Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

venerdì 31 gennaio 2014

La Rete esodati: un incontro il 19-2-14

INCONTRO

il 19 Febbraio 2014 alle ore 14 si terrà un incontro tra i responsabili dei settori Lavoro, Welfare ed Economia della Direzione PD e una delegazione della “Rete dei Comitati degli Esodati” per fare il punto della situazione riguardo alla nostra ormai annosa questione “Esodati”, formulare richieste per la sua definitiva soluzione e definire un possibile percorso condiviso con la neo-segreteria PD affinchè la soluzione della questione possa essere perseguita. Riteniamo l'incontro della massima importanza data l'attuale situazione politica ed il nuovo Patto di Governo che si sta andando a sottoscrivere fra i partiti di maggioranza. Un altro importante passo in avanti della Rete dei Comitati.

Dobbiamo tessere la nostra tela. Ciascuno faccia LA PROPRIA PARTE cominciando dalla manifestazione organizzata in Piazza Monte Citorio il 6-2-14

Tutti a Roma il 6-2-14. Previsioni Meteo favorevoli

1000 a Montecitorio il 6 febbraio
Le notizie preoccupanti e le immagini TV possono indurre qualcuno a posticipare la sua decisione, o addirittura non aderire al presidio previsto a Monte Citorio il 6-2-14 dalle 8:30 alle 14:00
Per tranquillizzare tutti (anche noi stessi) abbiamo guardato le previsioni meteo per giovedì prossimo a Roma.
Eccole!
 

Quota 96: pensione anticipata per tranche esodati

Quota 96: pensione anticipata per tranche esodati
Pensione anticipata per tranche esodati estesa a dipendenti con quota 96 e regole pre-Riforma Fornero: nuove circolari, requisiti e scadenze.
Si avvicina una nuova, prima scadenza per la pensione anticipata secondo i requisiti previsti dalla normativa previgente rispetto alla Riforma Fornero, concessa a una tranche di esodati ed estesa negli ultimi giorni anche ad alcuni lavoratori secondo la cosiddetta “quota 96”. Ma a poterne usufruire saranno solo in pochi e per questi c’è ancora poco tempo per inoltrare le domande di pensionamento.
Quota 96
Per “quota 96” si intende la somma degli anni anagrafici e contributivi del lavoratore. Secondo le regole previdenziali precedenti alla Riforma delle Pensioni, per andare in pensione era sufficiente aver raggiunto tale quota, ad esempio avendo 60 anni di età e 36 di contributi oppure 61 di età e 35 di contribuzione.
Beneficiari
Il provvedimento che ripristina, in alcuni casi, la quota 96 è contenuto nell’articolo 11-bis del decreto 102/2013 (Decreto IMU, Esodati e Cassa integrazione) che il Senato ha convertito in legge lo scorso 24 ottobre
La novità è che ora è stato esteso il diritto alla pensione anticipata anche al personale della Scuola, come comunicato nella Nota MIUR n. 481 del 21 gennaio 2014. In attesa ci sarebbero 4mila dipendenti tra personale docente e ATA, ma la copertura per l’intero provvedimento concede il via libera solo a 2.500 lavoratori in tutto, dei quali soltanto un 15-20% nell’ambito scolastico. Più in particolare, il MIUR ha confermato la possibilità di accedere alla pensione anticipata per i lavoratori nel 2011 in stato di congedo straordinario grazie ai permessi per assistere i parenti disabili o che all’epoca avessero usufruito della Legge 104 (riferimenti: art.42, comma 5, del d.lgs. 151/2001 e art.33, comma 3, della Legge 104/92).
Scadenze
L’agognata pensione secondo la regola della quota 96, per chi possiede i requisiti richiesti, scatterà a partire dal prossimo 1° settembre 2014, a patto che entro il 27 dicembre il lavoratore riesca a rientrare nei requisiti richiesti da punto di vista anagrafico e contributivo. La scadenza per l’invio della domanda di accesso alla pensione anticipata alle direzioni territoriali del Ministero del Lavoro dovrà essere inviata entro il 26 febbraio 2014 seguendo le modalità indicate nella Circolare N. 44/2013, mentre la domanda di ritiro dal servizio di insegnamento andrà inviata in forma cartacea direttamente all’amministrazione scolastica entro e non oltre il 7 febbraio prossimo.
(Leggi)

Presentato il film sugli esodati

Da Marianna
Ieri 29-1-14 una delegazione di esodati romani ha partecipato alla presentazione del film sugli esodati
diretto e prodotto da Ciro Formisano molto interessante perché tutti i proventi saranno devoluti agli esodati meno abbienti non sarà a scopo di lucro.
Dopo la visione del film, che devo dire molto interessante e reale, con un cast di attori che non recitano ma vivono il dramma degli esodati in prima persona ,non vi nascondo che è stata un ora pesante nel senso di emozione e rabbia.
Alla fine c'è anche stata un'asta di quadri con figure e disegni che richiamavano il tema. Molto bravi i pittori, e anche questi proventi contribuiranno alla raccolta dei fondi per la realizzazione del film.
Nel dibattito siamo intervenuti per ringraziare l'autore Ciro Formisano che con il suo lavoro a cercato di renderci visibili e far conoscere all'opinione pubblica questa tragedia che vive la maggior parte di noi senza nessuna colpa dopo aver subito la legge Fornero.
Ringraziamo di cuore Ciro Formisano a nome di tutti gli esodati per il sui impegno e dedizione e gli auguriamo successo e riconoscimento per il suo lavoro. GRAZIE Ciro!

Proviamoci anche con le citazioni importanti...




Dedicato a chi non ha ancora capito l'importanza della manifestazione del 6 febbraio 2014
Sogna e sarai libero nello spirito, lotta e sarai libero nella vita. (Ernesto Guevara)
Tutta la nostra vita è una lotta ininterrotta con ostacoli, che alla fine riportano la vittoria (Schopenhauer)
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro (Fabio Volo)


