«Noi, esodati dell’Enel abbandonati al... buio»
30 Settembre 2012
di SANDRA GUGLIELMI Buttati giù dai barconi affollati di un
sistema produttivo al collasso perché considerati naufraghi anziani più prossimi
a raggiungere quella zattera previdenziale che il governo tecnico ha fatto
sparire di botto dal loro orizzonte, lasciandoli annaspanti e senza salvagente
nel mare aperto. Sono migliaia, ma le cifre si rincorrono senza conferme e stime
ufficiali certe, in tutta Italia; centinaia in Basilicata. Gli esodati, ossia
quei lavoratori che hanno accettato la cessazione prematura del rapporto di
lavoro, o che sono stati licenziati da aziende in crisi (ma non sempre), e che
dopo un periodo coperto da ammortizzatori sociali, avrebbero avuto accesso alla
pensione d’anzianità, si sono visti, per effetto della riforma Fornero,
allontanare ex abrupto i requisiti minimi per accedere alla pensione, rischiando
di restare per anni, terminato il periodo coperto, senza alcun
sussidio.
In Basilicata c’è chi parla di un numero che oscilla tra le
400 e le 600 persone. Tra le varie aziende che hanno messo in campo accordi, che
non possono più essere onorati, per accompagnare lavoratori alla pensione, ci
sono le aziende elettriche Enel e Assoelettrica (3.000 - 4.000 unità in campo
nazionale) che hanno risolto in questi anni, in modo consensuale, centinaia di
rapporti di lavoro. Ora un gruppo di quegli esodati, che restano fuori dalla
salvaguardia retroattiva messa in piedi dal governo resosi conto del caos
sollevato dalla riforma (col Decreto Interministeriale del 1° Giugno 2012 si è
stabilito che i lavoratori interessati da accordi di mobilità stipulati entro il
31 dicembre 2011, possono accedere alla pensione con le vecchie regole pre
Fornero e dunque basteranno 40 anni di contributi) scrive una lettera aperta
agli amministratori dell’Enel e di Assoelettrica.
«Le varie pressioni
sindacali, politiche e di comitati vari – afferma Angelo Pace, referente di un
gruppo di lavoratori esodati lucani dell’Enel - hanno fatto prendere coscienza
degli errori effettuati e delle gravi conseguenze su centinaia di migliaia di
famiglie, perciò il governo ed il parlamento hanno parzialmente rettificato i
provvedimenti legislativi. Ma le modifiche fatte o quelle proposte come la
proposta di legge 5103, salvano gran parte degli “esodati” ma non tutti.
Resterebbero fuori dalla salvaguardia delle vecchie norme lavoratrici/ori Enel
che hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro entro la data del
decreto 201/2011 ma che maturano il diritto alla pensione anche dopo il 2014, e
che per effetto delle varie finestre e modifiche percepiranno la pensione a fine
2015 o 2016/17. Considerato la volontà governativa e parlamentare di non
lasciare nessuno senza reddito e senza pensione, e che ciò non si verificherebbe
per i casi citati, e per di più in considerazione dei piccoli numeri Enel a
livello nazionale, chiediamo il vostro intervento, ritenendo utile ogni
iniziativa di sollecito di un provvedimento legislativo o governativo in nostra
difesa».
(Leggi)
La PDL 5103 oltre ha lasciare fuori i dipendenti Enel che raggiungeranno i requisiti pensionistici con la vecchia legge nel 2014 con finestra pensione nel 2015,ecc.ecc. ne resta fuori anche in poste Italiane 1400 ed altri 1200 di altre aziende telecom, ibm ecc ecc. con gli stessi requisiti dei dipendenti enel esodati nel 2009,2010,2011 pertanto la tanto decandata 5103 non e risolutiva per tutti gli esodati. Emanuele 53 esodato postale non salvaguardato ne dai due decreti fornero ne dalla 5103, con 36 anni di contributi versati però nato nel 1953. Taranto.
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