Primo maggio 2013
Siamo almeno 5.000 dipendenti postali colpiti, vittime del decreto Monti-Fornero del 6-12-2011. Siamo PERSONE in carne ed ossa, cittadini italiani, lavoratori che si sentono TRATTATI COME SCORIE. Adesso abbiamo uno strumento in più per far sentire la nostra voce. Usiamolo con intelligenza.
Indirizzo mail
Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com
martedì 30 aprile 2013
manifestazione unitaria Cgil-Cisl-Uil 22 giugno a Roma
Cgil-Cisl-Uil 22 giugno a Roma
30-04-2013
di Francesca Piscioneri
ROMA (Reuters) - Cgil, Cisl e Uil scenderanno in piazza insieme sabato 22 giugno a Roma per tenere alta l'attenzione sui temi del lavoro, dopo che ieri il neo premier Enrico Letta ha definito prioritari gli interventi a tutela dell'occupazione, a partire dal rifinanziamento della cassa in deroga e la salvaguardia degli esodati.di Francesca Piscioneri
"Si terrà a Roma il 22 giugno la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil sul lavoro", ha annunciato il leader della Uil, Luigi Angeletti, entrando alla direzione unitaria della triplice, la prima dal maggio 2008.
La notizia era stata anticipata ieri a Reuters da una fonte.
Intervenendo per primo alla riunione - alla quale partecipano 200 dirigenti sindacali - il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha spiegato che alla manifestazione di giugno si arriverà attraverso un percorso di mobilitazione su base regionale "tra l'11 e il 18 maggio".
I sindacati hanno a cuore in particolare il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, senza il quale circa 700.000 lavoratori resteranno senza reddito, e la salvaguardia degli esodati.
Letta, nel discorso di ieri alla Camera per chiedere la fiducia al suo esecutivo, ha detto che gli ammortizzatori in deroga saranno rifinanziati, pur senza indicare l'entità o la copertura dell'intervento, e ha definito una "priorità" riallacciare il "patto che si è rotto" con i lavoratori esodati.
Secondo stime sindacali, oltre agli 1,7 miliardi stanziati nella legge di stabilità per la cigd, servirà un ulteriore miliardo e mezzo nel 2013 per coprire circa 700.000 lavoratori che rischiano di restare senza reddito.
Secondo i dati Istat diffusi stamani, il tasso di tasso disoccupazione in marzo è rimasto invariato all'11,5%; i giocani senza lavoro sono il 38,4%.
SINDACATI VOGLIONO ANCHE MODIFICHE RIFORMA PENSIONI
Per gli esodati, tema di scontro tra le associazioni dei lavoratori e il governo di Mario Monti, al momento sono stati stanziati circa 9 miliardi per salvaguardare 130.000 persone, ma secondo l'Inps il totale ammonterebbe a 390.000 lavoratori da tutelare nei prossimi anni.
Oltre a ribadire la necessità di un calo significativo delle tasse su lavoratori e imprese, Bonanni ha posto l'accento sul problema previdenziale.
"Bisogna rivedere le ingiustizie palesi non solo sugli esodati ma anche sui pensionandi. La riforma è stata fatta con l'accetta e con una violenza inaudita. Su questo vogliamo rientrare, per sottolineare che c'è differenza tra le persone che possono restare più a lungo al lavoro e chi non ce la può fare. Su questo dobbiamo discutere con il presidente del Consiglio", ha detto.
Ieri Letta ha parlato di possibili modifiche alla riforma previdenziale Fornero, che innalza per tutti l'età pensionabile a 66 anni dal 2018, introducendo maggiore flessibilità con un meccanismo di disincentivi per chi lascia prima.
Altro tema sul quale si attende che il direttivo unitario di oggi sigli un documento è la rappresentanza, questione spinosa, soprattutto per la Cgil, dopo che la Fiom è stata esclusa dal rinnovo del contratto Fiat e da quello dei metalmeccanici per non aver firmato l'intesa precedente. La leader del primo sindacato italiano, Susanna Camusso, ha chiesto finora che possano trattare tutti i sindacati che rappresentino più del 5% del totale dei lavoratori.
Su questo argomento è atteso un incontro il 6 maggio con la Confindustria al quale la 'grande coalizione' del sindacato si prepara ad andare unita.
(Leggi)
Cazzola: per salvaguardare tutti servono altri 14 mld

La stima fatta dalla Ragioneria generale dello Stato
29 aprile, 18:34
(ANSA) - ROMA, 29 APR - La salvaguardia completa degli esodati che si creeranno tra il 2015 e il 2020 potrebbe costare altri 14-15 miliardi di euro. Lo sottolinea l'esperto di previdenza ed ex parlamentare del Pdl Giuliano Cazzola ricordando che questa e' la stima fatta dalla Ragioneria dello Stato nel 2012. Oggi il premier Enrico Letta nel suo discorso alla Camera ha detto che con gli esodati ''e' stato rotto un patto'' e che c'e' un ''impegno a ristabilirlo''.
(Leggi)
Leggi anche LETTERA 43
Guardiamo avanti!
Guardiamo avanti!
Martedì 7 maggio ore 15.30
presso la sede cisl di via degli etruschi 3 Roma
incontro di tutti gli esodati di Roma e Lazio
incontro di tutti gli esodati di Roma e Lazio
L'incontro è aperto anche all'auspicabile presenza di
esodati provenienti da altre Regioni.

Serve una forte partecipazione ed un ulteriore sacrificio per una presenza "anche" alle amiche ed amici salvaguardati, ma SOPRATTUTTO dei non SALVAGUARDATI
Rete esodati di Roma
Primo maggio a Torino

Il comitato sfilerà nella testata del corteo, dopo lo striscione unitario CGIL, CISL e UIL.
L'appuntamento per gli aderenti al comitato è alle ore 8:30 in P.zza Vittorio, all'inizio di Via Po.
All'assemblea pubblica di oggi 29 Aprile eravamo in circa 200 ;
il 1^Maggio dobbiamo essere più numerosi se vogliamo essere visibili e ricordare a tutti che:
- il problema esodati non è ancora stato risolto in modo definitivo per tutti.
- gliesodati devono andare in pensione con le regole vigenti al momento dell'accordo
Non deleghiamo agli altri, partecipiamo in prima persona !!!!! Portate la pettorina del comitato
Vi alleghiamo la locandina ufficiale CGIL, CISL e UIL e l'immagine della pettorina del comitato.
lunedì 29 aprile 2013
Testo del terzo decreto sui 10130

Scritto da Luigi Metassi
In data 22 Aprile è stato firmato il terzo decreto a salvaguardia della terza platea di 10.130 esodati. Ora si attende che il documento sia visionato dagli organi di controllo e successivamente venga pubblicato in Gazzetta ufficiale.
Questo provvedimento va a sanare (parzialmente) alcune categorie che erano state tralasciate dai precedenti due decreti attuativi ma vediamo, in sintesi, chi sono questi soggetti e i numeri che delimitano il provvedimento. Il testo del Decreto è scaricabile a fondo articolo.Come già è avvenuto per i precedenti decreti, importi e contingenti numerici sono suddivisi per annualità e, all'interno delle quantità stabilite anno per anno, i contingenti sono a loro volta ripartiti per tipologie. Al fine della definizione delle graduatorie risulta derimente la data di cessazione del rapporto dal lavoro dipendente mentre che, per i contributori volontari, resta quella di cessazione dall'ultimo rapporto di lavoro prima dell'autorizzazione ai versamenti volontari.
Aver intrapreso rapporti di lavoro dipendenti a tempo indeterminato è causa di esclusione dalla salvaguardia. E' ammesso il lavoro temporaneo purchè comporti o abbia comportato un reddito annuo lordo non superiore a 7500 euro. Ancora una volta resta escluso dalla salvaguardia chi, a causa della ridefinizione dei requisiti così come stabilito dalle leggi 122/10 e 214/11 in materia di "speranze di vita", termini la mobilità o la cassa in deroga prima di raggiungere i requisiti utili al pensionamento.
Quanto sopra tenendo conto che, con messaggio n° 6645 del 22 Aprile 2012, INPS ha ritenuto di dover puntualizzare che - Le condizioni per accedere al pensionamento con le regole previgenti la legge n. 214 del 2011 devono permanere fino al momento di decorrenza della pensione, compreso il periodo necessario per l’apertura della c.d. finestra mobile. -
(Leggi)
Sveglia!

