica la tassazione più bassa) sia una parte minima (circa il 10/15% del totale), mentre tutto il resto va a sommarsi all’importo del TFR dal 01/01/2001 in poi che è assoggettato alla tassazione in vigore per quel periodo.
Tale anomalia provoca, con chiara evidenza, un ricalcolo errato e talvolta molto oneroso, avverso il quale gli interessati possono fare opposizione richiedendo il riesame mediante la presentazione del modulo di richiesta di autotutela.
Tale diritto può essere esercitato anche sugli importi già pagati a meno che non siano trascorsi più di 48 mesi dalla ricezione della cartella da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Cordiali saluti
IL SEGRETARIO GENERALE SLP-CISL LUCA BURGALASSI
IL RESP.LE NAZ.LE PENSIONATI SLP-CISL ALBERTO FERRARI 
In allegato:
a) Modulo di RICHIESTA DI ESERCIZIO DI AUTOTUTELA
b) Esempio di compilazione della richiesta di esercizio di autotutela
c) Nota esplicativa della richiesta di esercizio di autotutela (da allegare)
d) Esempio di ricalcolo di un dipendente assunto il 14/05/1981 e cessato il 31/12/2014
e) Cartella dell’Agenzia delle Entrate inviata allo stesso dipendente con ricalcolo (errato) degli importi dovuti
f) Istanza di rimborso Irpef tassazione separata (per coloro che hanno già pagato)

(Leggi)

domenica 6 gennaio 2019

Primo presidio del 2019 per la NONA salvaguardia

IL COMITATO ESODATI LICENZIATI E CESSATI 
STANTE LA COLPEVOLE LATITANZA DEL GOVERNO SULLA 
APPROVAZIONE DELLA NONA SALVAGUARDIA PER I 6.000 ESCLUSI 
INDICE UN 

P R E S I D I O 

⬆️⬇️⬆️⬇️⬆️⬇️⬆️⬇️⬆️

ROMA 10 GENNAIO 

GIOVEDÌ

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in Via Molise, 2 (traversa di Via Veneto) 
sotto il MISE Ministero dello Sviluppo Economico 
 dalle ore 10 alle 13
Per rivendicare il Nono provvedimento di Salvaguardia i 6.000 Esodati esclusi, e tutti gli altri già salvaguardati, il 10 Gennaio dalle ore 10 presidieranno il Ministero dello Sviluppo Economico fino a quando non verranno ricevuti dal Ministro Di Maio dal quale pretendiamo l’inserimento della Nona Salvaguardia per tutti i 6.000 esclusi o nel redigendo “Decreto Milleproroghe” o nel redigendo decreto sulla previdenza previsto dalla Legge di Bilancio 2019
Tutti i 6.000 esodati non salvaguardati sono sollecitamente invitati ad assicurare la loro presenza e tutti i 142.000 esodati salvaguardati sono invitati ad affiancare i loro colleghi ancora esclusi come sempre hanno fatto in questi 7 anni di sofferenza!!!

In quella sede pretenderemo un incontro con il Ministro Di Maio per chiedergli di onorare il suo impegno verso l’approvazione della nona salvaguardia, incontro al quale parteciperà esclusivamente una delegazione dei 6.000 esodati non salvaguardati.

Ancora nessuna risposta dal Governo

Esodati non salvaguardati: ancora nessuna risposta dal Governo
Entro una decina di giorni verrà emanato il decreto legge con il quale verrà introdotta Quota 100. E mentre alcuni potranno scegliere di andare in pensione anticipatamente, gli esodati non salvaguardati non sono ancora padroni del proprio destino.

Autore: Antonella Viviano
5 Gennaio 2019

Mentre il Governo definisce i misteriosi dettagli del decreto con il quale verranno introdotte Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza, oltre ad altri interventi in materia previdenziale, si ha la certezza che la nona salvaguardia non sia tra le priorità dell’Esecutivo. La questione dei 6.000 esodati non salvaguardati è diventata, inoltre, un argomento a cui viene dato poco risalto nel dibattito previdenziale.

Nonostante gli appelli per la predisposizione della nona salvaguardia rivolti al Governo da vari esponenti politici, tra cui l’ex Ministro del lavoro Cesare Damiano e dai sindacati, nulla è cambiato. La risposta fornita da un dirigente nazionale della CGIL a Guido Lena, esodato e membro del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, che chiedeva informazioni sulla nona salvaguardia, rivela la volontà dell’Esecutivo di privilegiare altre questioni di carattere previdenziale.

Questione esodati: la risposta di un dirigente della Cgil
“Come sa la Cgil unitariamente a Cisl e Uil, ha inserito nella piattaforma sulle Pensioni la necessità di una soluzione definitiva per quanto riguarda gli Esodati. Abbiamo chiesto più volte al Governo di aprire dei tavoli di confronto sulla Previdenza e quindi anche sul tema degli Esodati, non ottenendo sino ad oggi alcun riscontro.

Purtroppo, nella Legge di Bilancio, come Lei sa bene, il Governo ha deciso di privilegiare altri strumenti, trascurando totalmente anche questo punto. Continueremo a rivendicare la necessità di una risposta diversa sulle pensioni, che possa superare veramente la Riforma cosiddetta Fornero.

Sarà assolutamente necessario che il Governo comprenda l’esigenza di istituire dei tavoli di confronto sui temi legati alle Pensioni, anche alla luce del prossimo decreto che dovrà essere varato, per trovare quelle soluzioni che sino ad oggi non hanno trovato risposte”.