Ciao a tutti, torno ancora una volta e forse l'ultima, a fare un appello, e questa volta direttamente alle vostre "Coscienze", molti di voi, che mi leggono (se) hanno già ottenuto la Pensione, o quantomeno la "Salvaguardia", però finora non hanno ritenuto opportuno, (non chiedo ringraziamenti!) ne rispondermi, ne contestualmente contribuire con un minimo sforzo economico, e ne partecipare a Roma.
Inutile rammentarvi, che le conquiste fin qui raggiunte, debbano essere RICONOSCIUTE a tutte quelle persone che sin dal 14/febb./2012 (sit-in MEF) hanno, e continuano, a lottare per TUTTI, ed è inutile elencarvi chi sono, tanto le conoscete.
Pertanto, mi aspetto da voi quell'atto di RICONOSCIMENTO che sin qui è mancato, tuttavia, se qualcuno ha problemi economici, non si preoccupasse, (l'importante è che partecipiamo compatti a Roma) in quanto, sentitomi con Claudio Ardizio (forse riusciamo a mettere un Pullman da 52 posti raccogliendo anche esodati da Napoli) lui è disponibile ad aiutarci economicamente con le sue sottoscrizioni.
Concludo, lasciando a voi la decisione se continuare o meno la mia collaborazione con tutti voi, facendovi presente che, qualora non ricevo vostre notizie (Mail e telefoniche) sarò costretto mio malgrado, a cancellare le vostre Mail dalla mia lista.
A fine  settimana vi farò sapere per quelli che hanno già aderito, se c'è un Pullman o se resta tutto invariato.
Dimenticavo, il costo eventuale di un Pullman è di Euro 1.200/1.300 (Un aiuto economico verrà da chi, non potendo esserci fisicamente ha contribuito economicamente n.d.r.)     
Vi saluto, vostro Michele costantinomichele53@gmail.com      



giovedì 30 gennaio 2014

Quegli esodati che il decreto Giovannini doveva salvare

Quegli esodati che il decreto Giovannini doveva salvare

Ancora scoperti gli ex lavoratori in mobilità lontani dalla pensione che hanno firmato accordi sindacali entro l'aprile 2010. Il ministro Giovannini risponde sulla questione e assicura che per i beneficiari della tutela al reddito «la copertura è già assicurata per tutto l'anno in corso».

30 gennaio 2014
Con il decreto interministeriale dello scorso dicembre a firma del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giovannini, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze Saccomanni, il Governo Letta ha scoperto le proprie carte su come intendeva intervenire sul problema dei lavoratori in mobilità che rimanevano scoperti da ogni fonte di reddito fino al primo assegno pensionistico.
Per molti il tutto è cominciato con la finestra mobile introdotta dall'ex Ministro Sacconi durante il governo Berlusconi. In pratica con la legge 122 del 2010 chi raggiungeva i requisiti per la pensione doveva aspettare 12 mesi in più per ricevere il primo assegno pensionistico, ad eccezione di 10mila lavoratori, tra cui quelli in mobilità che avevano firmato accordi sindacali entro il 30 aprile 2010.
Per tutti quelli che, pur avendo i requisiti, non rientravano in questi 10mila, e che quindi rimanevano senza reddito né pensione, si decise di mettere una toppa aggiungendo un comma alla legge che concedeva “il prolungamento di tutela del reddito per il periodo di tempo necessario al raggiungimento della decorrenza del trattamento pensionistico”.
Una toppa che però, così come è stata messa, subito dopo è stata levata. A pensarci per prima è stata l’ex ministro Fornero di concerto con il ministero delle Finanze che, con il decreto interministeriale dell’ottobre 2012, cambiava un paletto stabilito dalla legge per chi aveva diritto al prolungamento della tutela al reddito: invece di garantirlo ai “lavoratori collocati in mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 30 aprile 2010”, così come cita la legge 122, venne previsto solo per quei lavoratori che avessero i rapporti di lavoro “cessati entro il 30 aprile 2010”.
«C’è un enorme differenza» - ci spiega Rita Cavaterra, Responsabile delle Politiche Previdenziali Cgil Nazionale - «perché uno può firmare l’accordo di mobilità entro il 30 aprile del 2010, ma poi cessare l’attività lavorativa e quindi l’uscita dell’azienda anche mesi dopo, anche dopo un anno, si sa perfettamente che funziona così».
Il decreto interministeriale pubblicato lo scorso dicembre non solo ripropone il paletto introdotto dal ministro Fornero, ma ne introduce un altro: il prolungamento al reddito per i 7888 beneficiari è previsto “limitatamente alle mensilità di competenza 2013 ”. Il che vuol dire che i beneficiari che aspettano la pensione a cavallo tra i mesi del 2013 e i mesi del 2014 hanno la certezza di essere tutelati solo per i mesi del 2013.
Chi è scoperto fino alla pensione si chiede se dei decreti interministeriali possano disattendere il senso di una legge precedente. Angelo Moiraghi, rappresentante della Rete dei Comitati, ci spiega che: “È una prassi. I decreti interministeriali usciti di volta in volta hanno stravolto le leggi di salvaguardia precedenti, lasciando ancora ad oggi una platea innumerevole di ex lavoratori senza pensione, in balia di bilanci statali che non tengono più conto di un diritto”.
Abbiamo chiesto direttamente al ministro Giovannini delucidazioni al riguardo ed ecco che cosa ci ha risposto:
1. Perché i lavoratori che hanno firmato accordi sindacali stipulati entro il 30/4/2010 sono rimasti scoperti?
Nelle premesse dei decreti relativi agli anni 2012 e 2013, si fa riferimento a lavoratori posti in mobilità entro la data del 30 aprile 2010, sul presupposto che la norma, riferendosi a lavoratori “collocati in mobilità”, assume che gli stessi siano già cessati dal servizio entro il 30 aprile 2010. Ciò anche perché solamente il collocamento effettivo in mobilità consente di valutare con precisione i soggetti interessati e quantificare le risorse necessarie.
2. Con il decreto del 16 dicembre, quante persone rimarranno totalmente scoperte dal sostegno al reddito?
L’eventuale numero dei soggetti che possono restare fuori dal sostegno al reddito è oggetto di una verifica che il Ministero sta conducendo con l’Inps. Il dato potrebbe, tuttavia, non essere nella piena disponibilità dell’Istituto, il quale non è necessariamente a conoscenza degli accordi di mobilità firmati dalle imprese.
3. Con il decreto del 16-12-2013 l’accompagnamento alla pensione non è garantito per chi si troverà a raggiungerne la decorrenza a cavallo tra il 2013 e il 2014. Perché avete ridotto anche la platea dei beneficiari?
Il prolungamento è stato concesso, in considerazione delle risorse finanziarie al momento disponibili, per un numero di mensilità non oltre il 31 dicembre 2013. È stato tuttavia già firmato dal Ministro Giovannini ed è alla firma del Ministro dell’Economia lo schema di decreto che per la medesima platea prevede il pagamento delle residue mensilità del 2014. Il costo stimato di tale intervento ammonta ad € 11.879.108. Di conseguenza, la copertura è già assicurata per tutto l’anno in corso e, di fatto, non si è verificata alcuna riduzione della platea. In altri termini, a causa della scarsità di risorse nell’anno 2013 si è scelto di provvedere alla tutela in due tranche, disponendo, con il decreto 76353 la copertura delle mensilità del 2013 ed emanando un secondo decreto per la copertura delle mensilità 2014 sulla medesima platea.