All'IPOST ci sono circa 300 posizioni non lavorate, non definite per mancanza di comunicazione dell'esito dell'istanza alla DTL.
Controllate nella cassetta postale INPS online accedendo col PIN
Se trovate la dicitura “Potenziale Beneficiario" significa che la pratica è in lavorazione.
Qualcuno l’ha perfino ricevuta in forma cartacea.
Ricordiamo che per i 55.000 le domande vanno presentate alla DTL entro il 21-05-2013.
Letta: rifinanziare cig in deroga ed esodati priorità governo

lunedì 29 aprile 2013 15:58
ROMA (Reuters) - In materia di lavoro, il problema degli esodati e il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga saranno le priorità del nuovo governo.Lo ha detto il neopremier Enrico Letta nel discorso programmatico alla Camera per la fiducia, in cui ha affrontato anche la questione del precariato, dell'estensione degli ammortizzatori sociali e di reddito minimo.
"Solo con il lavoro si può uscire da questo incubo dell'impoverimento", ha detto il nuovo presidente del Consiglio.
Letta ha citato "il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga e il superamento del precariato anche nella pubblica amministrazione" come "interventi di urgenza". Ma senza la crescita, ha precisato, anche questi "sarebbero insufficienti".
Riguardo agli esodati, Letta ha spiegato che "la soluzione
Il neopremier ha aggiunto che "andranno migliorati gli ammortizzatori sociali estendendoli a chi ne è privo a partire dai precari, e si potranno studiare forme di reddito minimo soprattuto per famiglie bisognose con figli".
Si pensa inoltre a "forme circoscritte di pensionamento graduale con disincentivi, con una staffetta generazionale".
Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
(Leggi)
Nel programma anche gli esodati
Reddito minimo, esodati e stop province:
il programma del governo Letta punto per punto
Nel discorso di presentazione a Montecitorio il presidente del Consiglio anticipa alcuni degli obiettivi dell'esecutivo di larghe intese. Dallo stop all'Imu di giugno all'estensione degli ammortizzatori per i precari, dalla cancellazione dei rimborsi elettorali alla riduzione del costo del lavoro
29 aprile 2013
ROMA - Ecco in sintesi, attraverso i dieci punti principali, le proposte di intervento annunciate da Enrico Letta nel discorso di presentazione del governo di larghe intese prima del voto di fiducia del Parlamento. Elementi quasi sempre annunciati solo in maniera superficiale, senza mai entrare nel dettaglio delle cifre e delle coperture finanziarie.
Lavoro. Enrico Letta lo ha definito "la prima priorità" del suo governo. "Bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine, aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari", ha promesso poi il presidente del Consiglio. "Serve una politica industriale moderna che valorizzi i grandi attori ma anche piccole e medie imprese che sono il motore di sviluppo" e si deve "investire su ambiente e tecnologia".
Europa. Altra priorità dell'esecutivo è rassicurare l'Europa. "Se avrò la vostra fiducia - dice Letta - visiterò in un unico viaggio Bruxelles, Parigi e Berlino per dare subito il segno che il nostro è un governo europeista"
Fisco. Risanamento e rispetto degli impegni europei, ma senza minacciare la ripresa della crescita che manca ormai da un decennio. Per questo Letta promette uno stop all'Imu di giugno in attesa di una sua revisione e sacrifici ripartiti finalmente in maniuera equa. "Basta sacrifici per i soliti noti
- avverte il premier - questo significa ferrea lotta all'evasione, ma senza che la parola Equitalia faccia venire i brividi alla gente".
Welfare. L'ambizione del governo di larghe intese è quella di riformare profondamente il welfare. "Dobbiamo rilanciare il welfare tradizionale europeo - spiega Letta - il nostro modello non basta più, deve essere più universalistico e meno corporativo aiutando i più bisognosi, migliorando gli ammortizzatori sociali estendendoli ai precari e si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli".
Esodati. Strettamente collegato alla questione del welfare, il dramma degli esodati ereditato dal governo Monti. "Con la vicenda degli esodati la comunità nazionale ha rotto un patto: bisogna trovare una soluzione strutturale. E' un impegno prioritario di questo governo ristabilire la situazione", ha promesso il premier.
Costi della politica. In sintonia con gli umori del momento, Letta annuncia che i ministri-parlamentari del suo governo non recepiranno lo stipendio previsto sino ad oggi in aggiunta all'indennità. Oltre a questo risparmio simbolico, il presidente del Consiglio promette la cancellazione della legge sui rimborsi elettorali. "Aboliamo la legge approvata e introduciamo più controlli e sanzioni anche sui gruppi regionali", imboccando la strada della "contribuzione" dei cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi "all'attività politica dei partiti". Sempre in materia di tagli, Letta ha annunciato la soppressione delle Province.
Riforme. L'intenzione del governo è quella di affidarle ad una Convenzione aperta a tutte le forze politiche e ai contributi esterni, ma su due punti - bicameralismo e legge elettorale - Letta vuole indicare la strada: "Dobbiamo superare il bicameralismo paritario, evitare ingorghi istituzionali affidando a una sola Camera il compito di conferire o ritirare la fiducia al governo. La seconda Camera dovrebbe avere competenze legate alle autonomie". "La legge elettorale - aggiunge - è legata alla forma di governo", ma "qui dobbiamo solennemente prendere l'impegno che a febbraio sia stata "l'ultima volta" del Porcellum.
Mezzogiorno. "Metteremo in condizione il Sud di crescere da solo, attraverso l'annullamento del divario con il Nord", afferma il presidente del Consiglio. Per Letta si deve continuare il lavoro del governo Monti "puntando su una buona gestione dei fondi europei".
Giovani. In questo caso dal premier arriva solo un'enunciazione di principio, senza impegni precisi. "Quello del rinnovamento generazione è una questione drammatica che stanno vivendo milioni di giovani. Porta con se sconforto e rabbia di chi non studia né lavora - dice Letta - Chiediamoci quanti bambini non nascono in Italia per la precarietà".
Donne. Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. "Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più - afferma - La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità".
il programma del governo Letta punto per punto

