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mercoledì 22 agosto 2018

Al ribasso

Pensioni 2018/19, il punto ad oggi 21/8 su esodati, Quota 41/100 e opzione donna
Autore dell'articolo: Erica Venditti
21/8/2018Continua a far discutere la futura riforma delle pensioni anche oggi 21 agosto 2018, la legge di bilancio 2019 si avvicina ed in tanti inizino davvero a chiedersi quanto delle parole pronunciate in campagna elettorale e in piazza dai due leader del M5S e della Lega dopo la formazione del Governo, si tramuterà in fatti concreti per i pensionandi. Che da tempo sono in attesa, e molti per questa ragione hanno votato per il cambiamento, di una controriforma Fornero che permetta loro di uscire anticipatamente dal lavoro e dalla rigidità dell’attuale sistema previdenziale.

Le ultime considerazioni oggettive provengono dagli amministratori Elide Alboni, del Comitato Esodati licenziati e cessati, e da Orietta Armiliato, Comitato Opzione Donna social, a seguito di un lungo post fatto da Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e Pensioni: problemi e soluzioni, e da loro condiviso ed approvato, in cui si evidenzia il detto ma il non fatto dall’attuale Governo. Il punto su esodati, pensione anticipata con quota 100, che a suo dire, dato i paletti sarà un flop, e la scomparsa della quota 41, e donne.
Riforma pensioni 2018, la sintesi su quanto fatto ad oggi dal Governo

Le parole di D’Achille: “Cari amici, dopo questa pausa che avrebbe voluto essere ferragostana ma che invece è diventata luttuosa per i noti fatti di Genova, torno a fare una breve considerazione su quello che è lo stato attuale delle cose e, basandomi su queste, una previsione su quelle future.
Nessuna novità da parte del ministero del lavoro, con Di Maio che in questi giorni si è sostituito al ministro delle infrastrutture, On. Toninelli.
Salvini tra una cena e una nave della nostra Marina militare da respingere, tra un selfie in chiesa durante i funerali delle vittime di Genova e un tweet su come non tutto andasse male essendo riuscito a respingere Aquarios, ha detto anche che quello di smontare la Fornero è un “sacro” impegno che ha preso e lo manterrà.
Nel frattempo sono state depositate due proposte di legge, una dai due capigruppo di movimento e lega, ed un’altra dalla Lega da sola: entrambe sono finalizzate non a migliorare la Fornero ma a diminuire l’importo delle pensioni già in essere,per poter così portare le pensioni più basse a 780€.
Peccato per loro che i pensionati quella pensione non l’hanno rubata, quale che sia l’importo, visto che fu calcolato a norma di legge vigente al momento.
Dal radar è scomparsa quota 41, forse e chissà quando, diverrà quota 42 e quindi con uno sconto risibile (tre soli mesi) per le donne, come al solito penalizzate oltre misura invece che premiate come erano con ape social.
la famosa quota cento è talmente cosparsa di paletti che, probabilmente, sarà un flop viste le penalizzazioni”

Pensioni 2018, per il welfare solo briciolePoi D’Achille procede nella sua lucida analisi aggiungendo dettagli relativi alla problematica delle risorse che sono ovviamente legate alla possibilità di fare eventuali riforma in campo pensionistico come in altri settori: “A queste considerazioni se ne può tranquillamente aggiungere un’altra: i fondi per qualunque provvedimento di modifica della Fornero dovranno essere non in quota Inps bensì, essendo welfare, a carico della fiscalità generale. Finora gli ultimi due governi hanno beneficiato del quantitative easing per l’acquisto dei titoli di stato da parte della BCE, con lo spread assestato stabilmente a 100 e quindi un costo per il rifinanziamento relativamente basso.

Con il prossimo anno la legge finanziaria dovrà tener conto che i titoli di Stato avranno un peggioramento di tale costo dovuto alla maggiorazione dello spread, causato dalla sfiducia dei mercati nei confronti del nostro Governo (questa non è una mia ipotesi ma un dato reale), quindi i miliardi a disposizione del bilancio diminuiranno non poco: dando per assodato che il costo di tutto l’apparato statale difficilmente sarà inferiore, anzi, visti i rinnovi contrattuali del pubblico impiego che erano congelati da nove anni, sarà sicuramente maggiore degli scorsi anni, se ne deduce che per il welfare resteranno poche briciole. Spero di essere pessimista, oggi, e che mi stia sbagliando. Ma motivi di essere ottimista, oggi proprio non ne vedo.”

A queste considerazioni hanno fatto eco quelle di Elide Alboni e Orietta Armiliato che vi riproponiamo, data l’importanza delle richieste a cui ambiscono le due amministratrici nei rispettivi comitati, la prima si batte da tempo per una nona e definitiva salvaguardia degli esodati rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie, la seconda punta al riconoscimento del lavoro di cura per le donne, che troppo spesso per aiutare le proprie famiglie e sostituirsi ad un welfare poco presente hanno accumulato buchi contributivi e avendo carriere discontinue faticano ad accedere alla pensione.
Pensioni 2018: a che punto la nona salvaguardia ?

