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domenica 29 settembre 2013

Quali speranze, adesso, per esodati?

Governo Letta, possibili prospettive per esodati e altri
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Riforma pensioni, crisi aperta nel Governo Letta: quali speranze adesso per esodati, Quota 96, precoci e altri?
Riforma pensioni e crisi Governo Letta, quali prospettive per esodati, Quota 96, lavoratori precoci e gli altri soggetti da lungo tempo in attesa di interventi da parte del Governo? Sebbene al momento regni una fortissima incertezza, si possono formulare alcune ipotesi.
La riforma pensioni con la crisi del Governo Letta si trova davanti a un nuovo, enorme ostacolo, e tutti coloro che per mesi hanno atteso interventi rinviati, e poi rinviati e rinviati ancora, adesso più che mai vedono la possibilità di un miglioramento della propria situazione nel sistema previdenziale drammaticamente lontana. Prendiamo a esempio due possibili scenari dopo la crisi del Governo Letta e le possibili ripercussioni per gli interventi sulle pensioni di Quota 96, esodati e lavoratori precoci.
Il primo scenario vede la caduta del Governo Letta e il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile, ovvero a Novembre. Secondo molti giornali, tra cui Il Fatto Quotidiano, questo scenario appare piuttosto improbabile. Se tuttavia ciò dovesse accadere la riforma pensioni, o meglio gli interventi sulle pensioni scuola dei Quota 96, sulle pensioni per lavoratori precoci e usuranti e sugli esodati con ogni probabilità slitterebbero fino alla formazione di un nuovo Governo.
Tuttavia per gli esodati e gli altri c'è ancora speranza: gli interventi sulle pensioni dopo la crisi del Governo Letta potrebbero arrivare in caso di Letta-bis (soluzione più probabile), con rimpasto della maggioranza e Governo che, stampellato, potrebbe procedere a cambiare la legge elettorale e a varare la legge di stabilità. E con la legge di stabilità potrebbero arrivare nuove misure per gli esodati. Interventi per lavoratori precoci e usuranti restano tuttavia improbabili, mentre qualche speranza potrebbe ancora esserci per le pensioni scuola dei Quota 96, se venisse confermato che le risorse necessarie per la loro copertura ammontano a soli 362 milioni di euro.
Naturalmente con la crisi del Governo Letta si aprono anche altre possibilità, ma occorrerà, naturalmente, attendere qualche giorno per capire meglio la piega che potranno prendere gli eventi.
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venerdì 27 settembre 2013

Ricapitolando

Il 30-09-02013 - Tutti a Roma!!!

 
Lunedì 30 settembre 2013 dalle 14:00 alle 18:00
ci saranno 2 presidi degli esodati
 
Al Ministero del Lavoro (LPS) davanti ai civici 54A-54C
La partecipazione è limitata a 50 persone per questioni di ordine pubblico essendo vicini all'Ambasciata Americana (obiettivo sensibile)
ed è autorizzata in forma statica, ovvero:
- Sono ammessi striscioni, magliette, tamburi etc.
- Non è consentito l'attraversamento ed il blocco del traffico.
Dalle 15,30 alle 17 una delegazione sarà ricevuta dal Ministro Giovannini
 
Al Ministero delle Finanze (MEF)
La partecipazione è ILLIMITATA 
Dalle 15,00 alle 16,00 una delegazione sarà ricevuta al MEF dal Vice Ministro On. Fassina
 
I due presidi non sono alternativi e si sono resi indispensabili a causa del limite di 50 persone imposto davanti al Ministero del Lavoro e per dare a tutti la possibilità di manifestare
Adesso tocca a noi.
Esprimiamo tutta la nostra rabbia usando tutti la nostra fantasia comunicativa scrivendo tutto quello che vogliamo dire sui CARTELLI e sulle MAGLIETTE.
Portate pentole, campanacci, fischietti e quant'altro possa richiamare l'attenzione.
 
Nota Bene
Il Meteo non sarà dalla nostra parte: è prevista pioggia.
 
 

Soluzioni esodati e legge in Decreto Stabilità rischia di saltare se Governo Letta cade


Esodati: soluzioni e legge in Decreto Stabilità rischia di saltare se Governo Letta cade
Soluzione esodati ancora lontana? La situazione
Esodati e pensioni: sono queste le questioni che, insieme alla necessità del blocco dell’aumento di un punto percentuale dell’Iva, dal 21 al 22%, stanno facendo tribolare un governo decisamente in crisi.
Se ne parla da mesi e da mesi si avanzano proposte per modifiche e cambiamenti volti a migliore le condizione dell’attuale sistema pensionistico e a risolvere una volta per tutte il nodo esodati. Si tratta di lavoratori che, a seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme Fornero che hanno innalzato l’età pensionistica per tutti, rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione.
Situazione che il governo cerca assolutamente di evitare. E lo fa facendo promesse da tempo ma nulla di concreto perché, a parte i 130mila salvaguardati dall’ex governo Monti, sono ancora migliaia i lavoratori che attendono risposte certe sul loro futuro.
Un futuro al momento fatto solo di ombre. Questo il motivo per cui ci si augura che il governo, nonostante le forti tensioni interne e le minacce dei parlamentari del Pdl di farlo crollare se venisse confermata la decadenza di Silvio Berlusconi, resti ‘in piedi’ per lavorare ad un futuro che possa rendere l’Italia migliore, cercando di trainarla fuori da questa condizione di crisi e affanno in cui da tempo vive.
Permettere infatti la caduta del governo, significherebbe affondare di nuovo un Paese che tenta a stento di recuperare terreno, seppur tra mille difficoltà che alla fine ricadono sempre sui cittadini ormai stremati dall’andamento delle cose attuali.
Secondo gli ultimi dati, comunque, gli esodati da tutelare dovrebbero essere meno del previsto, in quanto coloro che hanno fatto domanda all'Inps sono meno di quanto previsto dalle tre platee complessive di salvaguardia attivate finora.
Al momento, della prima platea di esodati, pari a 65mila unità prevista dal Salva Italia, è stata coperta solo una parte, per circa 62mila salvaguardie. Ancora non sono stati forniti i dati sulla seconda platea dei 55mila, quella attivata con il dl 95 del luglio 2012 (spending review) ma sembra si chiuderà con salvaguardie molto inferiori al previsto. Infine si attende la verifica sugli ultimi 10mila da tutelare previsti della legge di stabilità.
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Laura Puppato (PD): interroga il Ministro del Lavoro

Laura Puppato con delegazione di esodati bresciani (11-8-13)
Interrogazione ESODATI
Interrogazione
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali

