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lunedì 30 luglio 2018

Cosa dicono gli ex postali del Comitato Over218

Riceviamo da Comitato Over2018 <comitato.over2018@gmail.com>
e volentieri pubblichiamo

Gentile Onorevole Alberto Brambilla

Con la presente intendo esternare la grande preoccupazione, avvertita da un gruppo di esodate postali, parzialmente giustificata per alcune sue affermazioni ma immotivata per altre, sempre da lei espresse durante l'intervista sulla questione esodati, nella trasmissione "Stasera Italia" andata in onda Sabato 28 luglio su Mediaset.

La Sua dichiarazione " Esodati non ce ne sono più, o meglio, c'è qualcuno che dice che ce ne sono ancora..." sembrerebbe trascurare la presenza di 74 esodate postali che vivono sulla propria pelle tale condizione a causa dell'applicazione retroattiva di norme inesistenti al momento degli accordi con Poste Italiane; accordi sottoscritti nel 2011 prima dell'inasprimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia determinati dalle leggi Sacconi/Fornero.

Nonostante l'aver appreso, nel corso della stessa intervista, la sua "fondamentale contrarietà a qualsiasi legge retroattiva" la loro preoccupazione non si è attenuata e per tale motivo, al fine di fugare ogni dubbio, la invitiamo ad un chiarimento.

L'innegabile constatazione oggettiva dell'esistenza di esodati postali, avallata anche da una sua autorevole conferma, sarà infatti indispensabile per condizionare positivamente l'atteso decreto ministeriale .

La sua condivisione rafforzerà anche le rassicurazioni ricevute e gli impegni manifestati da esponenti istituzionali altrettanto autorevoli, alcuni dei quali a lei particolarmente vicini.

L'attenzione sulla specifica condizione di tale categoria consentirà di rilevare la loro vera natura di "esodate", non omologabile alla condizione, anch’essa difficile, di altre categorie sociali, ma con uno status diverso da quello di esodato di cui impropriamente alcuni, nelle loro richieste si avvalgono, incuranti delle ripercussioni negative sui principi di equitá e uguaglianza a cui tutti gli esclusi, postali o di altre categorie, si appellano.

In relazione ai postali, oltre la testimonianza, documentabile, delle dirette interessate, la veridicitá sul persistere della questione esodati è garantita principalmente dalle certificazioni di due organismi correlati al Ministero del Lavoro:

1) gli Ispettorati Territoriali del Lavoro le cui funzioni sono esercitate sotto la vigilanza del Ministero del Lavoro.

2) l'INPS, principale ente pubblico previdenziale.

Infatti, dopo la preliminare certificazione dello status di esodato da parte degli Ispettorati citati, l'INPS ha provveduto ad aggiornare il fascicolo previdenziale di ciascuna delle 74 unità apponendo la dicitura " potenziale salvaguardato".

Perché la salvaguardia da potenziale possa diventare definitiva sarebbe necessario che l'attuale Governo estendesse loro la stessa tutela ad oggi riservata soltanto alle nate sino a luglio 1956, ex lavoratrici postali sottoscrittrici di identici e contestuali accordi con Poste Italiane.

Come potrà rilevare dalla tabella allegata, predisposta dall' INPS, su richiesta del MDL, la consistenza numerica della platea delle esodate postali da salvaguardare, pari a 74 unità, rappresenta un dato certo, non stimato e come tale idoneo a ricevere, senza ulteriori accertamenti, la bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato.

Il passato e irragionevole pretesto di una consistenza numerica della platea suscettibile di ampliamento rispetto alle 74 unità che hanno presentato istanza di salvaguardia non giustifica la privazione di tutela per le stesse, soprattutto in considerazione del fatto che alcune di queste ex lavoratrici hanno già raggiunto I 60/61 anni e in assenza di reddito e pensione rischiano di essere relegate ai margini della società.

Sono certa che l' obiettivo di tutela della categoria postale incontrerà anche la Vostra approvazione e in attesa di un Suo gradito riscontro la saluto cordialmente.