29 aprile 2013
ROMA - Ecco in sintesi, attraverso i dieci punti principali, le proposte di intervento annunciate da Enrico Letta nel discorso di presentazione del governo di larghe intese prima del voto di fiducia del Parlamento. Elementi quasi sempre annunciati solo in maniera superficiale, senza mai entrare nel dettaglio delle cifre e delle coperture finanziarie.
Lavoro. Enrico Letta lo ha definito "la prima priorità" del suo governo. "Bisogna ridurre le restrizioni ai contratti a termine, aiuteremo le imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato in una politica generale di riduzione del costo del lavoro. Non bastano gli incentivi monetari", ha promesso poi il presidente del Consiglio. "Serve una politica industriale moderna che valorizzi i grandi attori ma anche piccole e medie imprese che sono il motore di sviluppo" e si deve "investire su ambiente e tecnologia".
Europa. Altra priorità dell'esecutivo è rassicurare l'Europa. "Se avrò la vostra fiducia - dice Letta - visiterò in un unico viaggio Bruxelles, Parigi e Berlino per dare subito il segno che il nostro è un governo europeista"
Fisco. Risanamento e rispetto degli impegni europei, ma senza minacciare la ripresa della crescita che manca ormai da un decennio. Per questo Letta promette uno stop all'Imu di giugno in attesa di una sua revisione e sacrifici ripartiti finalmente in maniuera equa. "Basta sacrifici per i soliti noti
Welfare. L'ambizione del governo di larghe intese è quella di riformare profondamente il welfare. "Dobbiamo rilanciare il welfare tradizionale europeo - spiega Letta - il nostro modello non basta più, deve essere più universalistico e meno corporativo aiutando i più bisognosi, migliorando gli ammortizzatori sociali estendendoli ai precari e si potranno studiare forme di reddito minimo per le famiglie bisognose con figli".
Esodati. Strettamente collegato alla questione del welfare, il dramma degli esodati ereditato dal governo Monti. "Con la vicenda degli esodati la comunità nazionale ha rotto un patto: bisogna trovare una soluzione strutturale. E' un impegno prioritario di questo governo ristabilire la situazione", ha promesso il premier.
Costi della politica. In sintonia con gli umori del momento, Letta annuncia che i ministri-parlamentari del suo governo non recepiranno lo stipendio previsto sino ad oggi in aggiunta all'indennità. Oltre a questo risparmio simbolico, il presidente del Consiglio promette la cancellazione della legge sui rimborsi elettorali. "Aboliamo la legge approvata e introduciamo più controlli e sanzioni anche sui gruppi regionali", imboccando la strada della "contribuzione" dei cittadini attraverso la dichiarazione dei redditi "all'attività politica dei partiti". Sempre in materia di tagli, Letta ha annunciato la soppressione delle Province.
Riforme. L'intenzione del governo è quella di affidarle ad una Convenzione aperta a tutte le forze politiche e ai contributi esterni, ma su due punti - bicameralismo e legge elettorale - Letta vuole indicare la strada: "Dobbiamo superare il bicameralismo paritario, evitare ingorghi istituzionali affidando a una sola Camera il compito di conferire o ritirare la fiducia al governo. La seconda Camera dovrebbe avere competenze legate alle autonomie". "La legge elettorale - aggiunge - è legata alla forma di governo", ma "qui dobbiamo solennemente prendere l'impegno che a febbraio sia stata "l'ultima volta" del Porcellum.
Mezzogiorno. "Metteremo in condizione il Sud di crescere da solo, attraverso l'annullamento del divario con il Nord", afferma il presidente del Consiglio. Per Letta si deve continuare il lavoro del governo Monti "puntando su una buona gestione dei fondi europei".
Giovani. In questo caso dal premier arriva solo un'enunciazione di principio, senza impegni precisi. "Quello del rinnovamento generazione è una questione drammatica che stanno vivendo milioni di giovani. Porta con se sconforto e rabbia di chi non studia né lavora - dice Letta - Chiediamoci quanti bambini non nascono in Italia per la precarietà".
Donne. Discorso simile sulle pari opportunità, dove il premier non entra nel dettaglio della futura azione di governo. "Sull'occupazione femminile occorre fare molto di più - afferma - La maggiore presenza delle donne nella vita economica, sociale e politica dà straordinari contributi, ma siamo lontani dagli obiettivi europei: non siamo ancora un paese delle pari opportunità".
Le regole per l'uscita nel settore del credito

Scritto da Patronato Inca Sono un esodato dei credito. Ho aderito il 1 settembre 2011 a un esodo incentivato. Per accedere alle prestazioni straordinarie del fondo di solidarietà di settore sono cessato dal servizio il 31 gennaio 2013, con accesso al fondo dal 1 ° febbraio 2013 e permanenza nel medesimo fino al raggiungimento della finestra pensionistica, in base alla normativa pre-Fornero (sistema delle quote), in data 1 ° gennaio 2018. Per rientrare tra i "salvaguardati", è sufficiente la domanda di assegno straordinario, già presentata all'Inps a dicembre 2012, per il tramite della banca, oppure devo presentare una ulteriore domanda alla direzione territoriale del Lavoro entro il 21 maggio 2013, come previsto dal Dm dell'8 ottobre 2012 (attivazione dell'articolo 22, comma 1, del Dl 95 del 6 luglio 2012) per i cosiddetti "cessati"?La risposta è negativa. L'adempimento relativo alla presentazione della domanda alla direzione territoriale del Lavoro non è un adempimento da rispettare per i lavoratori con assegno a carico dei fondi di solidarietà. Infatti, il decreto ministeriale 8 ottobre 2012, pubblicato in «Gazzetta Ufficiale» lo scorso 21 gennaio, non prevede alcuna formalità in tal senso nè tantomeno tale onere è stato previsto nel messaggio inps 4678 del 18 Marzo 2013. Si ricorda che i titolari di assegno straordinario da data successiva al 4 dicembre 2011, per effetto di accordi collettivi stipulati entro il 4 dicembre 2011, rimarranno a carico del Fondo fino al compimento del 62esimo anno di età.
(Leggi)
domenica 28 aprile 2013
Nuovo ministro Giannini deve affrontare esodati e disoccupazione
Al Lavoro Giovannini, l'uomo dei numeri
Dall'Ocse all'Istat, il suo sogno? Misurare il benessere. Ma ora deve affrontare esodati e disoccupazione
Sabato, 27 Aprile 2013
Enrico Giovannini, l'uomo dei numeri, va in una delle caselle più delicate del nuovo governo Letta. Quella che fu di Elsa Fornero: il ministero del Lavoro. Di recente è stato nel gruppo dei saggi del Quirinale, ma l'ultimo incarico di Giovannini è stato all'Istat dove, non con poche difficoltà, si è posto anche l'obiettivo di riformare la 'macchina' delle rilevazioni statistiche nazionali.
Un punto di vista particolare quello di Giovannini, 'affinato' anche dall'esperienza all'Ocse e che ora deve mettere a dura prova, considerando la delicatezza dei dossier sul tavolo: una disoccupazione al galoppo, soprattutto giovanile e femminile, che Giovannini ha più volte rilevato e denunciato. Una riforma del lavoro (quella Fornero) che non sta dando i frutti sperati e un tema di strettissima attualità: gli esodati. In più un sogno nel cassetto sul quale ha più volte lavorato: andare 'oltre il Pil' nella misurazione di esigenze e problemi della società.
ANDARE OLTRE IL PIL. Romano 56 anni, dal gennaio 2001 al luglio 2009 è stato direttore delle statistiche dell'Ocse, dove ha realizzato una profonda riforma del sistema statistico dell'Organizzazione e lanciato il progetto globale sulla 'Misurazione del progresso delle società', da cui sono scaturite numerose iniziative in tutto il mondo sul tema «Oltre il Pil».
Non si contano i suoi incarichi professionali: dal 2002 professore di Statistica economica alla Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, da giugno 2011 presidente della Conferenza degli statistici Europei, organismo della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite. È membro del Consiglio dell'Istituto statistico internazionale (Isi), dell'Advisory Board per il rapporto sullo Sviluppo umano delle Nazioni Unite, del partnership group del Comitato statistico europeo ed è presidente del Board del progetto della Banca Mondiale per la misura delle parità dei poteri d'acquisto.
A testimonianza di quanto gli stia a cuore una nuova misurazione del benessere, che vada oltre i freddi numeri a cui ha legato la sua carriera, per il suo lavoro sul tema della misurazione del benessere delle società, nel 2010 ha ricevuto dal Centro internazionale Pio Manzù la medaglia d'oro del presidente della Repubblica.
(Leggi)
Enrico Giovannini, l'uomo dei numeri, va in una delle caselle più delicate del nuovo governo Letta. Quella che fu di Elsa Fornero: il ministero del Lavoro. Di recente è stato nel gruppo dei saggi del Quirinale, ma l'ultimo incarico di Giovannini è stato all'Istat dove, non con poche difficoltà, si è posto anche l'obiettivo di riformare la 'macchina' delle rilevazioni statistiche nazionali.
Un punto di vista particolare quello di Giovannini, 'affinato' anche dall'esperienza all'Ocse e che ora deve mettere a dura prova, considerando la delicatezza dei dossier sul tavolo: una disoccupazione al galoppo, soprattutto giovanile e femminile, che Giovannini ha più volte rilevato e denunciato. Una riforma del lavoro (quella Fornero) che non sta dando i frutti sperati e un tema di strettissima attualità: gli esodati. In più un sogno nel cassetto sul quale ha più volte lavorato: andare 'oltre il Pil' nella misurazione di esigenze e problemi della società.
ANDARE OLTRE IL PIL. Romano 56 anni, dal gennaio 2001 al luglio 2009 è stato direttore delle statistiche dell'Ocse, dove ha realizzato una profonda riforma del sistema statistico dell'Organizzazione e lanciato il progetto globale sulla 'Misurazione del progresso delle società', da cui sono scaturite numerose iniziative in tutto il mondo sul tema «Oltre il Pil».
Non si contano i suoi incarichi professionali: dal 2002 professore di Statistica economica alla Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata, da giugno 2011 presidente della Conferenza degli statistici Europei, organismo della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite. È membro del Consiglio dell'Istituto statistico internazionale (Isi), dell'Advisory Board per il rapporto sullo Sviluppo umano delle Nazioni Unite, del partnership group del Comitato statistico europeo ed è presidente del Board del progetto della Banca Mondiale per la misura delle parità dei poteri d'acquisto.
A testimonianza di quanto gli stia a cuore una nuova misurazione del benessere, che vada oltre i freddi numeri a cui ha legato la sua carriera, per il suo lavoro sul tema della misurazione del benessere delle società, nel 2010 ha ricevuto dal Centro internazionale Pio Manzù la medaglia d'oro del presidente della Repubblica.
(Leggi)
sabato 27 aprile 2013
Un contratto a tempo indeterminato esclude dalla terza salvaguardia

