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lunedì 30 giugno 2014

Dopo l'incontro con Poletti. A caldo: umore down

RESOCONTO TELEGRAFICO SULL'INCONTRO CON IL MINISTRO POLETTI TERMINATO ALLE 19
1) l'emendamento governativo per la 6' salvaguardia è blindato e difficilmente suscettibile di miglioramenti per assenza di alcuna ulteriore copertura finanziaria per eventuali allargamenti (neanche per i 3 mesi pe annullare l'Adv che chiedevamo
2) gli altri interventi sono rinviati in sede di approvazione della Legge di Stabilità e le ipotesi alle quali il governo sta lavorando sono quelle emerse in questi giorni : flessibilità con penalizzazioni, quota 100, contributivo e Apa. Tutto dipenderà dalle nuove risorse che si riuscirà a trovare (???!!!!).
3) le uniche assicurazioni che abbiamo ottenuto son quelle che tutti i risparmi che si registreranno nelle 6 salvaguardie saranno destinate esclusivamente al finanziamento di altre.... una misera consolazione.
Evito di resocontarvi sulle nostre quasi urla, contestazioni ripetute (sull'alibi delle coperture finanziarie), e le minacce risultate sostanzialmente vane.
Rimango convinto che qualcuno ha svenduto quella pdl per il suo progetto sulla flessibilità ma me lo tengo per me.
Non ho nessuna voglia, ne possibilità, visto l'umore, di aggiungere alcun altro commento e seguirà resoconto dettagliato della riunione nei prossimi giorni.
Chiamerò i colleghi ad una attenta riflessione su nuove strategie di lotta, nuove alleanze e nuovi strumenti di lotta che dovranno urgentemente attivarsi da qui alla presentazione della Legge di Stabilita. Scusate la mia franchezza e crudità ma stasera questo Flore vi passa il convento.
Francesco Flore

Presidi spostati al 2 luglio 2014

Spostato il
TRIPLO presidio a Roma dal 30-06-2014
- vedi qui
VENITE AL PRESIDIO
IL 2 LUGLIO

Avuti i permessi, il presidio è stato spostato al mercoledì 2 luglio il Ministro Poletti si è reso disponibile a riceve una delegazione di 5 persone lunedì 30 giugno, ore 16.

NON CI SEMBRA POCO aver ottenuto un incontro di Poletti con  una delegazione di 5 persone PRIMA DI ANDARE in Aula alla Camera che resoconteremo.  

La delegazione sarà composta da: Ardizio, Flore per la Rete, Martella per 2 comitati (Flore e Martella sono stati da Poletti il 16 aprile 2014), Marco Crociati (Ferrovieri) e Venere Anzaldi (quota 96).
 
La delegazione produrrà testi scritti: 1 per gli esodati , 1 per i ferrovieri e 1 per quota 96.
   
Al  presidio il 2 luglio molti potranno parlare con parlamentari la mattina , e vedremo di andare poi al MEF 
E' IMPORTANTE esserci in TANTI il 2 luglio e esprimere la nostra rabbia , la nostra insoddisfazione per la mancata salvaguardia definitiva che Poletti prometteva da mesi  ed  anche sulla presa in giro dei numeri INPS che non spiegano.

Non aspettiamo settembre, visto che si può iniziare anche il 2 luglio per avere la GIUSTA SALVAGUARDIA che speriamo DEFINITIVA ENTRO FINE ANNO
MOLTO DIPENDE DA NOI e dalle nostre LOTTE. 

domenica 29 giugno 2014

La Rete incontra Poletti il 30-06-14

Incontro con Ministro Poletti - Roma, 30 giugno 2014
Documento della Rete dei comitati degli “Esodati”

Signor Ministro,
Si è giunti al trentesimo mese dall'entrata in vigore della manovra previdenziale Fornero-Monti che, per il suo carattere di iniquità, ingiustizia e incostituzionalità, ha di fatto scippato cittadini italiani del loro legittimo DIRITTO alla pensione, condannandoli di fatto e irrimediabilmente a restare per numerosi anni senza alcun reddito.

Riteniamo del tutto inutile ripeterle, questo pomeriggio, quali siano le richieste della Rete dei comitati a Lei già esposte chiaramente con i  numerosi documenti della Rete dei Comitati e negli svariati incontri  avuti con Lei in numerose città d'Italia durante la campagna politica, come a Genova, Modena, Padova, Reggio Emilia, Bareggio, Milano, ecc.


30 mesi in cui alla rabbia, all'insicurezza e all'angoscia costanti si è voluto aggiungere, per questi cittadini italiani, un tocco di tortura con il meccanismo delle salvaguardie, che, basandosi su paletti di vario tipo imposti arbitrariamente e col solo esplicito scopo di diminuire il più possibile il numero dei beneficiari, ha portato di fatto al prodursi di numerose ulteriori DISCRIMINAZIONI  tra soggetti aventi ESATTAMENTE gli STESSI requisiti e nell'ambito della stessa categoria, ma nati in mesi diversi dello STESSO anno. Pertanto nella realtà dei fatti le salvaguardie sono delle lotterie con in palio il diritto alla pensione, ossia lo strumento di sopravvivenza del progetto sociale e familiare delle donne e uomini cosiddetti "esodati NON salvaguardati".


Il sistema delle salvaguardie è reso in particolar modo discriminante e penalizzante perché impone l'applicazione dell'abominevole criterio “dell'aspettativa di vita”, moderatamente comprensibile nel caso di soggetti ancora al lavoro, ma particolarmente dannose e penalizzanti  per   cosiddetti esodati che invece, purtroppo e  NON per loro volontà, sono fuori dal mercato del lavoro da anni


In questi 30 mesi si sono avute formali dichiarazioni ed impegni di due Presidenti della Camera (Fini e Boldrini) che hanno riconosciuto i forti elementi di incostituzionalità della manovra (perché di questo si tratta e non di riforma previdenziale) Monti-Fornero, e la loro formale richiesta ai deputati (ripetuta poi anche dal Presidente Grasso ai Senatori) di risolvere sollecitamente il dramma degli “esodati” con i quali lo Stato ha rotto un patto.


Medesima affermazione ed impegno del Presidente Letta nelle sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento all’indomani del suo insediamento a Palazzo Chigi.


L’attuale Presidente (nonché segretario del partito di maggioranza) non ha ancora avuto modo (e volontà) di pronunciarsi se non con qualche tweet a nostro sostegno durante la campagna elettorale delle primarie di partito.