Anna Orrú, portavoce esodate postali.


sabato 28 luglio 2018

Flessibilità a 62 anni e Quota 41

RIFORMA PENSIONI 2018/ Flessibilità a 62 anni e Quota 41, la Cgil non molla
Riforma pensioni 2018, ultime notizie. Flessibilità a 62 anni e Quota 41, la Cgil non molla. 
Tutte le novità e le news sui principali temi previdenziali


27 LUGLIO 2018 

RIFORMA PENSIONI, IL RILANCIO DELLA CGIL
Sul suo profilo Facebook, Roberto Ghiselli ha condiviso un manifesto della Cgil riguardante le richieste di risposte concrete in tema di riforma delle pensioni. Al Governo e al Parlamento vengono chiesti interventi per varare Quota 41 senza vincoli, ampliare la flessibilità per poter andare in pensione già a 62 anni, introdurre la pensione di garanzia per i giovani, prorogare Opzione donna e valorizzare il lavoro di cura delle donne, superare il meccanismo che lega i requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, riconoscere in maniera più estesa ed efficace la diversa gravosità dei lavoratori, separare la spesa previdenziale da quella assistenziale, rafforzare la previdenza complementare, tutelare il potere d’acquisto delle pensioni in essere. Perché si possano raggiungere questi obiettivi, la Cgil chiede che venga riaperto il confronto tra Governo e sindacati sulla previdenza.

QUOTA 41, IL MALUMORE DEI PRECOCI
La Cgil chiede al Governo di riaprire il tavolo di confronto sulla riforma delle pensioni che era stato avviato nella scorsa legislatura. Tra i lavoratori precoci c’è però chi si chiede dove fosse il sindacato di Susanna Camusso mentre veniva approvata la Legge Fornero che ora viene contestata anche dall’organizzazione di corso d’Italia. Non manca anche qualcuno convinto che l’obiettivo della Cgil sia quello di danneggiare il Governo Conte cercando di farlo cadere in modo da poter mantenere intatti i privilegi dei sindacati. C’è anche chi critica il Governo, perché intenzionato ad approvare la Quota 100, mentre non parla più della Quota 41, che invece è quel che i lavoratori precoci chiedono da tempo e che Lega e M5s avevano promesso in campagna elettorale.

COTTARELLI ANCORA CONTRO IL GOVERNO
Carlo Cottarelli commenta un articolo di Gianfranco Polillo, che è stato sottosegretario al Tesoro nel Governo Monti, sulle pagine di Business Insider Italia. E non risparmia critiche a quella che sembra essere la strategia dell’attuale esecutivo, “secondo cui un aumento del deficit porterebbe a una riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil (e magari anche a risorse per finanziare flat tax, reddito di cittadinanza e controriforma delle pensioni)”. In altre occasioni l’ex commissario alla spending review aveva criticato le misure economiche contenute nel contratto di Governo e anche l’ipotesi di smontare la Legge Fornero, mediante l’introduzione della Quota 100 e di Quota 41. Interventi che, secondo quanto si legge nelle ultime settimane, potrebbero non entrare nella prossima Legge di bilancio o quanto meno non insieme.

(...)

RIFORMA PENSIONI, LA NONA SALVAGUARDIA DEGLI ESODATI
Gli esodati non mollano e continuano a lottare per far sì che venga approvata una nona salvaguardia in grado di comprendere i circa 6.000 ancora esclusi e che, in molti casi, non hanno più una fonte di reddito su cui far affidamento e hanno di fronte a loro anni di attesa prima di poter arrivare alla pensione. Paolo Papa ha raccontato, in diretta su Radio Cusano Campus, nel corso della trasmissione “Legge o giustizia” degli incontri avuti con diversi esponenti politici, specie dell’attuale maggioranza, e persino con il Presidente della Camera Roberto Fico. Sembra esserci una disponibilità a portare avanti le istanze degli esodati, ma c’è un problema difficile da sormontare per le forze politiche. Quello di cui parla Luigi Metassi, del Comitato esodati licenziati e cessati, in un post sul suo blog ilvolodellafenice.net: “Alla guida dei ministeri chiave, quelli ai quali l’articolo 81 della Costituzione affida l’ultima parola in tema di vincoli di spesa, non c’è alcuna disponibilità a derogare dalle politiche ‘lacrime e sangue’ che tanto hanno già inciso sulla qualità della vita del Paese”.

Difficile pensare si possano fare i grandi interventi di riforma delle pensioni sbandierati in campagna elettorale, come l’introduzione di Quota 100 o Quota 41. Si potrebbe però puntare a piccoli aggiustamenti che richiedono poche risorse o per i quali in parte dei risparmi esistono già. Come appunto è il caso della nona salvaguardia degli esodati. Dunque i partiti al Governo hanno una grande occasione: varare questo intervento, prima della Legge di bilancio, così da non perdere la fiducia dei cittadini. Vedremo se coglieranno tale occasione.
(Leggi)
Leggi anche: Blasting News Italia

sabato 21 luglio 2018

L'on. Walter Rizzetto insiste sulla nona salvaguardia

Nona salvaguardia esodati, richiesta al Governo
di Redazione PMI.It
scritto il 20 luglio 2018

Interrogazione parlamentare per chiedere la nona salvaguardia esodati a tutela di circa 6mila lavoratori rimasti fuori dai precedenti provvedimenti, fra cui gli esodati postali.
Tornano richieste per la nona salvaguardia esodati. A presentare la proposta, il deputato Walter Rizzetto, di Fratelli d’Italia, attraverso un’interrogazione parlamentare, nella quale chiede di inserire in un nuovo provvedimento di tutela per coloro che sono rimasti senza lavoro e senza pensione i lavoratori che sono rimasti esclusi dai precedenti provvedimenti.

