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venerdì 25 dicembre 2020

Salvaguardia esodati - Nove meno meno

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LA MODIFICA ALL’EMENDAMENTO PRO ESODATI

In un post sulla pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi, Gabriella Stojan mostra il testo dell’emendamento, dopo le modifiche imposte dalla Ragioneria generale dello Stato, alla Legge di bilancio in materia di riforma pensioni per quel che riguarda la nona salvaguardia degli esodati, evidenziando come sia stato cassato uno specifico paragrafo della formulazione iniziale dell’emendamento stesso: “Qualora dal monitoraggio non risulti il raggiungimento dei limiti di spesa, anche in via prospettica, determinati ai sensi dei commi 346 e 348 del presente articolo, le eventuali economie sono finalizzate al finanziamento di eventuali ulteriori misure di salvaguardia che si rivelassero ancora necessarie”. Di fatto, quindi, gli eventuali risparmi non spesa non potranno essere utilizzati per finanziare un’eventuale decima salvaguardia degli esodati, che potrebbe essere nell’ordine delle cose considerando che con la manovra vengono salvaguardati 2.400 esodati contro i 6.000 esclusi cui lo stesso Comitato di cui Stojan è amministratrice fa riferimento.

BOERI E PEROTTI CONTRO NONA SALVAGUARDIA ESODATI

In un articolo pubblicato su Repubblica, Tito Boeri e Roberto Perotti criticano alcune misure contenute nella Legge di bilancio su cui il 27 dicembre la Camera voterà la fiducia, compresa una che ha a che fare con la riforma pensioni. Gli autori scrivono infatti che la manovra “contiene emendamenti che erano stati presentati senza fortuna nei cinque anni precedenti e che non hanno nulla a che vedere con l’emergenza Covid. L’esempio più eloquente è quello della nona salvaguardia dalla riforma Fornero del 2011(!). Sulla carta costa poco (35 milioni il primo anno), ma allarga ulteriormente le platee esonerate da una riforma che ha avuto luogo 10 anni fa (includendo chi aveva versato contributi aggiuntivi volontariamente in vista di un possibile pensionamento anticipato). Ancora più grave il fatto che si prefigurano espressamente ‘eventuali ulteriori misure di salvaguardia che si rendessero ancora necessarie’. Un pessimo segnale: se in 10 anni non siamo riusciti a chiudere la riforma Fornero, quanto ci vorrà per uscire da quota 100?”.

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RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CAZZOLA

Si sta discutendo non poco in queste ore della nona salvaguardia degli esodati, prevista tra le misure di riforma pensioni della Legge di bilancio grazie a un emendamento della commissione Bilancio della Camera, che è stato però bocciato dalla Ragioneria generale dello Stato. Giuliano Cazzola, sulle pagine del Foglio, scrive che “la questione degli ‘esodati’, se e quando in Italia si potrà ricostruire un percorso di verità, verrà ricordata come una delle più grandi montature del XXI secolo, in cui i mezzi di comunicazione sono stati in grado, per molti mesi, di emulare la beffa radiofonica notturna di Orson Welles sull’atterraggio dei marziani”. Secondo l’ex deputato, dopo la prima salvaguardia “le successive estesero via via la platea dei beneficiari ampliando i requisiti di eligibilità e/o introducendo nuove categorie di destinatari”. E si è arrivati a erodere, secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio, il 13% dei quasi 88 miliardi di risparmi di spesa ottenuti con la Legge Fornero.

SERVIRÀ UNA DECIMA SALVAGUARDIA PER GLI ESODATI?

Per Cazzola, “tanti ‘esodati’ che non erano riusciti a entrare nelle salvaguardie avrebbero potuto avvalersi prima dell’Ape sociale, poi anche di Quota 100. Ma sono rimasti appesi al ramo dell’esodo perché le regole pre-riforma erano certamente più vantaggiose, sia per quanto riguarda l’età pensionabile di vecchiaia, sia per i requisiti per il trattamento di anzianità, nei cui flussi annui sono confluiti, a ranghi compatti, i soggetti salvaguardati”. Se ci sarà la nona salvaguardia per 2.400 esodati, secondo Cazzola bisognerà prepararsi a vederne in futuro una decima.

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lunedì 21 dicembre 2020

Una bella notizia!