Negli ultimi 4 mesi si sono incontrati, per citare solo i più significativi,:


   -   Il 19.2.2014 (vedasi resoconto allegato) la nuova Segreteria del PD (Taddei, Madia e Faraone) nel quale, sostanzialmente,   ci è stato manifestato l’impegno del Partito e del Governo di pervenire alla soluzione strutturale del problema degli “esodati” entro il 2014 individuando anche le coperture finanziarie con nuove risorse che sarebbero pervenute dall’imminente accordo con la Svizzera sul rientro dei capitali depositati illegalmente in quel paese;


   -   Il 9.4.2014 (vedasi resoconto allegato) il Sottosegretario On. Baretta che  informava che il Governo Renzi intendeva risolvere strutturalmente, entro l’anno, il dramma degli “esodati”  non volendo più procedere per mezzo di salvaguardie NON risolutive, e perimetrare la platea ed il recinto nell’ambito del quale individuare gli “esodati” (coloro che avevano perso il lavoro a qualsiasi titolo o firmato accordi che lo prevedevano successivamente al 31.12.2011 e  maturano il diritto alla pensione entro il 2018) dando priorità a questi, perché già privi di reddito (con il riconoscimento del diritto alla pensione con la precedente normativa) e considerando tutti gli altri “esodandi” per i  quali è necessario intervenire con strumenti diversi e  specifici;


Il 16.4.2014 con Lei, Signor Ministro, presso il Ministero del Lavoro in occasione della giornata conclusiva del presidio di 3 giorni organizzato dagli “esodati” (vedasi resoconto allegato).


In quell'incontro ufficiale, ma pure in quelli informali citati, Lei ci ha confermato di condividere le intenzioni del Sottosegretario On. Baretta e ha ribadito esplicitamente che il Governo e Lei eravate della ferma opinione di procedere a risolvere il dramma NON più attraverso toppe, che peraltro hanno in sé marcanti elementi discriminatori, ma mediante un intervento strutturale.


In quell'occasione Lei  ci informò dell'imminente costituzione di un tavolo/commissione tecnico-politica avente il compito di appurare con efficacia e rapidità le componenti della platea, i suoi numeri e le coperture finanziarie necessarie per la soluzione strutturale, che per base avrebbe avuto i riferimenti della proposta di legge unitaria approvata dalla Commissione Lavoro della Camera ( n. 224 e collegate)


Il tavolo tecnico ha tenuto finora un unico incontro, il 7 maggio scorso; da allora quasi due mesi sono trascorsi e tale think-tank NON è più stato riconvocato. Nel corso di quell'unica riunione della commissione tecnica Inps e Ragioneria dello Stato consegnarono relazioni contenenti numeri e costi relativi alla proposta di legge unificata. Quelle stime sono state da noi contestate dettagliatamente (vedasi documento allegato) e si desidera richiamare almeno la parte conclusiva della nostra relazione, dove si afferma che : “si intuisce come le somme per coprire finanziariamente la PdL Unitaria in oggetto, e favorire la soluzione della questione esodati, scenderebbero notevolmente, rispetto a quanto preventivato nella stima fatta pervenire dall’INPS, se soltanto si tenesse conto delle considerazioni portate nei precedenti capoversi. Infatti il totale calcolato sommando le cifre esposte nelle altre colonne, pari a circa 5,9 Mld di Euro, più quelle calcolate per le colonne 2 e 5 riparametrizzate sulla base delle osservazioni fatte, e sottraendo i risparmi determinati dagli “avanzi” delle precedenti salvaguardie e quelli derivati dall’introito della tassazione IRPEF, diventerebbe una somma sicuramente reperibile e gestibile nel bilancio dello Stato nell’arco temporale preso in considerazione dalla relazione...”


Allo stato attuale dopo la presentazione dell'emendamento (cosiddetta VI salvaguardia) da Lei presentata il 26 giugno in Commissione Lavoro della Camera, la Rete dei Comitati non può che prendere atto che di fatto si è voluto bocciare la proposta di legge 224 e collegate, rinnegando in toto gli impegni esplicitamente presi dai vari rappresentanti del Governo sopraddetti. La Rete dei Comitati reputa tale scelta un fatto gravissimo, che porta solo ad affermare l'innegabile sillogismo che la montagna ha partorito un topolino.  