Esodati esclusi dalle salvaguardie
Nel dettaglio, secondo Rizzetto:
L’ottava salvaguardia in materia di deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla nota legge Fornero, non ha garantito una soluzione definitiva alla questione esodati.
A essere esclusi sarebbero stati circa 6mila persone, fra questi:
Un gruppo di esodati cosiddetti postali (quasi per la totalità donne), della cui categoria non vi è ancora una quantificazione certa, sebbene vi siano tutti gli strumenti per individuarla attraverso i dati in possesso dell’INPS -che hanno sottoscritto accordi di incentivi all’esodo nel 2011 n.d.r. – facendo affidamento alla normativa vigente alla data degli accordi che prevedeva il raggiungimento del diritto previdenziale al compimento dei 60 anni.
Dunque, la richiesta è quella di pensare a una nona salvaguardia esodati che appunto riguardi tutti coloro che fino a questo momento non sono stati tutelati, e che intervenga anche sul «pregiudicante meccanismo degli incrementi anagrafici relativi all’aspettativa di vita», che dal 2019 prevederà cinque mesi in più per andare in pensione (da applicare sia al trattamento di vecchiaia sia a quello anticipato).
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giovedì 19 luglio 2018

Censire gli esodati e ampliare la salvaguardia

Pensioni, Rizzetto punta alla nona salvaguardia per gli esodati
Mercoledì, 18 Luglio 2018

Scritto da Eleonora Accorsi
Presentata in Commissione Lavoro alla Camera una interrogazione parlamentare per un ampliamento della salvaguardia pensionistica. Censire gli esodati esclusi dall'ottava salvaguardia pensionistica ed ampliare di conseguenza il perimetro di tutela attraverso una nona salvaguardia. E' quanto chiede al nuovo Governo l'Onorevole Walter Rizzetto in una interrogazione parlamentare presso la Commissione Lavoro della Camera (5-00080).
"La cosiddetta ottava salvaguardia, in materia di deroghe ai requisiti previdenziali introdotti dalla nota legge Fornero, non ha garantito una soluzione definitiva alla questione esodati" si legge nel testo dell'interrogazione. Secondo l'Onorevole in quota Fratelli d'Italia vanno ancora salvaguardati dagli effetti della Legge Fornero circa 6000 esodati che non hanno potuto trovare ristoro nelle otto salvaguardie, tra cui, tra l'altro, gli esodati postali (quasi per la totalità donne), della cui categoria non vi è ancora una quantificazione certa, sebbene vi siano tutti gli strumenti per individuarla attraverso i dati in possesso dell'Inps, in base alla data di dimissione per accordo con Poste italiane spa, entro il 2011".
Al riguardo, infatti, in data antecedente il 15 luglio 2011, gli esodati in questione hanno sottoscritto con Poste italiane spa accordi di incentivo all'esodo, facendo affidamento alla normativa vigente alla data degli accordi che prevedeva il raggiungimento del diritto previdenziale al compimento dei 60 anni. Rizzetto incalza, quindi, l'esecutivo Conte a procedere, urgentemente, con un provvedimento ad hoc per censire e salvaguardare tutti gli esodati esclusi, intervenendo anche sul pregiudicante meccanismo degli incrementi anagrafici relativi all'aspettativa di vita.
In merito all'ottava salvaguardia si noti, peraltro, che l'Inps ha sostanzialmente chiuso lo scorso novembre la graduatoria degli aventi diritto con poco più di 14 mila domande accolte a fronte degli oltre 30mila posti a disposizione. Dunque ci sarebbero spazi e margini sufficienti per garantire una nona salvaguardia entro la fine dell'anno per tutelare gli ultimi soggetti rimasti fuori per paletti e cavilli dagli attuali provvedimenti. L'ipotesi è quella di estendere il regime temporale entro cui maturare il diritto alla decorrenza della pensione, secondo le vecchie regole di pensionamento, di due o tre anni dal 6 gennaio 2018/2019 al 6 gennaio 2021 o 2022. Il nuovo esecutivo non ha però inserito nel programma di governo nuovi provvedimenti in materia di salvaguardia. Servirà quindi una presa di posizione ufficiale.
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giovedì 12 luglio 2018

Quali le priorità ha il Governo?