Premesso che
nonostante svariati interventi legislativi di sanatoria, il problema dei cosiddetti “esodati” resta lontano da una adeguata e giusta soluzione;
il Ministro del lavoro e delle politiche sociali in occasione della conversione in legge del decreto-IMU, ha trovato fondi per altri 6500 lavoratori “esodati”, tuttavia risultano ad oggi necessari ulteriori interventi per salvaguardare altre fasce di “esodati” ante-riforma Fornero rimasti senza tutela;
particolarmente grave e allarmante appare il caso di una platea di lavoratori, per altro relativamente limitata che, dopo una vita di onerosi contributi volontari versati all’INPS, si trovano a maturare i 40 anni di contribuzione nell’ultimo bimestre del 2013, con la prospettiva però che, data la “finestra” di 14 mesi di Tremonti-Sacconi, iniziare a percepire effettivamente la pensione secondo le regole pre-riforma Fornero, solo nel febbraio-marzo 2015, rimanendo così a causa di un deficit di pochi giorni,   per un lungo periodo , senza tutela;
l’ingiustizia dello iato fra maturazione del diritto, nel 2013 e effettiva riscossione della pensione, nel 2015, chiede uno sforzo di soluzione del problema;
si chiede di sapere
quali atti il Governo intenda porre in essere per ovviare ad una situazione di potente ingiustizia ai danni dei lavoratori di cui in premessa, che chiedono solo il rispetto dei loro diritti e delle loro aspettative, dopo aver maturato 40 anni di contribuzione previdenziale proprio nell’ultimo bimestre del 2013.
Sen. Laura Puppato 
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Inps: l’incentivo all’esodo non è una pensione

Welfare 26 settembre 2013
pensioniL’Inps avverte gli esodati: l’incentivo all’esodo non è una pensione
Non è pensione l’incentivo all’esodo
L’assegno che l’Inps eroga, previsto dalla riforma del lavoro per gestire gli esuberi di personale in azienda, senza intervento di risorse pubbliche, è da ritenersi come una prestazione a sostegno del reddito e non come trattamento pensionistico. Questo significa che non è reversibile ai superstiti, né attribuisce il diritto alle aggiunte di famiglia. A ripeterlo è l’Inps stessa che torna a trattare la questione, già spiegata nella circolare 119 di agosto, con il recente messaggio 14894/2013, dove chiarisce che trattandosi di prestazione a sostegno del reddito appunto, in queste circostanze una seconda richiesta di ricongiunzione di periodi assicurativi non può essere accolta.
L’art.4, della legge n.92/2012, meglio nota come Riforma Fornero, stabilisce la facoltà, nei casi di eccedenza del personale, di stringere accordi tra i datori di lavoro che utilizzino in media più di 15 dipendenti e le organizzazioni sindacali dei lavoratori maggiormente rappresentative a livello aziendale, al fine di incentivare l’esodo dei lavoratori più prossimi al trattamento di pensione.
Nella fattispecie, il datore di lavoro si impegna a corrispondere all’Inps la provvista finanziaria necessaria per l’erogazione ai lavoratori di una prestazione di importo corrispondente al trattamento di pensione che toccherebbe al momento della risoluzione del rapporto di lavoro in base alle regole vigenti e per l’accredito della contribuzione fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento.
I lavoratori interessati devono raggiungere i criteri minimi per il pensionamento, di vecchiaia o anticipato, nei quattro anni successivi alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Il datore di lavoro presenta domanda all’Inps insieme ad una fideiussione bancaria che assicuri la solvibilità nei riguardi degli obblighi.
Successivamente all’accettazione dell’accordo, il datore è obbligato a corrispondere ogni mese la provvista per la prestazione e per la contribuzione figurativa correlata. I lavoratori, invece, dovranno richiedere all’Inps l’accesso alla pensione vera e propria durante l’ultimo mese di erogazione della prestazione.
L’Inps, su richiesta di vari uffici periferici, che volevano chiarezza riguardo alla possibilità dei titolari della particolare prestazione di chiedere una seconda ricongiunzione di periodi assicurativi, ha evidenziato che questa possibilità è disciplinata dall’art.4 della legge n. 29/1979, la quale determina che questa richiesta può essere presentata in due momenti.
Il primo è quando il richiedente può far valere, successivamente alla prima domanda di ricongiunzione, un periodo di assicurazione di almeno dieci anni, di cui almeno cinque di contribuzione versata in costanza di effettiva attività lavorativa. Il secondo momento è quello all’atto del pensionamento; in questa circostanza la ricongiunzione può essere azionata solamente nella gestione nella quale era stata richiesta con la prima domanda.
Quindi, conclude il messaggio, una seconda domanda di ricongiunzione, in assenza del requisito dei dieci anni, può essere validamente soltanto contemporaneamente alla domanda di pensione e non al momento dell’accesso alla prestazione di sostegno al reddito.
(Leggi)
 

giovedì 26 settembre 2013

Governo Letta e nodi da sciogliere


RIFORMA PENSIONI/ Governo Letta, i nodi da sciogliere sono esodati, dipendenti pubblici e coefficienti
giovedì 26 settembre 2013
Nel già acceso dibattito sulla riforma delle pensioni, su cui il governo Letta sembra non riuscire andare oltre qualche flebile annuncio, si inseriscono anche gli stessi pensionati. I segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil hanno inviato di recente una lettera al premier per richiamare l’attenzione dell’esecutivo sulle “difficili condizioni di vita della popolazione anziana del nostro Paese, fortemente penalizzata negli ultimi anni dal blocco della rivalutazione delle pensioni, dall’aumento di tasse, imposte e tariffe e dai tagli al welfare e ai trasferimenti a Regioni e Comuni”. I pensionati, che in tutti questi anni “hanno sempre fatto la loro parte e contribuito in misura determinante alle manovre di risanamento dei conti pubblici”, oggi chiedono un segnale forte da parte del governo e del Parlamento, che restituisca loro “quella fiducia nelle istituzioni che purtroppo stanno perdendo”. Ma cosa sta facendo a tal proposito l’attuale esecutivo? Lo abbiamo chiesto a Carlo Alberto Nicolini, avvocato e docente di Diritto della lavoro presso l’Università di Macerata.
Il governo Letta aveva promesso di rimettere mano alla riforma delle pensioni. Misure correttive però non se ne sono viste. In più c’è il problema degli esodati. Non ci sono le condizioni per intervenire?
Quello degli esodati è un problema aperto, dal momento che non sappiamo ancora il numero esatto e la spesa effettiva. Prima di tutto va chiuso questo argomento. Fare una nuova riforma strutturale, che secondo me non si farà, prima di vedere com’è andato il regime transitorio mi pare un salto nel buio. Anche per un altro motivo.
Quale?
Se si fa una riforma la si fa per dare qualcosa di più ai pensionati. Ma la riforma è stata abbastanza severa. Bisogna trovare i soldi. Tuttavia ci sono priorità maggiori: penso al cuneo fiscale, all’Iva. Ho l’impressione che parlare in questo momento di pensioni e di rivedere la riforma Fornero sia un po’ campato in aria. Magari verrò smentito dai fatti, ma mi pare che in questo momento non abbiamo un governo, un parlamento e dei conti pubblici in grado di sostenere una riforma strutturale. Abbiamo dimenticato anche un altro aspetto.
Di che si tratta?
Di un altro aspetto transitorio che riguarda la spending review nella pubblica amministrazione. Era previsto un dimagrimento della PA con un taglio lineare del 10% dei dirigenti. Una prima tranche di questi - chiamiamoli - “licenziati” riguardava chi avrebbe maturato i requisiti pensionistici, i vecchi requisiti, nel 2014. Di questo non si sa più nulla. Mi pare che si stia andando molto a rilento per definire questi tagli. Questo è importante.
Perché è importante?
 Il legislatore vede il pensionamento in due modi differenti. Dal punto di vista della spesa è sfavorevole per il settore privato, perché pensionare i dipendenti privati costa. È invece favorevole ad applicare il regime pensionistico anticipato ai lavoratori pubblici perché lì risparmia; costa meno infatti un pensionato di un lavoratore attivo. Anche questo - come quello degli esodati - è un problema aperto. Non sappiamo - a quanto mi consta - quanti siano gli uni e gli altri. E, di conseguenza, quanto costino. Sono due tronconi - quello degli esodati e quello dei lavoratori del pubblico impiego - strettamente connessi.
Senza trascurare che le pensioni del futuro saranno basse.
È un problema di cui nessuno parla. Tutta la nostra attenzione è rivolta a quale età andremo in pensione, mentre ci occupiamo poco dei coefficienti di trasformazione. Che sono il vero elemento devastante per chi vuole andare in pensione.
In che senso?
È chiaro che se vado in pensione prima, il coefficiente di trasformazione è più basso; sono penalizzato. Non solo. Il coefficiente di trasformazione cambia con un ritmo abbastanza veloce, adesso ogni tre anni. E con l’ultimo decreto ministeriale si è abbassato notevolmente.
Può fare un esempio?
In base al decreto ministeriale 11.5.2012 a 57 anni il coefficiente di trasformazione è 4,304%, a 60 è 6,541% e a 65 è 5,435%. Come vede, cambia moltissimo. Sono variazioni percentuali a due cifre. Passare da 4,304% a 6,541% vuol dire quasi il 50% in più. Non solo.
Cos’altro?
Nel 1995, a 65 anni il coefficiente di trasformazione era 6,136%, nel 2013 è 5,435%. Significa che con un montante contributivo individuale di 500mila euro nel ’95 a 65 anni avevo una pensione superiore a 30mila euro, per la precisione di 30.680. Nel 2013 di 27.175. Se in più conta che questi coefficienti si determinano non solo in relazione agli andamenti demografici ma anche rispetto all’andamento effettivo del tasso di variazione del Pil rispetto all’andamento dei redditi soggetti a contribuzione previdenziale…
Cosa significa?
Significa che diminuendo i redditi soggetti a contribuzione previdenziale diminuiscono anche i coefficienti di trasformazione. Con un tasso di disoccupazione così alto come quello che abbiamo oggi, vuol dire che in prospettiva avremo un’ulteriore variazione peggiorativa dei coefficienti di trasformazione.
In sostanza, pensioni ancora più basse.
Non so fino a che punto i lavoratori aspirino ad andare in pensione tanto presto, visto che l’assegno sarà un bel po’ basso. Perché le cose migliorino è necessario che aumenti il reddito da sottoporre a contribuzione, cioè maggiori redditi da lavoro e un maggior numero di occupati.
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30-9-2013 presidio anche al MEF