Si dimostra ancora una volta che non esiste la volontà politica di risolvere alla radice e strutturalmente il problema-dramma degli “esodati. Nonostante questo:
  1. La Rete dei Comitati sostiene l'emendamento per la VI salvaguardia presentato dal Governo e all'esame il prossimo 2 luglio, pur considerandolo solo una toppa, un cerotto al dramma dei cosiddetti esodati,    quindi affatto risolutivo della problematica. La Rete dei Comitati ritiene comunque che debba essere ripristinata la salvaguardia per tutti i Contributori Volontari così come previsto all’art. 1 punto 2 comma d) della proposta di legge 224 e collegate che si intende modificare.  L'emendamento, come i provvedimenti precedenti, fa perdurare numerose discriminazioni all'interno delle stesse categorie. Si constata anche la pericolosità e la gravità della scelta del suo finanziamento reperendo le coperture da fondi rimanenti di precedenti salvaguardie e dal fondo per il sostegno della cassa integrazione. La Rete dei Comitati, ha la necessità comunque di tutelare i lavoratori da ulteriori e probabili errori di calcolo dell'INPS per cui deve essere inserita una clausola di salvaguardia a tutela degli eventuali soggetti che, a causa della limitazione posta alla lettera a) comma 1 art. 1, dovessero subire la perdita della salvaguardia già prevista dalla L. 135/2012 art. 22 comma 1. Inoltre è totalmente inaccettabile la lettera b) comma 1 art. 1 in quanto modifica i requisiti della salvaguardia prevista dall'art. 22 comma 1 lettera a) L. 135/2012 retroattivamente (con il criterio inaccettabile già con il DM 1 giugno 2012), che pertanto va eliminata! D'altronde, se i calcoli dell'INPS sono corretti, non si capisce il motivo di modificare i requisiti. L’emendamento proposto lo si considera un ulteriore passo compiuto, seppur perfettibile, ma NON accetta di considerarlo l'ultimo atto rispetto alla soluzione strutturale dramma dei cosiddetti esodati.  
  2. La Rete dei Comitati esprime forte biasimo per la sospensione dei lavori del tavolo tecnico, per le risposte insufficienti date nel corso del suo primo incontro e per la evidente dilatazione della tempistica dei lavori, che invece veniva affermato dallo stesso Ministro, in occasione dell'incontro del 16 aprile 2014 presso il Ministero, avrebbero avuto un carattere di efficacia e ragionevole velocità .
  3. La Rete dei Comitati esprime il massimo disappunto e sdegno per la bocciatura della pdl 224 ed allegate a causa del ripetuto pretesto della mancanza di coperture, a fronte delle coperture INGENTI che invece si sono trovate agevolmente per il bonus fiscale di 80 euro a favore di cittadini italiani certo con redditi esigui, ma pur sempre con un reddito, diversamente da quanto i cosiddetti esodati NON SALVAGUARDATI si trovano a vivere oramai da anni.
  4. La Rete dei Comitati esprime totale contrarietà all'abbandono della proposta di legge 224 e allegate come punto di partenza per la messa appunto della soluzione strutturale, indicata invece dal Ministro in persona, come ferma intenzione del Governo, nell'incontro tenutosi sempre lo scorso 16 aprile presso il Ministero ma anche nei numerosi incontri informali citati.
  5. La Rete dei Comitati esige che la soluzione strutturale NON venga più rimandata, che venga elaborata partendo dall'impianto della proposta di legge 224 e collegate, e che la sua predisposizione avvenga al più tardi con la legge di stabilità prevista nei prossimi mesi autunnali. Ci attendiamo da Lei questo nuovo e formale impegno in considerazione della vergogna e della gravità del fatto che, a distanza di quasi tre lunghissimi anni, oltre 240.000 cittadini italiani ad oggi vengano lasciati ancora nel baratro più totale rispetto al loro presente ed a loro futuro, con lo scippo perpetrato a danno del loro diritto alla pensione.
  6. La Rete dei Comitati ribadisce che i due principi che considera debbano essere i cardini dell'impostazione strutturale debbano essere:
    1. Non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere  entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedano il futuro licenziamento
    2. maturazione del diritto pensionistico con le previgenti norme almeno fino al 31/12/2018.
  7. La Rete dei Comitati considera essenziale che si continui a mantenere una  chiara  distinzione tra “esodati” ed “esodandi” per le ragioni fin qui rappresentate;
  8. La Rete dei Comitati sollecita fortemente il Ministro ad adoperarsi e ad intervenire affinché  si dia immediato corso alla risoluzione amministrativa delle problematiche causate dalla interpretazione restrittiva dell’INPS (tra l’altro inserite nella circolare  n.35 dell’Istituto del  marzo 2012), rispetto alla deroga degli autorizzati ai versamenti volontari ante 2007 (articolo 1, comma 8, della legge 23 agosto 2004, n.243, e successive modificazioni) e ai soggetti possibili beneficiari dell'articolo 1 comma 9 della legge 243 2004 cosiddetta “opzione donna” ai quali occorre urgentemente riconoscere i loro legittimi diritti;
  9. La Rete dei Comitati consapevole dell'importanza di risolvere i problemi con lo strumento più adeguato e dell'inutilità di mescolare sullo stesso piano problematiche diverse sollecita con forza e con urgenza al Governo un'attenta discussione e riflessione relativa all'innalzamento violento, per il suo subdolo meccanismo ad inseguimento, del requisito anagrafico nell'ambito della pensione di vecchiaia delle donne, che concretamente porta moltissime di loro a un attesa di oltre 6 anni per il percepimento dell'assegno pensionistico, rimanendo nel frattempo prive della propria autonomia e indipendenza economica.
  10. La Rete dei Comitati sottolinea con forza la richiesta di sanare la vergognosa discriminazione provocata dall'applicazione del parametro dell'aspettativa di vita ai cosiddetti esodati che di salvaguardia in salvaguardia discrimina, escludendo dalle salvaguardie, tutti coloro che maturino i requisiti nei mesi di ottobre, novembre e dicembre rispetto a soggetti con gli stessi requisiti e nati negli altri mesi dello stesso anno. Consapevoli che l'aggiunta dell'aspettativa di vita NON possa venire tolta da questo emendamento perché tale parametro è stato imposto anche nelle precedenti salvaguardie e quindi si creerebbe una discriminazione con i beneficiari dei provvedimenti di deroga pregressi, la Rete dei Comitati avanza esplicita richiesta che si intervenga modificando l'emendamento con la dicitura temporale “51 mesi anziché 48 dall'approvazione...”, in tal modo non viene meno l'aggiunta della speranza di vita, ma NON si discriminano i nati dei mesi finali nell'ambito di uno STESSO anno solare. Qualora il Governo manifestasse indifferenza nei confronti di questa palese e concreta discriminazione, la Rete ci tiene a rammentare al Governo che le norme europee non consentono discriminazioni né basate sull'età, sul genere, ecc.
    La Rete dei Comitati, pertanto, ritiene INAMMISSIBILE ed INACCETTABILE qualsiasi azione atta a risolvere il dramma dei cosiddetti esodati che differisca dal ripristino del loro legittimo diritto alla pensione con le regole previgenti la manovra Monti-Fornero, pertanto rifiuta sia un'iniziativa di tipo assistenziale sia eventuali provvedimenti basati sulla flessibilità con penalizzazioni o su qualsiasi altra tipologia di prestiti assistenziali.
    Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, ”Quindicenni”, Donne ESMOL, Esonerati Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele

    Francesco FLORE  -  Tel  0784 203888  -  3389976878 (email:
    comitatiesodatinrete@gmail.com)   



Gruppo di esodati incontra Poletti: delusione


Poletti incontra un gruppo di esodati, senza dare date e certezze su soluzioni a breve
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Esodati delusi dopo il confronto con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, si aspettavano parole decisive
Dopo l'annuncio choc circa le persone da salvaguardare - "32.100 nuove persone" - di Giuliano Poletti, per conto del Governo retto del premier Matteo Renzi, parole e numeri che hanno subito scatenato l'indignazione dei quota 96 scuola, degli esodati e dei ferrovieri, lo stesso ministro ha incontrato oggi un gruppo di esodati, come si legge nella cronaca de "Il Giorno" di Legnano.
L'incontro è avvenuto a margine di una manifestazione avuta in provincia di Milano a Bareggio,ove si celebravano i vent'anni della cooperativa Futura del paese.
Buone le intenzioni, ma solo parole al momento?
Durante l'incontro il ministro ha affermato "Il lavoro che ho chiesto che si faccia è di avere un elenco esatto di tutte le fattispecie e situazioni. Io sto provando a fare questa operazione per intervenire in una logica di giustizia". Quindi il quadro degli interventi non è ancora chiaro, le azioni da intraprendere non ancora certe. Serve "una catalogazione puntuale delle situazioni", ha continuato Poletti, lasciando trasparire che le soluzioni sono sempre legate alle risorse che si hanno a disposizione. "Se ce la facciamo, proviamo a costruire un perimetro dove troviamo la maniera, nel tempo, di sistemare tutti a partire da quelli che, ovviamente, hanno il problema prima", ha concluso.
Risposte-non risposte
Se gli esodati e i quota 96 si aspettavano certezze e non parole, sono certamente rimasti delusi. Ancora traspare la logica dei numeri non ancora certi, delle risorse da mettere in campo e delle modalità con le quali attuare una seria riforma strutturale della "odiata" legge sulle pensioni targata Monti-Fornero del dicembre 2011, che tanti danni sociali ha prodotto, in nome di un risanamento, del resto mai avvenuto o quanto meno non ancora, delle finanze dello Stato.
E adesso cosa fare?
A questo punto le manifestazioni programmate a Roma per il giorno 2 luglio davanti alle sedi istituzionali dovrebbero essere mantenute, a meno che non accada un miracolo in questi giorni che ci separano dalla data fissata. Miracolo improbabile vista l'aria che tira.
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Solo ampliamento, non soluzione strutturale