Le ultime novità sulla riforma delle pensioni all’11 luglio 2018 e nello specifico sulle intenzioni del Governo sulle pensioni anticipate, opzione donna ed esodati, continuano a basarsi sulle indiscrezioni dei media o sulle dichiarazioni rilasciate da esponenti politici. Ma allo stato attuale dalle Commissioni Lavoro, che sono l’organo preposto, non si sente nulla in merito,  come ricorda Orietta Armiliato del Comitato opzione donna social, sebbene la legge di Bilancio sia alle porte e si rischi di non avere nulla da portare in Parlamento. La domanda che molti lavoratori basiti iniziano a farsi, è: ma le pensioni sono davvero la priorità di questo Governo o flat tax, migranti e taglio ai vitalizi avranno la precedenza sui provvedimenti maggiormente sentiti come prioritari dalla popolazione che li ha votati? Ecco le prime considerazioni fatte dai lavoratori e dagli amministratori dei gruppi facebook.

Pensioni 2018, oltre agli slogan, non vi è nulla di concreto

Così Armiliato del CODS: “È tutto un gran parlare da parte dei tecnici e degli esponenti politici che propagandano questo o quel provvedimento pensionistico ma, dalle Commissioni Lavoro che sono l’organo preposto…non si sente pronunciare in proposito neppure una parola. la LdB è alle porte e non c’è nulla di concreto da portare in Parlamento“, fa eco Mauro D’Achille, amministratore del gruppo Lavoro e pensioni: problemi e soluzioni che conferma: “Finora non è stato messo nulla all’ordine del giorno inerente le pensioni, in nessuna delle due commissioni”. Elide Alboni, del Comitato esodati licenziati e cessati, precisa preoccupata, rimarcando l’urgenza di salvaguardare 6.000 esodati ancora senza reddito e pensione: “Se le Commissioni non partono rimaniamo ai comunicati e tutto resta fermo MENTRE,,, tutte , ma la tematica dei 6000 esodati a cui dare la necessaria indispensabile equa e giusta NONA SALVAGUARDIA è URGENTISSIMA E #PRIORITARIA . Anche diversi cittadini iniziano ad essere basiti dall’atteggiamento del nuovo Governo, che, in campagna elettorale, aveva detto che l’abolizione della riforma Fornero era assolutamente prioritaria
Cosi il signor Roberto“Salvini non si è ancora espresso, e questo non è un fatto positivo. La questione migratoria lo sta assorbendo in modo assoluto, ed anche questo non è un fatto positivo. La questione pensioni è stata parimenti determinante nel consenso, come quella migratoria ma questa materia è completamente diversa . I paletti non sono solo quelli dei campi di sci. Stiamo per assistere ad un peggioramento complessivo della questione pensioni. Sicuramente Salvini si giustificherà dicendo che tutte le riforme, necessitano di un tempo per essere realizzate. Ma il contratto di governo parlava di 41 anni contributivi e non 42 rimandando il provvedimento tra 2 anni. E’ una presa in giro !

Pensioni 2018/19: nessuna smentita da Salvini e Di Maio, solo voci giornalistiche o tutto vero?

Poi vi è chi come il Signor Franco, che commentando sul nostro sito ancora vorrebbe credere al Governo del cambiamento, sebbene il dubbio che talune misure enunciate ad esempio da Brambilla e mai smentite dai diretti interessati possano vedere la luce peggiorando la situazione attuale, inizi ad insediarsi: “Salve a tutti. Credo che tutto questo vociare di paletti penalizzazioni trasformazioni di quote bonus prelievo di solidarietà ecc.ecc. provengano, già comunque ben condite da giornalisti e opinionisti , dall’esperto economista della lega Sig.Brambilla che a mio parere sta facendo più danni al movimento di Salvini che l’intera storia dei rimborsi elettorali che secondo la magistratura sono stati usati impropriamente.
Ora i casi sono 2 : questo Signore parla a titolo personale ed esprime il suo punto di vista sul tema previdenziale e allora sarebbero auspicabili correzioni da parte dell’esecutivo ( magari proprio da Salvini visto che e’ della stessa famiglia) oppure è proprio il portavoce dello stesso e allora sono guai e molto grossi .Per il momento smentite alle sue dichiarazioni non ce ne sono state! Settembre non è poi così lontano cari Signori (vedi legge stabilità )

