di Sergio Luciano

Un fantasma aleggia sull'agenda Monti e sulla gestione della finanza pubblica
da parte di chiunque prenderà il testimone dell'attuale governo il prossimo 24
febbraio: il fantasma degli esodati. Poiché non se ne parla più, il problema
sembra risolto. Ma è una patata bollente che cova sotto la cenere. Per il
consueto, italiano, deficit di memoria, si ritiene che quando un'emergenza è
stata risolta, lo è anche il problema di fondo dal quale era nata, e tutti fanno
finta di niente. Ma il problema è là, irrisolto. Com'è facilmente rinvenibile
negli atti della Commissione lavoro della camera, il calcolo consolidato dei
fondi pubblici necessari per gestire nei prossimi dieci anni il problema di
tutti gli esodati previsti a oggi nel sistema pubblico e privato conduce alla
cifra-monstre di 20 miliardi di euro da finanziare. A onore del merito,
lavorando alla grande nelle pieghe della Legge di stabilità e della stessa
riforma Fornero, gli esperti del ministero aiutati dalle poche teste d'uovo del
parlamento, primo fra tutti Giuliano Cazzola, ne hanno trovati a cavallo
dell'estate ben 9,3, quasi la metà. E poi si sono fermati, anche perché nel
frattempo il quadro politico iniziava ad avvitarsi. Dei famosi 350 mila esodati
stimati dall'Inps (una cifra analitica che tanto fece arrabbiare la Fornero) ne
sono stati in questo modo «protetti» poco meno della metà: e gli altri?
Nell'agenda Monti, a pagina 16, si trova un garbato riferimento agli incentivi
da introdurre per il lavoro degli over 55, che è pur sempre un modo per gestire
il problema: trattenendo al lavoro, cioè, magari in nuove mansioni, quelli che
avevano programmato di andarsene. Ma una soluzione del genere è verosimile nel
quadro di una ripresa occupazionale che l'agenda si limita ad auspicare, tenta
di programmare, ma non può certo garantire. Ma è del resto sull'intero tema
previdenziale che il documento programmatico del premier uscente è evasivo.
Afferma, ad esempio, un ossimoro: che cioè «la riforma delle pensioni ha dato al
Paese il sistema più sostenibile e avanzato in Europa», salvo affermare poche
righe dopo che «a ormai quasi vent'anni dalla loro introduzione i fondi pensione
integrativi non sono decollati. Va quindi dato un nuovo impulso alla previdenza
complementare favorendone anche la crescita dimensionale con incentivi ai
processi di fusione tra i fondi». Ma si sa: senza pensioni integrative, ciò che
resta di quelle pubbliche è da fame. E che sostenibilità sarebbe mai questa,
professor Monti?
ritengo di appartenere ai 55.000 salvaguardati dall’ art 22 della legge SPENDING REVIEW , il cui decreto attuativo è stato firmato il 5 ottobre 2012 . ma di cui ancora non esiste traccia di pubblicazione su Gazzetta Ufficiale . Infatti il MINISTERO ha impiegato più di un mese per "passare" il decreto firmato alla Corte dei conti ( che l' ha ricevuto il 7 novembre ) . Adesso la Corte dei Conti si prenderà almeno 60 gg per la pubblicazione in gazzetta ufficiale : SCANDALOSO e VERGOGNOSO : Governo tecnico di LADRI e SUPERBUROCRATI .Io sono uscito dalla mia azienda il 30/12/2011 in mobilità , in base ad accordi fatti a livello governativo addirittura a fine del 2010 e quindi ben prima del 4 /12/2011 , per cui dovrei appartenere alla quota di 55000 salvaguardati . Ai patronati e all’ INPS , dove mi sono recato più volte , allargano le braccia dicendo che , se non avviene la pubblicazione su gazzetta ufficiale non possono far nulla . Tutto ciò è vergognoso visto che quando io ho firmato la mia uscita esisteva un patto con lo STATO , in base al quale potevo andare in pensione con certe regole , ma lo STATO NON MANTIENE LA PAROLA e L’ IMPEGNO con i cittadini che da 37 anni versano contributi e che da sempre pagano le tasse . Le chiedo se si può fare qualcosa ? Se l’ attesa sarà lunga , o se è il caso di intraprendere azioni legali o ricorso al TAR .Grazie e distinti saluti
RispondiEliminaGiuseppe Librino da Palermo ( 60 anni )
caro guiseppe, non ti arrovellare, tanto nessuno fa niente, ovvero tutti dicono che il caso esodati è una cosa ingiusta, poi tutti si girano dall'altra parte.
Eliminamario 1952