Esodati: nuova legge mercoledì ampliamento salvaguardia. Ma soluzione strutturale ancora no
Ok a proposta di nuova salvaguardia per esodati ma manca soluzione strutturale che potrebbe arrivare con Legge di Stabilità: novità e situazione 
In arrivo una nuova salvaguardia per gli esodati: questo il risultato si settimane di lavori, proposte e inviti al governo. Il ministro Poletti ieri 26 giugno in Commissione Lavoro ha illustrato la proposta di prolungare per “un altro anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista”. Si tratta, se vogliamo, di una soluzione che potremmo definire di transazione, in attesa di una soluzione strutturale che potrebbe arrivare solo con la prossima Legge di Stabilità di ottobre.
Lo stesso ministro Poletti ha fatto sapere che eventuali proposte di flessibilità in uscita, sistema contributivo per uomini e donne, ed altre proposte per consentire l’uscita prima dal lavoro rispetto ai requisiti oggi richiesti, potrebbero essere nella prossima Legge di Stabilità. Intanto la novità sugli esodati sarà alla Camera mercoledì prossimo, e non più lunedì 30 giugno.
Non è, dunque, una soluzione strutturale al problema, ma un’estensione dei termini e un ampliamento per tutelare circa 8 mila persone in più rispetto alle 132.130 già previste. I soggetti che saranno compresi in questa nuova salvaguardia dovrebbero essere i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in mobilità, i cessati per accordi, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i licenziati individuali e i prosecutori volontari.
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La sesta salvaguardia

Esodati, ecco il testo della sesta salvaguardia
Scritto da 
Il Governo allarga le maglie delle salvaguardie per gli esodati, ci sarà un anno di tempo in più per accedere alle tutele e non restare senza stipendio e pensione.
L'intervento è contenuto in un emendamento bipartisan al Ddl 224, predisposto dalla Commissione lavoro di Montecitorio, che prevede una nuova salvaguardia-tampone, la sesta appunto, con la quale si spostano di un altro anno, fino al 6 gennaio 2016, i termini per il riconoscimento di tutti i profili di tutela aperti con i precedenti cinque provvedimenti.

I conti fatti dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlano di «32 mila e 100» persone in più, di cui circa 24 mila recuperate dai vecchi interventi, tutte posizioni non sfruttate, per cui non è giunta domanda, mentre 8 mila sono quelle completamente nuove come già anticipato nei giorni scorsi su Pensioni Oggi. In tutto i salvaguardati salirebbero a quota 170 mila, a fronte dei 162 mila previsti dai 5 interventi già fatti. Il ministro tuttavia ha indicato che la questione si riaprirà subito dopo l'estate con la legge di stabilità attraverso un intervento strutturale per dare risposta "alle tante diverse situazioni, non definibili tecnicamente come esodati» ma che comunque si rivolgono a quanti perdendo il lavoro sono rimasti a secco, privi di stipendio, ammortizzatori e pensione"

Intanto la proposta del ministro, presentata in commissione Lavoro alla Camera, dovrebbe approdare nell'Aula di Montecitorio mercoledì 2 luglio, sotto forma di emendamento al testo unitario messo a punto dalla commissione guidata da Cesare Damiano (cioè la pdl 224). Il testo dell'emendamento, disponibile in allegato al presente articolo in fondo alla pagina, estende (o meglio "riarticola") le esistenti salvaguardie con riguardo: a) ai lavoratori in mobilità (5.500 soggetti); b) ai prosecutori volontari (12.000 soggetti); c) ai lavoratori cessati per accordi individuali o collettivi, licenziati individuali (8.800 soggetti);  d) ai lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili (1.800 soggetti). Ed estende inoltre la platea dei beneficiari anche ad una nuova categoria: e) i cessati da un rapporto di lavoro a tempo determinato (4mila soggetti).

Intervento che viene attuato, come già detto, attraverso 8.100 nuove posizioni da finanziarie e 24mila già finanziate ma non utilizzate. Si tratta nello specifico di 20mila posizioni derivanti dalla seconda salvaguardia che viene pertanto ridotta da 55mila a 35mila posizioni (con un intervento chirurgico sull'articolo 22, comma 1, lettera a) del Dl 95/2012 che riduce la capienza del contingente da 40mila a 20mila posti) e da 4mila posizioni rese disponibili nella quarta salvaguardia che vede ridursi la capienza del contingente dei cessati unilaterali da 6.500 posizioni a 2.500 (l'intervento opera sull'articolo 11, comma 2 del Dl 102/2013).

I profili di tutela individuati dalle lettere da b) a e) vedono allargarsi il vincolo della decorrenza al 6.1.2016; mentre con riferimento alla lettera a) si prevede la necessità di perfezionare il diritto a pensione entro la fruizione dell'indennità di mobilità ovvero entro i 12 mesi dalla scadenza della stessa mediante il versamento dei contributi volontari.  Si ricorda tuttavia che il testo è un emendamento e pertanto potrà essere oggetto di modifiche in sede Parlamentare.