Scritto da Patronato Inca
Sono un esodato nato il 6 ottobre del 1957 dal settembre 1972 ho iniziato la mia vita lavorativa che si è conclusa il 1 gennaio 2008 con un accordo aziendale di incentivo all'esodo a causa della mancanza di lavoro nel settore trasformazione plastica. Ho avuto anche un supplemento rispetto alla mia liquidazione per poter arrivare al compimento dei 40 anni di contributi e pagarmi i contributi volontari. Il 3 gennaio 2011 ho ricevuto dall'inps l'autorizazione al versamento dei contributi volontari e questo ho fatto fino a giugno 2011. Poi mi è capitato un lavoro ed io (scioccamente ma onestamente) l'ho accettato e sono stato assunto con contratto a tempo indeterminato (così l'impresa non sborsava un euro di contributi); il lavoro però è finito a luglio 2012 (adesso sono disoccupato e riscuoto l'indennità di disoccupazione) ora vorrei sapere visto che a novembre 2012 ho maturato i 40 anni di contribuzione e che sono stato ammesso al pagamento dei contributi volontari e sono stato esodato con un accordo tra azienda e sindacato (sono stato assistito dal sindacato cisl) ho diritto a rientrare nell'ultima salvaguardia (quella dei 10.130)?In tema di esodati la nuova (terza) salvaguardia richiede - tra le varie condizioni - che i lavoratori cessati dal servizio a seguito di accordi individuali o collettivi non siano stati rioccupati in lavori subordinati a tempo indeterminato (articolo 1, comma 231, lettera b) legge 228/2012) successivamente alla cessazione dell'attività lavorativa.
Analoga condizione è imposta ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria della contribuzione prima del 4 Dicembre 2011 (lettera c del citato comma) i quali non devono essere stati rioccupati in attività di lavoro a tempo indeterminato successivamente al conseguimento dell'autorizzazione ai volontari. Si ritiene pertanto che il lettore non possa fare parte del contingente in esame.
(Leggi)
Esodati torinesi in assemblea con CGIL CISL UIL
Per ricordare:

- che il problema esodati non è ancora stato risolto in modo definitivo per tutti.
- che gli esodati devono andare in pensione con le regole vigenti al momento dell'accordo
Vi invitiamo a partecipare
Lunedi 29 aprile alle ore 17:00
nella Sala “Pia Lai” della Camera del Lavoro
di Via Pedrotti, 5 , Torino
Assemblea Pubblica
organizzata dal comitato
a cui CGIL, CISL e UIL hanno dato la loro adesione.
Punti da trattare:
1) illustrare la situazione sui salvaguardati e non salvaguardati in base alle norme attuali
2) illustrare ciò che emerge dall'esperienza dello Sportello Esodati
3) effettuare lo stato dell'arte sulla questione legale su cui si è discusso nei mesi passati
3) effettuare lo stato dell'arte sulla questione legale su cui si è discusso nei mesi passati
4) verificare, in base alla partecipazione degli esodati, se organizzare una iniziativa/manifestazione locale o nazionale per tenere vivo il problema degli esodati
5) coinvolgere anche gli altri comitati nazionali
venerdì 26 aprile 2013
CGIL Parma convoca conferenza stampa su esodati
Venerdì 26 Aprile 2013 13:04
PARMA CGIL, CONF. STAMPA SU ESODATI
(AGENPARL) - Parma, 26 apr - Considerate le troppe incertezze sul destino dei primi 65mila esodati, dopo il decreto relativo alla salvaguardia dei ulteriori 55mila, e in attesa del decreto per gli altri 10.130 lavoratori salvaguardati, CGIL Parma, Patronato INCA CGIL Parma e COORDINAMENTO ESODATI Parma ritengono necessario convocare una CONFERENZA STAMPA per fare il punto della situazione e dare la massima informazione affinchè nessun potenziale cittadino interessato perda l'opportunità di presentare le necessarie domande. Alla conferenza stampa, che avrà luogo il prossimo martedì 30 aprile, alle ore 11.00, presso la Camera del Lavoro di Parma (sala riunioni 4° piano), interverranno Giuseppe Braglia, segr. confed. CGIL Parma, Nadia Ferrari, direttrice Patronato INCA CGIL Parma, e Claudio Bernardini, responsabile Coordinamento Esodati CGIL Parma.
(Leggi)

