Esodati, il punto su decreti, Inps e domande: 
quanto manca 
alla pensione
Di Admin (del 18/01/2013 @ 08:30:00, 
in Osservatorio 
Nazionale) 
Ministero e Inps definiscono i casi: le tappe per la 
pensione 
A che punto sono 
i decreti sugli esodati? La legislatura si è chiusa con la certezza della 
salvaguardia per 130mila ex lavoratori in attesa della pensione, anche se, 
ancora, nessuna delle procedure di attuazione è giunta a termine. 
Come noto, i 
provvedimenti in materia di esodati sono stati – principalmente – tre: il primo 
decreto interministeriale dello scorso giugno, il capitolo apposito inserito 
in spending review e, da ultimo, l’ultimo salvagente gettato con l’emendamento 
alla legge di stabilità 2013. 
Purtroppo, la 
casistica sui cosiddetti “non salvaguardati” è talmente ampia, con innumerevoli 
situazioni anche diversissime tra loro, che non ha certo consentito 
di velocizzare l’iter di effettività delle norme,obbligando gli enti a esaminare 
praticamente domanda per domanda. 
A ciò, si aggiunga 
che, se 130mila unità sembrano una folla enorme, in realtà potrebbero non 
coprire neanche la metà degli esodati complessivi, i quali, secondo i sindacati 
e anche la stessa Inps, ammontano a svariate centinaia di migliaia di 
unità.
Questo esercito di 
dimenticati dal welfare è stato generato non solo dalla riforma Fornero sulle 
pensioni, ma anche dalla precedente legge Sacconi, che hanno rivisitato 
i criteri per l’età pensionabile, esponendo numerosi contribuenti all’incertezza 
previdenziale. 
Partiamo dal 
primogenito, il decreto interministeriale varato il 1° giugno 2012. Nonostante 
la “anzianità” del provvedimento, ancora oggi non sono state compiute tutte le 
tappe per una sua piena attuazione e, soprattutto, per assicurare la pensione ai 
65mila esodati cui offriva riparo. 
Dopo un avvio 
accelerato, in cui la previdenza sperava di chiudere le pratiche addirittura 
entro il mese di settembre, si è creato l’impasse dovuto alla situazione 
particolare di un gruppo di non salvaguardati, obbligati alla presentazione di 
una richiesta ad hoc alle Direzioni territoriali del Lavoro. 
Questa fermata 
imprevista, oltretutto, consentiva, a quei lavoratori le cui domande fossero 
state respinte, di avanzare un ricorso nell’arco di un mese, allungando, così, i 
tempi a ridosso del periodo natalizio.  
Lunedì 7 gennaio, al 
Ministero del Welfare, è partito quello che dovrebbe essere lo screening 
finale, che rispedirà i risultati alla banca dati dell’Inps, per arrivare, 
finalmente, alla conclusione degli interventi preparatori. 
Impossibile, 
comunque, fare previsioni esatte sul momento esatto dell’erogazione dei 
trattamenti, tanto è vero che, fino ad aprile, l’accesso alla previdenza sarà 
sostanzialmente bloccato per via dei tre mesi di incremento della speranza di 
vita, entrati in vigore dallo scorso primo gennaio. 
Il secondo documento 
pro-esodati, come detto, era stato inserito tra le tante voci della spending 
review. Di portata quasi equivalente al suo predecessore, la seconda scialuppa 
di salvataggio, era rivolta ad altri 55mila “dimenticati” dal welfare 
italiano. 
Dopo un avvio 
stentato, con il decreto attuativo giunto solo il 5 ottobre, a ridosso della 
scadenza dei 60 giorni, c’è stato un ulteriore rallentamento in Corte dei Conti, 
nei cui cassetti il documento è rimasto sigillato fino alla scorsa 
settimana. 
Uscito dalla 
magistratura contabile, infine, il 9 gennaio 2013, si attende che il decreto 
approvi finalmente in Gazzetta Ufficiale. Destinatari di questo secondo, ma 
tormentato, intervento a favore dei non salvaguardati, in special modo coloro 
che abbiano stipulato accordi privati, in Cassa integrazione, in mobilità o, 
ancora, i contributori volontari che non siano stati riassunti nei mesi 
successivi all’entrata in vigore della riforma Fornero. 
Insomma, ritardi e 
tortuosità burocratiche hanno reso la tutela per gli esodati un’odissea 
amministrativa, con tantissimi tra i diretti interessati, ancora in attesa di 
scoprire il proprio destino. 
 
E’ il caso, ad 
esempio, dei dipendenti delle Regioni: da una parte, le Direzioni territoriali 
del Lavoro stanno respingendo le loro domande, dall’altra, invece, l’Inps aveva 
richiesto agli enti una mappatura per uniformare la condizione dei lavoratori 
delle Regioni agli esodati statali tout court. 
(Leggi)
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