Altra petizione

Accogliamo l'invito di "Katia" a pubblicizzare un'altra petizione riguardante la situazione degli esodati la cui condizione si è determinata dal 2008.
Dichiarare anticostituzionali alcune leggi per gli esodati ante 31/5/2010
perchè creano un periodo di vuoto economico e di incertezze che umilia la dignità umana e peggiora la qualità di vita, dopo che si erano sottoscritti degli accordi ben precisi per uscire dal mondo del lavoro ed andare in pensione.
A:
Prof. Enrico Giovannini, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Prof.ssa Maria Cecilia Guerra, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
DAMIANO Cesare, Presidente XI Commissione (Lavoro pubblico e privato)
(Leggi il testo)



Restituire dignità agli esodati: una petizione da firmare

Lo Stato Italiano: Restituire dignità, DIRITTI e decoro ai cosidetti "esodati"
Perché è importante
Perché in uno Stato di diritto quale è quello Italiano, per lo meno è ciò in cui mi è stato insegnato a credere, non si continui a perpetrare un cosi indecoroso e, oserei dire, malvagio, errore, quale
è la riforma Fornero.
(per firmare vai a questo link)

Un pullman per gli esodati



Mo24 - politica - manifestazione esodati, pullman in partenza anche da modena partenza all'una di notte del prossimo 6 febbraioPOLITICA
30/01/2014
Manifestazione esodati, pullman in partenza anche da Modena
Partenza all'una di notte del prossimo 6 febbraio
La Cgil di Modena comunica che il prossimo 6 gennaio si svolgerà la manifestazione nazionale degli esodati a Roma. Il coordinamento esodati della Cgil di Modena mette a disposizione un pullman per chi vuole partecipare.
La mobilitazione rientra nelle iniziative per fare rispettare alla politica un patto disatteso con i suoi cittadini e per denunciare i gravi problemi, sempre più drammatici, che vivono coloro che, alle soglie della pensione, sono rimasti senza reddito e senza pensione a causa della Riforma Fornero e che nonostante le salvaguardie formulate (fatte con un’iniquità insopportabile!!), si trovano con scarse o senza tutele ormai da mesi od anche due anni.
La partenza del pullman da Modena è prevista per l’una di notte di giovedì 6 febbraio presso il casello autostradale Modena Sud. Partenza prevista per il ritorno a Modena alle ore 17 con arrivo intorno alle 22.
Gli interessati possono scrivere: Elide Alboni elidealboni@alice.it. Per prenotazione pullman: Marco Vecchi markowekki@live.it .

mercoledì 29 gennaio 2014

Un caleidoscopio di questioni irrisolte

Pensione anticipata donne con opzione contributivo, esodati, Quota 96, precoci: novità e prospettive
-
Continua il dibattito sulle pensioni 2014: il punto su pensione anticipata donne, esodati e Quota 96.
Prosegue incessante il dibattito sulla riforma delle pensioni e sulla configurazione che dovranno avere in questo 2014: sempre aperti i tavoli di discussione tra governo e parti sociali, col ministro Giovannini ad aver  più volte auspicato un dialogo costante e produttivo per cercare di trovare una soluzione. Negli ultimi giorni sta tuttavia tenendo banco il dialogo sulla pensione anticipata donne, con la cosiddetta ‘opzione contributivo’ a catturare sempre più le luci dei riflettori. Facciamo allora il punto su pensione anticipata donna con opzione contributivo, esodati, Quota 96 e precoci.

Pensione anticipata donne con opzione contributivo: tutto nelle mani dell’INPS

Come accennato pocanzi, a tenere banco in queste ultime settimane è il versante della pensione anticipata donne con opzione contributivo; tale opzione consente alle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57 o 58 d’età (57 per le lavoratrici dipendenti, 58 per le autonome) qualora scelgano di avvalersi del metodo contributivo, che se da un lato risulta penalizzante in quanto ad ammontare degli assegni mensili dall’altro consente un’uscita dal lavoro decisamente anticipata.

Al momento è tutto bloccato e il motivo è semplice: la legge 243 del 2004 ha statuito che la possibilità di fruire di una pensione anticipata secondo i tempi e le modalità pocanzi descritte dovesse permanere sino al 2015, ma a marzo del 2012 l’INPS ha sentenziato un aggiunta di 3 mesi nei requisiti d’età del 2013. A completare la previsione il meccanismo di funzionamento delle finestre mobili per il ritiro, che comportano un anno di attesa per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.

Fatti due conti, il tempo a disposizione delle lavoratrici che vorrebbero fruire dell’opzione contributivo sta dunque per scadere, anche se il tutto potrebbe essere sbloccato da un intervento del Governo che potrebbe ripristinare l’originale previsione di fine 2015.

L'ultimo passo l'ha compiuto la Commissione Lavoro del Senato, che ha sollecitato l'INPS invitandola a ripristinare, per l'opzione contributivo, il termine di fine 2015 e a considerare entro tale limite il raggiungimento dei requisiti in luogo dell'effettivo pensionamento, ma al momento non sono arrivate risposte certe. Secondo alcuni e come paventato anche da Il Messaggero, le maggiori resistenze al ripristino dell’opzione non verrebbero tuttavia dall’INPS ma dal Ministero dell’Economia.

Esodati, Quota 96 e precoci: tiene banco il prestito INPS

Poche le novità invece sui fronti esodati, Quota 96 e precoci: il ministro Franceschini ha sottolineato che presto si interverrà ampliando la platea di esodati salvaguardati e autorizzando lo stanziamento di nuovi fondi; una buona soluzione potrebbe essere costituita dal prestito INPS promosso dal Ministro Giovannini, ma ancora la discussione sulla sua possibile introduzione procede senza aver trovato un punto definitivo.
I sindacati sono ormai spazientiti, considerato soprattutto che il governo continua a lavorare alla predisposizione di strumenti volontaristici da mettere a disposizione dei lavoratori senza intervenire per converso sulle norme esistenti. In primis quelle dettate dalla riforma Fornero, portatrici in alcune previsioni, come ribadito dallo stesso Epifani, di vere e proprie ‘ingiustizie sociali’. Se alla lentezza delle istituzioni si aggiunge la bufera in cui si trova al momento l’INPS per via del caso Mastrapasqua si comprende facilmente come i tempi rischino di dilungarsi ulteriormente.
(Leggi)

martedì 28 gennaio 2014

Ospitiamo gli esodati del Credito

Pensando di fare cosa gradita agli esodati del credito, ospitiamo questo contributo alla conoscenza del loro problema segnalatoci da F.F.
Tratto da “UNICREDIT BANCA DI ROMA COLLEGHI-IN SERVIZIO- ESODATI E PENSIONATI”

