
ELEONORA BECHIS MoVimento 5 Stelle. Signor Presidente, gli interroganti
intendono farsi portavoce di una situazione sociale al limite della
sostenibilità. Data l’incongruenza di cifre intercorse tra INPS ed ex Ministro Fornero,
si richiede al nuovo Ministro del lavoro, in nome della sua esperienza in materia
di stime statistiche, di fornirci, in merito alla riforma delle pensioni
inserita all’interno della legge n. 92 del 2012, quanti sono in totale i
soggetti penalizzati, in quanto non più titolari di rapporto di lavoro e non
ancora titolari di pensione che secondo la previgente normativa ne sarebbero
stati titolari, al netto dei 130.130 esodati già salvaguardati; e come intende
il Governo intervenire al fine di salvaguardare anche la restante parte.
PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche
sociali, Enrico Giovannini, ha facoltà di rispondere.
ENRICO GIOVANNINI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, anche in questo
caso, gli onorevoli interroganti pongono l’accento sulla questione dei
lavoratori già salvaguardati o ancora da salvaguardare. Il presente quesito, in
particolare, richiama l’attenzione sull’esatta individuazione della platea di lavoratori
interessati dalle disposizioni di salvaguardia susseguitesi negli ultimi 18 mesi
circa, a fronte di dati diversi e talvolta discordanti che sono emersi all’indomani
dell’entrata in vigore della riforma pensionistica del dicembre 2011. Si tratta
di diversità e discordanze che hanno comprensibilmente destato viva preoccupazione
nell’opinione pubblica. In effetti, la richiamata diversità dei dati rappresenta,
a sua volta, il risultato di due elementi: il primo, della stessa difficoltà concettuale
di individuare i soggetti da salvaguardare. Al riguardo, rinvio a quanto
esposto in relazione al precedente quesito. Il secondo punto è l’oggettiva complessità
del fenomeno, il quale inserisce una pluralità eterogenea di posizioni che è
difficile ricondurre a effettiva unità, perché qui si ricomprendono lavoratori
in mobilità, lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, lavoratori in
regime di esonero del servizio, e così via. Un ulteriore elemento di difficoltà
nella quantificazione deriva dal fatto che non è agevole accedere ad alcuni dei
dati rilevanti ai fini dell’esatta quantificazione. Si pensi al caso degli
accordi stipulati a livello territoriale o degli accordi individuali tra
lavoratore e impresa, che, in quanto tali, non devono essere comunicati alle
amministrazioni pubbliche. Ad ogni modo, anche per confermare la rapidità di
intervento del Governo su questi aspetti, vorrei rassicurare gli onorevoli interroganti
circa il fatto che è in fase avanzata l’attuazione e il monitoraggio dei primi
due decreti. Anzi, entro oggi, ho dato disposizione all’INPS di pubblicare sul
sito Internet, in un’ottica di massima trasparenza istituzionale, i dati
relativi all’attuazione dei primi decreti, da cui sarà possibile evidenziare
immediatamente le discrepanze tra le previsioni all’epoca formulate e le
realizzazioni sulla base delle effettive erogazioni e delle effettive
salvaguardie. Inoltre, segnalo che il terzo decreto di salvaguardia – quello
previsto dalla legge di stabilità per il 2013 e che ha interessato 10.130
lavoratori – non ha neppure al momento completato l’iter di approvazione, essendo attualmente al
vaglio della Corte dei conti. Per quanto riguarda, poi, la parte finale del
quesito – quella, cioè, relativa all’individuazione di lavoratori ulteriori
rispetto ai 130 mila già inseriti nei decreti, che potranno godere di ulteriori
misure di salvaguardia –, segnalo che, anche in questo caso, ho dato
indicazione all’INPS di effettuare una compiuta istruttoria in relazione alla
quale, entro la prossima settimana, mi riservo di fornire ulteriori elementi.
Anche in questo caso, proprio al fine di evitare in via preventiva equivoci e possibili errori di quantificazione, ho richiesto la precisa individuazione delle diverse platee interessate, focalizzando l’attenzione sui soggetti i quali avessero perso il posto di lavoro e che si trovassero privi di occupazione alla data di entrata in vigore della riforma pensionistica e che, in assenza della riforma, avrebbero maturato il diritto alla pensione entro un ridotto arco temporale.
PRESIDENTE. La deputata Rostellato ha facoltà di replicare. Anche in questo caso, proprio al fine di evitare in via preventiva equivoci e possibili errori di quantificazione, ho richiesto la precisa individuazione delle diverse platee interessate, focalizzando l’attenzione sui soggetti i quali avessero perso il posto di lavoro e che si trovassero privi di occupazione alla data di entrata in vigore della riforma pensionistica e che, in assenza della riforma, avrebbero maturato il diritto alla pensione entro un ridotto arco temporale.