 Manovra: Fassina, 'su esodati corretta ingiustizia'


Roma, 20 dic. (Adnkronos) – ‘Finalmente, un altro passo decisivo per saldare il nostro debito morale e politico con gli esodati, in attesa da 9 anni di poter andare in pensione. Il risultato conseguito è frutto di una lunghissima e qualificata mobilitazione delle donne e degli uomini colpiti dalla Legge di Bilancio del 2011 e, da allora dell’impegno, in particolare, di LeU e del Pd per correggere un’ingiustizia insostenibile e alleviare le difficoltà economiche e sociale di migliaia di famiglie’. Lo afferma il deputato di LeU Stefano Fassina, relatore alla legge di Bilancio.

‘L’emendamento approvato allenta i requisiti al pensionamento per chi aveva visto ingiustamente e brutalmente stravolte le proprie prospettive di vita. Il vincolo al numero di beneficiari incluso nell’emendamento potrà essere ampliato qualora precludesse l’accesso al pensionamento. Una bella giornata per migliaia di persone e per le loro famiglie’.


domenica 20 dicembre 2020

Si approvi l'emendamento per la definitiva salvaguardia

Pensioni, ultimissime oggi 19 dicembre: legge di bilancio ridia giustizia

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni e sulla legge di bilancio giungono da Roberto Ghiselli, segretario nazionale della Cgil e dai comitati esodati che chiedono vengano approvati gli emendamenti per una soluzione definitiva degli esodati. Eccovi le loro parole che evidenziano speranza sul buon esito della vicenda.

Riforma pensioni e legge di bilancio, Ghiselli: approvare emendamenti esodati

Come riporta l’Ansa il Comitati Esodati riporta in una nota che: “La legge di Bilancio è nella fase conclusiva dell’iter parlamentare e ci auguriamo una soluzione definitiva per gli ultimi esodati che, ormai da molti anni, si trovano senza lavoro e senza pensione. Diversi emendamenti presentati in Parlamento vanno in quella direzione e ci auguriamo che le proposte emendative, che con più coerenza interpretano questo bisogno, possano essere approvate. Lo aspettano con fiducia gli Esodati e le loro famiglie ormai rimaste a poche migliaia di persone che, nella difficile situazione del momento che riguarda tutti, vivono la loro particolare situazione di disagio”.

A tal riguardo abbiamo contattato Roberto Ghiselli che con la disponibilità che lo contraddistingue ha ribadito con forza come il sindacato confederale da tempo abbia posto questo tema tra le priorità in materia previdenziale e come ora sia giunto il momento di dare una svolta positiva su tale annosa questione, di seguito la sua dichiarazione.

Riforma pensioni, Ghiselli in esclusiva: La vicenda esodati va chiusa definitivamente e il parlamento può farlo

La vicenda esodati va chiusa definitivamente e il parlamento può farlo in questi giorni con la legge di bilancio. Il sindacato e i comitati degli esodati da tempo insistono in tal senso e abbiamo registrato anche in queste giornate un interesse da parte del Parlamento. Vi sono alcuni emendamenti presentati che vanno in questa direzione.

Poi conclude Roberto Ghiselli: “Un intervento risolutivo comporterebbe un impegno di spesa di poche decine di milioni di euro, intervento del tutto sostenibile nel contesto di questa manovra di bilancio. Quindi auspichiamo possa maturare una soluzione per riportare un po’ di equità nei confronti di queste persone”.

Non resta che sperare che il Parlamento decida di prendere in considerazione gli emendamenti presentati al fine di poter sanare un’ingiustizia che dura da troppi anni ormai ed ha ridotto sul lastrico oltre che sull’orlo di una crisi di nervi tutti coloro che stanno attendendo una risoluzione da troppo tempo. Alla fine si tratta davvero di poche migliaia di persone, si confida dunque, che finalmente la legge di bilancio possa ridare equità a quanti in tutti questi anni sono rimasti per varie ragioni fuori dalle precedenti salvaguardie, e che oggi più che mai, dato il contesto pandemico in atto e le difficoltà economiche di chi si ritrova senza stipendio e senza pensione, avendo dato già fondo ai risparmi di una vita, chiede solo di poter continuare a vivere dignitosamente vedendo ripristinato un diritto troppo a lungo negato.