----POSTO UN INTERESSANTISSIMO ED IMPORTANTISSIMO INTERVENTO DELL'AMMINISTRATORE DEL NOSTRO GRUPPO DANIELE LEOPARDO, CHE CON LA SUA CONSUETA PROFONDITA DI INDAGINE CI FA CAPIRE I RISVOLTI DI UN RECENTISSIMO PROVVEDIMENTO DEGLI AMMINISTRATORI DEL NOSTRO FONDO DI SOLIDARIETA, CHE RISCHIAVA DI PASSARE SOTTO SILENZIO

Daniele Leopardo Stefano Morelli ha postato il resoconto della seduta del 19 dicembre 2013 del Comitato amministratore del Fondo di Solidarietà che è passato inosservato, probabilmente perché di non facile comprensione, ma che merita un approfondimento per due significative misure adottate dal Comitato. Gli argomenti sono molto tecnici ma cercherò di spiegarne l’impatto.

1) Riduzione dell’importo dell’assegno straordinario per i lavoratori che accedono alla pensione anticipata con età inferiore a 62 anni

A decorrere dal 1° gennaio 2012 la riforma Monti-Fornero prevede, anche per i beneficiari della salvaguardia, una riduzione dell’1% per ogni anno di anticipo nell’accesso alla pensione rispetto al compimento dei 62 anni di età, e del 2% per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto a due anni (la riduzione si applica alla quota "retributiva" di pensione calcolata secondo il sistema retributivo e non alla quota "contributiva" calcolata secondo il sistema contributivo). Nella seduta del 19/12/13 il Comitato amministratore del Fondo di Solidarietà ha quindi deliberato la conseguente riduzione dell’assegno straordinario, con decorrenza retroattiva 1° febbraio 2012, per i colleghi già nel fondo di solidarietà alla data del 4 dicembre 2011 in conformità ad accordi stipulati precedentemente a quello del 8 luglio 2011 (ovviamente solo nel caso accedano alla pensione anticipata con un’età anagrafica inferiore a 62 anni). Tali colleghi si devono quindi aspettare una trattenuta per conguaglio che verrà calcolata dall’INPS.
Tale riduzione NON riguarda invece i colleghi entrati nel fondo di solidarietà per effetto di accordi stipulati dopo l’8 luglio 2011, non solo perché già destinatari delle riduzioni dell’8% e dell’11% (precedentemente non applicate) ma anche perché in ogni caso è previsto che restino a carico del fondo fino al compimento di almeno 62 anni di età (questo è un vantaggio perché all’uscita dal fondo, avendo già compiuto i 62 anni, percepiranno una pensione che sarà calcolata senza la riduzione 1%-2%).

2) Ricalcolo dell’assegno straordinario mediante applicazione del coefficiente di trasformazione corrispondente all’età di USCITA dal (e non di ENTRATA nel) Fondo di Solidarietà

Tale misura adottata dal Comitato riguarda tutti in maniera più o meno significativa in funzione dell’importo del montante contributivo che sarà maturato all’uscita dal fondo (cioè il totale dei contributi versati e rivalutati a partire dal 1° gennaio 1996 per chi è nel sistema “misto”, a partire dal 1° gennaio 2012 per tutti gli altri in base all’applicazione del “pro rata contributivo”).
L’argomento ‐ molto tecnico ‐ è stato oggetto di acceso dibattito con Francesca fin dai primi mesi di esistenza del nostro gruppo, poi accantonato e messo in secondo piano dalle altre ben note emergenze.
Il punto è questo: la quota contributiva dell’assegno viene calcolata moltiplicando il montante contributivo maturato al momento dell’uscita dal fondo (considerando anche i contributi versati dalla banca nel periodo di permanenza nel fondo fino al raggiungimento dei requisiti pensionistici) per un coefficiente di trasformazione che è funzione dell’età anagrafica (aumenta con l’età) che avremo nel momento in cui si andrà in pensione. A parità di montante, più tardi vado in pensione più alto sarà il coefficiente di trasformazione e quindi più alta la quota contributiva della mia pensione (la speranza di vita d’altra parte si riduce).
Logica quindi vorrebbe che per il calcolo dell’assegno l’INPS applicasse a tale montante contributivo il coefficiente di trasformazione corrispondente all’età anagrafica alla data di apertura della finestra pensionistica (cioè al momento dell’USCITA dal fondo). E invece no: talmente logico che l’INPS ha fatto esattamente il contrario, ha cioè individuato, in maniera del tutto arbitraria e non concordata con il Comitato amministratore del fondo, il coefficiente corrispondente all’età di ENTRATA nel fondo e pertanto più basso (poiché tra entrata e uscita possono esserci diversi anni di differenza, la differenza in termini economici tra le due ipotesi è significativa, in particolare nel sistema misto dove il montante contributivo è stato alimentato da circa vent’anni di contributi a partire dal 1/1/96). Già nella precedente riunione del 15/3/13 del Comitato Amministratore del Fondo alcuni consiglieri avevano contestato alla Dott.ssa Santoro (Esponente INPS) la non corretta applicazione del coefficiente di trasformazione del montante relativo alla parte contributiva, e ne veniva quindi richiesta la corretta applicazione, in quanto il coefficiente di trasformazione del montante in rendita applicato dall’INPS per il calcolo della quota contributiva dell'assegno non è corrispondente all’età dell’effettivo pensionamento, ma all’età dell’ingresso nel Fondo (cosa che ho sempre evidenziato e contestato anche agli esponenti sindacali).
La conseguenza è che l’INPS dovrà ricalcolare gli importi degli assegni straordinari (a nostro vantaggio). Per chi si trova nel sistema “pro rata contributivo” la differenza netta mensile sarà di poche decine di euro, per chi invece si trova nel sistema misto e quindi ha un montante contributivo importante la differenza può essere significativa (anche oltre 200 euro netti mensili).
La stima del maggior onere per il Fondo stesso (circa 6 milioni di euro fino al 2024) a seguito del ricalcolo degli assegni a vantaggio dei lavoratori.------------------
Spero possa essere utile a tutti.

