Il dolore della Fornero: “Hanno sentito troppo forte il peso di questa crisi”
roma
«Si sono uccisi per la crisi? Davvero? Mi dispiace moltissimo». Poi, al telefono, la voce del ministro Elsa Fornero si incrina: «Sono profondamente addolorata per questo fatto tremendo. E per la solitudine che devono aver vissuto queste tre persone. Evidentemente hanno sentito troppo forte il peso della crisi che stiamo vivendo. Adesso, dobbiamo onorare la loro memoria lavorando in modo costruttivo, tanto più che ci sono piccoli segnali di ripresa».
Un suicidio è sempre un fatto difficile da leggere e da interpretare. E al di là delle reali motivazione che hanno spinto tre persone a togliersi la vita, la titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali è colpita e turbata: «Un drammatico episodio che aggiunge dolore al mio stato abbastanza pesante di questi giorni in cui ho continuato a lavorare con il massimo impegno. E sia chiaro: non per creare problemi, ma per risolverli. Perché oggi chi punta il dito contro di me e il governo che rappresento, accusandomi di eccessiva rigidità, se non avessi fatto quello che ho fatto, per esempio l’innalzamento dell’età per la pensione, mi avrebbero attaccato per inefficienza».
La volontà del ministro è quella di ribadire la necessità, prima ancora della validità, della sua riforma: «Ogni aspetto è stato studiato e approfondito, non avremmo potuto agire diversamente».
Ma sulle riforme del lavoro e delle pensioni il ministro conferma la sua linea, rivolta alla tutela e alla salvaguardia «non dell’Italia, ma delle famiglie italiane che ho avuto e che ho a cuore. Perché se non ci fossimo impegnati in quella direzione, se non avessimo fatto quelle scelte sarebbe stato un disastro per tutte le famiglie del nostro Paese». Quella strada, insomma, era l’unica percorribile. Soprattutto era necessaria. «Anche oggi rimango sicura che non avremmo potuto agire diversamente. Non c’erano sufficienti risparmi da cui attingere. La mia non è stata una riforma severa per il gusto della severità, ma una strategia da attuare perché non esistevano alternative valide. È stata una scelta dura e sofferta».
Come dimenticare, a questo proposito, le sue lacrime nel dicembre 2011, al momento di annunciare i sacrifici imposti dal suo piano? Un progetto impostato a un rigore inevitabile, nato e coltivato in una situazione di «emergenza in cui era indispensabile agire con rapidità, incisività e soluzioni efficienti». Un percorso lastricato di ostacoli, critiche, polemiche ma «ineluttabile perché necessario». Senza tuttavia dimenticare di arginare le dimensioni del disagio. «Ho lavorato per andare incontro ai tanti problemi degli esodati. Siamo stati vicini a molti casi con 140 mila salvaguardati».
Viene rimarcata, insomma, l’intenzione di non trascurare tutti i provvedimenti possibili a favore delle famiglie colte dalla crisi, senza tuttavia dimenticare il difficile contesto economico internazionale oltre a quello interno all’Italia. «Non possiamo assolutamente non renderci conto che l’Italia non è Cipro o la Grecia, ma un grande Paese con un’importanza e una rilevanza che non possono essere destabilizzate». Considerazioni per spiegare quello che in tanti definiscono il caos esodati. Ma, al di là della convinzione di non aver sbagliato, c’è la sensibilità, c’è un’acuta sofferenza per «l’esasperazione e la solitudine delle tre vittime».
Non è la prima volta, seppur in misura diversa, che il ministro si trova ad affrontare gesti disperati ed estremi. Lo scorso novembre, a Napoli, un pensionato interruppe il suo intervento e arrivò a minacciare di tagliarsi le vene con un frammento di vetro. L’uomo voleva consegnare al ministro una lettera. Disse che il figlio, di 25 anni, diplomato non aveva lavoro e non sapeva come fare. Ma quella era un’altra storia. A Civitanova Marche, invece, la morte non si è fatta annunciare. Una tragedia che commuove il ministro «con intensità profonda e sincera».
(Leggi)
+ Coniugi suicidi, Civitanova in lutto Contestata la presidente Boldrini
Un suicidio è sempre un fatto difficile da leggere e da interpretare. E al di là delle reali motivazione che hanno spinto tre persone a togliersi la vita, la titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali è colpita e turbata: «Un drammatico episodio che aggiunge dolore al mio stato abbastanza pesante di questi giorni in cui ho continuato a lavorare con il massimo impegno. E sia chiaro: non per creare problemi, ma per risolverli. Perché oggi chi punta il dito contro di me e il governo che rappresento, accusandomi di eccessiva rigidità, se non avessi fatto quello che ho fatto, per esempio l’innalzamento dell’età per la pensione, mi avrebbero attaccato per inefficienza».
La volontà del ministro è quella di ribadire la necessità, prima ancora della validità, della sua riforma: «Ogni aspetto è stato studiato e approfondito, non avremmo potuto agire diversamente».