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L'aiuto solidale degli esodati di Reggio Emilia

Il "Comitato esodati" aiuta la casa di carità di Fontanaluccia

Consegnati alle suore beni di prima necessità, mascherine e gel igienizzante

20/12/2020

Trasferta benefica con successo per il ‘Comitato Esodati Reggio Emilia’ che ha coordinato una donazione a favore della casa di carità di Fontanaluccia. Sono stati consegnati beni di prima necessità, mascherine e gel igienizzante, fondamentali in questo periodo di pandemia. L’iniziativa solidale è stata subito apprezzata dalle suore e dagli ospiti che hanno espresso gratitudine al gruppo reggiano, impegnato assiduamente ad organizzare donazioni simili. "L’ennesima donazione – dice la volontaria Assunta Spadoni – del comitato è stata possibile grazie alla farmacia Fiorentini di Scandiano, al dottor Stefano Landi, al Conad Le Querce e di Arceto, Conad Boiardo di Scandiano, Credem e ortofrutta Ganassi che hanno sostenuto la consegna del materiale in supporto della casa di carità di Fontanaluccia nell’Appennino modenese". A breve ci sarà inoltre una consegna di mobili per arredi alla casa della carità di San Giovanni di Querciola di Viano. "Ringraziamo – conclude Spadoni – il presidente Pietro Braglia per il grande impegno che dimostra nei confronti delle persone più bisognose". mat. b.

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lunedì 7 dicembre 2020

Emendamenti ed indignazione per la definitiva salvaguardia

Riforma pensioni 2021, ultime sugli esclusi: Rizzetto indignato ‘solo balle’

La riforma pensioni 2021 continua a far discutere, mentre si pensa quali misure dovrebbero vedere la luce post quota 100, vi é anche chi ‘punta i piedi’ su provvedimenti che si attendono da troppi anni, e che andrebbero approvati subito, senza più temporeggiare. Vi é in gioco la dignità e la vita delle persone e non é possibile, dice l’onorevole Walter Rizzetto, Fratelli d’Italia, affrontando nel corso dell’ultimo Question Time il 2/12 il nodo esodaticontinuare a raccontare ‘balle’ a queste persone. Si tratta all’incirca di 6.000 individui che sono rimasti senza stipendio e pensione e che null’altro chiedono di vedere sanata la loro paradossale situazione previdenziale. L’unico modo per ricomprenderli tutti, ricorda Gabriella Stojan, amministratrice del Comitato 6.000 esodati esclusi é proprio quello di approvare “la stesura dell’emendamento come presentato attualmente sia da On. Walter Rizzetto – FdI (59.11.) che da On. Deborah Bergamini – FI (61.024)”. Il punto dell’amministratrice Stojan, e le parole dell’onorevole Rizzetto che ha sempre sostenuto la vicenda esodati, e che nell’ultimo question time, deluso dalla risposta ottenuta, risponde picche al Governo, facendo presente che sarebbe ora di dire il vero a queste persone, ossia che non si intende provvedere alle loro richieste, almeno si smetterebbe di illuderle. I dettagli:

Riforma pensioni 2021, Il punto sulla situazione esodati: vi é un’unica soluzione equa

Così Stojan: “Considerazioni sugli emendamenti pro Esodati presentati da 60.012. (Pastorino) – LEU 61.04. (Mura, Serracchiani, Viscomi, Cantone Carla, Lepri, Lacarra) – PD Entrambi gli emendamenti hanno in comune:

  • una pesante riduzione della platea dei beneficiari (4.500 persone per LEU, 3.500 persone per il PD)
  • il riconoscimento del diritto a pensione al raggiungimento della DECORRENZA entro il 2021 invece che la maturazione del REQUISITO PREVIDENZIALE, come da noi sempre sostenuto.
    Ai firmatari di questi emendamenti è stata inviata una dettagliata spiegazione sul dissenso del nostro Comitato rispetto a questi punti, motivandolo con il non rispetto dell’EQUITA’ da noi sempre chiesta per questa SANATORIA, che come concepita in questi due emendamenti lascerebbe ancora gran parte della platea esclusa. Abbiamo ribadito che l’unica stesura EQUA che rispecchia esattamente quanto da noi richiesto è quella attualmente presentata con l’emendamento 59.11 (Rizzetto, Zucconi, Trancassini, Lucaselli, Rampelli – FdI) e 61.024 (Bergamini – FI) sui quali abbiamo chiesto di convergere in quanto in grado di sanare finalmente l’ingiustizia subita dagli ultimi Esodati esclusi. Stesura della quale erano già stati destinatari in fase di richiesta emendamenti anche in quanto era stata presentata in passato dagli stessi partiti (Sen. Nannicini e On. Gribaudo – PD e On. Fassina – LEU) e ora inspiegabilmente modificata”