(AGENPARL) - Parma, 26 apr - Considerate le troppe incertezze sul destino dei primi 65mila esodati, dopo il decreto relativo alla salvaguardia dei ulteriori 55mila, e in attesa del decreto per gli altri 10.130 lavoratori salvaguardati, CGIL Parma, Patronato INCA CGIL Parma e COORDINAMENTO ESODATI Parma ritengono necessario convocare una CONFERENZA STAMPA per fare il punto della situazione e dare la massima informazione affinchè nessun potenziale cittadino interessato perda l'opportunità di presentare le necessarie domande. Alla conferenza stampa, che avrà luogo il prossimo martedì 30 aprile, alle ore 11.00, presso la Camera del Lavoro di Parma (sala riunioni 4° piano), interverranno Giuseppe Braglia, segr. confed. CGIL Parma, Nadia Ferrari, direttrice Patronato INCA CGIL Parma, e Claudio Bernardini, responsabile Coordinamento Esodati CGIL Parma.
(Leggi)
Tra le urgenze sociali di Italia, la questione esodati

Il Def 2013 ha stabilito l’Imu sugli immobili una tassa permanente, che sarà cioè sempre pagata. Nel Def inizialmente consegnato dall'Esecutivo erano infatti contemplati due scenari che si differenziavano a partire dal 2015: il primo secondo cui l'attuale regime Imu sia temporaneo e il secondo che rende l'imposta permanente. Dopo la sollecitazione di Bankitalia, convinta che una tassazione Imu temporanea provocherebbe un peggioramento dei saldi per circa 0,8 punti percentuali del Pil l'anno dal 2015 e, di conseguenza, la necessità di reperire risorse aggiuntive di tale ammontare per raggiungere gli obiettivi programmati, è arrivata la decisione di stabilizzare la tassa sugli immobili.
La scelta sul gettito Imu trova anche d'accordo la Corte dei conti, che conferma come “nell'impostazione del Def non si ravvisino esigenze di nuove manovre correttive dei conti pubblici, se non a partire dal 2015 e condizionate nella dimensione dal mantenimento o meno del gettito Imu”.
A parte l’Imu, ormai fissata dal Def, per le altre questioni da affrontare, e cioè le urgenze sociali di Italia, dalla questione esodati, al possibile congelamento dell’aumento dell’aliquota Iva di luglio, al problema del reperimento fondi per la cassa integrazione in deroga, alla proroga del blocco dei contratti degli statali precari, si potrebbe pensare ad una nuova Manovra, nonostante qualche giorno fa il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, abbia detto che “Non serve una nuova manovra perchè abbiamo un bilancio in pareggio”.
Il futuro governo dovrà trovare da qualche parte le risorse per proteggere quel mezzo milione di lavoratori che, secondo le stime diffuse di recente dalla Cgil, sono in cassa integrazione a zero ore e per salvaguardare questi lavoratori, c'è bisogno di una nuova iniezione di risorse per Cassa integrazione in deroga (cigd) che è stata istituita in via straordinaria negli anni passati per alcune categorie di aziende che non possono accedere alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Altra questione è quella degli esodati, lavoratori che rischiano ancora in migliaia di rimanere senza lavoro e senza pensione.
(Leggi)
L'istanza di accesso alla DTL non va ripresentata

Scritto da Patronato Inca
Sono tra i potenziali beneficiari di cui al vecchio decreto 65mila nella categoria cessati dal servizio (sono un esodato enel cessato con accordo individuale). Ancora oggi non ho avuto alcuna notizia sul mio destino e sono praticamente disperato. Vorrei sapere se devo ripresentare la domanda di accesso alla DTL come mi dicono alcuni per rientrare nel 2° decreto dei 55mila. E' possibile avere un supporto normativo sul punto? Francesco da Monza
In supporto del lettore l'Inps ha pubblicato il messaggio numero 6645 del 22 Aprile 2013 il quale ha dispensato i lavoratori che avevano già fatto istanza alla DTL in forza del primo decreto (65mila) dal ripresentarla.
"I lavoratori in argomento, le cui domande di accesso al beneficio (salvaguardia dei 65.000) siano state accolte dalle Direzioni territoriali del lavoro e che tuttavia siano rimasti esclusi dal predetto beneficio per maturazione dei requisiti che comportino la decorrenza della pensione successivamente al 6 dicembre 2013 -ma comunque entro il 6 gennaio 2015 - o per eventuale incapienza, nonostante il possesso di tutte le altre condizioni prescritte per accedere alla salvaguardia dei 65.000, non dovranno presentare una nuova istanza alle Commissioni delle Direzioni territoriali del lavoro per l’accesso al beneficio di cui all’articolo 22 della legge n. 135 del 2012 ed al decreto interministeriale dell’8 ottobre 2012.
Le posizioni interessate, pertanto, andranno riesaminate al fine di verificare la sussistenza dei requisiti e delle condizioni per il riconoscimento del beneficio della salvaguardia dei 55.000 sulla base dell’originario provvedimento di accoglimento emesso dalle competenti Commissioni ministeriali nell’ambito della salvaguardia dei 65.000, sempreché alla data della verifica sussistano le condizioni di legge per l’accesso alla salvaguardia dei 55.000.
Ad eccezione dei soggetti sopra menzionati, rimane fermo che per accedere alla salvaguardia dei 55.000 devono presentare istanza entro il 21 maggio 2013 tutti i soggetti, cessati per accordi individuali o collettivi, i quali, pur in possesso dei requisiti per accedere alla salvaguardia dei 65.000, non hanno mai presentato istanza alla Direzione territoriale del lavoro ovvero i cessati che per la prima volta si trovino nelle condizioni per accedere alla salvaguardia dei 55.000."
(Leggi)giovedì 25 aprile 2013
Firmato il decreto 10.130: ora è alla Corte dei Conti

Lavoratori 'salvaguardati'
Firmato il terzo decreto che interessa 10.130 lavoratori
Acquisiti i pareri delle commissioni parlamentari competenti, come previsto dalla Legge di stabilità 2013, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, ha firmato, d’intesa con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, il terzo decreto in favore dei lavoratori salvaguardati, ai quali verrà applicata la precedente normativa in materia di requisiti e decorrenze del trattamento pensionistico.
Il decreto prevede, in particolare, la salvaguardia per un numero complessivo di 10.130 lavoratori, che si aggiungono alle platee di lavoratori già individuati dai precedenti due decreti.
Il decreto è stato inviato, per la registrazione, alla Corte dei Conti.
(Leggi)
Centrella (Ugl): non siamo ancora a metà dell'opera

