
RIFORMA
PENSIONI È opinione comune che la legge di stabilità abbia rappresentato
un’occasione mancata per modificare in maniera sostanziale e migliorativa la
legge Fornero. Per mettere in piedi una sorta di riforma delle pensioni.
Un’altra tranche di esodati è salva, ma la questione non è stata risolta in
maniera definitiva. L’ipotesi iniziale, successivamente archiviata, era quella
di introdurre un meccanismo di flessibilità che consentisse di accedere al
trattamento previdenziale entro un range compreso tra i 62 e i 70 anni di età,
con penalizzazioni o incentivi a seconda che si decidesse di andare prima o
dopo i 66 anni. Di seguito, tutte le principali misure introdotte dalla nuova
manovra.
Esodati - La legge
di stabilità, destinando 950 milioni di euro di risorse tra il 2014 e il 2020,
salvaguarda ulteriori 17mila lavoratori penalizzati dalla riforma Fornero,
concedendo loro di andare in pensione con la precedente normativa.
Pensioni
d’oro - Gli assegni superiori a 90.126,26 euro subiranno un prelievo
straordinario del 6%; tra i 128mila euro e i 193mila il prelievo è del 12%;
oltre, del 18%. Le pensioni e i redditi provenienti da incarichi pubblici, non
potranno superare, cumulati, i 302mila euro annui.
Età
contributiva e anagrafica - Dal 2014, gli uomini, per
accedere al trattamento previdenziale, dovranno aver maturato 42 anni e 6 mesi
di contributi, le donne 41 anni e 6 mesi; saranno necessari, inoltre, 66 anni e
3 mesi di età per i dipendenti, gli autonomi e le lavoratrici del pubblico, 63
anni e 9 mesi per le lavoratrici del privato e di 64 anni 9 mesi per le
autonomie.
Adeguamento inflazione - Per le pensioni fino a tre volte il minimo,
l’indicizzazione all’inflazione è sbloccata al 100%; per quelle fino a quattro
volte, è sbloccata al 95%; per quelle fino a cinque al 75%; per quelle fino a
sei, al 50%. (Leggi)
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