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sabato 28 giugno 2014

Poletti: “Interventi strutturali in legge di Stabilità”

Il Fatto QuotidianoEsodati, un anno di tutele in più. Poletti: “Interventi strutturali in legge di Stabilità”
di |26 giugno 2014
Il governo da un anno di fiato agli esodati. Le salvaguardie per chi, dopo la riforma Fornero, è rimasto nel limbo tra lavoro e pensione, avrà 12 mesi in più per accedere alle tutele e non restare senza stipendio e pensione. Spostando la scadenza dal gennaio del 2015 allo stesso mese del 2016 si amplierà anche la platea dei beneficiari: i conti fatti dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, parlano di “32mila e 100” persone in più, di cui circa 24mila recuperate dai vecchi interventi, tutte posizioni non sfruttate, per cui non è giunta domanda, mentre 8mila sono quelle completamente nuove. In tutto i salvaguardati salirebbero così a quota 170mila, a fronte dei 162mila previsti dai 5 interventi già fatti (42.430 pensioni liquidate, stando all’ultimo rapporto Inps aggiornato a maggio).
Ma non finisce qui: la questione si riaprirà in autunno. Poletti, annunciando il nuovo intervento, il sesto, sottolinea anche come si stiano valutando possibili “interventi strutturali” da inserire nella legge di Stabilità per dare risposta “alle tante diverse situazioni, non definibili tecnicamente come esodati” ma che comunque si rivolgono a quanti perdendo il lavoro sono rimasti a secco, privi di stipendio, ammortizzatori e pensione. Intanto la proposta del ministro, presentata in commissione Lavoro alla Camera, dovrebbe approdare nell’Aula di Montecitorio mercoledì 2 luglio, sotto forma di emendamento al testo unitario messo a punto dalla commissione guidata da Cesare Damiano. Il deputato democrat dà un giudizio positivo al progetto dell’esecutivo, evidenziando come la direzione sia quella “giusta”, tuttavia, avverte: “Nella legge di stabilità bisognerà trovare la soluzione strutturale”.
D’altra parte, sempre dal Pd, Patrizia Maestri e Antonella Incerti, chiedono al ministro di “affrontare in modo definitivo la questione, attraverso una modifica strutturale della legge Fornero”. Dalla commissione sono in particolare arrivati due suggerimenti: quota 100 e flessibilità in uscita, a partire dai 62 anni. Tutte ipotesi che, spiega Poletti, saranno prese in “analisi” nell’ambito della legge di stabilità. Ma, precisa il ministro, si seguirà un principio chiaro: l’attenzione sarà dedicata “alle situazioni più problematiche”, tra cui i casi eclatanti degli insegnanti ‘quota ’96′ o dei macchinisti delle ferrovie. Per ora però sul tavolo c’è esclusivamente l’intervento dedicato agli esodati classici, un’ulteriore salvaguardia che viene bollata con scetticismo dall’opposizione: il M5s parla di “un’ennesima presa in giro”, la Lega Nord di una montagna che “ha partorito un topolino”. Sulla stessa linea Sel, secondo cui il governo ha così “cancellato un anno di lavoro della Commissione”. E Fi bolla la misura come “una pezza a colore”. Più generosi sono stati invece i commenti dei sindacati, la Uil definisce l’azione come “importante” e la Cgil la giudica “positivamente”, anche se entrambe le organizzazioni insistono sulla necessità di risposte “strutturali”.
(Leggi)

Damiano e Fontana-PD: salvaguardia per altri 32.100

Esodati, Damiano: salvaguardia per altri 32.100. Totale dei lavoratori tutelati sale a 170 mila
(Video) Intervista a Cesare Damiano, presidente Commissione Lavoro presso la Camera dei Deputati


cinzia-fontanaEsodati: altri 32mila in salvo
di Cinzia Fontana, deputata PD



Un ulteriore passo avanti sulla vicenda esodati. Un passo non ancora risolutivo, ma che permette ad altre 32.000 persone di andare in pensione con i requisiti precedenti la legge Fornero. E questa è certamente una bella e positiva notizia per molti.
La prossima settimana la Camera dovrà votare la proposta che il ministro Poletti ha presentato ieri in Commissione Lavoro riguardante la “sesta salvaguardia” per tutelare un altro nutrito gruppo di esodati, rimasti senza lavoro e senza pensione nonostante accordi sottoscritti prima dell’entrata in vigore delle nuove norme previdenziali a partire dal 2012.
In pratica, fermi restando i criteri individuati nelle salvaguardie precedenti, vengono inclusi quei lavoratori e quelle lavoratrici che raggiungono la decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2016, anziché il 6 gennaio 2015 come invece attualmente previsto. Sono inoltre inclusi i lavoratori con contratto a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 2007 e il 2011 non rioccupati a tempo indeterminato e che maturano la decorrenza della pensione con i vecchi requisiti entro il 6 gennaio 2016. Un anno in più, quindi, che allargherà la platea dei salvaguardati a 170.000 soggetti.
Nell’audizione di ieri in Commissione, il Ministro ha inoltre annunciato un obiettivo importante e significativo: produrre un intervento strutturale nei prossimi mesi, da definire nella legge di stabilità, per una revisione del sistema previdenziale che tenga conto delle situazioni socialmente più delicate di coloro che perdono il lavoro ma che con gli ammortizzatori non riescono a raggiungere la pensione.
L’impegno dei deputati del PD e del Governo su questi temi continua, attraverso azioni concrete e puntuali, nello sforzo congiunto di trovare soluzioni eque alle questioni più sensibili che riguardano lavoro e welfare.
Mi auguro che la prossima settimana in Aula tutti i gruppi parlamentari facciano fronte comune per approvare il più velocemente possibile il provvedimento sulla “sesta salvaguardia”. Lo dobbiamo alle tante famiglie coinvolte.
(Leggi)

Loy (Uil): solo una piccola goccia, serve riforma

Loy (Uil), da Poletti su esodati piccola goccia, serve riforma

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“Una piccola goccia questo provvedimento: noi chiediamo una riforma delle pensioni, che sia flessibile, in modo da permettere alle persone di uscire dal lavoro e ai giovani di entrare”. Così Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, commenta, con Labitalia, a margine del Festival del lavoro dei consulenti in corso a Fiuggi, l’intervento per gli esodati annunciato ieri dal ministro Poletti. Il provvedimento, dice, “va bene ma è molto poco". "I danni fatti da una legge scritta male e approvata peggio dal Parlamento -avverte- sono ancora sotto gli occhi di tutti. C’è un danno sociale, con persone senza né stipendio, ne pensione e sta producendo anche un danno economico al Paese perché si deve continuare a mettere toppe che costano”.
Parlando poi della rappresentanza, Loy auspica che "sia verificabile. Chi firma un’intesa, un accordo deve essere chiaro che ha un mandato democratico di chi rappresenta. Deve essere verificato che alla firma di un accordo chi lo sottoscrive rappresenti la maggioranza degli interessati agli accordi stessi, imprese e lavoratori”.
“Noi -conclude- ci stiamo muovendo su questa strada coraggiosa e faticosa per certificare la nostra rappresentanza in modo tale che quando firmiamo un accordo nessuno può contestare se ci sia almeno il 50% più uno che aderisce all’accordo stesso”.
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venerdì 27 giugno 2014