Ma sulle riforme del lavoro e delle pensioni il ministro conferma la sua linea, rivolta alla tutela e alla salvaguardia «non dell’Italia, ma delle famiglie italiane che ho avuto e che ho a cuore. Perché se non ci fossimo impegnati in quella direzione, se non avessimo fatto quelle scelte sarebbe stato un disastro per tutte le famiglie del nostro Paese». Quella strada, insomma, era l’unica percorribile. Soprattutto era necessaria. «Anche oggi rimango sicura che non avremmo potuto agire diversamente. Non c’erano sufficienti risparmi da cui attingere. La mia non è stata una riforma severa per il gusto della severità, ma una strategia da attuare perché non esistevano alternative valide. È stata una scelta dura e sofferta».
Come dimenticare, a questo proposito, le sue lacrime nel dicembre 2011, al momento di annunciare i sacrifici imposti dal suo piano? Un progetto impostato a un rigore inevitabile, nato e coltivato in una situazione di «emergenza in cui era indispensabile agire con rapidità, incisività e soluzioni efficienti». Un percorso lastricato di ostacoli, critiche, polemiche ma «ineluttabile perché necessario». Senza tuttavia dimenticare di arginare le dimensioni del disagio. «Ho lavorato per andare incontro ai tanti problemi degli esodati. Siamo stati vicini a molti casi con 140 mila salvaguardati».
Viene rimarcata, insomma, l’intenzione di non trascurare tutti i provvedimenti possibili a favore delle famiglie colte dalla crisi, senza tuttavia dimenticare il difficile contesto economico internazionale oltre a quello interno all’Italia. «Non possiamo assolutamente non renderci conto che l’Italia non è Cipro o la Grecia, ma un grande Paese con un’importanza e una rilevanza che non possono essere destabilizzate». Considerazioni per spiegare quello che in tanti definiscono il caos esodati. Ma, al di là della convinzione di non aver sbagliato, c’è la sensibilità, c’è un’acuta sofferenza per «l’esasperazione e la solitudine delle tre vittime».
Non è la prima volta, seppur in misura diversa, che il ministro si trova ad affrontare gesti disperati ed estremi. Lo scorso novembre, a Napoli, un pensionato interruppe il suo intervento e arrivò a minacciare di tagliarsi le vene con un frammento di vetro. L’uomo voleva consegnare al ministro una lettera. Disse che il figlio, di 25 anni, diplomato non aveva lavoro e non sapeva come fare. Ma quella era un’altra storia. A Civitanova Marche, invece, la morte non si è fatta annunciare. Una tragedia che commuove il ministro «con intensità profonda e sincera».
(Leggi)
+ Coniugi suicidi, Civitanova in lutto Contestata la presidente Boldrini
cara fornero questi morti ce l'hai sulla tua coscienza non si fa una riforma delle pensioni senza gradualita'e senza rispetto per chi ha firmato accordi individuali prima della riforma,dovete subito rimediare prima che scoppia una rivolta civile.
RispondiEliminaCaro Ugo ho dei dubbi che il Ministro possa avere una coscienza, altrimenti non ci avrebbe lasciati nel guado cosi' tanti senza neppure appurare di preciso di quante persone si trattava. Paola
RispondiEliminaPoche chiacchiere ministro,si tolga di mezzo il più presto possibile.Non ha fatto solamente danno con la sua riforma delle pensioni.Abbiamo sentito l'altro giorno a proposito della riforma del mondo del lavoro che il presidente di Confindustria auspicava non una modifica, ma una definitiva abrogazione della legge.Un altro giorno se ne lamentavano i sindacati.Questo vuol dire che anche questa legge è stata capace di sbagliare, E'STATA CAPACE DI SCONTENTARE TUTTI!!!!
RispondiEliminaVada via subito prima di provocare altri drammi.
Esodato postale
PROPONGO PER LA MINISTRA FORNERO IL PREMIO OSCAR PER L'IPOCRISIA.SE LO MERITA!!!!!!ESODATA53
RispondiEliminaVergogna.Non capisco come quei due si presentino ancora davanti agli ITALIANI. Hanno fatto SOLO DEL MALE senza mai chiedere SCUSA!!!!!L'Europa lo vuole e il novanta per cento degli ITALIANI NON LI HA VOTATI!!!!!!! raffaele c e la sua famiglia
RispondiEliminadavvero la Vergogna questo soggetto chiamata Mro Fornero non ha limiti Lei si è "commossa con intensità profonda e sincera", avrebbe fatto bene a chiedere scusa per il male che ha provocato con la sua riforma ma questa cosa elementare non riesce a capire
RispondiEliminaha distrutto tutto presente futuro e passato ha continuato a offendere giovani e anziani. Ha provato a chiedersi se ha un COSCIENZA ???? quando poggia la testa sul cuscino riesce a dormire????? IO NO
RispondiEliminavorrei solo che provasse almeno una settimana quello che abbiamo dentro noi la nostra disperazione............ ministro fornero sii umile abbi almeno il coraggio di chiedere scusa e toglierti di mezzo.
SIGNORE perdonami pensaci TU
ha ragione Franco Battiato riguardo la fornero
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