Sindacati in piazza: serve una nuova agenda politica
ROMA Sindacati uniti in piazza per chiedere un'inversione di rotta, una «nuova agenda» politica ed economica su lavoro, crescita, welfare (esodati in testa) e fisco (a partire dalla riduzione delle tasse a dipendenti e pensionati). Rivendicazioni su più fronti per uscire davvero - dicono Cgil, Cisl e Uil - dalla crisi. Perché - sostengono - anche le riforme in campo non danno le risposte necessarie.
I sindacati, però, si dicono convinti che l'uscita dalla crisi sia possibile attraverso un'unica via: basta annunci (e «bugie»), il governo deve agire. «Di annunci si può anche morire», avverte il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando dal palco in piazza del Popolo a Roma, dopo il corteo che attraversa il centro della capitale. «Siamo 200 mila», dicono gli organizzatori. E, in coro, avvisano il governo: «Risposte» e «nuova agenda subito» o «torneremo presto in piazza». A scandire l'ultimatum sono tutti e tre i leader sindacali, Camusso, Bonanni e Angeletti. Le loro parole sono del tutto assonanti, perché - assicurano - «non ci rassegniamo».~
«La verità è che chi ci governa non sta facendo tutto quello che è necessario e utile per far sì che questo Paese esca dalla crisi», è l'affondo di Angeletti al «governo dei tecnici, dei professori» che, invece, «deve fare»: «A forza di annunci sulla crescita, su piani faraonici, siamo precipitati nella recessione». Di annunci ne abbiamo «sentiti troppi in questi mesi», attacca Camusso: il punto è che «non servono cose roboanti, servono cose concrete». Bonanni accusa il governo anche di aver messo da parte la concertazione: «Senza confronto, senza concertazione le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti e le loro forme di giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali». Ma, assicura, «faremo resistenza a questo modo di procedere. Continueremo la nostra battaglia». Il leader della Cisl chiede, quindi, dialogo ed equità. E al termine parla di manifestazione «grandiosa», di fronte alla quale «il governo mediti e cambi spartito».
Manifesto della mobilitazione (che mercoledì 20 proseguirà con quella unitaria dei pensionati) è l'articolo uno della Costituzione: «L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro».~
Il problema, invece, è che oggi «si sta distruggendo il lavoro», dice Angeletti. Di qui la richiesta, unanime, di un «cambiamento dell'agenda politica: senza non ci sono prospettive per il Paese», avverte ancora Camusso. Bisogna ripartire sull'occupazione e sulla crescita. E il fisco «non è un modo di fare cassa». Mentre sugli esodati bisogna smetterla con le «bugie», le «chiacchiere», dicono ancora i tre leader, suggerendo al ministro Fornero, di approntare una norma che consenta a tutta la platea interessata di andare in pensione con le vecchie regole.
«Ci vuole subito, non fra qualche mese, un'altra politica economica», ora «iniqua» e con troppo «rigore», continua Camusso. Che si rivolge anche al ministro Passera, perché dia risposte alle crisi aziendali.
Un caloroso grazie per la manifestazione svolta a roma il 16/06/2012 da diversi giorni non sto tanto bene e pertanto non ho potuto partecipare al blog, vi ho seguito in televisione e mi sono emozionato tantissimo con il pensiero ero con tutti voi, spero tanto che questa manifestazione sia di buon auspicio per tutti noi. Vi abbraccio tutti.
RispondiEliminaVittorio52esodatoposte