Autorizzato anche un presidio al MEF
Una ottima  notizia: abbiamo autorizzazione della Questura di Roma per un Presidio al MEF il 30 settembre dalle 13 alle 18  (col pullman dal Nord + metrò arriveremo alle 14) senza limitazioni di numero di partecipanti;  il MEF Ministero della Economia e Finanze è in via XX settembre dista circa 2 km dal Ministero del  Lavoro MPLS. Daremo indicazioni per raggiungerla in Metrò
Avremo la possibilità di portare una lettera per il ministro Saccomanni - di avere un incontro con il Vice Ministro On Stefano Fassina o il Sottosegretario On. Pier Paolo Baretta o col Segretario - Dirigente del ministero che ci riceve.
Spero che ora  TANTI vengano a ROMA
TRANQUILLI.  IL POSTO c'è senza limiti di persone
IL presidio  al MEF il 30 settembre non è alternativo o contro quello organizzato al Ministero del  Lavoro (il limite di 50 persone in Via Veneto è stata comunicata tardi, solo lunedì sera). Ma vuole dare la possibilità a TUTTI di manifestare i propri bisogni al secondo presidio al MEF.
Iniziate a preparare bei CARTELLI e magliette bianche  con la scritta ESODATI DA SALVARE o simili

mercoledì 25 settembre 2013

Inps: doppia ricongiunzione non possibile

Esodati, Inps: doppia ricongiunzione non possibile
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Gli esodati non possono fare domanda di ricongiunzione in quanto l'incentivo all'esodo è un sostegno al reddito.
Gli esodati non possono fare una seconda domanda di ricongiunzione contributi una volta che ricevono le prestazioni relative all'incentivo all'esodo ex art. 4 Legge 92/2012. Questo è quanto enunciato definitivamente dall'Inps tramite la circolare 119, in merito al funzionamento della gestione degli esuberi aziendali appunto dei lavoratori "esodati", il cui sostegno nella transizione lavoro-pensione è a carico dei datori di lavoro.
Perchè gli esodati non possono richiedere la ricongiunzione contributi una volta che ricevono il sostegno all'esodo? L'Inps specifica che si tratta di una prestazione nell'ambito del sostegno al reddito e non di una prestazione in ambito pensionistico; inoltre solamente le aziende con più di 15 dipendenti possono accedere a tale prestazione grazie agli accordi sindacali.
Continua l'Inps nella sua spiegazione affermando che una seconda domanda di ricongiunzione può essere effettuata solo se il richiedente ha fatto trascorrere dalla prima almeno dieci anni, di cui per lo meno la metà "di contribuzione versata in costanza di effettiva attività lavorativa"; altrimenti la seconda domanda di ricongiunzione si può presentare, se questi requisiti non sono soddisfatti, solamente assieme alla domanda di pensione, non come detto al momento della domanda di "incentivo all'esodo" che come detto sopra si configura come sostegno al reddito.
Inoltre, come si legge nella circolare Inps "Sull'importo della prestazione non è attribuita la perequazione automatica, non spettano i trattamenti di famiglia (ANF), non possono essere effettuate trattenute per il pagamento di oneri (ad esempio: per riscatti e ricongiunzioni che devono quindi essere interamente versati prima dell'accesso alla prestazione; per cessione del quinto dello stipendio; per mutui ecc.)...La prestazione non è reversibile. In caso di decesso del beneficiario, ai superstiti viene liquidata la pensione indiretta, con le norme ordinarie, tenendo conto anche della contribuzione figurati va correlata versata in favore del lavoratore durante il periodo di erogazione della prestazione".
(Leggi)
Leggi anche: Ateneo Web
Leggi la circolare INPS 119 del 2-8-2013

martedì 24 settembre 2013

Damiano - PD: esodati, pensioni e cuneo fiscale sono temi condivisi?

