Entra nel vivo la questione di chi è rimasto a metà del guado: senza lavoro,
senza soldi nè pensione
| WALTER PASSERINI |
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Poche ore all'entrata in scena la questione
degli esodati. Spiazzati, senza salario e senza pensione, per l'arrivo della
riforma previdenziale. Nella fretta di dare un segnale rapido a 30 giorni dal
suo insediamento, il governo ha lasciato in mezzo al guado migliaia di persone,
in particolare quelle che avevano sottoscritto accordi di fuoriuscita entro il
31 dicembre 2011, usufruendo delle vecchie regole. Non è solo una questione di
numeri, ma è un patto di fiducia nelle regole e nei rapporti cittadini-Stato che
rischia di incrinarsi. Quanto ai numeri, le stime fioccano. Mentre il governo
cerca di restringere a una platea di 65mila la possibilità di un intervento,
altre stime indicano che, considerando un arco temporale superiore ai 24 mesi,
l'esercito degli esodati diventerà prossimo alle 350mila persone. Si tratta di
persone in mobilità, in contratti di solidarietà, in prosecuzione volontaria,
genitori di figli disabili, pubblici dipendenti e così via. In queste ore, in
vista dell'incontro con i sindacati previsto il 9 maggio, si scontreranno due
visioni, quella degli esodati, che per il governo sono 65 mila, e quella degli
esodandi, che per in sindacati sono 350mila. Riuscirà un gerundio a salvarli? |
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Noi siamo sempre dell'idea che per fare le cose giuste ed eque, ci si debba salvare tutti. Paola
RispondiEliminaA ME VA VIA ANCHE LA VOGLIA DI PARLARE, BASTA PAROLE E' ORA DI PASSARE AI FATTI. SUBITO, PERCHE' SONO PIU' DI CINQUE MESI CHE SIAMO SOSPESI. E' DISUMANO TRATTARCI COSI'. ESODATA POSTE 53
RispondiEliminaIl rapporto di fiducia con lo Stato si sta incrinando e riguarda una platea di persone che nel rapporto di fiducia con lo Stato hanno fondato tanta parte della loro vita. E' veramente brutto sentirsi presi in giro e, in fondo, buttati via dopo anni trascorsi non a divertirsi ma a lavorare per costruire il futuro per sè, per i propri figli,per la propria vecchiaia,per essere utili alla società e per non comportarsi come parassiti. Chi di noi ha trascorso gli anni della propria giovinezza a frequentare le aule universitarie, e a studiare per conseguire la laurea, mai forse avrebbe pensato che la protervia accademico/professorale avrebbe potuto partorire l'abominio degli esodati, calpestando con incredibile leggerezza un patto che i lavoratori che hanno lasciato anticipatamente il servizio (quasi sempre non per loro volontà) avevano sottoscritto o accettato anche anni e mesi prima che comparisse il "fatale monstrum".
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