REGGIO EMILIA. Il ritratto di una ferita enorme, una ferita che ha segnato centinaia di migliaia di persone. Mercoledì 8 novembre il cinema Rosebud ospiterà la prima assoluta de “L’esodo”, il film di Ciro Formisano con protagonista Daniela Poggi dedicato alla vita di un’esodata, una delle tantissime persone rimaste senza lavoro e ancora lontane dalla pensione, quella pensione a cui credevano di aver diritto in tempi brevi.
Una situazione che ha coinvolto oltre 350mila italiani, lavoratori sopra ai 50 anni finiti in un limbo oscuro: il diritto alla pensione è lontanissimo, la possibilità di trovare un lavoro quasi nulla. Formisano ha realizzato un libro su questa pagina dolorosa dell’Italia contemporanea, coinvolgendo un nome noto come la Poggi. Mercoledì a Reggio ci sarà la primissima proiezione in assoluta, in una serata ad ingresso gratuito organizzata con il comitato Pro Esodati di Reggio Emilia a cui prenderanno parte anche la Poggi e Formisano, per un dialogo conclusivo con gli spettatori.
La storia è quella di Francesca, una 60enne romana esodata che si trova senza un soldo e con una nipote adolescente da crescere. Finisce a fare l’elemosina per strada, trovandosi poi costretta ad affrontare il giudizio dei parenti, che non accettano questa “umiliazione”.
«Questa vicenda ha colpito tantissime persone – racconta Formisano – per fortuna molte salvaguardate ma tante altre no. Io sono partito da un romanzo, poi diventato un film: durante la scrittura pensavo che quando il film sarebbe stato finalmente pronto la situazione degli esodati sarebbe stata una memoria di una delle conseguenze più immediate delle scelte del governo Monti. Invece, è ancora una situazione molto attuale. E gli autori vogliono ancora avere ragione, rivendicano la loro scelta convinti di aver avuto ragione, e questa è una situazione ancora aperta, è incredibile».
Il lavoro è partito da un approccio sul campo: «Ho intervistato tante persone – spiega – una delle quali compare anche nel film. Non ho certo dovuto inasprire nulla, ci siamo semplicemente adeguati ad alcune regole sceniche della narrazione, e ci sarebbe stato da raccontare anche peggio di così». Un film duro che si appoggia su un’attrice come Daniela Poggi: «Diverse attrici mi hanno detto di no, e dopo se ne sono pentite, mi hanno fatto sapere. Daniela invece ha accettato al volo. Le ho portato la sceneggiatura una sera, il giorno dopo aveva già letto tutto e ha accettato, con gli occhi lucidi. E si è affidata completamente a me». (adr.ar.)
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Una situazione che ha coinvolto oltre 350mila italiani, lavoratori sopra ai 50 anni finiti in un limbo oscuro: il diritto alla pensione è lontanissimo, la possibilità di trovare un lavoro quasi nulla. Formisano ha realizzato un libro su questa pagina dolorosa dell’Italia contemporanea, coinvolgendo un nome noto come la Poggi. Mercoledì a Reggio ci sarà la primissima proiezione in assoluta, in una serata ad ingresso gratuito organizzata con il comitato Pro Esodati di Reggio Emilia a cui prenderanno parte anche la Poggi e Formisano, per un dialogo conclusivo con gli spettatori.
La storia è quella di Francesca, una 60enne romana esodata che si trova senza un soldo e con una nipote adolescente da crescere. Finisce a fare l’elemosina per strada, trovandosi poi costretta ad affrontare il giudizio dei parenti, che non accettano questa “umiliazione”.
«Questa vicenda ha colpito tantissime persone – racconta Formisano – per fortuna molte salvaguardate ma tante altre no. Io sono partito da un romanzo, poi diventato un film: durante la scrittura pensavo che quando il film sarebbe stato finalmente pronto la situazione degli esodati sarebbe stata una memoria di una delle conseguenze più immediate delle scelte del governo Monti. Invece, è ancora una situazione molto attuale. E gli autori vogliono ancora avere ragione, rivendicano la loro scelta convinti di aver avuto ragione, e questa è una situazione ancora aperta, è incredibile».
Il lavoro è partito da un approccio sul campo: «Ho intervistato tante persone – spiega – una delle quali compare anche nel film. Non ho certo dovuto inasprire nulla, ci siamo semplicemente adeguati ad alcune regole sceniche della narrazione, e ci sarebbe stato da raccontare anche peggio di così». Un film duro che si appoggia su un’attrice come Daniela Poggi: «Diverse attrici mi hanno detto di no, e dopo se ne sono pentite, mi hanno fatto sapere. Daniela invece ha accettato al volo. Le ho portato la sceneggiatura una sera, il giorno dopo aveva già letto tutto e ha accettato, con gli occhi lucidi. E si è affidata completamente a me». (adr.ar.)
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