Lunedì 23 Settembre 2013 17:20 
CENTRODESTRA: DAMIANO (PD), ESODATI, PENSIONI E CUNEO FISCALE SONO TEMI CONDIVISI?
(AGENPARL) - Roma, 23 set - "Visto che l’onorevole Brunetta rivolge ben 10 domande al Ministro Saccomanni, noi vorremmo a nostra volta rivolgere qualche domanda al centrodestra. 1) Il problema delle correzioni al sistema pensionistico, al fine di risolvere la questione dei cosiddetti esodati, dell’introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema previdenziale, delle ricongiunzioni dei contributi e della salvaguardia del potere d’acquisto delle pensioni medio basse, sarà tema condiviso da tutti anche quando si tratterà di trovare le coperture finanziarie e scegliere tra diverse priorità? 2) La diminuzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, che dia alle aziende un vantaggio competitivo sui costi nel caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato e ai lavoratori un beneficio in busta paga, ad esempio con una detassazione della prossima tredicesima , è argomento condiviso? 3) Il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga che, secondo le stime delle Regioni, richiederà almeno un miliardo di euro entro la fine dell’anno, può essere un obbiettivo sostenuto da tutti? Le priorità sociali che abbiamo indicato richiedono uno stanziamento di risorse che ammonta a molti miliardi di euro e si tratta di temi tutti contenuti nel discorso programmatico illustrato dal Presidente Enrico Letta alle Camere, al momento dell’insediamento del governo. Come pensa il centrodestra di reperire le risorse per queste misure se ben 4 miliardi euro sono stati stanziati per cancellare l ’Imu sulla prima casa a tutti e c’è il rischio, per mancanza di coperture, di dover aumentare dal mese di ottobre l’iva dal 21 al 22 % ? Non sarebbe meglio che la tassa sulla prima casa fosse cancellata soltanto per i cittadini con redditi medio bassi, e utilizzando i risparmi così realizzati per le vere emergenze sociali? Come si può osservare le domande possono essere molte e rivolte a tutti. Sarebbe preferibile che l’intenzione di "tenere un dibattito sui conti dello Stato" annunciata dal Ministro Saccomanni , non si traducesse in un ipotetico dibattito culturale, ma nella convocazione della Cabina di Regia del governo per decidere la distribuzione delle risorse disponibili in rapporto alle vere priorità del paese". Lo afferma in una nota Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera.
(Leggi)
Leggi anche: Blasting News

Scade domani, mercoledì 25-11-13 la possibilità per l'istanza dei 10.130

Esodati: le novità della settimana.
Facciamo il punto
Autore: Marianna Quatraro
A che punto è la questione esodati e quanti salvaguardati ad oggi? Situazione e ultimi dati
Scade domani, mercoledì 25 settembre, la possibilità per gli ultimi 10.130 esodati facenti parte del terzo contingente dei salvaguardati di presentare la domanda per la pensione alla Direzione Territoriale del Lavoro del loro territorio, indicando la data di fine rapporto lavorativo e quale accordo li ha messi in mobilità. E mentre Confcommercio ha lanciato l'allarme sui cosiddetti esodati del commercio, cioè per tutti quei lavoratori autonomi che, dopo aver cessato l'attività e aver restituito alle autorità licenze e autorizzazioni, si trovano senza fonti di reddito e senza pensione, per coloro che rientrano nella quarta tranche di esodati prevista dal dl n.102/2013, cioè 6.500 soggetti, scatterà uno stop per le domande di pensione, gli ultimi dati sulle pensioni effettivamente erogate agli esodati non lasciano ben sperare sul loro futuro e sulla velocità con cui vengono davvero tutelati.
Dai dati emerge, infatti, che dei 130mila salvaguardati dai tre decreti dell’ex governo Monti, ad oggi coloro che effettivamente percepiscono l'assegno previdenziale sono in totale 11.384, dunque, poco più di un decimo della platea complessiva dei tutelati.
In particolare, al momento si sa che della prima platea di 65mila esodati, 62mila hanno ricevuto la salvaguardia e 3mila ne sono rimaste fuori. Anche per quanto riguarda la seconda platea dei 55mila, quella individuata con la spending review, sembra che si chiuderà con salvaguardie molto inferiori al previsto, mentre per la verifica sugli 10mila individuati dalla Legge di Stabilità, non si sa ancora se saranno di più o di meno, visto che le procedure sono ancora in corso.
Ma ci sono altri salvaguardati, con periodi scoperti, nei quali non riceveranno nè il sussidio, nè la pensione. Bisogna, dunque trovare una soluzione definitiva al problema, perchè, secondo le stime, le persone che rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione entro il 2017 saranno quasi 350mila circa.
(Leggi)

Nuovo comunicato della Rete su presidio del 30-9-2013

Comunicato della Rete dei Comitati di “Esodati” sul Presidio del 30-9-13 a Roma
Facciamo seguito ai precedenti  Comunicati sul  presidio del 30 settembre, per informare urgentemente di quanto segue:

1)      Le adesioni ricevute per il presidio sono state in numero di gran lunga superiore al previsto e questo ci conforta circa la condivisione da parte degli interessati delle iniziative che la Rete dei Comitati sta realizzando per ottenere la soluzione del problema dei non salvaguardati. Siamo però costretti a limitare la partecipazione per ragioni di ordine pubblico che la Questura di Roma ci ha rappresentato, motivandole con il fatto che il Ministero del Lavoro è contiguo all’Ambasciata USA (considerata obiettivo sensibile per possibili azioni terroristiche) e concedendo quindi l’autorizzazione al presidio per un numero massimo di 50 persone.

2) Di conseguenza il presidio del 30 settembre (davanti al Ministero del Lavoro a Roma in via Veneto, 56 dalle ore 14) sarà riservato prioritariamente ai colleghi che hanno già acquistato il biglietto di viaggio (treno o aereo),i quali sono pregati urgentemente di contattare il proprio Comitato, in modo che ciascun Coordinatore  possa procedere alla redazione dell’elenco dei suoi partecipanti.

 3)      In tempi brevi (verosimilmente nella prima decade di ottobre) il Ministro Giovannini sarà chiamato in audizione alla Commissione Lavoro della Camera ed è intendimento della Rete dei Comitati programmare per quella data altro presidio. Invitiamo coloro che non potranno partecipare al presidio del 30 settembre di rendersi disponibili per tale ulteriore occasione (attendendo comunque conferma dalla “Rete dei Comitati” sulla fattibilità del presidio  prima di acquistare eventuali biglietti di viaggio).

Ci scusiamo vivamente con tutti i colleghi per i disagi creatisi, sia pure indipendentemente dalla volontà dei Comitati organizzatori e ringraziamo vivamente quanti hanno dato la loro disponibilità e collaborazione in vista di un evento così impegnativo.

Desideriamo anche invitare tutti gli “esodati” a diffidare di chi, a vario titolo e su numerosi forum, gruppi e blog,  diffonde informazioni diverse e fuorvianti che creano solo disorientamento e confusione fra i colleghi, con il rischio di mettere a repentaglio sia l’incolumità delle persone sia la buona riuscita dell’iniziativa.