Poi La Stojan ringrazia per gli intenti Walter Rizzetto che nell’interrogazione posta in data 2/12 chiede al Governo quali siano le reali intenzioni del medesimo nei confronti degli ultimi 6.000 esodati: Ringraziamo l’On. Walter Rizzetto che al Question Time di oggi 2/12 pomeriggio ha chiesto notizie su quanto il Governo abbia in programma per gli ultimi Esodati esclusi dall’Ottava Salvaguardia.
Il Ministro del Lavoro ha affermato che la nostra questione è in valutazione e che gli emendamenti presentati a nostro favore verranno vagliati dal Parlamento”
Dalla sua anche Rizzetto riporta, potete vedere sulla sua pagina ufficiale facebook anche il video della sua interrogazione e la risposta ricevuta, le sue percezioni derivanti dalle parole ascoltate che lo hanno deluso, e dunque non usa mezzi termini per definire ‘ennesime balle’ quelle che sta udendo.

Riforma pensioni, Rizzetto al Governo su esodati: ‘Balle! Quelle di luglio erano balle!’

Rizzetto scrive: “Ancora un Natale senza risposta per gli ultimi esodati. Ho presentato oggi una interrogazione sulle decisioni del Governo su questo tema, dopo che lo stesso a luglio scorso mi aveva risposto: “sono allo studio alcuni provvedimenti che possano offrire una tutela a coloro che sono rimasti in questo limbo” quindi oggi ho chiesto quale è la decisione presa dal Governo, sono passati mesi. Balle! Quelle di luglio erano balle!”

Eccovi cosa risponde il deputato di Fratelli d’Italia al Governo a seguito della risposta ricevuta dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro Francesca Puglisi, fornita nel corso di un question time. Con oggi, è ulteriormente chiaro che è una scelta politica del governo quella di non salvaguardare gli ultimi esodati rimasti senza stipendio e senza pensione dopo la Legge Fornero. Forse tutelare poche migliaia di esodati rimasti, per i partiti della maggioranza non è interessante in termini di voti. Ed è assurdo che proprio il governo che ha esautorato il Parlamento da qualsiasi decisione, oggi scarichi su questo la decisione della salvaguardia”. “L’emergenza sanitaria ha reso ancora più urgente una misura di tutela per gli esodati esclusi. C’è solo da prendere atto che il governo Conte non vuole chiudere questa vicenda indegna e lascia consapevolmente queste persone nella disperazione. Il Ministro Catalfo almeno ci risparmi le sue continue promesse di impegno che si susseguono da anni, non si prendono in giro le persone rimaste senza alcun reddito”. (...)

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giovedì 3 dicembre 2020

Salvaguardia definitiva. La chiedono sindacati ed emendamenti di opposizione e maggioranza

 'Esodati, salvaguardare chi è rimasto escluso'

Serracchiani (Pd): "L'emendamento alla Legge di Bilancio che abbiamo presentato va esattamente in questa direzione"

\u0027Esodati, salvaguardare chi è rimasto escluso\u0027

“Il Partito democratico vuole salvaguardare gli esodati rimasti esclusi da tutele e l'emendamento alla Legge di Bilancio che abbiamo presentato va esattamente in questa direzione. Il Governo ha assunto un atteggiamento di ascolto e attenzione che per noi è un segnale di apertura. Sono assolutamente inutili per la causa degli esodati le polemiche dell'opposizione, che potrebbe al contrario unirsi allo sforzo di raggiungere un risultato concreto. Noi comunque facciamo la nostra parte”. Lo afferma la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani, che ha sottoscritto l'emendamento di Romina Mura (Pd) alla Legge di Bilancio inteso a sanare la posizione degli ex lavoratori esclusi dalle precedenti salvaguardie.

