L’approvazione della legge di
stabilità riduce, ma non annulla il numero dei senza lavoro e senza
pensione.

A differenza di quanto i maggiori
canali d'informazione hanno dato ad intendere, il problema esodati non è per
nulla risolto e vede una stima di 260 mila persone ancora senza tutela.
Facciamo un po' di chiarezza: poco
più di un anno fa s'insedia il Governo Monti e il ministro Fornero nel giro di
pochi giorni emana una riforma delle pensioni che, per sua stessa ammissione,
presenta molti buchi normativi, tanto da lasciare migliaia di persone senza
lavoro e senza pensione.
La magagna è dovuta al fatto che un
allungamento dell'età pensionabile mette in seria difficoltà tutte quelle
persone che dopo aver perso il lavoro, magari addirittura a seguito di accordo
con l'azienda, erano in procinto di 'agganciarsi' alla pensione alla fine del
periodo di mobilità o con il pagamento di contributi volontari, o addirittura
con entrambi i meccanismi.
In tutte le situazioni analoghe
precedenti il legislatore aveva tenuto conto di chi, ormai fuori dal mondo del
lavoro, aveva intrapreso un percorso che li avrebbe portati alla pensione,
tutelandoli dai provvedimenti di legge successivi al licenziamento; ma la
riforma Fornero non ha quest'accortezza ed il Ministero del Lavoro stima
inizialmente i soggetti penalizzati in circa 60 mila.
Altre fonti sindacali ed INPS
arrivano invece a ipotizzare cifre di trecento, quattrocentomila esodati! Il
calcolo è reso difficile se non impossibile dalla miriade di accordi collettivi
ed individuali stipulati da aziende e sindacati nel corso degli ultimi
anni.
I soggetti così drammaticamente
penalizzati dalla riforma sono lavoratori prossimi al conseguimento della
pensione di anzianità o di vecchiaia e hanno dunque contribuito per tutto l'arco
lavorativo alla sua maturazione, trovandosi quando ormai erano ad un passo dal
raggiungerla, senza reddito e con un'età che non li rende più appetibili al
mondo del lavoro. Facile immaginare lo stato di prostrazione che può assalire
chi venga a trovarsi in tale situazione con una famiglia da mantenere e tasse da
pagare.
Per tamponare la situazione, il
governo farà una parziale marcia indietro concedendo la possibilità di accedere
alla pensione con le vecchie regole con tre decreti successivi, prima
a 65milasoggetti, poi ad altri 55mila ed infine, con l'approvazione recente
della legge di Stabilità, ad altri10mila.
Ma i conti non tornano e ad oggi, a
più di un anno dall'entrata in vigore di una riforma concretizzata nel giro di
qualche giorno da un governo ormai dimissionario, si ipotizzano 260mila
persone (e relative famiglie) fuori tutela, sprofondate nell'angoscia di
trovarsi senza lavoro, senza pensione e senza la speranza, ormai
ultracinquantenni, di accedere ad un lavoro che non c'è nemmeno per i loro
figli.
(Leggi)
MA PERCHE'I SINDACATI NON INTERVENGONO VISTO CHE PER GLI ACCORDI INDIVIDUALI VIENE RICHIESTA PER FORZA DI COSE LA LORO PRESENZA?
RispondiEliminaIl sindacato negli ultimi anni ha abdicato alla tutela degli interessi dei propri iscritti per dedicarsi sempre più , in modo occulto alla tutela dei propri enormi interessi economici . Come un cucciolo addomesticato, ringhia abbaia ma non morde mai , lasciando che i ladri facciano il proprio lavoro; mettere alla porta , per esempio, migliaia di lavoratori . Il sindacato, complice si è limitato ad accompagnarli al macello , come agnelli pasquali avendo cura che arrivassero alla fine del percorso senza eccessive paure. Il sindacato non è stato solo attore nella triste storia degli esodati ma protagonista e complice dei padroni..........vergogna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
EliminaALLORA E' PROPRIO FINITA? MA PERCHE' NON RISPONDE QUALCHE SINDACALISTA CHE STA AL VERTICE COSI'CI CONVINCIAMO UNA VOLTA PER TUTTE CHE NON CI SARANNO MIGLIORAMENTI PER GLI ESODATI, DOPO TUTTO I CONTRIBUTI SONO STATI VERSATI DA POSTE ITALIANE SPA E SE COSI FOSSE PERCHE' NON CE LI RESTITUISCONO?
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