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sabato 19 gennaio 2019

Nove mesi di parole al vento

Pensioni, esodati non salvaguardati: la risposta del Governo è il Reddito di cittadinanza
Il Governo Conte ha individuato nel Reddito di cittadinanza una soluzione per gli esodati non salvaguardati. Sdegnato il Comitato "Esodati, Licenziati e Cessati".
Autore: Antonella Viviano
17 Gennaio 2019
Il Governo giallo-verde ha svelato la sua linea programmatica per risolvere la questione dei 6.000 esodati non salvaguardati, ieri a Stasera Italia. Dopo aver ascoltato la storia di Salvatore Bello, esodato che avrebbe maturato il diritto alla pensione antefornero nel 2018, ma che lo slittamento dovuto alla legge del 2011 porta al 2024, Roberta Lombardi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle alla regione Lazio, ha dichiarato: “Questo signore, appena entrerà in vigore il Reddito di cittadinanza, potrà avere un sostegno al reddito ed una partecipazione alle spese della casa”.
“Con il Reddito di cittadinanza avrà 780 euro al mese, un aiuto al reddito, che deve dare a quella persona la possibilità di riuscire ad avere, innanzitutto una tranquillità minima economica e poi riuscire a ritornare sul mercato. Le imprese ricominceranno ad assumere. La persona nel frattempo farà dei corsi di formazione. Ha anche un’esperienza lavorativa, che gli permette d’essere utile, magari in altra maniera, perché ci sono anche i lavori socialmente utili. Così si comincia a dare la possibilità alle persone di lavorare”, ha aggiunto l’esponente pentastellato.

Le precisazioni di Elide Alboni
“Dopo le affermazioni di Lombardi non abbiamo alcuna remora ad affermare che da questo Comitato non si faranno sconti accettando trattative che non contemplino il DIRITTO . Il DIRITTO ha leggi ha articoli della Costituzione”, ha dichiarato Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, nel commentare le parole di Lombardi.
“Valutato come nove mesi di attesa cortesia spiegazioni speranze e delusioni non siano serviti a ragionevolezza a far sì si documentassero come e perché erano rimasti Esodati cosa per cui avevamo dato loro ogni documento ogni opportunità. Politicamente stasera è stato compiuto davanti alle telecamere un flop gravissimo dal quale ci attendiamo rettifica e conclusione dignitosa di un calvario sociale che protratto oltre li fa complici degli errori di chi criticano. Come Comitato che segue gli esodati da 6 anni siamo sdegnati“, ha sottolineato Alboni, per la quale proporre il Reddito di cittadinanza è un nuovo tradimento verso “un cittadino provato da un Danno spaventoso come un furto di Stato nel 2011”.
Alboni ha proseguito: “Sovvertono un DIRITTO previdenziale con un provvedimento x loro iniquo assistenziale? Gente che ha LAVORATO UNA VITA risolverebbero con un rdc? Vergognoso davvero.
Si rileggessero l ‘art.1 del C.C. 822/88 e l’ art.38 della Costituzione suvvia …. Salvatore come tutti ha subito un TRADIMENTO quando la riforma Fornero ha reso retroattiva una nuova riforma #negando totalmente il transitorio dovuto che è contemplato in TUTTI i paesi d Europa e ha un raggio di 7/10/12 anni dipende dal paese”.
Il Reddito di cittadinanza e Quota 100 non sono la risposta attesa dagli esodati non salvaguardati“La legislatura precedente aveva commesso un errore pacchiano creando un 8ava salvaguardia satura di disuguaglianze ( una categoria salva fino a 120 mesi dalla riforma e le altre 5 categorie tra cui Salvatore bloccate a 55 e 67 mesi. Questo esecutivo aveva due jolly in tasca: sanare quel grave errore, prendersi il vanto di avere risolto un furto di Stato verso persone massacrate da 7 anni. Non saggio buttare via i jolly !!! Non saggio. Un ragionamento come quello di stasera della Lombardi ci se lo poteva aspettare solo dalla Fornero prima maniera, la Fornero dei choose”, ha osservato Alboni. Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”ritiene che il Reddito di cittadinanza e Quota 100 non siano le soluzione adatte a sanare un’ingiustizia “di Stato” e chiede, invece, “la giusta soluzione previdenziale come tutti i 145000 salvaguardati in 7 terribili anni di roulette russa del diritto”.
(Leggi)

mercoledì 16 gennaio 2019

A tutti gli ex dipendenti di Poste

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Previdenza e pensioni

ESODI INCENTIVATI. Ricalcolo dell'aliquota da parte Agenzia delle Entrate.