“E’ un atto che consideriamo doveroso – aggiunge Serracchiani - a maggior ragione in questo periodo in cui la durezza delle condizioni generali si somma alle difficoltà di persone senza reddito che non hanno ancora avuto accesso a tutele di base. Le loro istanze, i loro oggettivi bisogni rappresentati anche al tavolo con il Governo dai sindacati non possono rimanere senza risposta”.
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La posizione dell'On. Rizzetto FdI (Leggi qui)


lunedì 17 agosto 2020

Gli esodati scrivono alla Ministro Catalfo

 Riforma pensioni 2020, ultime: gli esclusi scrivono a Nunzia Catalfo 

Il tavolo di confronto tra Governo e sindacato e ripreso ed é iniziato, come ci hanno detto Roberto Ghiselli, segretario confederale della CGIL, E Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, con ‘il piede giusto’. Ora si spera che si riesca a proseguire nei prossimi tavoli di Governo, già fissati per l’8 settembre ed il 16 settembre nel modo migliore, al fine di poter risolvere i nodi più urgenti e pianificare quella che dovrà essere la prossima Riforma delle pensioni. Ormai é certo che quota 100 verrà portata a naturale scadenza, come più volte ha annunciato anche il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, che ha assicurato altresì che porra attenzione agli ultimi esodati rimasti, al fine di riuscire a quantificarne il numero preciso. Al riguardo abbiamo ricevuto una lettera, con preghiera di diffusione, che Claudio Ardizio, coordinatore degli Esodati, ha scritto alla stessa Catalfo al fine di esplicitare alcune precisazioni. Eccovi le sue parole.

Riforma pensioni 2020, la lettera a Nunzia Catalfo da parte degli esodati

L’email che vi riproponiamo é stata, ci spiega Ardizio, inoltrata all’attenzione del Ministro del Lavoro Sen. Nunzia Catalfo , ai sottosegretari e dirigenti MdL , al presidente dell’INPS Pasquale Tridico per conoscenza al Ministero MEF , a dirigenti INPS , ai 3 Sindacati, a parlamentari

Siamo grati al Ministro Sen. Nunzia Catalfo che ha annunciato una verifica tecnica all’Inps sul numero di esodati esclusi e nel caso ci sia ancora una platea di esodati non tutelata, provvederà a dare soluzioni. Una platea di esodati ancora NON tutelati , cioè esclusi da ottava salvaguardia, esiste di certo. Basta guardare alla risposta del sottosegretario On. Cassano con dati dell’INPS, a interrogazione di Rizzetto del 2017, in cui si dichiarava esistevano 3.406 esclusi : tra cui 1.774 mobilitati = lettera a), 1.359 donne escluse nate dopo il 31/7/1956 e 273 esclusi per adeguamento aspettativa di vita. Mancavano nella risposta del sottosegretario Cassano i numeri degli esclusi delle tipologie da lettera b) c) d) e) f) .

Riforma pensioni, agli esodati non sono bastano quota 100, OD, e neppure Ape sociale

TUTTI i 3.406 ( o i circa 6.000 , se si contano anche le tipologie da lettera b) a f) e coloro che non hanno fatto domanda in ottava ) non possono aver trovato soluzioni con quota 100 , OD e neppure con APE sociale ( servono 38, 35, 30 anni di contributi per le 3 misure) .

Le 1.359 donne escluse nate dopo il 31/7/1956 , puntavano alla pensione di vecchiaia ove non era richiesto il requisito contributivo. La pensione di vecchiaia si raggiungeva in 8^ salvaguardia a 61 anni e 5 mesi ( con adeguamenti AdV e di Genere). Quindi bisogna salvare le escluse con la riapertura della ottava al 31.12.2021 con blocco AdV e blocco di incremento di genere. Ma anche in tal caso ci sarebbero poche centinaia di donne escluse che non si salverebbero al 2021 .
A queste donne servirebbe una salvaguardia illimitata o APE sociale STRUTTURALE RIDUCENDO da 30 a 20 anni i contributi richiesti ( da nostre analisi oltre 80 % delle donne escluse non raggiunge i 30 anni di contributi . ) e eliminando in APE 2 vincoli ( 3 mesi di disoccupazione e 18 mesi di lavoro a TD Tempo Determinato) .

Pensioni 2020, cosa serve agli esclusi per poter risolvere il loro dramma?

In sintesi servono i 2 testi predisposti da Sen. Nannicini per emendamenti a LdB 2020 , con poche ulteriori modifiche migliorative su APE sociale e per mobilitati in 8^ .