 

lunedì 23 settembre 2013

Esodati: nuovi dati. Solo 11mila in pensione

Esodati: nuovi dati. Solo 11mila in pensione. Ecco cosa ha fatto e deve fare Governo Letta
Autore: Marcello Tansini
Situazione esodati: a che punto sono e impegni per il futuro
Dell’esercito dei 130mila salvaguardati dai tre decreti dell’ex governo Monti, ad oggi coloro che effettivamente percepiscono l'assegno previdenziale sono in totale 11.384, secondo i dati aggiornati al 10 giugno 2013 contenuti nell'ultimo Rapporto Annuale dell'Inps . dunque, poco più di un decimo della platea complessiva dei tutelati.
Tutti gli altri salvaguardati dovrebbero passare automaticamente dall'assegno di mobilità a quello previdenziale, appena raggiunti i requisiti per il pensionamento, ma in realtà ci sono molti lavoratori che hanno periodi scoperti, nei quali non riceveranno né il sussidio, né la pensione.
Si tratta di coloro che hanno firmato degli accordi per mettersi in mobilità prima del 2010 e che, per effetto delle nuove norme pensionistiche previste dall’ex ministro Fornero, non rientrano più nei requisiti per beneficiare del trattamento di tutela.
E così molti esodati non possono godere più del diritto di percepire l'assegno di mobilità (ad esempio nel corso di quest'anno) prima di poter diventare pensionati a tutti gli effetti (per esempio dal primo gennaio 2014). Per rimediare a questa situazione, il governo ha deciso di stanziare nei prossimi mesi ulteriori risorse che saranno attinte dal Fondo sociale per l'occupazione del Ministero del Welfare, ma una crisi di governo nei prossimi mesi potrebbe far saltare anche questa misura.
Restano, dunque, diversi i problemi in merito che il governo deve affrontare. E il premier Letta si è inoltre impegnato a stanziare una somma di 700 milioni di euro in favore di una quarta tranche di esodati, corrispondenti a una platea di circa 6.500 lavoratori che hanno subito un licenziamento individuale prima del dicembre 2011.
Bisogna, però, trovare una soluzione definitiva al problema, perchè, secondo le stime, le persone che rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione entro il 2017 sono nel complesso 320-350mila. E per non lasciare nessuno ‘in mezzo alla strada’ è necessario modificare qualcosa nel sistema pensionistico attualmente in vigore.
(Leggi)

Donatori di sangue in pensione più tardi per la riforma Fornero

Il prelievo della Fornero
Gli esodati del sangue. Donatori in pensione più tardi per la riforma Fornero
Giorgia Wizemann
23/09/2013
La riforma Fornero torna a far parlare di sé, questa volta non per gli esodati ma per i donatori di sangue...
La riforma Fornero torna a far parlare di sé, questa volta non per gli esodati ma per i donatori di sangue. Gli iscritti all'Avis in procinto di andare in pensione, infatti, sono costretti ad aspettare perché dovranno recuperare i giorni in cui, con regolare permesso, sono rimasti a casa per il prelievo. Un allarme lanciato dalla sede dell'associazione a Cremona, comune che registra in Italia il maggior numero di iscritti (6.000 che diventano 17.000 con la provincia).
Se si fa un rapido calcolo, per un iscritto che dona il sangue da quando ha 18 anni e lo fa a pieno regime (cioè quattro volte l'anno), in quarant'anni di vita lavorativa dovrà recuperare 160 giornate di astensione dal lavoro, che si traducono il 7-9 mesi in più di servizio.
L'alternativa è smettere di lavorare nella data prevista, ma con una decurtazione del 2% della pensione. Lo spiega bene Ferruccio Giovetti, presidente di Avis Cremona: "Con una aspettativa di vita di 25 anni, considerando un assegno mensile di 1300-1400 euro, si parla di alcune migliaia, se non decine di migliaia, di pensione in meno".
Il rischio, ora, è una diminuzione dei donatori e una conseguente ricaduta sugli ospedali: "Il sangue è un farmaco salvavita - continua Giovetti - che non si può comprare da nessuna parte e che può essere soltanto donato. Le sale operatorie rischiano di trovarsi in difficoltà perché non hanno le sacche di sangue necessarie per effettuare gli interventi".
(Leggi)

Istanze alle DTL per i 10.130: entro il 25 settembre 2013

Ultimo avviso
Esodati Inps: Parte la terza salvaguardia dopo che sono stati resi noti i termini di scadenza. Salvaguardia ai sensi dell’articolo 1, commi da 231 a 234, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 e del decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze del 22 aprile 2013 (c.d. salvaguardia dei 10.130). L’INPS ha messo a punto lo Sportello Amico per l’assistenza: sono disponibili 28 ore settimanali nelle Agenzie interne e complesse e per 20 ore nelle Agenzie territoriali. Per inviare domande di carattere normativo o tecnico relativi all’applicazione delle disposizioni, è stata allestita la casella di posta elettronica “salvaguardia10130@INPS.it”, un indirizzo sfruttabile solo dalle strutture regionali. Altri due indirizzi sono destinati ai lavoratori iscritti alla Gestione dipendenti pubblici (dctrattpensuff1@inpdap.gov.it) e agli iscritti alla gestione ex Enpals (dpp@enpals.it).
(Leggi il Messaggio n. 12577 - INPS)
Leggi anche: Leggi Oggi

sabato 21 settembre 2013

Comunicato della Rete dei Comitati di “Esodati”

Comunicato
della Rete dei Comitati di “Esodati” sul Presidio del 30 settembre a Roma   
Si fa seguito al precedente Comunicato con il quale è stato indetto un presidio a Roma presso il Ministero del Lavoro in Via Veneto 56 per il giorno 30 settembre in occasione dell’incontro (alle 15,30) fra una delegazione della “Rete” ed il Ministro Giovannini per chiarire e sottolineare quanto segue:
1) sono in fase avanzata le richieste dei previsti permessi dell’autorità di sicurezza senza i quali non si possono decidere gli orari precisi;
2) il presidio si terrà esclusivamente nella sede indicata;
3) stante la responsabilità assunta personalmente dai 15 Coordinatori verso le autorità preposte alla sicurezza saranno comunicate quanto prima specifiche raccomandazioni ai partecipanti;
4) Entro e non oltre mercoledì 25 settembre sarà emesso un nuovo comunicato contenente tutti i dettagli dell’evento.
Nel mentre si invitano tutti gli “esodati” a diffidare di chi, a vario titolo e su numerosi forum e blog,  diffonde informazioni diverse e fuorvianti che creano solo disorientamento e confusione fra i colleghi.
DIAMO APPUNTAMENTO A TUTTI I NOSTRI COLLEGHI A ROMA PER IL 30 SETTEMBRE
 

Esodati: esame per i redditi della terza salvaguardia

Welfare 20 settembre 2013
Esodati: esame per i redditi della terza salvaguardia
Comunicazione Inps sulla terza salvaguardia di esodati
Manca meno di una settimana alla scadenza del termine ultimo per poter inviare la richiesta di ammissione al terzo provvedimento di salvaguardia dalla riforma delle pensioni. L’Inps ha chiarito quali sono i criteri reddituali necessari per poter essere ammessi al beneficio per quanto concerne gli autorizzati al versamento volontario dei contributi e i cessati successivamente agli accordi individuali o collettivi.
Per chi ha preso accordi individuali il tetto di 7.500 euro per il reddito annuo lordo non deve essere stato oltrepassato nel periodo che va dal 4 dicembre al 31 dicembre del 2o11 e poi per ciascun anno completo successivo al 2011. Per colore che invece hanno preso accordi collettivamente, il periodo di osservazione comincia il 30 giungo e termina il 31 dicembre 2012 e per ogni anno completo seguente.
Nel caso in cui le sedi Inps non abbiano certezza in merito ai redditi conseguiti dai possibili ammessi alla salvaguardia, hanno l’obbligo di contattare gli interessati richiedendo loro il rilascio di una dichiarazione di responsabilità.
Questi criteri sono validi per coloro che sono stati estromessi dai due provvedimenti di salvaguardia presi in precedenza in ragione del fatto che in mancanza del requisito di non aver ricominciato l’attività lavorativa successivamente alla cessazione o dopo aver conseguito l’autorizzazione al versamento dei contributi e che ora, invece, possono rientrare nel terzo provvedimento.
L’Inps, inoltre, provvederà a verificare che i requisiti reddituali rimangano inalterati  fino alla liquidazione della pensione.
Leggi la comunicazione dell’Inps che ha come oggetto; Operazioni di Salvaguardia – ulteriori istruzioni operative in merito ai controlli sullo svolgimento di attività lavorativa
(Leggi)