16 GENNAIO 2019
Al momento della collocazione in esodo dei lavoratori, Poste Italiane calcola sugli importi erogati una tassazione separata del 23%.
L’Agenzia delle Entrate, entro 4 anni dalla chiusura del rapporto di lavoro, opera un controllo sull’imposta trattenuta alla fonte e versata dal datore di lavoro sulle competenze di fine rapporto, determinando la corretta aliquota da applicare e richiedendo (o restituendo) l’eventuale differenza a conguaglio.
L’importo erogato a titolo di incentivo all’esodo, al pari del TFR e della Buonuscita, è un’indennità che ha carattere di formazione pluriennale, commisurato cioè all’intera durata del rapporto di lavoro ed assoggettato alle stesse regole di tassazione del TFR.
Deve quindi essere determinata, come per il TFR, la quota ante e post 01/01/2001, in quanto tali periodi hanno differenti metodi di calcolo dell’imposta dovuta.
L’Agenzia nel fare la “spalmatura” dell’importo erogato a titolo d’incentivo, suddividendolo pro quota come sopra descritto, prende in considerazione solo il TFR, che com’è noto viene accantonato soltanto dal 01/03/1998 data di trasformazione di Poste Italiane in S.p.A., tralasciando il periodo dall’assunzione al 28/02/1998, per il quale ai dipendenti di Poste spetta la Buonuscita.
Negli atti dell’Agenzia risulta quindi, per tutti i dipendenti di Poste Italiane, come data di assunzione il 1° marzo 1998 anziché quella reale. Questo determina che l’incentivo “spalmato” nel periodo ante 01/01/2001 (al quale si applica la tassazione più bassa) sia una parte minima (circa il 10/15% del totale), mentre tutto il resto va a sommarsi all’importo del TFR dal 01/01/2001 in poi che è assoggettato alla tassazione in vigore per quel periodo.
Tale anomalia provoca, con chiara evidenza, un ricalcolo errato e talvolta molto oneroso, avverso il quale gli interessati possono fare opposizione richiedendo il riesame mediante la presentazione del modulo di richiesta di autotutela.
Tale diritto può essere esercitato anche sugli importi già pagati a meno che non siano trascorsi più di 48 mesi dalla ricezione della cartella da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Cordiali saluti
IL SEGRETARIO GENERALE SLP-CISL LUCA BURGALASSI
IL RESP.LE NAZ.LE PENSIONATI SLP-CISL ALBERTO FERRARI 
In allegato:
a) Modulo di RICHIESTA DI ESERCIZIO DI AUTOTUTELA
b) Esempio di compilazione della richiesta di esercizio di autotutela
c) Nota esplicativa della richiesta di esercizio di autotutela (da allegare)
d) Esempio di ricalcolo di un dipendente assunto il 14/05/1981 e cessato il 31/12/2014
e) Cartella dell’Agenzia delle Entrate inviata allo stesso dipendente con ricalcolo (errato) degli importi dovuti
f) Istanza di rimborso Irpef tassazione separata (per coloro che hanno già pagato)

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domenica 6 gennaio 2019

Primo presidio del 2019 per la NONA salvaguardia

IL COMITATO ESODATI LICENZIATI E CESSATI 
STANTE LA COLPEVOLE LATITANZA DEL GOVERNO SULLA 
APPROVAZIONE DELLA NONA SALVAGUARDIA PER I 6.000 ESCLUSI 
INDICE UN 

P R E S I D I O 

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ROMA 10 GENNAIO 

GIOVEDÌ

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in Via Molise, 2 (traversa di Via Veneto) 
sotto il MISE Ministero dello Sviluppo Economico 
 dalle ore 10 alle 13
Per rivendicare il Nono provvedimento di Salvaguardia i 6.000 Esodati esclusi, e tutti gli altri già salvaguardati, il 10 Gennaio dalle ore 10 presidieranno il Ministero dello Sviluppo Economico fino a quando non verranno ricevuti dal Ministro Di Maio dal quale pretendiamo l’inserimento della Nona Salvaguardia per tutti i 6.000 esclusi o nel redigendo “Decreto Milleproroghe” o nel redigendo decreto sulla previdenza previsto dalla Legge di Bilancio 2019
Tutti i 6.000 esodati non salvaguardati sono sollecitamente invitati ad assicurare la loro presenza e tutti i 142.000 esodati salvaguardati sono invitati ad affiancare i loro colleghi ancora esclusi come sempre hanno fatto in questi 7 anni di sofferenza!!!