mercoledì 24 aprile 2013
INT. Giovanni Centrella
E’ stato compiuto un nuovo passo in avanti per condurre alla risoluzione della vicenda degli esodati. Il ministero del Lavoro, d’intesa con quello dell’Economia, ha firmato ieri il terzo decreto attuativo per concedere le deroghe ad altri 10.130 lavoratori che, per effetto della riforma delle pensioni e del repentino innalzamento dei requisiti, si trovano o sono in procinto di trovarsi senza alcun reddito per molti anni (anche sette, in certi casi). In particolare, il provvedimento salvaguarda 2.560 lavoratori in mobilità ordinaria o in deroga, 1.590 autorizzati al versamento volontario dei contributi previdenziali, 5.130 cessati (i veri e propri esodati; coloro, cioè, che hanno accettato la cessazione del rapporto di lavoro anticipatamente in seguito ad un congruo indennizzo) e 850 prosecutori volontari in attesa di concludere la mobilità. Complessivamente, quindi, siamo a quota 140mila lavoratori tutelati. Una cifra che, secondo Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, è ancora del tutto insufficiente.
Il sindacato è soddisfatto di quanto è stato fatto finora?
Non siamo neppure a metà dell’opera. Anzi, direi che siamo decisamente al di sotto. Secondo l’Inps, infatti, gli esodati sono complessivamente circa 392.000. Il problema, tuttavia, è che non siamo in grado di sapere quanti siano effettivamente. Ci sono migliaia di aziende, infatti, specialmente quelle più piccole, che hanno sottoscritto gli accordi senza che l’Inps ne sapesse nulla. Eppure, anche costoro vanno salvaguardati.
Come giudica, nel merito, il decreto?
Creerà molti problemi. Uno degli elementi di maggiore iniquità è rappresentato dal fatto che il provvedimento non preveda le salvaguardie per coloro che, dal momento in cui hanno accettato la cessazione del rapporto con la propria azienda, hanno svolto un’attività lavorativa. E’ impensabile che uno non possa ricevere le tutele a cui ha diritto solo perché, in questo frangente, ha accettato impieghi part-time o piccoli lavoretti che gli consentissero di sopravvivere.
Il decreto prevede, inoltre, che chi richiede le deroghe presenti domanda per accedere al beneficio: i prosecutori volontari all’Inps, i cessati e i mobilitati alle direzioni territoriali del lavoro. Le risulta che tali pratiche possano procedere senza intoppi?
Assolutamente no. Le procedure sono estremamente complicate, lunghe e farraginose. Al punto che, spesso, chi ha diritto alla salvaguardia, non riesce a ottenerla a causa della burocrazia.
Sui circa 130mila sin qui - sulla carta - salvaguardati, quanti sono riusciti effettivamente a ottenere le deroghe?
Presumibilmente, meno del 10%.
Come giudica, in ogni caso, l’atteggiamento delle forze politiche? Hanno dedicato la dovuta attenzione alla vicenda?
Per nulla. Nessuno si sta preoccupando, seriamente, di quello che sta accadendo a queste persone. Oltretutto, siamo soliti imputare le responsabilità maggiori al ministero quando, in realtà, sono stati i partiti a votare, consapevolmente, la riforma della pensioni, il provvedimento che ha dato luogo alla questione degli esodati.
Lei cosa si augura?
Che il prossimo governo, il cui premier dovrebbe essere incaricato oggi, indichi negli esodati - ma anche nel reperimento delle risorse per la cassa integrazione in deroga - la priorità assoluta. L’impatto sociale dell’inadempienza rispetto a questi voci risulterebbe dirompente.
Dove vanno reperiti i fondi necessari per porre rimedio alla situazione?
E’ necessario, anzitutto, tagliare i costi della politica. E non mi riferiscono soltanto alla riduzione del numero dei parlamentari o dei loro stipendi, ma anche alla rimozione di un’infinità di enti, consigli d’amministrazione e partecipate del tutto inutili. Va, inoltre, introdotta una patrimoniale il cui gettito sia vincolato al caso degli esodati. Infine, sarebbe doveroso distrarre buona parte delle spese militari verso tale emergenza sociale.
(Leggi)
Nota CGIL su 55.000
messaggi INPS e nota del Ministero del Lavoro.
Per i lavoratori con accordi individuali o collettivi di incentivo
all'esodo il termine tassativo di presentazione delle domande alle DTL
è il 21
maggio 2013.
Rita Cavaterra e Sandro Del Fattore
Dipartimento Welfare e Nuovi Diritti
Con messaggio n. 4678 del 18 marzo 2013 la Direzione Generale
dell'INPS ha fornito le prime istruzioni operative per la salvaguardia di
55.000 lavoratori prevista dall'articolo 22, comma 1, del decreto legge 6
luglio 2012 n. 95, convertito con modificazioni, nella legge 7 agosto 2012 n.
135. Ricordiamo che sulla Gazzetta Ufficiale n.17 del 21 gennaio 2013 è stato
finalmente pubblicato il decreto interministeriale (Lavoro ed Economia) del 8
ottobre 2012 relativo alla tipologia dei lavoratori interessati e ai criteri di
ammissione alla salvaguardia.
In base a quanto previsto dal decreto risultano salvaguardati 40.000
lavoratori in mobilità ordinaria e mobilità lunga, 1.600 titolari di prestazioni
straordinarie a sostegno del reddito a carico dei Fondi di solidarietà di
settore,7.400 prosecutori volontari, 6.000 lavoratori con accordi individuali,
sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412 ter del codice di
procedura civile, o accordi collettivi di incentivo all'esodo.
Lavoratori salvaguardati
|
Criteri di ammissione alla salvaguardia
|
Lavoratori in mobilità
ordinaria
|
Accordi stipulati in sede governativa alla data del 31 dicembre 2011
Cessati dall'attività lavorativa e collocati in mobilità in data
precedente, pari o successiva al 4 dicembre 2011
Perfezionamento dei requisiti per il diritto a pensione entro il
periodo di fruizione della mobilità ordinaria
|
Lavoratori in mobilità lunga
|
Accordi stipulati in sede governativa alla data del 31 dicembre 2011
Cessati dall'attività lavorativa e collocati in mobilità in data
precedente, pari o successiva al 4 dicembre 2011
|
Titolari di prestazione straordinaria a carico dei Fondi di
solidarietà di settore
|
Accordi stipulati entro il 4 dicembre 2011
Essere titolari della prestazione da data successiva al 4 dicembre
2011.In tal caso gli interessati restano a carico del Fondo fino al
compimento del 62esimo anno di età
|
Prosecutori volontari
|
Autorizzati ai versamenti volontari alla data del 4 dicembre 2011
Perfezionamento della decorrenza della pensione entro il 6
Gennaio 2015
Almeno un contributo volontario accreditato o accreditabile alla
data del 6 dicembre 2011
Nessuna attività lavorativa prestata dopo l'autorizzazione
|
Accordi individuali, sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410,
411 e 412 ter del c.p.c., o accordi collettivi di incentivo all'esodo
|
Cessazione del rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011
Perfezionamento della decorrenza della pensione entro il 6
gennaio 2015
Nessuna attività lavorativa prestata dopo l'esodo.
|
Per i lavoratori collocati in mobilità ordinaria o lunga,le imprese
che hanno stipulato accordi governativi entro il 31 dicembre 2011 sono tenute a
comunicare al Ministero del Lavoro entro il 31 marzo di ogni anno l'elenco dei lavoratori
che saranno licenziati e posti in mobilità ordinaria o lunga nel corso dell'anno
stesso, indicando per ogni lavoratore la data del licenziamento. Per i licenziamenti
già avvenuti o che avverranno nell'anno 2013, quindi, le imprese erano tenute a
fornire la predetta comunicazione al Ministero del lavoro entro il 31 marzo