In Legge di Stabilità possibili nuove soluzioni per esodati

Esodati in Legge di Stabilità ci potrebbero essere nuove soluzioni Governo Letta
Piccole speranze per esodati in prossima Legge di Stabilità: la situazione
Mentre è stata avanzata l’ipotesi di garantire una sorta di reddito minimo agli eventuali nuovi esodati, considerando l’ampia platea di coloro che sono stati salvaguardati ma attendono ancora effettivamente la pensione per mancanza di risorse, sembra si possano delineare nuovi spazi di manovra per maggiori coperture nella prossima Legge di Stabilità, perché gli esodati da tutelare dovrebbero essere meno del previsto. 
Probabilmente, infatti, gli esodati che hanno fatto domanda all'Inps sono meno di quanto previsto dalle tre platee complessive di salvaguardia attivate finora. Al momento, della prima platea di esodati, pari a 65mila unità prevista dal Salva Italia, è stata coperta solo una parte, per circa 62mila salvaguardie.
Ancora non sono stati forniti i dati sulla seconda platea dei 55mila, quella attivata con il dl 95 del luglio 2012 (spending review) ma sembra si chiuderà con salvaguardie molto inferiori al previsto. Infine la verifica sugli ultimi 10mila da tutelare previsti della legge di stabilità.

Senza considerare l’ultima tranche dei 6.500 contemplati nel dl 102 di agosto. Si tratta di casi di licenziamenti individuali ai quali verrà riconosciuta una salvaguardia per accedere al pensionamento con i requisiti previgenti la riforma Fornero. Nonostante l’esercito dei 130 salvaguardati dai decreti del governo Monti, sono in realtà pochissimi i salvaguardati che, allo scorso 10 giugno, hanno effettivamente ricevuto la pensione.
I dati parlano dell’8% del totale, cioè di una platea di appena 11.384 persone. Se per sostenere coloro che si trovano senza fonti di reddito e senza pensione, il ministro Giovannini pensa ora anche ad un reddito minimo che potrebbe garantire loro sussistenza, c’è chi si augura che effettivamente la prossima Legge di Stabilità porti soluzioni in materia.
Autore: Marianna Quatraro(Leggi)

venerdì 20 settembre 2013

Meno esodati, più soldi per assegni fino a 2.973 euro

Pensioni: meno esodati, più soldi per adeguare all’inflazione assegni fino a 2.973 euro
Pubblicato il 20 settembre 2013
ROMA – Forse gli esodati che hanno fatto domanda all’Inps per essere “salvaguardati” sono meno del previsto, quindi si liberano risorse per sbloccare l’adeguamento all’inflazione per le pensioni fino a 2.973 euro lordi l’anno, ovvero fino a sei volte il minimo. È una buona notizia che Davide Colombo del Sole 24 Ore deduce da una promessa fatta dal ministro del Welfare Enrico Giovannini a un convegno della Fiom-Cgil sulle pensioni.
La promessa è che, stando ai dati in suo possesso sulle domande di “salvaguardia” che gli esodati hanno presentato all’Inps, ci sono i margini per sbloccare la perequazione (l’adeguamento all’inflazione) per le pensioni fino a sei volte il minimo, quelle di quasi 3.000 euro lordi al mese.
La legge di Stabilità 2013 infatti prevedeva un ulteriore stop dell’adeguamento al costo della vita per le pensioni di sei volte superiori al minimo, se non fossero bastate le risorse stanziate per salvaguardare gli esodati. Ma una clausola parlava di una verifica da fare entro il 30 settembre. Scrive Colombo sul Sole:
“Quella verifica è lungi dall’essere conclusa, visto che l’Inps sta ancora ricevendo le domande di salvaguardia degli esodati della terza platea, quella dei 10mila individuati proprio con la legge di stabilità del Governo Monti. [...] Finora sappiamo ufficialmente che la prima platea di esodati, pari a 65mila unità e prevista dal “Salva Italia” è stata coperta per circa 62mila salvaguardie. Ancora non sono stati forniti i dati sulla seconda platea dei 55mila, quella attivata con il dl 95 del luglio 2012 (spending review) ma sembra che anche in questo caso si chiuderà con salvaguardie molto inferiori al previsto. Infine la verifica sull’ultimo scampolo dei 10mila della legge di Stabilità. E’ presto per dire se saranno di più o di meno, visto che le procedure sono ancora in corso e la data del 30 settembre 2013 per le verifiche non verrà rispettata. Ma evidentemente dai calcoli provvisori deve risultare che gli eventuali eccedenti della terza platea sarebbero più che compensati dalle minori salvaguardia delle prime due. Insomma, dei 9,1 miliardi messi in campo per queste tutele nei prossimi anni si avanzerà qualcosa.
Una ulteriore conferma della nostra ipotesi (che potrà essere verificata solo con i dati finali Inps) sta nella scelta fatta dal Governo di attivare un ulteriore, sia pure modesta, platea di salvaguardati: i 6.500 contemplati nel dl 102 di agosto e attualmente all’esame della Commissione bilancio della Camera. Si tratta di casi di licenziamenti individuali ai quali verrà riconosciuta una salvaguardia per accedere al pensionamento con i requisiti pre-riforma Fornero. Costo stimato 151 milioni nel 2014, 164 milioni nel 2015, 124 milioni nel 2016 con un decalage che si azzera nel 2020. Non bastasse questo provvedimento, vale ricordare infine quanto aveva detto pochi giorni prima del varo del dl 102 lo stesso Giovannini, vale a dire un nuovo provvedimento del Governo a settembre per altre 20-30mila esodati“.
Fatti più o meno i conti degli esodati, la situazione dei pensionati è che con la riforma Fornero, nel 2012 e nel 2013 sono state congelate le pensioni da 1.486 euro in su (tre volte il minimo). Nel 2014 si dovrebbe tornare alle regole fissate dalla legge 488 del 1998:
“ovvero rivalutazione del 100% dell’assegno fino a tre volte il minimo, del 90% dell’assegno per la parte compresa tra tre e cinque volte il minimo e del 75% per la quota superiore. Ma il ministro Giovannini ha fatto un passo in più: adeguamento del costo della vita sarà garantito anche agli assegni fino a sei volte il minimo. Cosa accadrà per le pensioni oltre quella soglia di 2.973 euro lordi non si sa. Ma il passo in più potrebbe costare un centinaio di milioni nel 2014 con un’inflazione attorno all’1,5-1,7%. E quelle risorse verrebbero rinvenute facilmente grazie alla minor spesa per gli esodati”.
(Leggi)


Maestri (PD): "Introdurre forme di flessibilità in uscita"