«Caro Letta ti (ri)scrivo». La Rete dei comitati riprende carta e penna

                                                                                                              Egr. On.le Enrico Letta
                                                                                                              Presidente del Consiglio dei Ministri
                                                                                                              Palazzo Chigi
                                                                                                              Piazza Colonna, 370
                                                                                                              00187  ROMA

Roma, 27 gennaio 2014

La Rete dei Comitati di Esodati con lettera aperta a Lei diretta del 18/10/2013, di seguito riportata,  ha già rappresentato la situazione dei cosiddetti “Esodati” e la preoccupazione per la mancata soluzione del problema.

Successivamente, in data 12 dicembre 2013 una rappresentanza della Rete dei Comitati di Esodati ha avuto un incontro con il Dott. Rana, incaricato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio   On.le Patroni Griffi.

Le problematiche riferite in tale occasione  sono rimaste tuttora aperte anzi, a seguito dell’ulteriore parziale provvedimento di salvaguardia di cui alla legge di stabilità 2014 la preoccupazione per chi ancora non è salvaguardato ed è senza stipendio e senza pensione è ancora maggiore.

Non c’è forza politica presente in parlamento che non abbia dichiarato che il problema “Esodati” è una vergogna italiana e che deve essere trovata la soluzione.

Dato il tempo trascorso dall’emanazione della riforma (oltre 2 anni) e a quasi un anno dalla Sua elezione a Presidente del Consiglio siamo nuovamente a richiederLe un incontro per manifestarLe Le nostre preoccupazioni e presentarLe le nostre richieste e le nostre proposte  per la soluzione definitiva del dramma, richiamato anche dal Presidente della Repubblica in occasione del recente discorso di fine anno, che attanaglia ancora circa 240.000 famiglie di onesti  cittadini italiani.

A supporto di tale nuova richiesta, Le segnaliamo che il giorno 6 febbraio 2014 dalle ore 8.30 alle ore 14.00 “Esodati” provenienti da tutta Italia manifesteranno a Roma,  in  Piazza Montecitorio dove la delegazione, in rappresentanza dei Comitati aderenti alla Rete, attenderà la Sua convocazione.

La delegazione sarà così composta:
COMITATO AUTORIZZATI CONTRIBUTI VOLONTARI     Sig. Francesco Flore contributore@tiscali.it
COMITATO DIRIGENTI ESODATI                                      Sig. Daniele Martella comitato.dirigenti@libero.it
GRUPPO DONNE ESODATE MOBILITATE LICENZIATE Sig.ra Marta Pirozzi gruppo.esmol@gmail.com
COMITATO LICENZIATI E CESSATI SENZA TUTELE      Sig.ra Elide Alboni  comitato.licenziati@libero.it
COORDINAMENTO ESODATI ROMANI                             Sig. Giuliano Colaci demartino-emilio@virgilio.it
COMITATO FONDI DI SOLIDARIETA' di SETTORE FERROVIERI     Sig. Marcello Luca
                                                                                  comitato.fondisettoreferrovie@gmail.com

Al fine di definire i dettagli organizzativi dell’incontro potrà essere contattato il Sig.Francesco Flore tel. 3338997687  indirizzo di posta elettronica florefrancesco@tiscali.it .

Nella speranza che Lei non vorrà sottrarsi al confronto con Cittadini  danneggiati dalla rottura di un patto stipulato con lo Stato siamo a porgerLe distinti saluti

La Rete dei Comitati di Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, Donne Esodate Mobilitate Licenziate (ESMOL), “Quindicenni”, Esonerati, Fondi di Settore e Licenziati.”

 
 
Testo della lettera aperta del 18 ottobre 2013

“La Rete dei Comitati di Esodati con estrema preoccupazione e con forte indignazione è costretta a condannare il vergognoso comportamento del Governo da Ella presieduto in merito alla questione degli “esodati”.
Infatti abbiamo rilevato che Ella:
o   Ha affermato chiaramente ed incontestabilmente nel discorso programmatico di insediamento alle Camere, il 29 aprile 2013,  In particolare con i lavoratori "Esodati" la comunità ha rotto un patto, e la soluzione strutturale di questo problema e' un impegno prioritario di questo governo!;
o    Ha ribadito ancora con forza, appena il 30 agosto 2013 alla Reuter, affronteremo il problema terribile degli esodati, perché lo Stato non ha rispettato un accordo preso con loro e occorre ristabilire un clima di fiducia nel Paese";
o    insieme al suo Governo, ha finora solo tentato di rabbonire la pubblica opinione, così come ha fatto con il cosiddetto “decreto IMU” del 31 agosto 2013, inserendo il “brodino caldo” di una salvaguardia per soli 6.500 soggetti “esodati”;
o    Improvvisamente e repentinamente ha “invertito la rotta” tacendo, nel suo discorso alle Camere del 2 ottobre 2013, sul problema degli esodati, facendoli di fatto sparire dall’agenda politica del suo Governo, dopo soltanto un mese dall’ultima forte e determinata dichiarazione pubblica in merito;
o    tramite il suo Ministro del Lavoro, come già fatto dal Governo precedente, sta contrastando, con ogni mezzo ed in maniera subdola e nascosta, ogni tentativo parlamentare di soluzione “strutturale” del problema esodati;
o    continua a nascondere ostinatamente, insieme al suo Ministro del Lavoro e come il Governo precedente, al Parlamento ed al Popolo Italiano le reali dimensioni del dramma creato dalla riforma Fornero, decine di migliaia di famiglie derubate dallo Stato (per l’INPS ancora oltre 260.000)!
o    insieme al suo Governo, ha ribadito con la Legge di Stabilità del 15 ottobre u.s. il totale disinteresse, suo e dei Partiti che compongono la sua maggioranza, per il dramma degli esodati, ancora ridicolmente agendo su numeri irrisori di esodati e rifiutando una soluzione strutturale.
La Rete dei Comitati afferma da tempo che la “soluzione strutturale” della “rottura di un patto” o è il ripristino immediato di quel patto oppure non è una soluzione!! Terzium non datur!!

Perciò denuncia che la correzione di una così palese violazione dei diritti di cittadini italiani deve essere una priorità e deve venire operata da subito, già a partire dalla conversione in Legge del Decreto di Stabilità!

Pertanto chiediamo che sia inserita dall’immediato una “clausola definitiva” che affermi i diritto a pensione di tutti coloro che “Non erano più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure che avevano entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale hanno previsto il futuro licenziamento, purché maturino il requisito pensionistico con le previgenti norme entro il 31.12. 2018”. Le coperture saranno gestite annualmente tramite il “fondo esodati” previsto dalla L. 228/2012!