Tutte queste indicazioni sono state fornite dai comitati esodati nell’incontro con MdL del 9 ottobre 2019 e nell’incontro INPS del 4 novembre 2019

In attesa della verifica tecnica all’Inps sul numero di esodati esclusi e delle soluzioni che Catalfo proporrà ai 3 sindacati l’8 settembre vi auguriamo Buon Lavoro. Cordiali saluti .Claudio Ardizio Coordinatore Comitati Esodati”.

venerdì 15 maggio 2020

Damiano: legittima larichiesta di salvaguardia dei 6.000 esodati

Pensioni, ultime su esodati, quota 41 e decreto rilancio: intervista a Damiano

  • Abbiamo il piacere di ospitare sul nostro sito Cesare Damiano, già ministro del Lavoro e dirigente del partito democratico, che si é gentilmente confrontato con noi, in questa intervista in esclusiva, su temi che stanno particolarmente a cuore ai cittadini in attesa da giorni del decreto rilancio, finalmente approvato, e della ripartenza degli incontri tra Governo e sindacati al fine di riaprire il capitolo previdenziale.
    L’onorevole Damiano non ha mancato di sottolineare come nell’attuale decreto rilancio vi sia insito il fine di tutelare i più deboli, i maggiormente colpiti da questa pandemia: lavoratori, imprese e famiglie. Per questa ragione, se lo scopo è non ‘lasciare indietro nessuno’, ritiene doveroso rilanciare la richiesta del Comitato Esodati in quanto il Governo non può e non deve dimenticare gli ultimi 6.000 cittadini rimasti fuori da ogni tutala e dalle precedenti otto salvaguardie. Inoltre sarebbe bene, alla riapertura del capitolo previdenziale, ampliare la platea dei lavori maggiormente gravosi o pericolosi, includendo, ora ad esempio, quelli più esposti al virus; ha altresì ribadito con forza come sia fondamentale permettere al lavoratore di poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, già a partire dai 62 anni d’età a fronte, per taluni, di una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo o con 41 anni di contributi.  Eccovi l’interessante intervista che ne é emersa
    Decreto rilancio e pensioni, gli esodati non possono restare esclusi
    Gentilissimo onorevole Damiano, é stato finalmente approvato il ‘Decreto Rilancio’che prevede uno stanziamento considerevole per far fronte agli effetti determinati dalla pandemia su famiglie, imprese e lavoratori. Si parla di circa 55 miliardi, a tal proposito, ieri la rappresentante del Comitato 6.000 esodati esclusi ha lanciato un appello a Misiani ed all’intero Governo segnalando come ci si stia nuovamente dimenticando di una categoria esausta non solo a causa del Covid 19 ma da 8 anni di attesa di giustizia previdenziale, stiamo parlando degli esodati. La Stojan ha esplicitamente chiesto tutela per queste 6.000 persone e la riapertura dell’ottava salvaguardia. Come reputa tale richiesta?
    Il Governo ha approvato il “Decreto Rilancio” che prevede uno stanziamento di 55 miliardi a favore di imprese, lavoratori e famiglie, al fine di far fronte agli effetti della pandemia. Noi abbiamo sempre insistito su alcuni criteri: la velocità delle erogazioni, dai bonus alla Cassa Integrazione; l’inclusione di tutti, soprattutto dei soggetti più deboli; la durata degli interventi, almeno per tutto il 2020; la destinazione di risorse a fondo perduto per la riapertura delle aziende, in particolare di quelle piccole e micro. In questa logica, troviamo del tutto legittima e fondata la richiesta del Coordinamento dei lavoratori esodati di risolvere conclusivamente la loro situazione.
    Si tratta di circa 6.000 persone che non hanno nè stipendio nè pensione perché non sono rientrate nelle 8 salvaguardie previdenziali. Si tratta delle ultime vittime della legge Monti-Fornero: ricordo che con le salvaguardie circa 150mila lavoratori sono stati mandati in pensione, con uno stanziamento complessivo di 11 miliardi di euro. Adesso si tratterebbe di compiere l’ultimo passo. Se il Governo trascura questa situazione commette un errore e non tutela tutti i più deboli.
    Riforma pensioni, il Covid 19 quanto ha inciso e cosa cambierà?
    A suo avviso per quanto concerne la questione previdenziale, al momento in standby, cos’ha messo in luce questa pandemia e quanto di quello che involontariamente questo virus ci ‘ha insegnato’ potrebbe trovare posto nella stesura della prossima riforma delle pensioni?