Esodati e pensioni, Maestri: "Introdurre forme di flessibilità in uscita"
La deputata del Pd: "Per il PD l'obiettivo è l'ottenimento dell'approvazione della proposta di legge Damiano che prevede l'introduzione di un criterio di flessibilità in uscita"
Redazione ParmaToday19 settembre 2013


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Esodati e pensioni, Maestri: "Introdurre forme di flessibilità in uscita"

“Mentre il Governo è impegnato in queste ore nella ricerca delle necessarie coperture per rendere sostenibile il superamento dell’IMU e scongiurare il previsto aumento dell’IVA, in Commissione Lavoro è iniziato il confronto sulle proposte di legge che riguardano interventi correttivi alla riforma previdenziale targata Fornero”. Così la parlamentare democratica Patrizia Maestri, componente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.
“La scorsa settimana una delegazione della rete dei Comitati di esodati è stata audita dalle Commissione riunite Bilancio e Finanze della Camera: esodati, ricongiunzioni pensionistiche (che devono tornare gratuite) e flessibilità in uscita sono le questioni ancora aperte a cui è necessario porre rimedio e che sono una priorità per il Partito Democratico in vista dell’iter della Legge di Stabilità. Per questo abbiamo chiesto un’audizione in Commissione al Ministro Giovannini sul tema della previdenza”
“Per il PD l’obiettivo è l’ottenimento dell’approvazione della proposta di legge Damiano che prevede l'introduzione di un criterio di flessibilità in uscita, così da consentire l'accesso alla pensione in un arco di età compreso tra i 62 e i 70 anni, con la condizione minima dei 35 anni di contributi e con una penalizzazione decrescente dell’assegno (fino ad un massimo dell’8%)”. “Per quanto riguarda le donne, stiamo lavorando affinché vengano reinvestiti su di loro i risparmi (13 miliardi dalle manovre previdenziali Sacconi e Fornero) conseguenti all’innalzamento della loro età pensionabile, con interventi a sostegno dell’occupazione, dei servizi, ma soprattutto con l’abolizione della norma Fornero che prevede il pensionamento di vecchiaia a 70 qualora l’importo della pensione non superi una volta e mezzo l’assegno sociale, circostanza molto comune per le donne impegnate anche nei lavori di cura familiare”.
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Ultime novità e scadenza domanda di salvaguardia

Riforma pensioni, esodati: ultime novità e scadenza domanda di salvaguardia
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Riforma pensioni, per gli esodati novità interessanti: potrebbero essere meno del previsto
Riforma pensioni, esodati: le ultime novità sul fronte esodati appaiono molto interessanti. Da una parte abbiamo le ultime prese di posizione di Uil e Ugl, dall'altra le dichiarazioni di Giovannini sull'adeguamento al tetto di inflazione nel 2014 e le acute considerazioni in merito di Davide Colombo su IlSole24Ore. E, inoltre, la scadenza della domanda di salvaguardia il prossimo 25 settembre per soggetti senza stipendio né pensione.
Riforma pensioni, tra le ultime novità per gli esodati, come anticipato, abbiamo la presa di posizione della Uil, che ha accolto positivamente la conferma per il 2014 della fine del blocco dell'indicizzazione delle pensioni comunicata dal ministro Giovannini, ricordando tuttavia che ora occorre "intervenire dando copertura a tutti i lavoratori esodati", e "reintroducendo forme di maggiore flessibilità nell'età pensionabile". Sul fronte riforma pensioni l'Ugl è invece scesa in piazza due giorni fa, a Montecitorio, per esprimere tutta la propria frustrazione dinanzi all'indifferenza politica per i problemi reali del paese, questione pensioni, naturalmente, in primis.
Ma tra le ultimi novità sul fronte riforma pensioni, ed esodati più in particolare, degne di grande considerazione appaiono anche le ipotesi e le riflessioni di Davide Colombo su IlSole24Ore. Colombo riflette sulle dichiarazioni di Giovannini, in cui il ministro ha affermato che dal 2014 il tetto di adeguamento all'inflazione, per le pensioni, arriverà a 3000 euro, ovvero sei volte il minimo. Secondo Colombo dietro tale dichiarazione si nasconde "una buona notizia: probabilmente gli esodati che hanno fatto domanda all'Inps sono meno di quanto previsto dalle tre platee complessive di salvaguardia attivate finora".
Questo perché i dati provvisori (probabilmente) in possesso di Giovannini potrebbero presentare già margini sufficienti per "garantire lo sblocco delle indicizzazioni". Per la prima platea di salvaguardati abbiamo avuto una previsione di 65 mila unità, poi coperta con circa 62 mila salvaguardie, potrebbe quindi darsi che per la seconda platea da 55 mila unità (DL 95 del luglio 2012) le salvaguardie potrebbero, parimenti, essere inferiori a quanto preventivato. Secondo Colombo quindi, da calcoli provvisori si potrebbe pensare che "dei 9,1 miliardi messi in campo per queste tutele nei prossimi anni si avanzerà qualcosa". Sarebbe una buona notizia, ma tuttavia restiamo nel campo delle ipotesi: la verità la avremo solo con la pubblicazione di dati finali da parte dell'INPS.
Si ricorda inoltre che si avvicina la scadenza per l'invio della domanda di accesso alla salvaguardia da parte dei 10.130 soggetti rimasti senza stipendio né pensione a causa della riforma Fornero (DL 201/11): restano circa 5 giorni per inviarla, il termine ultimo è fissato per il 25 settembre 2013.
(Leggi)

Un resoconto che ci riguarda

MOLTO INTERESSANTE: Resoconto della odierna riunione della Commissione Lavoro della Camera che da sostanzialmente una piccola accelerata all'esame della Proposta di legge che ci riguarda... da leggere attentamente
 
CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 settembre 2013 XVII LEGISLATURA   
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO

SEDE REFERENTE
  Mercoledì 18 settembre 2013. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Carlo Dell'Aringa.
Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico.  C. 224 Fedriga, C. 387 Murer, C. 727 Damiano, C. 946 Polverini, C. 1014 Fedriga, C. 1045 Di Salvo, C. 1336 Airaudo.
(Seguito dell'esame e rinvio – Nomina di un Comitato ristretto).

  La Commissione prosegue l'esame dei provvedimenti in titolo, rinviato nella seduta del 24 luglio 2013.

  Massimiliano FEDRIGA (LNA) ritiene necessario imprimere un'accelerazione all'iter di esame delle proposte di legge in titolo, proponendo l'immediata costituzione di un Comitato ristretto, nell'ambito del quale predisporre rapidamente un testo unificato, considerata la sostanziale vicinanza del contenuto dei vari progetti di legge abbinati. Fatto notare che sull'argomento in discussione è maturata da tempo una condivisione di massima dei gruppi, testimoniata anche dall'impegno profuso sul tema nella passata legislatura, rileva che occorre ora individuare senza indugi una soluzione concreta al delicato problema in discussione. Ritiene, infine, che la convergenza dei gruppi su un testo unificato, eventualmente aggiornato alle ultime novità legislative introdotte in materia, possa conferire alla Commissione più forza anche nell'interlocuzione con il Governo circa l'individuazione delle necessarie coperture finanziarie.

