Come intervenire nel mercato del lavoro?
- introdurre una “indennità di disoccupazione generalizzata” (coerente e non conflittuale con l’ipotesi del reddito minimo) a beneficio di coloro che sono privi di lavoro, che possa dare loro il tempo necessario a trovare un nuovo lavoro senza angoscia;
- mettere a punto interventi mirati ad ampliare e rafforzare l’accesso al mondo del lavoro, sia per giovani che per i meno giovani, contrastando ogni forma di discriminazione e di ricorso alla pratica del lavoro nero;
- sanare le discriminazioni messe in atto dalle innumerevoli riforme relative sia ai criteri di accesso che a quelli di calcolo della rendita previdenziale.
Come trovare i fondi a sostegno del welfare?
- accorpamento degli attuali Enti Previdenziali a vantaggio di un unico ente previdenziale pubblico in cui far confluire tutti quelli esistenti e in cui garantire una parificazione dei trattamenti sotto l’aspetto contributivo dei criteri di calcolo e di accesso alla pensione;
- intervenire sui bilanci degli Enti Previdenziali, attuando una separazione dei costi imputabili all’assistenza da quelli ad indirizzo previdenziale. I costi previdenziali devono restare a carico dell’ente di competenza, mentre quelli relativi all’assistenza dovrebbero essere trasferiti a carico della fiscalità generale;
- abolire ogni forma di sostegno alle riorganizzazioni aziendali (cassa integrazione, mobilità, prepensionamenti), ad esclusione di casi eccezionali: dovrà essere garantita una copertura dei costi, senza nessuna incidenza sui costi degli Enti previdenziali, in quei casi in cui l’intervento pubblico si ritiene indispensabile; le imprese che beneficiano del sostegno pubblico devono impegnarsi a non delocalizzare oltre i confini nazionali le proprie attività per un periodo minimo di 5 anni, pena il rimborso pari e 3 volte il contributo ricevuto oltre agli interessi di legge;
- istituire un fondo “crisi aziendale” obbligatorio, gestito da enti bilaterali mediante regole da definire. Il fondo, esteso a tutte le categorie imprenditoriali, dovrebbe garantire a tutti i lavoratori, che hanno perso il posto per esigenze aziendali, il reddito maturato in azienda per la durata massima di 5 anni, in mancanza di un nuovo lavoro. Il fondo verrebbe finanziato dalle aziende con un contributi pari al 3% del monte salari e dai lavoratori con una trattenuta pari all’1% del salario;
- al fine di sostenere il SSN ed eliminare i ticket sanitari introdotti in alcune Regioni, l’aliquota destinata al sostegno del servizio suddetto, calcolata sul salario lordo dei lavoratori, dovrebbe essere incrementata di un punto percentuale.
Ci sono troppe cose da fare.... Annunciano riforme a favore dei cittadini, ma rimandano tutto alle calende greche....ci sono troppe lobby di interessi da difendere........per far la riforma sulle pensioni , in una settimana la FORNERO e' andata giu' con l'accetta creando un dramma epocale, quella degli " ESODATI " , ma soprattutto quelli POSTALI che hanno firmato un licenziamento consensuale con l'Azienda, di fronte a Confindustria, prima della riforma FORNERO.
RispondiEliminasono pienamente d'accordo con anonimo 13:15 per fare la riforma delle pensioni che colpisce i poveri disgraziati come noi hanno impiegato un giorno , per fare le altre cose non bastano vent'anni , tutti i politici sono una massa di ladri e farabutti i quali fanno politica per interessi personali e delle lobby e del popolo se ne fregano altamente .....
RispondiEliminaGOVERNO STUDIA PIANO PER OCCUPAZIONE GIOVANILE......
RispondiEliminaGOVERNO STUDIA PIANO PER ESODATI....
GOVERNO STUDIA PIANO RIPRESA ECONOMICA.........
GOVERNO STUDIA PIANO LAVORO........
MA QUANTO STUDIA PER NOI QUESTO GOVERNO ! ! ! ! ...... PERO'........ VIENE SEMPRE BOCCIATO ! ! !
Noi POSTALI non vogliamo essere definiti " ESODATI" perche' abbiamo lavorato una vita e versato in contributi per la pensione fino alla risoluzione del rapporto di lavoro al 31.12.2011 ......: vicini al pensionamento, abbiamo sottoscritto un accordo di uscita dal mondo del lavoro riconosciuto e garantito dallo Stato, in cambio di un incentivo calcolato per un periodo limitato ( 1 o 2 anni) fino al raggiungimento del 61/esimo anno di eta' (incentivo non congruo considerando il congruo stipendio mensile di un politico con successiva buonuscita e pensione d'oro) . Con la legge FORNERO quell'accordo non e' stato piu' riconosciuto e quindi sono state cambiate quelle regole " DOPO " che quell'accordo e' stato firmato.
RispondiEliminaQuindi, carissimi " ESUBERATI " la vostra situazione e' molto critica e me ne dispiace, la colpa sicuramente e' della crisi, della disoccupazione, dei licenziamenti, ma certamente non degli incentivi all'esodo, come si scrive all'inizio di questo articolo ! ! ! ... scatenando cosi' solo una guerra tra poveri e spegnere i riflettori sui veri protagonisti responsabili di queste politiche scellerate......... voi siete Disoccupati " OVER 40 " avete da lavorare altri 23 anni di piu' per arrivare alla nostra attuale eta' e avete occasione di rioccuparvi (ve lo auguro con tutto il cuore) ma noi non possiamo neppure rioccuparci secondo la legge FORNERO pena l'esclusione dalle salvaguardie e ne' ci assumerebbe piu' alcuno, data la nostra eta' ! ! ! ! ; non vi abbiamo rubato nulla ....... neanche i soldi della cassa integrazione ..... mentre a noi hanno rubato la pensione ( DIRITTO ACQUISITO) e non sappiamo ancora quando ci sara' restituita ! ! ! ! ! ! ( uno per tutti.. tutti per uno)