GESSICA ROSTELLATO MoVimento 5 Stelle. Signor Presidente, signor Ministro
Giovannini, ovviamente, non siamo pienamente soddisfatti della risposta, però
speriamo che a breve ci possa dare dati più corretti, più adeguati alle nostre
richieste. In ogni caso, auspichiamo che la politica – sia il Parlamento che il
Governo – torni a dare centralità alla persona e alla comunità sociale, con
interventi programmatici lungimiranti. Evitiamo invece di agire costantemente in
emergenza – come è stato fatto – per inseguire il reperimento di risorse
finanziarie ed economiche. Puntiamo ad una reale giustizia sociale che sia
pienamente rispettosa dei principi costituzionali così come espressi dagli
articoli 3 e 4 della nostra Costituzione. Ricordiamo che tutto ciò, finora, è
stato disatteso dalle riforme passate del lavoro e della previdenza, che stanno
mettendo a rischio la coesione sociale, creando categorie ad hoc di diversamente discriminati e
penalizzati. Con ciò, ci riferiamo alle centinaia di migliaia di cittadini che,
pur subendo gli effetti della riforma Fornero, vengono totalmente ignorati e
sono privi di qualunque tutela. Stiamo parlando dei cosiddetti « esuberati »,
che aspettano dallo Stato una risposta.
L'ON.DAMIANO E TUTTO IL PD, NON ERANO PRESENTI IN PARLAMENTO QUANDO A PARLARE SONO STATI SOLO I RAPPRESENTANTI DEL M5S?????? OPPURE PENSANO AI LORO PROBLEMI INTERNI MENTRE NOI ANCORA CI LECCHIAMO LE FERITE????? PER NOI ESODATI POSTALI NON DEVONO ESISTERE GRADUATORIE PER LA SALVAGUARDIA PERCHE' ERAVAMO STATI GIA' CALENDARIZZATI ALL'ATTO DELLA SOTTOSCRIZIONE......INFATTI L'INCENTIVO PERCEPITO E' STATO CALCOLATO A SECONDA GLI ANNI MANCANTI AL RAGGIUNGIMENTO DEL 61/esimo ANNO DI ETA' (non e' stato un vitalizio).......(esodata postale)
RispondiEliminaCARO MINISTRO,DOPO TANTE PENE PER L'INCERTEZZA IN CUI SIAMO STRAPIOMBATI A CAUSA DELLA RIFORMA FORNERO, CHE DI FATTO, NONOSTANTE LA LOTTERIA DEI TRE DECRETI CHE SALVAGUARDERANNO IN TOTO 130.000 PENSIONANDI,CI SONO ANCORA MIGLIAIA DI ESODATI CHE CONTINUANO A PENARE PERCHE' PER LORO PUR AVENDO MATURATO IL DIRITTO SONO STATI ESCLUSI PERCHE' LA SALVAGUARDIA ERA SUBORDINATA ALLE RISORSE FINANZIARIE NON SUFFICIENTI PER TUTTI E QUINDI SI E' PENSATO ALLA SPREMITURA DEGLI AVENTI DIRITTO VIOLANDO LE LEGGI COSTITUZIONALI VERSO I CITTADINI.IL DISCORSO DEL PRESIDENTE COERENTE E PREZIOSO CONVERGE CON LA SUA COMPETENZA NELLA DIREZIONE CHE CI FA' BEN SPERARE NELLA RISOLUZIONE DEFINITIVA DELLA QUESTIONE ESODATI PER IL RIPRISTINO DELL'UGUAGLIANZA DELLA LEGGE,MA ANCHE PER DARE A TUTTI GLI ESODATI OLTRE ALLA CERTEZZA PER IL FUTURO,LA SERENITA' PERDUTA. CARI SALUTI ESODATO POSTALE NON SALVAGUARDATO DEL 53
RispondiEliminabisogna ricordare al ministro che mentre era in atto la discussione in parlamento la corte dei conti ha bocciato il decreto sui 10130 salvaguardati per mancata copertura finanziaria. questo significa che questi esodati sono stati illusi ancora una volta dalla politica. esodato postale palermo
RispondiEliminaCambiano i governi ma si continua ''a menar il can per l'aia''.E' veramente pazzesco come continuano a venir fuori notizie destinate solo a FARCI DEL MALE !!!Anche i Grillini dimostrano che 18.000 euro son sempre 18.000 (mi consenta...) alla faccia dei poveri illusi......raffaele c rattristato e la sua famiglia incredula
RispondiEliminaTUTTI GLI ESODATI POSTALI, CHE AVEVANO FATTO PATTI DI SCIVOLO ALLA PENSIONE CON POSTE ITALIANE, CHE AVEVA COME RIFERIMENTO L'ENTE PREVIDENZIALE IPOST PERALTRO ATTIVO PRIMA DI ESSERE ACCORPATO DALL'INPS, DEBBONO ANDARE IN PENSIONE CON LE LEGGI PREVIGENTI LA RIFORMA FORNERO.IL DIRITTO DEVE ESSERE UGUALE PER TUTTI GLI ESODATI POSTALI NESSUNO ESCLUSO.
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