In quella sede pretenderemo un incontro con il Ministro Di Maio per chiedergli di onorare il suo impegno verso l’approvazione della nona salvaguardia, incontro al quale parteciperà esclusivamente una delegazione dei 6.000 esodati non salvaguardati.

Ancora nessuna risposta dal Governo

Esodati non salvaguardati: ancora nessuna risposta dal Governo
Entro una decina di giorni verrà emanato il decreto legge con il quale verrà introdotta Quota 100. E mentre alcuni potranno scegliere di andare in pensione anticipatamente, gli esodati non salvaguardati non sono ancora padroni del proprio destino.

Autore: Antonella Viviano
5 Gennaio 2019

Mentre il Governo definisce i misteriosi dettagli del decreto con il quale verranno introdotte Quota 100 ed il Reddito di cittadinanza, oltre ad altri interventi in materia previdenziale, si ha la certezza che la nona salvaguardia non sia tra le priorità dell’Esecutivo. La questione dei 6.000 esodati non salvaguardati è diventata, inoltre, un argomento a cui viene dato poco risalto nel dibattito previdenziale.

Nonostante gli appelli per la predisposizione della nona salvaguardia rivolti al Governo da vari esponenti politici, tra cui l’ex Ministro del lavoro Cesare Damiano e dai sindacati, nulla è cambiato. La risposta fornita da un dirigente nazionale della CGIL a Guido Lena, esodato e membro del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, che chiedeva informazioni sulla nona salvaguardia, rivela la volontà dell’Esecutivo di privilegiare altre questioni di carattere previdenziale.

Questione esodati: la risposta di un dirigente della Cgil
“Come sa la Cgil unitariamente a Cisl e Uil, ha inserito nella piattaforma sulle Pensioni la necessità di una soluzione definitiva per quanto riguarda gli Esodati. Abbiamo chiesto più volte al Governo di aprire dei tavoli di confronto sulla Previdenza e quindi anche sul tema degli Esodati, non ottenendo sino ad oggi alcun riscontro.

Purtroppo, nella Legge di Bilancio, come Lei sa bene, il Governo ha deciso di privilegiare altri strumenti, trascurando totalmente anche questo punto. Continueremo a rivendicare la necessità di una risposta diversa sulle pensioni, che possa superare veramente la Riforma cosiddetta Fornero.

Sarà assolutamente necessario che il Governo comprenda l’esigenza di istituire dei tavoli di confronto sui temi legati alle Pensioni, anche alla luce del prossimo decreto che dovrà essere varato, per trovare quelle soluzioni che sino ad oggi non hanno trovato risposte”.

I dubbi di Elide Alboni
Per Elide Alboni, amministratrice del Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, sentire che nel decreto con cui verranno introdotti Quota 100 ed il Reddito di Cittadinanza saranno inseriti, oltre alla proroga di Opzione donna, prevista nel “contratto”, il blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita e la proroga dell’Ape sociale “richieste di buon senso ma non in contratto” “e NON sentire o leggere la soluzione x gli ESODATI”, fa sorgere “uno e più sospetti riguardo le reali pressioni chieste al governo dagli addetti ai lavori istituzionali ed ex nei mesi trascorsi riguardo gli esodati”. “Perché anche a noi giunsero attraverso vie indirette richieste di dati requisiti e sembrava fossero per un fine, ma adesso pensar male è peccato, ma purtroppo spesso ci si prende. Perché? Perché chiederci: si mossero per noi ?? Invece vediamo inequivocabilmente prorogata l’Ape?”, si domanda Alboni.

“Ape che ostinatamente a fine 8Ava ci venne presentata come soluzione per chi non vi era entrato e a nulla valsero per tutto il 2017 le chiare dimostrazioni che così non era assolutamente perché i 63 anni con 30 di contributi da lavoro poteva raggiungerli una percentuale risicata di esodati ed in ogni caso era una una soluzione assistenziale ( NON la giusta previdenziale ) verso persone che avevano subito DUE calvari : il primigenio Monti-Fornero che tutti ci ha accomunato ed inoltre L’ VIII salvaguardia una vera roulette russa con il colpo in canna al 90% per le donne”, ha precisato l’amministratrice del Comitato.

