Alla data del 10 Ottobre risultano accolte poco più di 13mila domande su un totale di oltre 35mila pervenute.
Procedono le operazioni di certificazione per l'accesso all'ottava salvaguardia. Il report diffuso in settimana dall'Inps, contenente i dati aggiornati al 10 ottobre (il quinto aggiornamento), certifica ben 35.182 istanze pervenute a fronte delle quali solo 13.837 sono state accolte di cui 11.842 già inviate agli interessati. Cala il numero delle domande giacenti pari a solo 1.199 unità. Nel profilo dedicato ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria dell'assicurazione IVS ante 2012 che non hanno versato un contributo volontario si registra l'attivazione dei cd. vasi comunicanti per consentire l'accoglimento di un numero di domande superiori a quello previsto dalla legge per questo profilo di tutela (1.270 contro 1.200 posti disponibili).
Complessivamente la lettura del rapporto conferma il sottoutilizzo dei posti a disposizione (30.700) una sponda alle richieste dei sindacati e dei Comitati degli Esodati che chiedono una ulteriore estensione delle tutele sino almeno al 2021/2022.
L'ottava salvaguardia tutela, infatti, coloro che con le vecchie regole pensionistiche, vigenti prima della Riforma Fornero, avrebbero maturato la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2018 o il 6 gennaio 2019 (a seconda dei diversi profili di tutela) oppure il diritto a pensione entro tre anni dalla scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria o dello speciale trattamento edile. Restano ancora fuori dal perimetro, secondo i sindacati, poche migliaia di lavoratori, spesso donne del settore privato, già disoccupati o che avevano già siglato accordi per l'uscita dal posto di lavoro prima del 31 dicembre 2011 e che, dunque, contavano di pensionarsi con le regole ante fornero entro pochi anni. Questi soggetti non possono fare istanza per l'Ape sociale o la quota 41 per i lavoratori precoci perchè strumenti con maggiori vincoli sia oggettivi che soggettivi rispetto alla salvaguardia pensionistica.
Maria, ad esempio, è una lavoratrice del settore privato che ha siglato un accordo con incentivo all'esodo per risolvere il rapporto di lavoro prima del 2012 e che, in assenza della Legge Fornero, avrebbe maturato il diritto a pensione nel maggio del 2019 (con decorrenza nel 2020). E' disoccupata dal 2012 ma non può accedere all'ottava salvaguardia perchè la decorrenza della prestazione pensionistica è successiva al 6 gennaio 2019 nè può chiedere l'Ape sociale in quanto la sua disoccupazione non è frutto di un licenziamento da parte del datore di lavoro. L'Ape social, infatti, non contempla chi si è dimesso, chi ha risolto il rapporto di lavoro in modo consensuale, i contratti a tempo determinato, nè tutela coloro che hanno un maturato contributivo inferiore a 30 anni. A Maria non resterebbe altra strada che l'Ape volontario (cioè un prestito con penalità sulla pensione) sempre che venga prorogato oltre il 2018. Per evitare tali conseguenze, i Comitati chiedono di allungare la data di scadenza della salvaguardia di almeno altri due o tre anni. Una decisione che tuttavia non è stata presa con la legge di bilancio appena approvata da Palazzo Chigi.
(Leggi)
Complessivamente la lettura del rapporto conferma il sottoutilizzo dei posti a disposizione (30.700) una sponda alle richieste dei sindacati e dei Comitati degli Esodati che chiedono una ulteriore estensione delle tutele sino almeno al 2021/2022.
L'ottava salvaguardia tutela, infatti, coloro che con le vecchie regole pensionistiche, vigenti prima della Riforma Fornero, avrebbero maturato la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2018 o il 6 gennaio 2019 (a seconda dei diversi profili di tutela) oppure il diritto a pensione entro tre anni dalla scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria o dello speciale trattamento edile. Restano ancora fuori dal perimetro, secondo i sindacati, poche migliaia di lavoratori, spesso donne del settore privato, già disoccupati o che avevano già siglato accordi per l'uscita dal posto di lavoro prima del 31 dicembre 2011 e che, dunque, contavano di pensionarsi con le regole ante fornero entro pochi anni. Questi soggetti non possono fare istanza per l'Ape sociale o la quota 41 per i lavoratori precoci perchè strumenti con maggiori vincoli sia oggettivi che soggettivi rispetto alla salvaguardia pensionistica.
