Settima salvaguardia in arrivo: ma il tesoretto del Def non sarà usato per le pensioni degli esodati

Nel dibattito sulla riforma delle pensioni in atto trova spazio anche la questione delle pensioni esodati. In Commissione Lavoro della Camera è stata approvata questa settimana la relazione dell’onorevole Cinzia Fontana al Documento di Economia e Finanza (Def) che evidenzia la necessità di attivare la
settima salvaguardia a favore di tutti quei lavoratori che, a causa dell’ innalzamento dell’età pensionabile, sono rimasti senza reddito. La questione è intrinsecamente collegata a quella del
reddito minimo garantito over 55 anni, anch’essa al centro del dibattito per la riforma delle pensioni. Il problema per l’attuazione delle riforma resta sempre quello della copertura economica. E’ stato confermato da questo punto di vista che il tesoretto risparmiato dal Def, pari a circa 1.6 miliardi di euro, sarà congelato ed usato non prima di autunno 2015 quando sarà destinato a scopi connessi ai conti pubblici e per impedire il realizzarsi delle "clausole di salvaguardia" e quindi aumenti dell’IVA.
Settima salvaguardia: pensionamento a scaglioni degli esodati dal 2017
Cesare Damiano e Marialuisa Ghecchi del PD hanno richiesto all’INPS i dati sul numero dei lavoratori che avrebbero ad oggi i requisiti per l’accesso alle
sei salvaguardie già completate per le
pensioni esodati proprio è allo studio una proposta di
settima salvaguardia, che permetterebbe ad una platea di circa 21mila lavoratori esodati di andare in pensione a partire da gennaio 2017, poi ad altri 11.400 da gennaio 2018 e infine ad altri 13.800 da gennaio 2019. La
settima salvaguardia per gli esodati di Damiano e Gnecchi includerebbe anche i lavoratori del settore edile e quelli in mobilità che erano occupati in aziende che hanno dichiarato fallimento.
(
Leggi)
Nessun commento:
Posta un commento