
Per questo abbiamo deciso di pubblicare una e-mail giunta oggi da un'esodata calabrese.
inviata alla
fornero quando era ministra. Aggiungo a distanza di anni che le sue
erano davvero lacrime di coccodrillo, a differenza delle
soffrenze, disagi e lacrime (queste si veraci) che ci ha causato.
cara ministra Fornero
quando
l'ho vista in televisione emozionarsi, ho creduto finalmente che
qualche barlume di umanità ancora persistesse tenace in alcune persone.
Io sono una esodata. Nel maggio 2011 ho firmato con Poste Italiane e con
confindustria le mie dimissioni a favore della mia figliuola. Allora
avevo 57 anni e col sistema pensionistico vigente prima della sua
riforma, avrei ricevuto la pensione nel 2015. Quattro anni di sacrifici
ponderati,non sono proprietaria di appartamento,avrei potuto
affrontarli, sia con la misera buonuscita di Poste Italiane incrementata
da quel piccolo incentivo di 11.350 euro lordi, sia con lo stipendio di
mia figlia che lavora par time a tempo indeterminato per 15 giorni al
mese. Adesso con la sua riforma, non rientro più nel lasso di tempo di
due anni, dovrò aspettare che ne compia 67 per avere la pensione. Ma si
è resa conto di ciò che significa la sua decisione?In verità,La
inviterei,non è retorica,a vivere nelle mie condizioni per un intero
mese Forse così,con l'esperienza dura,reale,non quella dell'ambiente in
cui è immersa,potrà rendersi partecipe delle mie difficoltà. Le dirò
che,appresa della riforma , la mia prima reazione è stata l'incredulità.
Stentavo a credere che ancora i più deboli ,gli indifesi,dovessero
sempre pagare per la moltitudine di ladroni che si sono divorati
l'Italia. Man mano che prendevo possesso della cruda realtà,mi indignavo
sempre di più,mi arrabbiavo,poiché non ritengo giustificabile un simile
atteggiamento verso persone che hanno lavorato,certo in proporzione ai
propri meriti. Ma proprio a causa di essi,essendo fasce
indifese,deboli,avremmo dovuto essere più tutelati. Dopo,Le dirò
francamente che quel sentimento di incredulità,indignazione e di
reazione immediata,è stato sostituito da un altro più profondo e per me
preoccupante: la Vergogna.
Mi vergogno di essere italiana
Mi vergogno di vedervi e sentirvi in televisione affermare di aver presentato in parlamento provvedimenti equi
Mi
vergogno per tutti quegli individui in parlamento e nelle istituzioni
che hanno affamato l'Italia e che nessuno,nemmeno il governo di cui Lei
fa parte riesce a debellare
Mi vergogno per la debole lotta contro gli evasori
Mi
vergogno per le Assicurazioni auto, per l'indecente costo della benzina
ed in generale per tutti quei poteri forti che arricchendosi non pagano
in proporzione alle loro ricchezze. Non ho la presunzione che lei mi
risponda,ma ci terrei tanto che leggesse questa e-mail. Penso pure che
nelle mie condizioni ci siano molte altre persone che nel più assoluto
silenzio vivono con umiltà. Io però non ho potuto tacere,è stato più
forte della mia volontà. In proporzione alla mia cultura,media,spero di
aver descritto con chiarezza uno spicchio di realtà quotidiana che si
affronta con determinazione.
Reggio Calabria 02/02/2012
Quanta franchezza, passione e dolore in queste righe! ....e spero che provenga da una che oggi è salvaguardata.
RispondiEliminaPensiamo a tutti coloro che - in una situazione analoga - sono rimasti fregati dalla legge 111 del luglio 2011 che ha allungato la finestra di 3 mesi e li ha messi fuori dalla VI salvaguardia per una manciata di giorni. È per lo spirito di questa lettera che tutti - salvaguardati o meno - dobbiamo continuare a lottare per il riconoscimento dei diritti dei colleghi, oltre che per i nostri! ELIMINAZIONE DEI PALETTI ALLA SALVAGUARDIA!