Rizzetto (M5S): ennesima presa in giro

ESODATI: RIZZETTO (M5S), ENNESIMA PRESA IN GIRO

(AGENPARL) – Roma, 26 giu – «Ancora un rinvio, ancora una salvaguardia e tutto rimandato alla legge di stabilità. Siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte del governo Renzi che invece di risolvere una volta per tutte il problema esodati, tende a smarcarsi e a non proporre nulla di serio». Il deputato del MoVimento 5 Stelle Walter Rizzetto commenta così la proposta del governo che in materia di esodati prevede di prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono previste oggi.
«Evidentemente mancano ancora le risorse - aggiunge il vice presidente della Commissione Lavoro della Camera -. A questo punto è da chiedersi se a novembre l’esecutivo sarà in grado di trovare le coperture. Un esecutivo che, inoltre, non dice una parola sui macchinisti delle Ferrovie dello Stato e sugli insegnanti “quota 96”, ben 4 mila persone bloccate dalla riforma Fornero con i requisiti per andare in pensione già maturati: 35 anni di servizio e 61 anni di età o 36 anni di servizio e 60 anni»
«I numeri relativi agli esodati e ai licenziati sono stati comunicati solo da qualche settimana dall’Inps. Ben due governi non sono riusciti nell’intento di ottenere questi dati che a lungo sono stati gelosamente custoditi, quasi ci fosse qualcosa da nascondere – ricorda il portavoce M5S -. Andare poi a reperire risorse dal fondo previsto per la mobilità non fa che gettare nella paura sia molte aziende sia le regioni che, tra l’altro, hanno già chiuso i rubinetti della cassa integrazione guadagni».
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Damiano: risultati raggiunti grazie nostra pressione

Esodati: Damiano, risultati raggiunti grazie nostra pressione
Pubblicato il da Cesare Damiano
Oggi, alla Commissione Lavoro della Camera, l’incontro con il ministro Poletti ha consentito di raggiungere un nuovo obiettivo per altri 32.100 lavoratori ‘esodati’. Con questa ulteriore salvaguardia il totale delle persone che verranno tutelate sale a 170.230, con un impiego di risorse finanziarie superiore agli 11 miliardi di euro. Questa soluzione è anche il frutto della pressione esercitata unitariamente dalla Commissione Lavoro attraverso la presentazione di una proposta di legge che sarebbe dovuta andare in discussione in Aula a partire dal prossimo lunedì. È stato inoltre decisivo il fatto che il ministro del Lavoro abbia accettato di interloquire con questa proposta, anche attraverso l’apertura di un tavolo di confronto, e di ricercare una via d’uscita. Il Governo ha infatti avanzato una soluzione, più contenuta nei numeri, che permette di spostare avanti di un anno, cioè al 6 gennaio 2016,  la maturazione della decorrenza del trattamento pensionistico al fine di accedere alle regole ante-Fornero. A questa nuova platea di lavoratori si aggiunge anche quella dei ‘cessati’ da un lavoro a tempo determinato,  precedentemente non compresi nelle salvaguardie. Per fare questa operazione viene utilizzata una parte dei  risparmi della seconda e della quarta salvaguardia, alla  quale vengono aggiunte risorse pari a 137milioni di euro nel 2015 e 119 milioni di euro nel 2016. Queste ultime vengono coperte utilizzando il fondo per l’occupazione, fermo restando che queste somme verranno restituite nella Legge di Stabilità. Il ministro ha anche confermato la scelta di individuare una soluzione strutturale al problema pensionistico all’interno della Legge di Stabilità, utilizzando un insieme di proposte che vanno dalla flessibilità a partire dai 62 anni di età e con le penalizzazioni, alla ” Quota 100″, dall’ adozione del calcolo contributivo per chi sceglie di andare in pensione anticipatamente, al prestito pensionistico. Tutte queste soluzioni, sulle quali continueremo la discussione,  prevedono un minimo di 35 anni di contributi.  Ci sembra un impegno importante reso più possibile dal nuovo passo avanti compiuto nella giornata odierna. L’emendamento del Governo andrà in Aula il prossimo mercoledì.

Poletti: allunghiamo di un anno le tutele a 32mila esodati

Poletti: allunghiamo di un anno le tutele a 32mila esodatiPoletti: allunghiamo di un anno le tutele a 32mila esodati
La proposta del governo al Parlamento: includere nelle salvaguardie chi matura il diritto alla pensione fino al gennaio del 2016

MILANO - La proposta del governo prevede di "prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine della cerimonia all'Accademia del Lincei.
"I nuovi salvaguardati sono 32mila e cento", ha poi spiegato Poletti, dettagliando l'intervento proposto dal governo. Il ministro ha precisato come tra le nuove salvaguardie "24mila sono posizioni recuperate dai precedenti interventi".
Il ministro ha quindi confermato le indiscrezioni già emerse, con l'arrivo della sesta salvaguardia, che estenderebbe le tutele di dodici mesi, spostando il limite temporale dal gennaio del 2015 al gennaio del 2016. "Oggi andremo in Commissione", Lavoro alla Camera "e discuteremo di questa ipotesi, valuteremo se ci sono le condizioni per produrla, io credo di sì". Comunque, ha aggiunto Poletti, "compete alla Commissione, al Parlamento, decidere". Infatti il ministro ha ribadito: "Ci sarà una proposta del governo e a quel punto la Commissione, il Parlamento, farà le sue valutazioni".

Cgil: bene salvaguardia ma serve soluzione per tutti


Esodati: Cgil, bene salvaguardia ma serve soluzione per tutti Il caso
Esodati: Cgil, bene salvaguardia ma serve soluzione per tutti
“Ok il prolungamento di un anno della salvaguardia, che consente l'accesso alla pensione a un nuovo contingente di 32mila persone. Ma non si può continuare a rinviare una soluzione strutturale del problema”
“Valutiamo positivamente il prolungamento di un anno della salvaguardia per i lavoratori esodati, che consente l'accesso alla pensione ad un nuovo contingente di 32mila persone, ma non si può continuare a rinviare una soluzione strutturale del problema”. Così Vera Lamonica, segretaria nazionale della Cgil, commenta l'emendamento dell'esecutivo alla proposta di legge unitaria della Commissione Lavoro di Montecitorio, che approderà in aula mercoledì prossimo.

“Migliaia di persone restano nell'ansia e nell'incertezza, per questo - ribadisce la dirigente sindacale di Corso d'Italia - è necessario garantire le condizioni di accesso al pensionamento vigenti prima della legge Fornero a coloro che hanno perso il lavoro o firmato un accordo di esodo in una data precedente all'entrata in vigore di tale norma. Ed è doveroso correggere le storture più odiose, da tutti ormai considerate 'errori' del provvedimento, basti pensare ai ferrovieri”.