Alboni riproponendo il post di Mauro d’Achille scrive: “Sintesi tutta da leggere perché comprende totalmente la situazione previdenziale ed economica ad oggi 20 agosto . “Per quello che riguarda il nostro specifico tema della nona salvaguardia , sapete che tanto sta “cuocendo” per settembre ( i tanti incontri istituzionali tutti rassicuranti ma poi le decisioni messe in standby causa il protrarsi del decreto dignità, l’ approvazione del sindacato a non continuare con il leitmotiv di amalgamare la nona salvaguardia per gli esodati rimasti esclusi in legge di bilancio ma di perseguire un decreto ministeriale il prima possibile, ecc) ci vede già pronti a riprendere le note azioni di sensibilizzazione perché almeno questo grave vulnus abbia , (almeno lui, viste le risorse già presenti e solo accantonate ) una pronta definizione alla riapertura delle Camere “.
Quando l’incontro con i sindacati?

Così Orietta Armiliato: “Condivido l’ottima ed esaustiva sintesi elaborata dall’amico Mauro D’Achille amministratore del gruppo FB”Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni”, che fotografa perfettamente la situazione al momento; aggiungo solo che ad oggi non ci risulta che alcuna risposta sia pervenuta alle organizzazioni sindacali, a seguito della richiesta di incontro dagli stessi inviata lo scorso fine luglio al Ministro del Lavoro Luigi Di Maio.”

Al momento se si escludono le ultime frasi di Salvini in cui ribadisce l’intento di smontare la Fornero pezzo a pezzo, senza però che il Governo abbia ancora specificato chiaramente come, nulla di definitivo è stato detto sulla proroga dell’ opzione donna, misure promessa in campagna elettorale e che molte si aspettano di veder mantenuta, sulla quota 41 senza se e ma, a cui ambiscono precoci ed quarantunisti , sulla quota 100 , avrà i paletti come scritto ormai in ogni dove ed annunciati da Brambilla, esperto previdenziale della Lega, o resteranno ‘sulle piste da sci’ come detto da Salvini? Si arriverà prima della Ldb alla risoluzione del dramma degli esodati attraverso un decreto ministeriale ? Quel che è certo è che volente o nolente il Governo a breve sarà costretto a scoprire le proprie carte, la Ldb è effettivamente alle porte, solo allora Mauro D’Achille e tanti altri potranno comprendere se saranno stati eccessivamente pessimisti, ce lo auguriamo tutti, specie i pensionandi, o se ci avevano visto lungo.

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venerdì 10 agosto 2018

8^ salvaguardia: in arrivo le lettere INPS

Esodati, arrivano le certificazioni per il biennio 2020-2021Giovedì, 09 Agosto 2018
Scritto da Bruno Franzoni
L'Inps sta concludendo l'invio delle lettere di certificazione del diritto a pensione per i beneficiari dell'ottava salvaguardia nel profilo "mobilità".Si sblocca l'ultimo gruppo di certificazioni del diritto a pensione nell'ambito dell'ottava salvaguardia. Dopo una lunga attesa molti lavoratori stanno ricevendo dalla fine di luglio la comunicazione da parte dell'Inps in cui viene loro certificata la possibilità di fruire del beneficio del mantenimento delle regole di pensionamento ante-fornero.
Si tratta prevalentemente di lavoratori che hanno fruito dello scivolo della mobilità dopo la cessazione del rapporto di lavoro e che con le vecchie regole avrebbero maturato la decorrenza della pensione nel biennio 2020-2021. La loro data di uscita era, infatti, influenzata dal prossimo adeguamento alla speranza di vita Istat che scatterà il prossimo 1° gennaio 2019 (pari a cinque mesi) e, pertanto, la certificazione non è stata inviata subito. Nella lettera, come di consueto, l'Inps indica anche la prima data di decorrenza utile e formula l'invito a presentare la domanda di pensione entro il mese antecedente la data di decorrenza.

Lavoratori in mobilitàCome si ricorderà l'articolo 1, co. 212 e ss della legge 232/2016, istitutiva dell'ottava salvaguardia pensionistica, ha indicato che per i lavoratori in mobilità il termine per maturare il diritto a pensione, con le vecchie regole pensionistiche risulta pari a 36 mesi dopo la scadenza dell'indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile. Per accedere alla tutela il rapporto di lavoro deve essere cessato entro il 31 dicembre 2014 a seguito di accordi governativi o non governativi stipulati entro il 2011. Nel caso dei lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione delle vigenti procedure concorsuali quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale l'accordo entro il 2011 non è necessario ma il lavoratore deve esibire la documentazione attestante la data di avvio della procedura concorsuale. A tutti gli interessati è stata concessa la possibilità di maturare il diritto a pensione anche attraverso il versamento dei contributi volontari ma solo con riferimento ai 36 mesi successivi al termine della fruizione dell'indennità di mobilità o dello speciale trattamento edile. La domanda di salvaguardia doveva essere presentata, a pena di decadenza, entro lo scorso 2 marzo 2017.
Rapporti con l'ape socialeAppare utile ricordare che se è stata fatta domanda di Ape sociale (spesso i lavoratori in mobilità soddisfano i requisiti per l'ammissione anche a questo trattamento) e l'Inps ha accertato la sussistenza dei relativi requisiti il lavoratore dovrà scegliere per quale trattamento optare. La questione interessa quei soggetti che sono risultati beneficiari sia della salvaguardia pensionistica sia dell'ape sociale e avrebbero voluto teoricamente optare per l'ape sociale ove la decorrenza della pensione in regime di salvaguardia pensionistica fosse risultata successiva alla prima decorrenza dell'ape sociale. L'Istituto ha precisato con il messaggio numero 1481/2018 che non è possibile cumulare i due strumenti ma occorre operare una scelta.
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