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| IL GIORNO Monza Brianza |
La testimonianza di un brianzolo: "Il rischio è che debba rimanere un anno e mezzo senza alcun reddito, ma si potrebbe addirittura arrivare a 5-6 anni. È una situazione a cui occorre porre rimedio"
di Fabio Lombardi
Monza, 3 aprile 2012 - Andare in prepensionamento. Lasciare il lavoro in anticipo «anche se il mio mestiere mi piaceva ancora e mi sentivo di continuare a farlo». Lasciare il posto anche perché «così al posto mio assumevano un giovane». E poi scoprire che la linea del traguardo (la pensione) è stata spostata più avanti e quei metri (mesi se non anni) di differenza li dovrai correre (vivere) senza percepire un euro (nè pensione, nè stipendio e nemmeno un trattamento di disoccupazione). È il caso di Giocondo Orfano esodato (così sono stati ribattezzati) brianzolo.
«Ho 52 anni e abito a Cesano. Lavoravo alla Bracco. Nel 2009 sono andato in mobilità. Un’uscita anticipata che mi avrebbe portato alla pensione nell’ottobre 2012. L’ho fatto anche perché uscendo avrei fatto posto ai giovani lavoratori ex Snia che la Bracco ha ricollocato dopo la chiusura del sito», spiega. Ma così non è stato. Prima l’intervento del ministro Sacconi «con le nuove norme da ottobre 2012 il mio pensionamento è slittato a maggio 2013», poi la riforma Fornero che ha spostato in avanti l’età della pensione e gli anni di retribuzione necessari. «Ora non so nemmeno quando potrò andare in pensione. Bisogna attendere i decreti attuativi che faranno chiarezza. Il rischio è che debba rimanere un anno e mezzo senza alcun reddito, ma si potrebbe addirittura arrivare a 5-6 anni. È una situazione a cui occorre porre rimedio. Ho due figli che lavorano, ma ancora uno da mantenere all’università».
Il problema è che nemmeno si sa («abbiamo fatto richiesta di informazione all’Inps, ma neppure loro ce lo sanno dire», spiega Rita Pavan della segreteria della Cisl Brianza) quanti sono gli esodati in Brianza. Fortunatamente non tutti sono nelle stesse condizioni del signor Orfano «anche se anch’io non riesco a dormire sonni tranquilli», spiega Eugenio Perri che dovrebbe rientrare fra gli «esodati fortunati», cioè quelli che, anche se sono cambiate le regole, dovrebbero riuscire ad andare in pensione come previsto al momento del prepensionamento. «Con il 2011 ho raggiunto i 40 anni di anzianità in azienda, per cui dovrei essere al riparo da sorprese. Nel novembre 2010 sono andato in mobilità alla Patheon (azienda famaceutica di Monza). Dovrei andare in pensione alla scadenza della mobilità il primo dicembre 2012, nonostante la riforma Fornero. Anche per me, una delle motivazioni che mi ha convinto ad andare in prepensionamento è stata la possibilità di far largo ai giovani che sarebbero stati assunti al mio posto».
Ma non ci sono solo gli esodati. Ci sono anche i «giovani» come Vespuccio Riccardi, 39 anni, 6 figli e una moglie a carico, Ecuadoriano con nonni piemontesi. L’azienda per cui lavorava, la Svm di Desio, è fallita nel febbraio del 2011. «Colpa di alcune commesse non pagate. Colpa dello Stato che non ci ha aiutato, così 25 persone hanno perso il posto e i titolari della ditta in seguito al fallimento si sono ammalati e sono morti. Ho ancora un anno di mobilità a 850 euro al mese. Per mantenere la famiglia faccio i miracoli. Spero di trovare presto un nuovo lavoro».
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Non sei il solo...ma qui si continua a parlare di "senza stipendio, senza pensione..." ma nessuno parla mai del fatto che tocca pagare anche almeno"due anni di contributi in più" per passare dai 40 ai 42 e passa secondo la nuova riforma...è vi assicuro che non è poco per poter poi accedere alla pensione calcolata su 40 anni; se non è ladrocinio questo!!! Ciao
RispondiEliminaSperiamo che il Ministro, quando dice:cominceremo dai piu' deboli, si riferisca a queste situazioni, che sono certa non sono le sole. Paola
RispondiEliminaquesto e' un governo ladro, lavorare 40 anni e' piu' che sufficente. Questi ci devono andare loro a lavorare a 58-65 anni sui ponteggi, all'aperto al freddo neve o di notte. Questo governo merita solo, per essere bravo andare a casa e subito. se ci deve essere una rivoluzione ci sia e finiamola una volta per tutte. Le guerre si fanno per qualcosa , qui e' piu di qualcosa e' la sopravvivenza, ha capito monti e fornero e tutto il parlamento? Mi fate ribrezzo.Dopo la guerra c'e' la rinascita e cosi il lavoro, vero monti?
RispondiEliminaMa qui si stanno creando drammi non indifferenti. I suicidi che ci sono stati sono esattamente OMICIDI FATTI DALLO STATO
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