I sindacati: 'Di annunci si muore'
Cgil, Cisl e Uil chiedono azione più incisiva contro la crisi. Camusso: cambi agenda il governo o di nuovo in piazza. Angeletti: spostare le risorse sul lavoro, stop agli annunci. Bonanni: senza concertazione prevalgono poteri forti. Su esodati trovare una soluzione. Monti: La riforma del lavoro ce la chiede la comunità internazionale. Sugli esodati ricognizione per prendere i provvedimenti conseguenti. Alfano: su 80 mld per la crescita 1 reale e 79 virtuali.
Manifestazione sindacati 16 giugno
Roma, 16-06-2012
Sindacati uniti in piazza per chiedere un'inversione di rotta, una "nuova agenda" politica ed economica su lavoro, crescita, welfare (esodati in testa) e fisco (a partire dalla riduzione delle tasse su lavoratori dipendenti e pensionati). Rivendicazioni su piu' fronti per uscire davvero - dicono Cgil, Cisl e Uil - dalla crisi. Perche' - sostengono - anche le riforme in campo, quella del lavoro compresa, non danno le risposte necessarie. Il governo respinge le accuse ed il premier Mario Monti spinge proprio sul ddl lavoro: "Devo arrivare al Consiglio europeo con la legge sul mercato del lavoro altrimenti l'Italia perde punti.
Mi scuso per questo appello unificato alle Camere", dice parlando a 'Repubblica delle idee': "Credo - aggiunge - che presto verra' rivalutata anche da coloro che, pur avendola confezionata partecipando alle consultazioni, ora la criticano". Gli replica la Cgil: "Aumentera' conflitto sociale e incertezza persone". I sindacati, pero', si dicono convinti che l'uscita dalla crisi sia possibile attraverso un'unica via: basta annunci (e "bugie"), il governo deve agire. "Di annunci si puo' anche morire", avverte il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco in piazza del Popolo a Roma, dopo il corteo che attraversa il centro della capitale. "Siamo 200 mila", dicono gli stessi organizzatori.
E, in coro, i leader di Cgil, Cisl e Uil avvisano il governo Monti: "Risposte" e "nuova agenda subito" o "torneremo presto in piazza". A scandire l'ultimatum sono tutti e tre, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. Le loro parole sono del tutto assonanti, perche' - assicurano - "non ci rassegniamo". "La verita' e' che chi ci governa non sta facendo tutto quello che e' necessario e utile per far si' che questo Paese esca dalla crisi", e' l'affondo di Angeletti al "governo dei tecnici, dei professori" che, invece, "deve fare": "A forza di annunci sulla crescita, su piani faraonici, siamo precipitati nella recessione". Di annunci ne abbiamo "sentiti troppi in questi mesi", attacca Camusso: il punto e' che "non servono cose roboanti, servono cose concrete".
Bonanni accusa il governo anche di aver messo da parte la concertazione: "Senza confronto, senza concertazione le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti e le loro forme di giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali" Ma, assicura, "faremo resistenza a questo modo di procedere. Continueremo la nostra battaglia". Il leader della Cisl chiede, quindi, dialogo ed equita'. E al termine parla di manifestazione "grandiosa", di fronte alla quale "il governo mediti e cambi spartito". Manifesto della mobilitazione (che mercoledi' 20 proseguira' con quella unitaria dei sindacati dei pensionati) e' l'articolo uno della Costituzione: "L'Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il problema, invece, e' che oggi "si sta distruggendo il lavoro", dice Angeletti.
Di qui la richiesta, unanime, di un "cambiamento dell'agenda politica: senza non ci sono prospettive per il Paese", avverte ancora Camusso. Bisogna ripartire sull'occupazione (le riforme, a partire da pensioni e lavoro, "non hanno cambiato la condizione delle persone, anzi in molti casi l'hanno peggiorata") e sulla crescita. E il fisco "non e' un modo di fare cassa". Mentre sugli esodati bisogna smetterla con le "bugie", le "chiacchiere", dicono ancora i tre leader, suggerendo al governo ed in particolare al ministro del Welfare, Elsa Fornero, di approntare una norma che consenta a tutta la platea interessata (oltre i 65 mila salvaguardati) di andare in pensione con le vecchie regole.