    La pandemia da Coronavirus ha fatto balzare in evidenza la questione della prevenzione e dell’impatto dell’emergenza sanitaria sulla salute dei lavoratori. In questa ottica la questione di una riforma della previdenza, momentaneamente accantonata e della quale sarebbe necessario occuparsi nuovamente, va concepita in una logica nuova e non più separata dalla definizione di uno standard di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, resa ancora più evidente dall’attuale pandemia.
    Non si tratta, quindi, di produrre un aggiustamento, al costo più basso possibile, delle storture dell’attuale modello previdenziale, ma di proporre la riscrittura del profilo delle tutele sociali del nostro Paese in grado di prevenire anche le situazioni di emergenza come l’attuale, mettendo al riparo soprattutto i soggetti che si sono rivelati più fragili. Passare da un sistema rigido (Monti-Fornero) a uno flessibile che privilegi l’uscita anticipata dal lavoro, soprattuto di chi svolge non solo i lavori usuranti e gravosi, ma anche di chi è maggiormente esposti al contagio, è anche il modo con il quale diminuire l’esposizione al rischio di chi supera una certa soglia di età ed è più fragile di altri, come ci rileva l’attuale pandemia.
    Pensioni 2020: ok quota 41 e uscita dai 62 con penalizzazione ma non per tutti
    Quindi quali dovrebbero essere, a suo avviso, gli argomenti fondamentali di discussione da cui ripartire nel prossimo tavolo di confronto col Governo? I sindacati hanno proposto come punti cardine negli incontri pre covid 19: la flessibilità in uscita dai 62 anni, la quota 41 per i lavoratori precoci indipendentemente dall’età e un occhio di riguardo ai giovani, che rischiano di non poter avere pensioni dignitose a causa dei lavori precari e intermittenti che svolgono. Si trova concorde con tali richieste?
    Gli argomenti fondamentali di discussione, quando si parla di pensioni, ruotano attorno a un criterio di flessibilità che consenta l’uscita anticipata dal lavoro. Inoltre, questo argomento non può essere disgiunto da quello dei giovani, ai quali assicurare un risultato previdenziale dignitoso nonostante l’attuale discontinuità che caratterizza il mercato del lavoro delle giovani generazioni. Sul primo punto, come ha evidenziato lei, i sindacati hanno avanzato molte richieste; tra queste, la fissazione di 41 anni di contributi come misura sufficiente ad andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica. Si tratta dei cosiddetti lavoratori precoci, cioè di coloro che hanno cominciato a lavorare tra i 15 e i 20 anni. In secondo luogo un’uscita flessibile a partire dai 62 di età.
    A questo proposito la nostra opinione è molto semplice: nel caso delle normali attività l’anticipo pensionistico può essere collegato a una penalizzazione (ad esempio il 2% per ogni anno anticipato). Nel caso di lavori usuranti o gravosi o esposti a rischi di contagio non ci dovrebbe essere penalizzazione. Questa misura, a differenza di quello che è avvenuto con Quota 100, dovrebbe diventare strutturale. Per noi si impone un tema: rivedere e ampliare l’elenco delle attività gravose e usuranti.
    Riforma pensioni: fondamentale ampliare elenco attività gravose e usuranti
    Cosa dovrebbe tenere conto l’elenco delle attività gravose e usuranti che lei ha in mente, quali dovrebbero rientrarvi ‘di diritto’?
    Penso non solo all’inclusione di categorie precedentemente escluse (come il caso dell’edilizia), ma anche a nuovi inserimenti di attività lavorative che, nella pandemia, sono apparse come particolarmente esposte.
    A questo proposito è opportuno segnalare il fatto che l’U.S. Department of Labor, Employment and Training Administration, ha individuato le categorie di lavoratori maggiormente a rischio: dagli igienisti dentali ai cassieri, per fare un esempio. È dunque evidente che nella riscrittura delle mansioni meritevoli di un anticipo pensionistico, occorrerà intrecciare le attività usuranti e gravose con quelle esposte a rischio contagio.
    La prevenzione si può dunque esercitare attraverso buone pratiche, ad esempio quelle definite dalle parti sociali per la ripresa produttiva-Fase 2, e con l’accesso anticipato alla pensione attraverso un collegamento tra l’esposizione al rischio e l’età del lavoratore.

    Ringraziamo l’onorevole Cesare Damiano per il tempo dedicatoci e per la lunga intervista che ci ha concesso, ricordiamo a chiunque volesse riprendere parte dell’intervista che, trattandosi di esclusiva, é tenuto a citare la fonte.
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