Cisl: "Da questa crisi o si esce insieme o non si
esce"
La segreteria della Cisl fa il punto
della situazione sulla riforma del lavoro e sulla disoccupazione in provincia
che è al 7,7% , il dato peggiore della Lombardia. Sono 500 le domande di esodati
che giacciono presso l'Inps, ma a breve dovrebbero diventare 2.500
In provincia di Varese nel 2011 sono stati messi in mobilità 4.703 lavoratori, in maggioranza uomini che lavoravano in piccole imprese del manifatturiero, per lo più aziende tessili e metalmeccaniche. Nessun settore è stato risparmiato dalla crisi, la mobilità ha infatti colpito anche 699 lavoratori del commercio e 701 dell'edilizia.
La Cisl, che partecipa al percorso di “Varese 2020”, ha portato al Tavolo di concertazione provinciale una serie di proposte per aiutare le famiglie in un momento così difficile per il lavoro. E siccome non c'è tempo per le dichiarazioni di principio, da via Bernardino Luini vengono suggerimenti pragmatici. «Bisognerebbe prevedere – continua il segretario della Cisl – forme premianti per le aziende che, anzichè usare ammortizzatori sociali tradizionali, utilizzano forme alternative, come i contratti di solidarietà, le riduzioni di orari e il part time».
Posto che per la Cisl l'equilibrio raggiunto dal governo e dalle parti sociali sull'articolo 18 non va toccato, il giudizio complessivo sulla riforma è positivo, anche se alcuni punti potrebbero essere migliorati, a partire dalla formazione per il ricollocamento dei lavoratori over 50 fino al raddoppio, da sei mesi a un anno, del periodo per la ricerca di lavoro dei lavoratori immigrati.
E poi c'è tutta la partita degli esodati: le domande depositate all'Inps di Varese sono 500, ma mancano all'appello tutte quelle che andranno «a maturazione» nei prossimi mesi. La Cisl non vuole «sparare cifre a caso» ma se a livello nazionale - secondo i dati forniti dal Governo - gli esodati sono 65 mila, allora è presumibile che a Varese siano quasi 3 mila. «Una partita non più dilazionabile - conclude Tascone – ed è anche per questo che abbiamo chiesto di incontrare i consiglieri regionali e i parlamentari del Pd della nostra provincia».
(Leggi)
Non solo questa provincia, ma tutte le province italiane devono fare di piu',per aiutarci ad uscire tutti insieme da questo caos istituzionale.Paola
RispondiElimina