Andrea, esodato che ha perso 26 kg

FINO AL 2018. Invece cheil 30 agosto 2015 andrà in pensione alla fine del 2018
«Ha perso 26 chili...». Sentite come si possono perdere 26chili per un’ingiustizia. Un poco di pazienza e conteremo chilo dopo chilo il calo di questo nostro concittadino di Brescia. Lo potreste incrociare in uno dei corridoi lindi, anonimi e fotocopiabili della Procura della Repubblica, è un signore distinto, alto, 61 anni, laureato e già dirigente dell’Iveco. Che ci fa con il carrellino in mano, 20 ore alla settimana, a portare in giro faldoni e a sorseggiare qualche aria di conversazione, se capita quando capita?
«Non le rispondo come penso - dice - altrimenti rischio il penale. Sono un esodato, dovevo andare in pensione il 30 agosto 2015, ma con le nuove regole dei cosiddetti esodati sono segnato in pensione alla fine del 2018. E siccome non posso essere neppure uno di quelli che chiamano "salvaguardati", per 3 anni secchi, io e la mia famiglia, rimaniamo sospesi ad attendere una legge moralmente dovuta».
I "Salvaguardati" sottostanno a una sorta di ripescaggio.
Per il dott. Andrea Siani di Brescia, il nostro amico del carrello in pista nei corridoi della Procura, non ci sarà neppure il ripescaggio. Una legge nuova o si sta in apnea nel limbo previdenziale più largo e lungo di ogni tempo, da adesso fino al 2018. Lui è arrivato al nostro giornale con Beppe Zani, ricordate il guru degli esodati, e con Mara Polato. Ne abbiamo parlato in questi giorni. Con il dott. Siani chiudiamo per il momento il calvario di questi lavoratori, per una vita compiono il loro dovere, accettano ogni regola e codicillo, qualsiasi modifica legislativa e all’ultimo momento succede che il governo dei tecnici li mette in mezzo ad una strada. Così. Medioevo profondo.
Nessuno lo nega. Nessuno fa la rivoluzione che non deve, per carità, essere fatta. Siamo ancora o no un popolo di seri e pazienti? Dunque, il dott. Andrea Siani, una mattina segnata ai primi posti delle mattine della sua vita, il 14 dicembre 2011, sta lavorando nel suo ufficio all’Iveco, quando viene richiesto dai Capi del Personale. Pensa a degli auguri, a incarichi interessanti, a qualche nuova modulazione operativa, perfino a una cena societaria. É Natale, tutti più distesi, nonostante la crisi dura, e quindi apre la porta e si avvicina con obbedienza pastorale,ogni cosa è presepio, anche il capo si immagina in un angolo della capanna.
«Invece - ricorda il dott. Siani - circolano dei ragionamenti fumosi del tipo, l’azienda va male, lei ha la sua età, ci sono posti liberi in Cina e a Melfi, insomma, le solite avvertenze per i navigatori in alto mare.
Oppure, ecco le condizioni: integrati per 36 mesi di mobilità, una buonauscita con assegno Inps più 4 mesi di stipendio per mancato preavviso. «Il 30 agosto 2015 - spiega - è previsto il primo giorno di pensione, invece esce la nuova legge previdenziale e mi trovo piazzato pensionabile nientemeno che alla fine del 2018. Mia moglie è una psicologa brava, di questi tempi è dura per tutti. Il 20 dicembre, 6 giorni dopo l’indimenticabile colloquio del 14 dicembre 2011, sono fuori per sempre».

Intanto spinge il carrello dei faldoni alla Procura e tace sulla notizia di reato che gli hanno appiccicato alla schiena: esodato, è un’ingiustizia ricevuta e sembra un crimine causato. Roba brutta, abbruttisce i nostri giorni.
Tonino Zana
Nessun commento:
Posta un commento