I dubbi di Elide Alboni
Per Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, sentire che nel decreto con cui verranno introdotti Quota 100 ed il Reddito di Cittadinanza saranno inseriti, oltre alla proroga di Opzione donna, prevista nel “contratto”, il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita e la proroga dell’Ape sociale “richieste di buon senso ma non in contratto” “e NON sentire o leggere la soluzione x gli ESODATI”, fa sorgere “uno e più sospetti riguardo le reali pressioni chieste al governo dagli addetti ai lavori istituzionali ed ex nei mesi trascorsi riguardo gli esodati”. “Perché anche a noi giunsero attraverso vie indirette richieste di dati requisiti e sembrava fossero per un fine, ma adesso pensar male è peccato, ma purtroppo spesso ci si prende. Perché? Perché chiederci: si mossero per noi ?? Invece vediamo inequivocabilmente prorogata l’Ape?”, si domanda Alboni.

“Ape che ostinatamente a fine 8Ava ci venne presentata come soluzione per chi non vi era entrato e a nulla valsero per tutto il 2017 le chiare dimostrazioni che così non era assolutamente perché i 63 anni con 30 di contributi da lavoro poteva raggiungerli una percentuale risicata di esodati ed in ogni caso era una una soluzione assistenziale ( NON la giusta previdenziale ) verso persone che avevano subito DUE calvari : il primigenio Monti-Fornero che tutti ci ha accomunato ed inoltre L’ VIII salvaguardia una vera roulette russa con il colpo in canna al 90% per le donne”, ha precisato l’amministratrice del Comitato.

“E il famoso sospetto detto sopra è che poi i tardivi interessamenti di molti al vostro destino fossero poi più indirizzati alla proroga dell’ape che alla vostra salvaguardia … questo per confermare a se stessi la negazione di un anno perso e la posizione presa da tempo”, ha poi osservato.

La realtà di un esodato non salvaguardato
Giuseppe Moia, uno dei 6.000 esodati non salvaguardati, ha raccontato la sua storia in una lettera virtuale ad un parlamentare. Quanto scritto è emblematico della condizione in cui vivono tanti esodati. Di seguito riportiamo il testo integrale: “Caro Parlamentare .. è uno dei tanti Esodati che ti scrive, come ogni anno arriva il Natale, arriva il tempo della finanziaria, non volevo distrarti dai tuoi impegni istituzionali, ho persino evitato di farti gli auguri di Natale, perché magari in preda al perbenismo o al clima natalizio dove ci si sente più buoni, avresti fatto l’ennesima promessa di sanare il problema degli esodati non salvaguardati, promessa che sarebbe rimasta tale, come quelle fatte in passato.

Spero che hai trascorso un sereno Natale, festeggiato il nuovo anno con i tuoi famigliari.. noi esodati, è dal Natale 2011 che non abbiamo motivo di festeggiare, anzi quasi il natale lo odiamo, perché proprio in quel periodo è cambiata in maniera tragica la nostra vita. Eppure spinti da svariati motivi.. avevamo lasciato un posto di lavoro sicuro, acquistando un biglietto per salire sul treno che ci avrebbe portato alla pensione.. , certo la scelta non era stata facile.. ma eravamo stati convinti che sarebbe stata per noi la soluzione migliore..

Abituati da sempre al rispetto delle regole, ci eravamo messi in fila col nostro biglietto per salire sul treno, dopo le prime allarmanti notizie che il treno era stato soppresso, le pressanti proteste dei viaggiatori, avevano fatto istituire i treni speciali.. , armati di pazienza con la speranza che sarebbe arrivato il nostro turno di salire su quel treno, ci si organizzava per l’attesa .. aspetta aspetta, dal dicembre 2011 sono passati 7 anni, ogni anno nel periodo natalizio subentra la speranza che forse sarebbe stata la volta buona, ma ogni anno si ripiomba nell’oblio della delusione, chi per qualche giorno chi per qualche mese escluso, fino ad arrivare agli ultimi anni proprio dimenticati, ti chiedi allora quale è la tua colpa, rispetto al tuo collega che su quel treno era salito,forse sono nato qualche mese dopo.. maledetta gioventù ..

Di pensieri ne sono passati tanti per la mente in questi anni, quanto tempo passato a raccontare il tuo dramma, prima ai tuoi famigliari, poi a chi capita, ma ormai sono tutti stufi di sentire la tua storia, la solita lamentela, storia talmente assurda che pensano sia frutto della tua fantasia, vieni emarginato, non esisti, sei un depresso, un malato, qualcuno ti dice anche che sei fortunato .. altre persone in tempi lontani venivano messi sul treno per non fare più ritorno, si la storia si ripete .. ci si dimentica, si dice che non è mai esistito il problema, nessuno vuole ricordare .. nessuno vuole spiegare perché si decide di non fare nulla, eppure le risorse finanziare per risolvere il problema c’erano, nessuno vuole che te ne fai una ragione, magari spiegando che ci sono persone più bisognose e meritevoli di te, che sei sfortunato, ma ti verrà fatto un monumento, perché col tuo sacrificio hai salvato l’Italia, hai salvato il futuro dei tuoi figli, certo hai ragione parlamentare, perché devi ascoltare un esodato, quando ormai nessuno lo vuole ascoltare, a nessuno importa nulla, neppure la sua famiglia ormai lo ascolta più.

Gli esodati indicono un presidio
Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, ha indetto un presidio il 10 gennaio a Roma presso la sede del Ministero del lavoro, “stante la colpevole latitanza del Governo sull’approvazione della nona salvaguardia per i 6.000 esclusi”. Una delegazione degli esodati non salvaguardati chiederà di incontrare il Vice Premier Di Maio “per chiedergli di onorare il suo impegno verso l’approvazione della nona salvaguardia”.