“Purtroppo, con il rinvio alla legge di stabilità, peraltro con precisazioni poco rassicuranti del ministro Poletti, si conferma il vecchio metodo - sostiene la segretaria della Cgil – e si procede senza avere un quadro esatto né dei numeri della platea né delle risorse necessarie, peraltro sempre sovrastimate, come dimostra il fatto che questa ulteriore salvaguardia è coperta dai risparmi delle precedenti”.

“Inoltre - conclude Lamonica - non si può continuare a nascondere che è tutto il capitolo pensioni a non essere sostenibile così come è stato disegnato dalla riforma. Bisogna intervenire per dare flessibilità, cancellare le penalizzazioni e ricostruire un legame positivo tra previdenza e mercato del lavoro”.

Il testo emendativo del governo (VI salvaguardia)

Il Ministro Poletti ha presentato oggi in Commissione Lavoro della Camera la proposta del Governo sugli esodati.
NON è la SOLUZIONE STRUTTURALE, ma una SESTA salvaguardia
Questo il testo che verrà discusso in Aula da Mercoledì 2 luglio 2014.







ULTERIORI INTERVENTI IN MATERIA DI SALVAGUARDIA PENSIONISTICA


(“sesta salvaguardia”)

Ampliamento da 36 a 48 mesi dall’entrata in vigore del d.l. 201/2011 del periodo di maturazione dei previgenti requisiti pensionistici con aggiunta della nuova categoria dei c.d. “cessati a tempo determinato”


Art. 1


  1. In considerazione del limitato utilizzo, ai fini dell’accesso al pensionamento secondo i requisiti e le decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, della salvaguardia di cui all’articolo 22, comma 1, lettera a), del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, al predetto articolo 22, comma 1, sono apportate le seguenti modificazioni:
     


  1. all’alinea, le parole: “ulteriori 55.000 soggetti” sono sostituite dalle seguenti: “ulteriori 35.000 soggetti”;
     
  2. alla lettera a), le parole: “alla data del 4 dicembre 2011 gli stessi lavoratori ancora non risultino cessati dall’attività lavorativa e collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni” sono sostituite dalle seguenti: “siano percettori, entro i quindici giorni successivi all’entrata in vigore della presente disposizione, del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria ai sensi dell’articolo 1 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e il cui rapporto di lavoro cessi entro il 30 dicembre 2016 per il collocamento in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223 e successive modificazioni, ovvero cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014 e collocati in mobilità ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, i cui nominativi siano stati comunicati entro il 31 dicembre 2014 al Ministero del lavoro e delle politiche sociali secondo le modalità di cui al decreto 8 ottobre 2012 del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 gennaio 2012, n. 17”;
     


  1. All’articolo 1, comma 235, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni e integrazioni, gli importi indicati al quarto periodo sono ridotti di 198 milioni di euro per l’anno 2016, 380 milioni di euro per l’anno 2017, 495 milioni di euro per l’anno 2018, 240 milioni di euro per l’anno 2019 e 35 milioni di euro per l’anno 2020.
     
  2. Per effetto di quanto disposto al comma 1, lettera a), del presente articolo, è operata una corrispondente diminuzione nel contingente numerico di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali 8 ottobre 2012 citato al comma 1, lettera b),del presente articolo.
     
  3. In considerazione del limitato utilizzo, ai fini dell’accesso al pensionamento secondo i requisiti e le decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, della salvaguardia di cui all’articolo 11 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito con modificazioni dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, al predetto articolo 11, comma 2, le parole: “nel limite di 6.500 soggetti e nel limite massimo di 151 milioni di euro per l'anno 2014, di 164 milioni di euro per l'anno 2015, di 124 milioni di euro per l'anno 2016, di 85 milioni di euro per l'anno 2017, di 47 milioni di euro per l'anno 2018 e di 12 milioni di euro per l'anno 2019” sono sostituite dalle seguenti: “nel limite di 2.500 soggetti e nel limite massimo di 77 milioni di euro per l'anno 2014, di 83 milioni di euro per l'anno 2015, di 63 milioni di euro per l'anno 2016, di 43 milioni di euro per l'anno 2017, di 24 milioni di euro per l'anno 2018 e di 6 milioni di euro per l'anno 2019”. Conseguentemente, all’articolo 1, comma 235 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni e integrazioni gli importi indicati al quarto periodo sono ridotti di 74 milioni di euro per l’anno 2014, 81 milioni di euro per l’anno 2015, 61 milioni di euro per l’anno 2016, 42 milioni di euro per l’anno 2017, 23 milioni di euro per l’anno 2018 e 6 milioni di euro per l’anno 2019.


Art. 2


  1. Le disposizioni in materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, ferme restando le salvaguardie previste dall'articolo 24, comma 14, del predetto decreto-legge n. 201 del  2011, dall'articolo 22 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, dall'articolo 1, commi da 231 a 234, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, dagli articoli 11 e 11-bis del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 102, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 ottobre 2013, n. 124, e dall'articolo 2, commi 5-bis e 5-ter, del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 ottobre 2013, n. 125, dall’articolo 1, commi da 194 al 198, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e i relativi decreti ministeriali attuativi del 1º giugno 2012, 8 ottobre 2012, 22 aprile 2013 e 14 febbraio 2014, continuano ad applicarsi ai seguenti soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011:
     


  1. nei limiti di 5.500 soggetti, ai lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi governativi o non governativi, stipulati entro il 31 dicembre 2011, cessati dal rapporto di lavoro entro il 30 settembre 2012 e che perfezionino, entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità di cui all'articolo 7, commi 1 e 2, della legge 23 luglio 1991, n. 223 ovvero, anche mediante il versamento di contributi volontari, entro dodici mesi dalla fine dello stesso periodo, i requisiti vigenti prima della data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011. Il versamento volontario di cui alla presente lettera, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, potrà riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Tale versamento potrà comunque essere effettuato  solo con riferimento ai dodici mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di mobilità sopra indicato;
     
  2. nei limiti di 12.000 soggetti, ai lavoratori di cui all’articolo 1, comma 194, lettere a), e f), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, i quali perfezionano i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011;
     
  3. nei limiti di 8.800 soggetti, ai lavoratori di cui all’articolo 1, comma 194, lettere b), c)  e d), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, i quali perfezionano i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011
     
  4. nei limiti di 1.800 soggetti, ai lavoratori di cui all’articolo 24, comma 14, lettera e-ter), del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, i quali perfezionano i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del medesimo decreto;
     
  5. nei limiti di 4.000 soggetti, ai lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato, i quali perfezionano i requisiti utili a comportare la decorrenza del trattamento pensionistico, secondo la disciplina vigente prima della data di entrata in vigore del decreto-legge n. 201 del 2011, entro il quarantottesimo mese successivo alla data di entrata in vigore del medesimo decreto.