Maria, ad esempio, è una lavoratrice del settore privato che ha siglato un accordo con incentivo all'esodo per risolvere il rapporto di lavoro prima del 2012 e che, in assenza della Legge Fornero, avrebbe maturato il diritto a pensione nel maggio del 2019 (con decorrenza nel 2020). E' disoccupata dal 2012 ma non può accedere all'ottava salvaguardia perchè la decorrenza della prestazione pensionistica è successiva al 6 gennaio 2019 nè può chiedere l'Ape sociale in quanto la sua disoccupazione non è frutto di un licenziamento da parte del datore di lavoro. L'Ape social, infatti, non contempla chi si è dimesso, chi ha risolto il rapporto di lavoro in modo consensuale, i contratti a tempo determinato, nè tutela coloro che hanno un maturato contributivo inferiore a 30 anni. A Maria non resterebbe altra strada che l'Ape volontario (cioè un prestito con penalità sulla pensione) sempre che venga prorogato oltre il 2018. Per evitare tali conseguenze, i Comitati chiedono di allungare la data di scadenza della salvaguardia di almeno altri due o tre anni. Una decisione che tuttavia non è stata presa con la legge di bilancio appena approvata da Palazzo Chigi.
(Leggi)
credo che il discorso esodati si chiuda qui chi ha avuto ha avuto ,sembra che non sia la priorità di chi governa .. legiferare affinché tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti è un optional, la costituzione serve solo quando fa comodo e si sacrificano i cittadini per un interesse politico .. quello che vorrei che qualcuno ci mettesse la faccia dicendo pure avendo stanziato le risorse per gestire il problema esodati e non avendole utilizzate per i paletti lacciuli che la politica ha deciso di creare,abbiamo deciso che le risorse rimaste le usiamo per altri scopi .. in tutta questa vicenda è evidente che ci sono stati cittadini di serie A e quelli di serie B a me è stato detto che è stato fatto il possibile per gli esodati ma ci si dimentica che un esodato non ha deciso di fare il furbo per andare in pensione prima, ma si è trovato immerso in una spirale di leggi che lo hanno ingabbiato senza via d'uscita , ora la soluzione prospettata sono cavoli tuoi.. a nessuno interessa la tua storia sei uno dei tanti che pretende . io non pretendo nulla voglio solo che gi stessi diritti che sono stati dati ai miei colleghi di lavoro vengano riconosciuti anche a me .. fin dal 2010 per l'azienda in cui lavoravo ero un esubero dagli accordi sindacali e col governo veniva indicato che gli esuberi avrebbero fatto cassa integrazione per 24 mesi dopo 14 mesi di cassa integrazione vengo chiamato in azienda e dopo un po di trattative ho firmato incentivo all'esodo con non opposizione alla mobilità a novembre 2011 perché l'azienda non mi voleva più .. di fronte al fatto che dopo una vita di lavoro ti senti buttato .. il mio orgoglio avendo una prospettiva di 6 anni di mobilità con i lavori a tempo determinato e 8 mesi di contributi volontari non ha saputo resistere e ho firmato per il licenziamento, rinunciando a un contratto a tempo indeterminato, a dicembre 2011 l'azienda firma coi sindacati un accordo per i criteri del licenziamento ovvero la firma alla non opposizione, viene aperta la mobilità il 21 dicembre 2011, al 12 gennaio 2012 viene firmato l'accordo di chiusura che è solo il riepilogo dei precedenti accordi .. ora l'inps non riconosce quell'accordo perché firmato nel 2012 ma per mè valeva l'accordo del dicembre 2011 per l'azienda a fine 2011 aveva già tutti i nominativi da licenziare , perché hanno deciso di formare a gennaio non lo so ho chiesto ai sindacati, azienda ,camera del lavoro, nessuno ha risposto ed ora sono riconosciuto esodato per l'accordo sull'incentivo all'esodo ma non rientro tra i requisiti maturandoli dopo il 6 gennaio 2019 mentre li maturerei come esodato in mobilità terminando la mobilità a maggio 2018 e maturo i requisiti a marzo 2019 poi qualcuno mi deve spiegare perché alcune categorie devono maturare i requisiti esclusa finestra altre compresa finestra .. morale la mia pensione slitta a 2022 sempre se lavoro e pago i contributi volontari altrimenti forse al 2026
RispondiElimina