DEVE ESSERE SANCITO IL PRINCIPIO E RIPRISTINATO IL DIRITTO!

Chiediamo quindi un incontro urgente per una verifica seria di un problema che rappresenta una vera emergenza socialmente esplosiva, di cui il suo Governo si sta rendendo unico Responsabile!

La Rete dei Comitati di Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, Donne Esodate Mobilitate Licenziate (ESMOL), “Quindicenni”, Esonerati, Fondi di Settore e Licenziati.”

lunedì 27 gennaio 2014

I prof: "Noi bloccati dalla Fornero, e i giovani a spasso"

La rivolta via mail dei prof a un passo dalla pensione: "Noi bloccati dalla Fornero, e i giovani a spasso"La rivolta via mail dei prof a un passo dalla pensione: "Noi bloccati dalla Fornero, e i giovani a spasso"
Sono almeno 4mila e si stanno fancendo sentire sull'onda del caso degli scatti di stipendio. Chiedono a Renzi e Letta di risolvere "un pasticcio che produce la classe docente più vecchia d'Europa e il record di precari bloccati"
di SALVO INTRAVAIA
25 gennaio 2014
La rivolta degli insegnanti della scuola corre di nuovo sul web. Dopo quella sul pasticcio degli scatti dello stipendio, che ha costretto il governo a fare marcia indietro (anche se la partita non è ancora conclusa), scoppia la grana dei docenti che nel 2011 stavano per andare in pensione e sono stati bloccati dalla riforma Fornero: i cosiddetti "quota 96". Centinaia di lettere - tutte firmate, alcune indirizzate al "sindaco Metteo Renzi" - stanno inondando le caselle di posta elettronica dei giornali. Il tormentone è sempre lo  stesso: "Un altro pasticcio si abbatte sulla scuola: quota 96". Diversi partiti politici sono alla ricerca di una soluzione, ma si devono trovare le ormai arcinote "coperture finanziarie". Ecco di cosa si tratta.

Nel dicembre 2011, fu varata la riforma Fornero sulle pensioni, che allungò di colpo sia l'età per lasciare il lavoro, sia gli anni di contribuzione da mettere sul piatto per congedarsi. Gli insegnanti che il 31 agosto dell'anno scolastico in corso di svolgimento  -  il 2011/2012  -  avrebbero raggiunto il requisito previsto fino a quel momento dalla riforma Maroni  -  la "quota 96" che si ottiene sommando anni di servizio e età   -  erano certi di poter fare valere non l'anno solare ma l'anno scolastico appena iniziato. E invece vennero bloccati e costretti a rimanere in servizio fino a 67 anni. Altri 5 o più anni in cattedra col traguardo ormai a portata di mano.

La quota 96, infatti, si poteva raggiungere con un minimo di 60 anni di età e 35 di servizio: 61 anni e 35 di servizio, 60 anni e 36 di servizio o con spezzoni che sommassero sempre 96. Un pasticcio che assomiglia tanto a quello degli esodati che incapparono sulla stessa riforma Fornero. Ma di minore gravità. E adesso, che dopo la questione degli scatti stipendiali  -  prima bloccati con la richiesta di rimborso di 150 euro al mese, a coloro che li avevano percepiti, e dopo sbloccati  -  il vento della politica sembra essere cambiato, si fanno sentire i docenti "che non ce la fanno più a rimanere a scuola".

"Abbiamo la classe docente più vecchia del mondo e queste burocrazie incapaci tengono in classe persino gli aventi diritto per errore", si legge nella nota che corre sul web. Secondo alcuni conteggi, i bloccati sarebbero circa 4mila e per consentire loro di andare in pensione occorrerebbe una cifra "strutturale" variabile tra 267 e 490 milioni. Una cifra che in tempi di vacche magre sembra troppo alta anche per ripristinare un diritto acquisito. "Trovare le risorse (una cifra ridicola rispetto ai mille sprechi) per mandare in pensione i circa 4mila insegnanti e Ata di Quota 96 non è solo un dovere per rimediare a un assurdo errore del governo Monti, ma anche l'occasione per stabilizzare 4mila docenti e Ata che rischiano di invecchiare da precari nelle graduatorie".

E "adesso che c'è Renzi, che vuol cambiare profilo alla Scuola italiana, almeno questo può consigliare di farlo al governo Letta: sanare i pasticci burocratici di una macchina amministrativa incapace di reggere la sfida dei tempi. I nostri alunni  -  concludono i docenti imbiancati dal tempo e con meno forze -  si ritrovano i docenti più vecchi del mondo". "E' possibile  -  si chiedono  -  che bambini di tre anni abbiano maestre d'asilo di 61 o 62 anni? Considerando poi che in Italia un giovane su due è disoccupato? Serve un patto di turn over generazionale, almeno nella scuola. Secondo noi questo governo può e deve rispondere alle sfide e ai bisogni della scuola di oggi".
(Leggi)