2013. Entro la medesima data le imprese erano tenute a comunicare al Ministero
del lavoro anche i licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012 (la data
del 20 febbraio prevista dal decreto è stata posticipata a seguito di
precisazioni del Ministero del lavoro).
Il Ministero del Lavoro dovrebbe trasmettere all'INPS, entro 15 giorni
dal ricevimento, l'elenco nominativo dei lavoratori licenziati e/o da
licenziare, attestando che detti elenchi scaturiscono da accordi governativi
stipulati entro il 31 dicembre 2011.L'INPS provvederà alla verifica della
posizione assicurativa di ogni lavoratore per controllare il raggiungimento dei
requisiti per il diritto a pensione. Il monitoraggio per l'individuazione dei
potenziali beneficiari della salvaguardia sarà fatto sulla base della data di
cessazione del rapporto di lavoro.
L'Inps, nel messaggio 4678 del 18 marzo 2013, ha precisato che nel
computo dei lavoratori in mobilità ordinaria devono essere considerati anche
quelli per i quali interventi legislativi successivi hanno esteso
l'applicazione della legge 223 del 1991:si tratta dei lavoratori licenziati da
aziende di commercio (con più di 50 dipendenti e fino a 200), da aziende per
l'espletamento di attività logistica(con più di 200 dipendenti o che occupino
da 50 a 200 dipendenti), di lavoratori licenziati da agenzie di viaggio e
turismo compresi gli operatori turistici, con più di 50 dipendenti e da imprese
di vigilanza (articolo 7, comma 7, legge 236/1993); dei lavoratori del
trasporto aereo e delle società derivate (art.1 bis del D.L. 249/2004,
convertito nella legge 291/2004, così come integrato e modificato dal
D.L.134/2008, convertito con modificazioni nella legge 166/2008);dei lavoratori
delle società di gestione aeroportuale e delle società derivate (art.2, comma
37 legge 203/2008).
L'INPS ha altresì precisato che la salvaguardia non opera nei
confronti dei lavoratori beneficiari dell'indennità di mobilità in deroga e dei
lavoratori per i quali le imprese hanno sottoscritto accordi in sede non
governativa (ad esempio accordi aziendali o regionali o comunque locali).
Inoltre l'INPS per i lavoratori in mobilità ordinaria ha precisato che
il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità, entro la quale deve
avvenire la maturazione dei requisiti per il pensionamento, deve essere
verificato alla data del 21 gennaio 2013, data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale
del 8 ottobre 2012. Ciò vuol dire che l'INPS terrà in considerazione eventuali
periodi di lavoro svolti prima del 21 gennaio 2013 ai fini del prolungamento
del periodo di fruizione della mobilità entro il quale deve essere maturato il
diritto a pensione, mentre eventuali periodi di lavoro a tempo determinato
svolti successivamente al 21 gennaio serviranno, comunque, a prolungare la
mobilità ma non verranno presi in considerazione ai fini della verifica del
diritto a pensione.
Lavoratori
titolari di assegno straordinario a carico dei fondi di settore da data
successiva al 4 settembre 2011.
Per tali lavoratori l'INPS ha precisato che gli assegni erogati dal
Fondo di solidarietà del personale del credito e del personale del credito
cooperativo, nonché del personale del gruppo Ferrovie dello Stato possono
superare – per consentire la maturazione dei 62 anni di età -il periodo massimo
individuale di permanenza nel Fondo di settore, avendo i relativi Comitati
Amministratori dei fondi stessi assunto in merito apposite delibere.
L'INPS ha inoltre ribadito quanto detto nel messaggio 20944 del 19
dicembre 2012: le domande presentate con decorrenza dell'assegno dal 1 febbraio
2013 hanno carattere di prenotazione e vengono acquisite dalle sedi solo dopo l'autorizzazione
da parte della Direzione centrale pensioni.
Con messaggio n. 5673 del 5 aprile 2013 l'INPS ha preso atto di quanto
è stato detto nella riunione che si è svolta il 25 marzo scorso tra ABI,
Organizzazioni sindacali del credito e INPS. In tale riunione l'ABI ha
illustrato i suoi dati: il numero complessivo delle posizioni salvaguardate sarebbe
di 6223 persone, così suddivise: 5007 in uscita al 31 marzo, 950 in uscita al
30 aprile, 88 in uscita dopo il 30 aprile. Sostanzialmente i numeri delle
uscite previste coinciderebbero con quelli delle posizioni salvaguardate dal
decreto interministeriale. Con il predetto messaggio l'Istituto ha, pertanto,
modificato quanto aveva scritto nel precedente messaggio 3771 del 4 marzo 2013,
comunicando che il contingente complessivo previsto per la categoria non è stato
raggiunto e che l'Istituto provvederà ad autorizzare -previa verifica dei requisiti
prescritti dalla legge – le domande di assegno straordinario fino alla decorrenza
1 luglio 2013 (cessazione del rapporto di lavoro il 30 giugno 2013).
Con l'anzidetto messaggio,inoltre,l'INPS ha precisato che continuerà
ad effettuare l'attività di monitoraggio con cadenza mensile, anche oltre la decorrenza
dell'assegno straordinario 1 luglio 2013, al fine di tenere conto delle
eventuali disponibilità che si dovessero verificare nel plafond assegnato.
Lavoratori
autorizzati ai versamenti volontari.
Per gli autorizzati ai versamenti volontari il monitoraggio sarà fatto
in base alla data di cessazione del rapporto di lavoro precedente alla domanda
di autorizzazione.
Per la mancata ripresa dell'attività lavorativa successivamente alla
data di autorizzazione i lavoratori devono sottoscrivere una dichiarazione di responsabilità
ai sensi del DPR 445/2000. Tale dichiarazione sarà verificata dall'INPS sulla
base delle informazioni contenute nelle banche dati dell'Istituto.
Rispetto allo svolgimento dell'attività lavorativa fanno eccezione
soltanto i lavori socialmente utili dal momento che tali lavori non comportano l'instaurazione
di un rapporto di lavoro.
L'INPS nel messaggio 4678 ha, inoltre, precisato che le autorizzazioni
ai versamenti volontari relative a periodi di lavoro part-time nonché a periodi
di sospensione del rapporto di lavoro non coperti da contribuzione (esempio aspettative
non retribuite) non consentono ai lavoratori di beneficiare della deroga, visto
che tali fattispecie non possono essere equiparate alle autorizzazioni alla
prosecuzione volontaria relative a periodi di cessazione del rapporto di
lavoro.
E' da rilevare che per i lavoratori autorizzati ai versamenti
volontari e per i lavoratori con esodi individuali o collettivi l'INPS, nel
messaggio 4678, ha stabilito che la data in cui deve essere maturata la
decorrenza del trattamento pensionistico è quella del 6 gennaio 2015. Nella
nostra precedente nota sull'argomento noi avevamo scritto 6 dicembre 2014.
L'INPS da noi interpellato al riguardo afferma di poter dare questa interpretazione
in base alla dizione letterale della norma che recita “ entro il trentaseiesimo
mese successivo al 6 / 12 /2011, data di entrata in vigore della legge n.201
del 2011” Si tratta di un'interpretazione favorevole ai lavoratori, ci auguriamo
soltanto che l'INPS non abbia futuri ripensamenti al riguardo.
Lavoratori
con accordi individuali o collettivi di incentivo all'esodo
Per i lavoratori con accordi individuali o collettivi di incentivo
all'esodo è di nuovo prevista (così come è stato per i 65.000) la domanda per
l'accesso ai benefici da presentarsi alle Direzioni territoriali del lavoro
entro 120 giorni dalla data di pubblicazione del decreto interministeriale
sulla Gazzetta ufficiale.
Le domande in questione quindi devono essere presentate entro