  Marialuisa GNECCHI (PD), relatore, condivide anzitutto l'esigenza di costituire un Comitato ristretto, sottolineando come la Commissione sia impegnata da tempo ad individuare soluzioni normative adeguate a risolvere tempestivamente la questione di coloro che sono rimasti senza pensione e stipendio. Pur rilevando l'assoluta necessità di procedere con convinzione lungo l'iter di esame dei provvedimenti in discussione, fa notare che talune delle problematiche sul tappeto, tra cui cita l'esigenza di adottare il decreto di proroga della mobilità (per il quale è già stata quantificata la copertura), nonché talune altre questioni di dubbia e paradossale interpretazione da parte dell'INPS, connesse al mancato riconoscimento della salvaguardia, potrebbero essere agevolmente risolte anche sul piano amministrativo: sollecita, in tal senso, il Governo ad adoperarsi per favorire una soluzione a tali questioni.
  Auspica, inoltre, che sulla complessità delle questioni in gioco possa essere al più presto organizzata un'audizione con il Ministro Giovannini, tenuto conto che gli ostacoli da superare per la risoluzione del problema riguarderanno, prevalentemente, le questioni di copertura finanziaria. Si dichiara convinta, in conclusione, che il lavoro nell'ambito di un Comitato ristretto sarà proficuo e sollecito, considerato il grado di convergenza ormai raggiunto dai gruppi.

  Titti DI SALVO (SEL), ricordando come la sensibilità dei gruppi sul tema è sempre stata alta e ha condotto a un'attenzione quotidiana nell'ambito della Commissione, fa presente che è giunto il momento di individuare una soluzione concreta al problema, al fine di venire incontro alle esigenze dei numerosi lavoratori in difficoltà, sempre più disorientati per l'incertezza della loro situazione. Convenendo sull'esigenza di ascoltare il Ministro Giovannini su tali rilevanti questioni, eventualmente con il supporto di rappresentanti dell'INPS, fa presente che un'altra sede presso la quale appare utile approfondire il tema potrebbe essere quella della Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti gestori delle forme obbligatorie di previdenza, di cui è imminente l'istituzione. Fa notare, infatti, che l'impegno istituzionale su tale argomento deve essere massimo, considerata l'esigenza di rimuovere un vero e proprio vulnus inferto ai lavoratori.

  Walter RIZZETTO (M5S), concordando con l'esigenza di istituire un Comitato ristretto, auspica che sulla tematica in esame possa avviarsi quanto prima una interlocuzione diretta con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con l'INPS, affinché possa essere fatta chiarezza soprattutto sui dati di natura finanziaria.

  Sergio PIZZOLANTE (PdL), condiviso quanto prospettato dal relatore, ritiene che vi siano le condizioni per procedere speditamente lungo l'iter di esame, anche attraverso l'immediata costituzione di un Comitato ristretto sui provvedimenti in titolo, ferma restando l'esigenza di approfondire, in una successiva fase, l'impatto economico delle misure proposte.

  Cesare DAMIANOpresidente, prende atto che il dibattito odierno ha messo in evidenza una sostanziale convergenza dei gruppi circa l'esigenza di procedere sollecitamente nell'esame dei provvedimenti in titolo. Fa presente, inoltre, che, sulla base di contatti informali avuti dalla presidenza (che proseguiranno anche nella giornata odierna), è emersa la disponibilità del Ministro Giovannini ad un incontro con la Commissione, che ritiene possa essere fissato per la prima settimana del mese di ottobre. Fa notare, in ogni caso, che l'esame del decreto-legge in materia di IMU, CIG ed esodati, attualmente all'esame della XI Commissione in sede consultiva, potrà rappresentare un'ulteriore occasione per affrontare il tema e apportare ulteriori interventi di estensione della platea, seppur non completamente risolutivi della problematica. Invita i gruppi, quindi, a concentrarsi anche su quel provvedimento, eventualmente agendo presso le Commissioni di merito, tenuto conto che il Ministro, attraverso dichiarazioni pubbliche, si è pronunciato a favore di un contributo del Parlamento diretto al miglioramento del testo. Ricorda, peraltro, che l'azione di persuasione della XI Commissione nei confronti delle Commissioni di merito ha già prodotto dei risultati, visto che, nell'ambito dell'esame del predetto decreto-legge, sono stati auditi le rappresentanze delle diverse categorie di esodati. Auspica, pertanto, che sulle delicate questioni in discussione si possa registrare con tempestività un accordo politico tra i gruppi, che consenta di preparare la strada all'individuazione di soluzioni concrete al problema.

  Il sottosegretario Carlo DELL'ARINGA fa presente che sulle importanti questioni in gioco ancora da affrontare – tra cui cita la riforma previdenziale, le pensioni d'oro, la flessibilità in uscita, gli esodati – occorre avviare un confronto aperto e trasparente tra Governo e Parlamento, proprio al fine di fare chiarezza ed evitare che si diffonda una ingiustificata preoccupazione tra gli interessati. Considerata la complessità delle problematiche, anche alla luce dei rigidi e stringenti vincoli finanziari che impongono una limitazione delle risorse a disposizione, giudica necessario procedere all'individuazione di una serie di criteri di priorità, in vista della predisposizione di misure di salvaguardia il più possibile efficaci, seppur, presumibilmente, non del tutto risolutive. Precisato che, allo stato, non esistono soluzioni già precostituite proposte dal Governo, ritiene che un confronto con il Ministro Giovannini sia necessario, proprio per avviare una riflessione seria su tali punti, che conduca all'indicazione di un percorso comune chiaro da intraprendere in futuro.

  Cesare DAMIANOpresidente, auspicato che il rappresentante del Governo possa anch'egli farsi da tramite presso il Ministro, sollecitandolo ad un confronto con la Commissione, si dichiara preoccupato del silenzio dell'Esecutivo sulla materia previdenziale, tenuto conto, peraltro, che la presentazione della legge di stabilità è alle porte e che appare urgente individuare una soluzione ai diversi problemi aperti.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, propone quindi che la Commissione proceda alla nomina di un Comitato ristretto per il seguito dell'istruttoria legislativa delle proposte di legge nn. 224, 387, 727, 946, 1014, 1045 e1336.

  La Commissione delibera di nominare un Comitato ristretto, riservandosi la presidenza di indicarne i componenti sulla base delle designazioni dei gruppi.

  Cesare DAMIANOpresidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell'accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico.
C. 857 Damiano.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo rinviato nella seduta del 24 luglio 2013.

  Cesare DAMIANOpresidente, ritenuto che la discussione sul provvedimento in esame possa considerarsi sostanzialmente assorbita dal dibattito svoltosi sul precedente punto all'ordine del giorno, rileva che, nell'ambito dell'auspicata audizione del Ministro Giovannini, che dovrebbe avere luogo all'inizio del mese di ottobre, sarà possibile approfondire anche l'argomento della flessibilità, nonché ulteriori questioni, connesse, ad esempio, alla problematica delle ricongiunzioni onerose e della rivalutazione delle pensioni. Con riferimento a tale ultimo aspetto, fa notare che il Ministro ha di recente chiarito pubblicamente che non è sua intenzione mettere in discussione la rivalutazione delle pensioni di entità entro sei volte il minimo, per le quali si sta studiando un sistema per fasce, che appare in grado di offrire una tutela progressiva e graduale in favore dei pensionati, superando gli elementi di rigidità generati dalle misure adottate dalla precedente «riforma Fornero».

  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.40.