 


2.       Per i lavoratori di cui al comma 1, lettera a), che siano già stati autorizzati ai versamenti volontari in data antecedente all’entrata in vigore della presente disposizione e per i quali siano decorsi i termini di pagamento, sono riaperti a domanda i termini dei versamenti relativi ai dodici mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità come specificato nel predetto comma 1.


 


  1. Il trattamento pensionistico con riferimento ai soggetti di cui al presente articolo, non può avere decorrenza anteriore all’entrata in vigore della presente legge.
     


  1. Ai fini della presentazione delle istanze da parte dei lavoratori, da effettuarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, si applicano per ogni singola categoria di lavoratori salvaguardati le specifiche procedure previste nei precedenti provvedimenti in materia di salvaguardia dei requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore dell'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, da ultimo stabilite con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 14 febbraio 2014, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 16 aprile 2014, n. 17. L'INPS provvede al monitoraggio delle domande di pensionamento inoltrate dai lavoratori di cui al presente articolo che intendono avvalersi dei requisiti di accesso e del regime delle decorrenze vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro, e altresì provvede a pubblicare nel proprio sito internet, in forma aggregata al fine di rispettare le vigenti disposizioni in materia di tutela dei dati personali, i dati raccolti a seguito dell'attività di monitoraggio, avendo cura di evidenziare le domande accolte, quelle respinte e le relative motivazioni. Qualora dal monitoraggio risulti il raggiungimento del limite numerico delle domande di pensione determinato ai sensi dei commi 1 e 6, l'INPS non prende in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dal presente articolo.


 


  1. Sulla base dei dati del monitoraggio effettuato dall’INPS, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali riferisce annualmente al Parlamento in ordine all’attuazione delle disposizioni di salvaguardia, con particolare riferimento al numero di lavoratori salvaguardati e alle risorse finanziarie utilizzate.


 


  1. I benefici di cui al presente articolo sono riconosciuti nel limite di 32.100 soggetti e nel limite massimo di 43 milioni  di euro per l'anno 2014, 218 milioni di euro per l'anno 2015, 378 milioni di euro per l'anno 2016, 331 milioni di euro per l'anno 2017, 203 milioni di euro per l'anno 2018, 173 milioni di euro per l'anno 2019, 128 milioni di euro per l’anno 2020, 49 milioni di euro per l’anno 2021 e 4 milioni di euro per l’anno 2022. Conseguentemente. all’articolo 1, comma 235 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni e integrazioni gli importi indicati al quarto periodo sono corrispondentemente incrementati per gli importi di cui al precedente periodo.

Art. 3


  1. L’articolo 1, comma 194, lettera e), della legge 27 dicembre 2013, n. 147, si interpreta nel senso che il versamento volontario, anche in deroga alle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, potrà essere effettuato solo con riferimento ai sei mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità relativa alla mobilità in cui l’assicurato era collocato alla data del 4 dicembre 2011.
     
  2. Per i lavoratori di cui al comma 1 che siano già stati autorizzati ai versamenti volontari in data antecedente all’entrata in vigore della legge 27 dicembre 2013, n.147, e per i quali siano decorsi i termini di pagamento, sono riaperti a domanda i termini dei versamenti relativi ai sei mesi successivi alla fine del periodo di fruizione dell’indennità relativa alla mobilità in cui l’assicurato era collocato alla data del 4 dicembre 2011.





Art. 4


  1. Per effetto delle modifiche di cui agli articoli 1 e 2, all’articolo 1, comma 235 della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni e integrazioni, quarto periodo, le parole “a 1.385 milioni di euro per l'anno 2014, a 2.258 milioni di euro per l'anno 2015, a 2.758 milioni di euro per l'anno 2016, a 2.488 milioni di euro per l'anno 2017, a 1.635 milioni di euro per l'anno 2018, a 699 milioni di euro per l'anno 2019 e a 79 milioni di euro per l'anno 2020” sono sostituite dalle seguenti: “a 1.354 milioni di euro per l'anno 2014, a 2.395 milioni di euro per l'anno 2015, a 2.877 milioni di euro per l'anno 2016, a 2.397 milioni di euro per l'anno 2017, a 1.320 milioni di euro per l'anno 2018, a 626 milioni di euro per l'anno 2019,  a 172 milioni di euro per l'anno 2020, a 49 milioni di euro per l’anno 2021 e a 4 milioni di euro per l’anno 2022”.
     
  2. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 235, primo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, e successive modificazioni e integrazioni, è incrementata di 31 milioni di euro per l’anno 2014, 91 milioni di euro per l’anno 2017, 315 milioni di euro per l’anno 2018 e 73 milioni di euro per l’anno 2019.
     
  3. All’onere derivante da quanto previsto dall’articolo 2 e dal comma 2 del presente articolo pari a 74 milioni di euro per l’anno 2014, 218 milioni di euro per l’anno 2015, 378 milioni di euro per l’anno 2016, 422 milioni di euro per l’anno 2017, 518 milioni di euro per l’anno 2018, 246 milioni di euro per l’anno 2019, 128 milioni di euro per l’anno 2020, 49 milioni di euro per l’anno 2021 e 4 milioni di euro per l’anno 2022 si provvede:
     


  1. quanto a 74 milioni di euro per l’anno 2014, 81 milioni di euro per l’anno 2015, 259 milioni di euro per l’anno 2016, 422 milioni di euro per l’anno 2017, 518 milioni di euro per l’anno 2018, 246 milioni di euro per l’anno 2019, 35 milioni di euro per l’anno 2020 per effetto delle economie derivanti dall’articolo 1;
     
  2. quanto a 137 milioni di euro per l’anno 2015, 119 milioni di euro per l’anno 2016, 93 milioni di euro per l’anno 2020, 49 milioni di euro per l’anno 2021 e 4 milioni di euro per l’anno 2022 mediante …..


NB: Gli oneri complessivi del provvedimento così come la copertura necessaria sono da ritenersi provvisori in attesa di una verifica mediante acquisizione da parte di INPS di elementi di dettaglio relativi alle quantificazione in particolare con riferimento ai soggetti di cui all’articolo 2, lettera c) (8.800 cessati) il cui onere appare fortemente ridotto rispetto ad analoghe fattispecie già valutate.