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sabato 14 aprile 2012

Gennaro: ho un buco di otto anni
14/04/2012 | Stampa |
“Da pensionato a disoccupato Ora come vivo?”

ROMA

L’aveva immaginata diversa la pensione, Gennaro Casafina. Mentre sei mesi fa consegnava le dimissioni a Poste Italiane, ritirandosi con 40 anni e 13 giorni di contributi, pregustava il piacere d’immergersi nella lettura degli oltre venti romanzi di Ken Follet e John Grisham acquistati in vista del «meritato riposo». Invece, pur non avendo mai avuto tempo ne passione per il sindacalismo attivo, si ritrova in piazza tra le file della protesta che il Manifesto ha ribattezzato «Controesodo».
«E’ la prima volta che vado a una manifestazione, non riesco a credere che tutto questo stia capitando a me, sono sopraffatto dall’ansia che adesso il ministro Fornero dice di capire» racconta dal pullman che lo riporta a Torino dopo il corteo romano organizzato da Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Parla forte. Alle suespallesiodonolevociconcitate di decine di uomini e donne come lui, ne lavoratori ne pensionati, sorta di danni collaterali della riforma appena licenziata sfuggiti alla logica dei numeri e intrappolati tra la buonuscita firmata secondo le vecchie regole e il nuovo corso.
Classe 1954, ex responsabile di un centro di recapito alla periferia del capoluogo piemontese, due figli di cuiilminoreancoraacasaconigenitori perché «retribuito troppo poco per vivere da solo», Gennaro Casafina ha cominciato a timbrare il cartellino a 17 anni nell’Italia che cresceva e vagheggiava la rivoluzione nel nome dei diritti. Non rimpiange «l’amore» per il lavoro, quello in un’azienda privata prima e poi, dopo il concorso, alle Poste Italiane. Rifarebbe tutto, giura, fuorché quell’accordo chiuso il 18 ottobre 2011, a poche settimane dal rimpasto di governo: «Berlusconi ripeteva che i conti del Paese erano a posto e io ci credevo. Dopo tanti anni in ufficio dalle 6,30 del mattino alle sette di sera ero stanco, volevo leggere, passeggiare, andare in piscina, regalarmi una domenica allo stadio a veder giocare la Juventus. Ho accettato tredici mesi di scivolo a circa 2mila euro al mese contando su una pensione equivalente, invece a partire dal maggio del 2013 dovrà mantenermi mia moglie che ne guadagna appena 1100 e che con questi chiari di luna sarà costretta a restare in fabbrica almeno fino al 2022».
Inutile sperare nei 65mila teoricamente salvati: l’«esodato» della nostra storia è escluso dal Milleproroghe perché pur avendo oltre 40 anni di servizio se n’è andato il 31 marzo scorso, ossia dopo il 31 dicembre 2011. Salvo colpi di scena ministeriali dunque, non gli restano che due possibilità: rientrare nel mercato come lavoratore precoce e pagarsi da solo i 50 mila euro di contributi necessari ad arrivare a 42 anni e 6 mesi oppure aspettare 8 anni senza stipendio prima di raggiungere il traguardo dei 66 anni d’anzianità.
Gennaro Casafina sospira, si sente sommerso: «Ho iniziato a risparmiare sul caffè al bar, taglierò le vacanze, se decidessi di “comprarmi” i contributi mancanti dovrei chiedere un prestito di 50 mila euro o vendere la casa. Potessi tornare indietro sceglierei mille volte di restare al lavoro, due anni e mezzo volano. Mi chiedo come faremo a far quadrare il bilancio familiare quando un solo stipendio dovrà bastare a pagare i 450 euro al mese di bollette e tasse, i 1300 euro l’anno per l’automobile, il cibo e le spese extra come la ristrutturazione del palazzo che ci costerà 200 euro al mese fino alla fine del 2012». Sarà che non se l’aspettava, ma ilconfuso Casafina conta poco su una retromarcia del ministro Elsa Fornero. Spera piuttosto negli ex datori di lavoro, la scialuppa di un «onorato passato» per affrontare la tempesta del futuro: «Ci conosciamodatantotempoeinfondol’accordo l’abbiamo firmato insieme. Si faranno vivi in qualche modo, non mi abbandoneranno». Lo dice, ma si capisce che non ci crede davvero: Poste Italiane non lo riassumerà e lui non avrebbe mai immaginato di sognarlo.
FRANCESCA PACI

3 commenti:

  1. Ecco un caso di equita' e giustizia che chi ci governa non ha assolutamente previsto quel maledetto giorno di dicembre 2011.Anch'io esodato mi inchino a cotanta ingiustizia.Se loro potessero leggere questi atroci casi forse nel loro arido cuore presterebbero uan briciola di considerazione per tutti noi incolpevoli di questo misfatto. raffaele c. e la sua povera famiglia

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  2. Caro Gennaro in molte cose, ci assomigliamo ma di una cosa sono certa:Poste non solo non ci riassumera' ma se solo potra' (cioe' non costretta) si defilera' anche dal supportare economicamente, almeno una parte di questi anni di mancanza di un qualsiasi reddito.Paola

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  3. Una delle tante storie quella di Gennaro ma che fa sentire ancora di più presi in giro visto che lui è anche un lavoratore precoce. Lo sa la Sig,ra Fornero cosa vuol dire iniziare a lavorare a 15 anni, quando ancora DOVRESTI giocare e studiare ed essere spensierato.Ma lei non può sapere queste cose. Mi dispiace Gennaro che la Ministra sia piemontese come te, probabilmente nulla ha preso dal Piemonte.
    Vedrai Gennaro che arriveranno tempi migliori, da noi in Toscana si dice "basta aspettare sulla riva del fiume, prima o poi i cadaveri passano di li". Questo Governo se ne andrà e con loro tutte le leggi che hanno fatto.
    Pensiamo positivo, NOI LA NOSTRA PENSIONE L'AVREMO,

    Antonella

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