Italia: polemica tra
ministro Fornero e Confindustria sugli esodati. Intervista a Stefano
Zamagni
In
Italia, al centro dell’attenzione ancora la questione lavoro. In un comunicato,
la Confindustria ha espresso “sorpresa e sgomento” per le parole del ministro
del welfare Fornero sugli “esodati”, i lavoratori che, lasciato il posto di
lavoro in cambio di incentivi, sono stati colpiti dall’innalzamento dell’età
pensionabile. Il servizio di Davide Maggiore:
“Gli esodati - aveva dichiarato
il ministro – li creano le imprese che mandano fuori i dipendenti, a carico del
sistema pensionistico pubblico e della collettività”. Su questo tema è
necessario “trovare un equilibrio”, aveva aggiunto Fornero. Secondo la
Confindustria, questa rappresentazione è “offensiva” e “priva di riscontro nella
realtà”, mentre la riforma delle pensioni del dicembre scorso ha già “affrontato
e risolto” la questione degli esodati: trovare le risorse sarebbe quindi ora
compito del governo. Parlando a Reggio Calabria, il ministro Fornero aveva anche
difeso la sua riforma del lavoro: se il Parlamento non dovesse approvare le
norme - aveva specificato la responsabile del Welfare - il governo “andrà a
casa”. In vista del vertice di martedì tra esecutivo e partiti di maggioranza,
Fornero però non ha chiuso la porta a modifiche, ricevendo risposte
collaborative da Partito democratico, Popolo delle Libertà e Terzo Polo.
Negativo invece il giudizio di Nichi Vendola: “Auspico che la riforma non passi”
ha dichiarato il leader di Sinistra Ecologia e Libertà, mentre Giampaolo Galli,
direttore generale di Confindustria, ha al contrario invitato il governo a
varare una riforma più incisiva, che sia “un deciso passo avanti”.
Sul
tema degli esodati e della crisi economica, Luca Collodi ha raccolto
l’opinione di Stefano Zamagni, docente di Economia all’Università
di Bologna:
R. – Bisogna smetterla con
questa teoria sbagliata, secondo cui la crisi è qualcosa di venuto dal cielo,
qualcosa che ci è piombato addosso, di fronte a cui non si può fare niente.
Questo non è vero, perché la crisi è figlia di decisioni prese da autorità
pubbliche, dalle persone, dagli speculatori. Quindi, siccome hanno sbagliato
allora, bisogna adesso correggere e fermarci lì. Se invece noi ci intestardiamo,
cercando di mettere le toppe agli errori commessi, è ovvio che non faremo altro
che aumentare il senso di disperazione, soprattutto dei giovani, e non
risolveremo il problema degli esodati, un problema quasi ridicolo. E’ ovvio che
non si può dire alla gente: “andate in pensione anticipata” e poi, all’ultimo
momento: “ti allungo e ti lascio senza la copertura”, perché questa non è
un’operazione credibile. Una società civile non può permettersi atteggiamenti di
questo tipo.
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