"Ci vuole subito, non fra qualche mese, un'altra politica economica", ora "iniqua" e con troppo "rigore", continua Camusso. Che si rivolge anche al ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, perche' dia risposte alle crisi aziendali. Insomma, oggi "e' solo l'inizio. Nelle prossime settimane proclameremo altre iniziative di mobilitazione", assicura Angeletti, cosi' come Bonanni e Camusso, chiudendo i rispettivi interventi dal palco della manifestazione. Manifestazione aperta con l'inno di Mameli e chiusa con l'Internazionale.
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Mi scuso per questo appello unificato alle Camere", dice parlando a 'Repubblica delle idee': "Credo - aggiunge - che presto verra' rivalutata anche da coloro che, pur avendola confezionata partecipando alle consultazioni, ora la criticano". Gli replica la Cgil: "Aumentera' conflitto sociale e incertezza persone". I sindacati, pero', si dicono convinti che l'uscita dalla crisi sia possibile attraverso un'unica via: basta annunci (e "bugie"), il governo deve agire. "Di annunci si puo' anche morire", avverte il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco in piazza del Popolo a Roma, dopo il corteo che attraversa il centro della capitale. "Siamo 200 mila", dicono gli stessi organizzatori.
E, in coro, i leader di Cgil, Cisl e Uil avvisano il governo Monti: "Risposte" e "nuova agenda subito" o "torneremo presto in piazza". A scandire l'ultimatum sono tutti e tre, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti. Le loro parole sono del tutto assonanti, perche' - assicurano - "non ci rassegniamo". "La verita' e' che chi ci governa non sta facendo tutto quello che e' necessario e utile per far si' che questo Paese esca dalla crisi", e' l'affondo di Angeletti al "governo dei tecnici, dei professori" che, invece, "deve fare": "A forza di annunci sulla crescita, su piani faraonici, siamo precipitati nella recessione". Di annunci ne abbiamo "sentiti troppi in questi mesi", attacca Camusso: il punto e' che "non servono cose roboanti, servono cose concrete".
Bonanni accusa il governo anche di aver messo da parte la concertazione: "Senza confronto, senza concertazione le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti e le loro forme di giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali" Ma, assicura, "faremo resistenza a questo modo di procedere. Continueremo la nostra battaglia". Il leader della Cisl chiede, quindi, dialogo ed equita'. E al termine parla di manifestazione "grandiosa", di fronte alla quale "il governo mediti e cambi spartito". Manifesto della mobilitazione (che mercoledi' 20 proseguira' con quella unitaria dei sindacati dei pensionati) e' l'articolo uno della Costituzione: "L'Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro". Il problema, invece, e' che oggi "si sta distruggendo il lavoro", dice Angeletti.
Di qui la richiesta, unanime, di un "cambiamento dell'agenda politica: senza non ci sono prospettive per il Paese", avverte ancora Camusso. Bisogna ripartire sull'occupazione (le riforme, a partire da pensioni e lavoro, "non hanno cambiato la condizione delle persone, anzi in molti casi l'hanno peggiorata") e sulla crescita. E il fisco "non e' un modo di fare cassa". Mentre sugli esodati bisogna smetterla con le "bugie", le "chiacchiere", dicono ancora i tre leader, suggerendo al governo ed in particolare al ministro del Welfare, Elsa Fornero, di approntare una norma che consenta a tutta la platea interessata (oltre i 65 mila salvaguardati) di andare in pensione con le vecchie regole.
"Ci vuole subito, non fra qualche mese, un'altra politica economica", ora "iniqua" e con troppo "rigore", continua Camusso. Che si rivolge anche al ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, perche' dia risposte alle crisi aziendali. Insomma, oggi "e' solo l'inizio. Nelle prossime settimane proclameremo altre iniziative di mobilitazione", assicura Angeletti, cosi' come Bonanni e Camusso, chiudendo i rispettivi interventi dal palco della manifestazione. Manifestazione aperta con l'inno di Mameli e chiusa con l'Internazionale.
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Monti la riforma del lavoro, che ti chiede la comunità internazionale non è quella di calpestare i diritti maturati dagli esodati,ma creare sviluppo e lavoro a favore dei giovani.Martedi la fornero dovra rendere conto delle cazzate che ha fatto.Noi tutti a roma ad aspettare la giusta soluzione per tutti,se nò tensione sociale alle stelle.
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