Esodati: facciamo il punto di questa ultima settimana

Esodati: facciamo il punto di questa ultima settimana
Mentre si cerca una soluzione definitiva alla questione esodati per mettere un punto agli errori della legge Fornero, c’è un esercito di persone che aspetta ancora la salvaguardia e vive senza reddito. La situazione
Il tempo passa, l’esercito degli esodati continua ad arricchirsi di nuovi arrivi e il governo ancora naviga in alto mare. Nonostante, infatti, i tre decreti di salvaguardia dell’ex governo Monti, che ha tutelato 130mila persone, di cui però ancora pochissimi ricevono effettivamente l’assegno pensionistico, la questione esodati è ancora ben lontana da una soluzione definitiva.
E si lavora ancora per permettere ai lavoratori un’uscita anticipata dal lavoro, rispetto all’attuale soglia fissata dalla legge Fornero, senza il rischio che rimangano senza lavoro e senza pensione. E mentre il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha annunciato: “Stiamo lavorando con il Mef per una proposta robusta dal punto di vista finanziario e giuridico alle parti sociali. L'idea è che contribuiscano tutti e tre i soggetti: i lavoratori, le imprese e lo Stato.
Stiamo pensando ad uno strumento flessibile in funzione della condizione soggettiva del lavoratore”, Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione Lavoro della Camera, ha detto: “Ci fa piacere che il governo stia lavorando in queste ore per elaborare una proposta robusta che eviti il formarsi di nuovi esodati.
Questa dichiarazione del ministro Giovannini la stiamo aspettando da tempo. Ormai è chiaro a tutti che, nonostante una serie di interventi che hanno portato complessivamente alla salvaguardia di oltre 160 mila lavoratori rimasti senza reddito a seguito della riforma Fornero, il tema dei cosiddetti esodati non può dirsi risolto. Adesso anche il governo parla di un anticipo del pensionamento rispetto agli attuali tetti: si tratta di capire nel merito quale sarà la proposta”.
E nell'attesa di eventuali soluzioni, gli esodati di ora si ritengono dimenticati o maltrattati dal governo e, proprio per questa ragione, hanno deciso di scrivere una lettera aperta al ministro del Lavoro, Enrico Giovannini . Si tratta di un gruppo di ex-dipendenti di IntesaSanpaolo che fanno parte della folta schiera degli esodati, cioè quei lavoratori italiani che, negli anni scorsi, hanno firmato un accordo con la propria azienda per mettersi in mobilità in vista della pensione, per poi ritrovarsi beffati dall'ultima riforma previdenziale ideata dall'ex-ministro Fornero (che ha innalzato di colpo l'età di pensionamento).
Molti dipendenti di IntesaSanpaolo, che si sono messi a riposo prima del 2010, oggi sono già senza reddito, cioè senza stipendio e senza assegno previdenziale, e nonostante i governi Monti e Letta si siano impegnati a erogare a questi ex-lavoratori un sussidio temporaneo, per incassare le indennità, gli esodati ante-2010 hanno dovuto prima aspettare mesi per vedere approvato il decreto ministeriale che stanzia i soldi destinati ai sussidi; poi, il decreto del governo, approvato alla fine dell'anno scorso, ha stanziato le risorse soltanto per le mensilità arretrate, cioè quelle che arrivano fino al 31 dicembre del 2013. Dei sussidi che spettano ai lavoratori nel 2014 non c'è ancora traccia e, per liquidarli, il governo dovrà approvare un nuovo decreto. E ci vorrà ancora tempo.
(Leggi)

Organizziamoci: tutti a Roma il 6-2-14!!!

Siamo a buon punto
Siamo 63 prenotati al NORD
42 su primo pullman c'è posto quindi aspettiamo i lombardi emiliani piemontesi
21 su secondo pullman dal Veneto: Friuli, Mestre, Padova, Treviso, Trentino Verona, Ferrara, Bologna Casalecchio
si deve cercare di incrementare il numero di persone del secondo pullman

Inoltre...
aiuteremo il pullman dal SUD 9+6+altri che vorranno prenotarsi
e-mail di prenotazione a claudio.ardizio@libero.it - markowekki@live.it - costantinomichele53@gmail.com 


 

sabato 25 gennaio 2014

Un'intensa giornata di incontri: la delegazione relaziona

Resoconto della giornata di ieri: 24-02-14
Ieri una delegazione della rete degli esodati è stata ricevuta al Quirinale dal Consigliere di Stato Prof. Montedoro, Responsabile Uffici Giuridici del Quirinale e primo consigliere del Presidente della Repubblica.
E' stato consegnato al Prof. Montedoro brevi mani il dossier della rete dei comitati, che comunque si è detto ampiamente a conoscenza della problematica per avere avuto costanti contatti con il Capo gabinetto del Ministero del Lavoro, di aver rilevato l'ostacolo delle risorse economiche insufficienti per garantire soluzione al problema e di aver segnalato dal suo Ufficio la non adeguata disciplina transitoria.
Sono stati discussi con il Prof. Montedoro alcuni aspetti di presunta incostituzionalità della riforma Fornero. Al riguardo il Prof. Montedoro ha condiviso spazi per ricorsi di incostituzionalità in quanto la norma transitoria della riforma non ha tenuto conto degli affidi pregressi, aspetto, questo, che contrasta con il principio di uguaglianza inteso come valore assoluto, ovvero sull'effettuazione di scelte sulla base un quadro normativo adeguatamente stabile soprattutto se in presenza di adesione ad accordi di esodo conclusi con interventi di parti sociali e di istituzioni (ministero del lavoro, regioni, etc). A suo parere, invece, non sussisterebbero rilievi incostituzionali in rapporto al diverso trattamento adottato nei confronti di altre categorie (es. militari).
Un'istanza di incostituzionalità avrebbe maggiore possibilità di essere accolta se promossa e supportata da una organizzazione strutturata come ad es. il sindacato.
La delegazione ha evidenziato i dati contraddittori finora comunicati da INPS e dal Ministero del Lavoro circa il numero totale di persone da salvaguardare e le modalità di valorizzazione da parte della ragioneria generale dello Stato, diverso tra risparmi e salvaguardia: il Consigliere si è impegnato a richiedere tale stima ai suddetti enti ed a comunicarcene l'esito.

E' stato chiesto un intervento da parte del presidente della Repubblica nei confronti del governo, affinché ai non salvaguardati gli venisse almeno riconosciuto il diritto degli accordi firmati alla data del 31/12/2011.
E' stato, infine, evidenziato dalla delegazione come, finora, il Presidente Napolitano non si sia speso attraverso dichiarazioni esplicite o con richiami diretti a Governo e Parlamento sulla questione esodati pur costituendo questo un dramma che coinvolge 390mila persone e le loro famiglie, avendo lo stesso preso atto pubblicamente dell'esistenza del dramma soltanto in occasione del discorso di fine anno.

Il Consigliere riporterà al Segretario e direttamente al Presidente le risultanze dell'incontro odierno e ha dato disponibilità ad un successivo incontro tra 2/3 mesi per un aggiornamento della situazione.

Stupore e meraviglia è stato manifestato dal Consigliere di Stato Prof. Montedoro quando gli è stato fatto presente che un'azienda di Stato, Poste Italiane, a seguito della sopravvenuta legge Fornero e a fronte di richieste di continuazione del rapporto del lavoro, avanzate con raccomandata A.R., non si è mai degnata di rispondere.