“E il famoso sospetto detto sopra è che poi i tardivi interessamenti di molti al vostro destino fossero poi più indirizzati alla proroga dell’ape che alla vostra salvaguardia … questo per confermare a se stessi la negazione di un anno perso e la posizione presa da tempo”, ha poi osservato.

La realtà di un esodato non salvaguardato
Giuseppe Moia, uno dei 6.000 esodati non salvaguardati, ha raccontato la sua storia in una lettera virtuale ad un parlamentare. Quanto scritto è emblematico della condizione in cui vivono tanti esodati. Di seguito riportiamo il testo integrale: “Caro Parlamentare .. è uno dei tanti Esodati che ti scrive, come ogni anno arriva il Natale, arriva il tempo della finanziaria, non volevo distrarti dai tuoi impegni istituzionali, ho persino evitato di farti gli auguri di Natale, perché magari in preda al perbenismo o al clima natalizio dove ci si sente più buoni, avresti fatto l’ennesima promessa di sanare il problema degli esodati non salvaguardati, promessa che sarebbe rimasta tale, come quelle fatte in passato.

Spero che hai trascorso un sereno Natale, festeggiato il nuovo anno con i tuoi famigliari.. noi esodati, è dal Natale 2011 che non abbiamo motivo di festeggiare, anzi quasi il natale lo odiamo, perché proprio in quel periodo è cambiata in maniera tragica la nostra vita. Eppure spinti da svariati motivi.. avevamo lasciato un posto di lavoro sicuro, acquistando un biglietto per salire sul treno che ci avrebbe portato alla pensione.. , certo la scelta non era stata facile.. ma eravamo stati convinti che sarebbe stata per noi la soluzione migliore..

Abituati da sempre al rispetto delle regole, ci eravamo messi in fila col nostro biglietto per salire sul treno, dopo le prime allarmanti notizie che il treno era stato soppresso, le pressanti proteste dei viaggiatori, avevano fatto istituire i treni speciali.. , armati di pazienza con la speranza che sarebbe arrivato il nostro turno di salire su quel treno, ci si organizzava per l’attesa .. aspetta aspetta, dal dicembre 2011 sono passati 7 anni, ogni anno nel periodo natalizio subentra la speranza che forse sarebbe stata la volta buona, ma ogni anno si ripiomba nell’oblio della delusione, chi per qualche giorno chi per qualche mese escluso, fino ad arrivare agli ultimi anni proprio dimenticati, ti chiedi allora quale è la tua colpa, rispetto al tuo collega che su quel treno era salito,forse sono nato qualche mese dopo.. maledetta gioventù ..

Di pensieri ne sono passati tanti per la mente in questi anni, quanto tempo passato a raccontare il tuo dramma, prima ai tuoi famigliari, poi a chi capita, ma ormai sono tutti stufi di sentire la tua storia, la solita lamentela, storia talmente assurda che pensano sia frutto della tua fantasia, vieni emarginato, non esisti, sei un depresso, un malato, qualcuno ti dice anche che sei fortunato .. altre persone in tempi lontani venivano messi sul treno per non fare più ritorno, si la storia si ripete .. ci si dimentica, si dice che non è mai esistito il problema, nessuno vuole ricordare .. nessuno vuole spiegare perché si decide di non fare nulla, eppure le risorse finanziare per risolvere il problema c’erano, nessuno vuole che te ne fai una ragione, magari spiegando che ci sono persone più bisognose e meritevoli di te, che sei sfortunato, ma ti verrà fatto un monumento, perché col tuo sacrificio hai salvato l’Italia, hai salvato il futuro dei tuoi figli, certo hai ragione parlamentare, perché devi ascoltare un esodato, quando ormai nessuno lo vuole ascoltare, a nessuno importa nulla, neppure la sua famiglia ormai lo ascolta più.

Gli esodati indicono un presidio
Il Comitato “Esodati Licenziati e Cessati”, ha indetto un presidio il 10 gennaio a Roma presso la sede del Ministero del lavoro, “stante la colpevole latitanza del Governo sull’approvazione della nona salvaguardia per i 6.000 esclusi”. Una delegazione degli esodati non salvaguardati chiederà di incontrare il Vice Premier Di Maio “per chiedergli di onorare il suo impegno verso l’approvazione della nona salvaguardia”.