il 21 maggio 2013. Solo in caso di accordi sottoscritti ai sensi
degli articoli 410, 411 e 412 ter la domanda va presentata alla Direzione
territoriale del lavoro presso cui è stato sottoscritto l'accordo, mentre in
tutti gli altri casi la domanda va presentata alla Direzione territoriale di
residenza del lavoratore.
Resta confermata la possibilità di presentare richiesta di riesame
entro 30 giorni dal ricevimento di una risposta negativa da parte delle
Direzioni territoriali del Lavoro. La richiesta di riesame deve essere
presentata alla Direzione presso cui è stata presentata l'istanza. In
alternativa alla richiesta di riesame è possibile presentare ricorso al Tar.
Vi ricordiamo che il Ministero del lavoro ha emanato la circolare
applicativa del decreto il 25 gennaio (circolare n. 6 del 2013.) Con tale
circolare il Ministero ha dato indicazioni per la costituzione delle Commissioni
che dovranno esaminare le domande. Il Ministero del
lavoro ha ribadito che le domande devono essere
presentate entro e non oltre il 21 maggio 2013 e che le Commissioni dovranno
assumere le decisioni sulle istanze presentate dai lavoratori entro e non oltre
il 20 giugno 2013 (trenta giorni dalla data di scadenza prevista
per la presentazione delle istanze.) La circolare contiene anche tutta la
modulistica. Alla domanda presentata dai lavoratori deve essere sempre allegata
una copia di un documento di identità.
Con nota n. 0021011 del 4 aprile 2013 il Ministero del lavoro ha
precisato che le domande relative alla salvaguardia dei 55000 non
devono essere presentate da coloro che hanno già
presentato domanda per i 65000 e che hanno ricevuto accoglimento della domanda
stessa da parte delle DTL ma non sono rientrati nella salvaguardia per incapienza
numerica.
Con il messaggio n.5445 del 2 aprile l'INPS aveva invece affermato che
il riesame delle posizioni dei lavoratori con accordi individuali o collettivi
le cui domande di accesso al beneficio siano state accolte dalle DTL sarebbe
stato fatto non solo in caso di incapienza nel contingente numerico (nonostante
il possesso di tutti i prescritti requisiti), ma anche nel caso di maturazione
della decorrenza del trattamento pensionistico successivamente al 6 dicembre
2013 ed entro il 6 gennaio 2015.
Poiché
il messaggio dell'INPS prevede cose diverse rispetto alla nota del Ministero
del lavoro (che peraltro da informazioni assunte non condivide la posizione
espressa dall'INPS) riteniamo che per tutelare i lavoratori sia necessario
ripresentare la domanda alle DTL competenti entro il 21 maggio 2013 anche per
coloro che hanno già ottenuto l'accoglimento dell'istanza ma maturano la
decorrenza del trattamento pensionistico nel periodo che va dal 6 dicembre 2013
al 6 gennaio 2015. Alla nuova domanda deve essere allegato l'accoglimento
relativo alla precedente istanza.
Riunione
delle Commissioni Entrate e Prestazioni del CIV dell'INPS con la Direzione
pensioni (16 aprile 2013)
Nella riunione la Direzione Pensioni ha dato le seguenti informazioni:
1) Il monitoraggio dei 65000 lavoratori salvaguardati è stato
completato. Sono state inviate circa 60000 lettere. Non ci sono problemi di
incapienza per nessuna categoria di lavoratori. Sono state spedite le lettere
di certificazione della salvaguardia (l'INPS ha di nuovo ribadito che si tratta
di lettere che certificano il diritto a pensione) a tutte le categorie di lavoratori
ivi compresi gli esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per disabilità
grave di un figlio, i lavoratori con accordi individuali o collettivi di
incentivo all'esodo.
2) L'INPS sta ora procedendo a risolvere i casi individuali di
lavoratori che non hanno ricevuto la lettera di salvaguardia e che invece hanno
fatto presente all'Istituto di rientrare nelle fattispecie previste dalla
deroga per i 65000. Risultano, inoltre, ancora in sospeso circa 300 pratiche di
lavoratori IPOST per le quali l'Istituto sta procedendo manualmente.
3) Sono state liquidate 3950 pensioni a lavoratori salvaguardati,
venerdì scorso sono partite le lettere per la decorrenza delle pensioni 1
luglio 2013.
4) Per quanto riguarda i lavoratori cessati per accordi individuali o
collettivi di incentivo all'esodo, la Direzione ci ha detto che è alla firma
del Direttore Generale un ulteriore messaggio di chiarimento alle sedi. L'INPS ha
affermato che anche per questa categoria non c'è un problema di incapienza, ma
solo di lavoratori che non hanno raggiunto la decorrenza del trattamento entro
il 6 dicembre 2013.Nel messaggio di chiarimento che l'INPS sta per inviare alle
sedi territoriali dovrebbe anche essere precisato che i lavoratori con esodi
individuali e collettivi che hanno ricevuto o che riceveranno la lettera di
certificazione della salvaguardia non devono più rioccuparsi fino alla
decorrenza della pensione, altrimenti perdono il diritto alla deroga.
5) Per quanto riguarda i lavoratori in mobilità che non raggiungono il
diritto a pensione durante il periodo di fruizione della mobilità a causa dell'aumento
dei requisiti relativo alla speranza di vita l'INPS è ancora in attesa della
soluzione ministeriale (prolungamento della mobilità senza contributi). L'INPS
ha anche chiesto al Ministero di trovare una soluzione per le donne che a causa
dell'aumento dell'età pensionabile maturano i requisiti per il diritto a
pensione fuori dal periodo di percezione della mobilità. Anche su questa
questione il Ministero non ha ancora dato risposta.
6) Per quanto riguarda il decreto sui 55000 l'INPS ha affermato di
aver cominciato il monitoraggio ma anche di non aver ancora ricevuto da parte
del Ministero del lavoro gli elenchi dei lavoratori licenziati fino al 31 dicembre
2012 né quello dei lavoratori già licenziati o da licenziare entro il 31
dicembre 2013. L'impegno assunto da Confindustria per facilitare il monitoraggio
è quello di spedire gli elenchi anche all'INPS. L'INPS, in attesa della
validazione degli elenchi da parte del Ministero del lavoro, potrà comunque
cominciare a verificare le posizioni assicurative dei singoli lavoratori.
7) Abbiamo chiesto notizie in merito al decreto sui 10130 lavoratori salvaguardati,
dopo il parere positivo espresso sul decreto stesso dalle Commissioni speciali
della Camera e del Senato che hanno richiesto modifiche.. Ci hanno detto di non
avere alcuna notizia e di essere in attesa delle decisioni dei Ministeri
competenti.
8) Abbiamo chiesto anche se avessero notizie in merito al decreto sul prolungamento
dell'indennità di mobilità e degli assegni straordinari per l'anno 2013. Ci
hanno detto che il Ministero del lavoro ci sta lavorando, ma ci hanno anche
confermato che il MEF ha intenzione di ribadire l'interpretazione restrittiva
già data nel decreto sul prolungamento relativo all'anno 2012. Ricordiamo che
in tale decreto non si parlava più di accordi sottoscritti entro la data del 30
aprile 2010, così come scritto nella legge 122/2010, bensì di lavoratori
cessati dal lavoro alla data del 30 aprile 2010. L'anno scorso la cosa poteva
essere ininfluente vista la durata del periodo di mobilità (tre anni per il
Nord e quattro per il Sud), ma se anche per il 2013 restasse tale ulteriore
vincolo imposto dal MEF sarebbero moltissimi i lavoratori che resterebbero
anche per lunghi periodi senza alcun sostegno economico e senza pensione,
esempio tutti i lavoratori cessati dal 1 maggio 2010 in poi.
Roma 22 aprile 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)