La mattina abbiamo avuto un incontro con le On. Bechis e Spadoni del M5S, la quale confermano la loro disponibilità e del movimento affinché il problema esodati venga risolto, però sono orientate più per l'abrogazione della riforma attraverso un referendum che probabilmente presenteranno, visto che sicuramente per via politica la riforma non sarà mai abrogata finché al governo ci saranno pd e pdl. A tal proposito hanno chiesto esplicito aiuto a noi tutti esodati di dargli una mano in una eventuale raccolta firme.
Successivamente abbiamo incontarto l'on. Incerti del Pd. Si è parlato della 727 dove ci ha fatto capire che tale pdl morirà prima di essere presentata, adesso stanno discutendo la proposta di Giovannini (per capirci quella di uscire prima con un prestito) che sembrerebbe che a molti del pd piace. Gli abbiamo detto che non è applicabile agli esodati, in quanto davanti alla legge non ci possono essere esodati che gli viene riconosciuto il diritto ed altri che vanno in pensione con delle penalità o quant'altro. Inoltre gli abbiamo ricordato che ci sono persone che hanno 40 anni di contributi e 59 anni di età, pertanto al raggiungimento dei 62 anni di cosa campano?
Effettivamente ha riconosciuto che è una proposta molto contorta e che va corretta su molti punti. Però a suo dire la migliore cosa è andare avanti con il fondo della legge di stabilità ,dove verranno messi dei nuovi fondi oltre ai risparmi delle prime salvaguardie e spostato il paletto dei 36 mesi in base ai fondi disponibili. Dello stesso parere Stefano Fassina, che ci conferma l'impegno di salvaguardare tutto il 2015 spostando il paletto dei 36 mesi al 31/12/2015 e procedendo così anno per anno. Anche Andrea Oliviero di Scelta Civica ha riconosciuto l'errore nei nostri confronti ed è convinto che tutto sarà risolto con il fondo.
Braglia
Scialla
Guagni
Martella
Barbini
Colaci.

Pensioni anticipate e esodati 2014

Pensioni anticipate e esodati 2014: ultime notizie su circolare INPS, scontri nel governo Letta
-
Tutte le ultime notizie su pensioni anticipate ed esodati per il 2014. Circolare INPS e proposta Giovannini.
La questione della riforma delle pensioni Fornero sta divenendo giorno più giorno sempre più una sorta di telenovela. Dopo le critiche da parte dell'OCSE per l'insostenibilità sociale di quel tipo di riforma, il governo Letta le sta provando tutte per raddrizzarne alcune storture. La maggiore di tutte, per il momento, riguarda da un lato gli esodati e dall'altro le cosiddette pensioni anticipate. A prendere la parola su quest'ultima questione è stato il ministro Giovannini con la sua proposta di uscita flessibile dal mondo del lavoro, cosa che dovrebbe andare incontro alle esigenze di pensioni anticipate e esodati. Critiche veementi, però, sono giunte anche dalla CGIL. Intanto è arrivata anche una circolare INPS che ingarbuglia ancora di più la situazione. In questo articolo cercheremo di chiarire alcune questioni riguardo al sistema di pensioni anticipate pensato per il 2014-2015.

Pensioni anticipate ed esodati 2014: la circolare INPS
I problemi creati dalla riforma delle pensioni Fornero cominciano a farsi sentire proprio per questo 2014, anno in cui entra definitivamente in vigore. Per quanto riguarda le cosiddette pensioni anticipate, soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici, proprio alcuni giorni fa c'era stata una circolare INPS, che permetteva a tutte le lavoratrici del settore pubblico, privato e autonome di avere un anno in più, tutto il 2015, per poter andare in pensione anticipata, prima di aver compiuto i sessant'anni di età. Si trattava, secondo la circolare INPS, di attivare un canale privilegiato soltanto per loro. Nel governo Letta è scoppiata la polemica e a intervenire sono stati anche i sindacati.

Pensioni anticipate ed esodati 2014: le proposte di Giovannini
Il ministro Giovannini ha avanzato una proposta per immettere il concetto di flessibilità all'interno del sistema pensionistico. La sua idea è quella di lasciare intatto l'impianto della riforma Fornero ma di agevolare l'uscita dal mondo del lavoro attraverso strumenti volti a incrementare la flessibilità. Per quanto riguarda, in particolar modo, la questione delle cosiddette pensioni anticipate, Giovannini ha proposto che, per permettere l'uscita dal lavoro, si attivi un complesso sistema in cui abbiano una propria parte lo Stato, le aziende e i lavoratori, tutti con un proprio contributo. Tutto tace invece sul fronte esodati, questione particolarmente importante e a tratti labirintica. La proposta comunque non è stata accolta favorevolmente né dalle commissioni Lavoro di Camera e Senato né tantomeno dalla CGIL. Vediamo quali sono le critiche che arrivano dai sindacati.

Pensioni anticipate ed esodati 2014: la critica della CGIL
Vera Lamonica, segretario confederale CGIL, ha preso la parola per criticare l'impianto complessivo della riforma Fornero e i tentavi di aggiustamento fatti dal ministro Giovannini. In primo luogo, dice Vera Lamonica, non è stata ancora affrontata seriamente e con tavoli di confronto la questione di una riforma che cancelli in toto la riforma Fornero e soprattutto le proposte del ministro Giovannini non tengono conto della situazione non soltanto degli esodati del 2013 ma di tutti quelli che vi saranno anche nel 2014. Dal punto di vista tecnico aggiunge poi che non comprende bene il motivo per cui anche una proposta di passaggio al contributivo per risolvere la questione delle pensioni anticipate venga così ostacolata. Ricordiamo ovviamente che il passaggio al contributivo costa circa un quarto della pensione.
(Leggi)

Quarto decreto: domanda alla DTL entro il 26-2-14

Esodati: come fare per conoscere se si ha diritto alla pensione con la vecchia normativa
LoSchermo.it24-01-2014 / Notizie Flash / La redazione
LUCCA, 24 gennaio - Il 26 Febbraio 2014 scadono i termini per la presentazione delle domande alla DTL dei lavoratori salvaguardati (cosiddetti “esodati”).
Possono rientrare nel 4° decreto ed andare in pensione con la vecchia normativa precedente alla riforma Fornero le seguenti tipologie di lavoratori:
Lavoratori licenziati tra il 1°gennaio 2009 ed il 31 dicembre 2011, che hanno un reddito da lavoro inferiore a 7.500 euro l’anno dopo la cessazione e che possono andare in pensione entro il 6 gennaio 2015 con la vecchia normativa;
Lavoratori che hanno usufruito del congedo retribuito in base al D.Lgs. 151/2001 nel corso dell’anno 2011 o che hanno usufruito sempre nel corso del 2011 dei permessi retribuiti della legge 104/92. I suddetti lavoratori possono andare in pensione con la vecchia normativa se raggiungono il diritto a pensione entro il 6 gennaio 2015;
Dipendenti pubblici in esonero dal servizio entro il 4 dicembre 2011 o in caso di esonero successivo che abbiano presentato la domanda entro il 4 dicembre 2011.
I lavoratori e le lavoratrici che pensano di rientrare tra le categorie dei lavoratori di cui sopra possono rivolgersi presso gli uffici del patronato INCA-CGIL della Provincia di Lucca, per verificare l’eventuale diritto e per presentare le domande in tempo utile come previsto dal decreto.
(Leggi)
Leggi anche: Versiliatoday