Riforma pensioni 2018: non se ne sente più parlare

Sulla questione Mauro D’Achille scrive un lunghissimo post in cui analizza l’attuale operato, o forse sarebbe meglio dire NON operato del Governo, interrogandosi sulle reali priorità dello stesso: Mi chiedo come mai l’attuale Governo continua ad evitare ogni riferimento sulle pensioni. A parte l’economista della Lega, prof.Brambilla, sicuramente molto esperto in materia, non si è mai sentito un commento del Presidente Conte o del ministro specifico On.Di Maio. Peraltro quelle proposte circolate finora non hanno trovato alcuna smentita dal titolare del dicastero, però di critiche ne hanno ottenute tantissime: dai Sindacati,dalle opposizioni e da tutti i gruppi social specializzati nel settore, compresi quei gruppi che pure si erano spesi senza alcun pudore ed alcuna remora a favore del “Governo del cambiamento”.
Poi l’amministratore del gruppo lavoro e pensioni: problemi e soluzioni aggiunge, facendo notare come sia stato facile parlare per slogan in campagne elettorale senza preoccuparsi dei soldi necessari che sarebbero poi stati utili per mantenere quelle promesse, e come invece sia molto più difficile concretizzare quelle proposte : “Quindi, a proposito delle opinioni/proposte del prof. Brambilla, possiamo finora dire che: nessuno dei due partiti attualmente al Governo si era preoccupato di elaborare un pacchetto pensioni da presentare già nella prima riunione del Consiglio dei Ministri. Non si erano fatti studi sui costi delle varie proposte, non si erano sentiti i pareri dell’INPS… Sembra, al momento, che siano stati usati slogan di facile presa nell’elettorato Slogan che hanno funzionato per acquisire consensi, ma che ora si stanno ritorcendo contro chi li ha lanciati”.

Pensioni 2018, la rabbia: si eviti di fare danni

Poi D’Achille fa notare come a patire tale incertezza restino i lavoratori, i precoci, gli esodati, le donne e i disoccupati che confidavano in cambiamenti concreti e non solo in parole per conquistare il voto:  “Nel mezzo ci siamo noi, i lavoratori, specialmente quelli più prossimi alla pensione.  Ci sono gli esodati, ovvero i truffati dal madornale errore della prof.Fornero, che non tutelo’ coloro che avevano già raggiunto un’intesa con azienda,sindacati e Inps basandosi sulla normativa vigente. Ci sono le donne, che non si vedono tutelate il loro lavoro di cura familiare, vere agenti del welfare. Ci sono i disoccupati, che stanno pagando i versamenti volontari con non so quali fondi, se non con la vendita dei gioielli di famiglia quando non addirittura della casa!
 Ci sono i lavoratori gravosi, i caregivers, gli invalidi! Poi un plauso al Governo precedente e il dubbio che si possano peggiorare le cose, avendo le idee parecchio confuse al riguardo: “Ovvero tutte quelle categorie che la normativa varata dai governi Renzi e Gentiloni, con l’attenta regia dei proff. Nannicini e Leonardi, avevano cercato di tutelare.
Adesso sembra che si voglia navigare a vista, lanciare delle proposte con l’obiettivo di individuare quelle che possano riscuotere maggiore successo nei social o minori critiche da parte degli altri aventi diritto di parola sull’argomento. Se c’è una linea politica, e ribadisco se, sembrerebbe rivolta esclusivamente agli antipodi di quella precedente. Vuole premiare le carriere continuative, con stipendi più alti, chi ancora ha un lavoro, chi non ha mai avuto bisogno di indennità di disoccupazione, fino ad arrivare all’ultima proposta: premiare chi continuerà a lavorare nonostante potrebbe andare in pensione trasferendo in busta paga l’importo dovuto all’INPS. Ulteriore dimostrazione che ad essere “puniti” debbano essere coloro che svolgono i lavori più umili e faticosi.

Riforma pensioni, appello al Governo:  subito piano dettagliato e fatti concreti

Il post conclude lanciando un appello al Governo: “ Così non va! Pretendiamo che si elabori un piano dettagliato di interventi e che sia sottoposto ad una discussione tecnica e politica, senza preclusioni di sorta verso i Sindacati ed i politici di opposizione ma con vero spirito di collaborazione affinché il prodotto finale possa essere ben accetto da tutti. Ben vengano quindi tutte le opinioni che giornalmente vengono rilanciate dai vari Roberto Ghiselli, Ivan Pedretti e Cesare Damiano. Aspettiamo fatti concreti, noi degli slogan non sappiamo cosa farcene!”
Cosa ne pensate delle parole di Armiliato e di D’Achille e dei lavoratori che si sono espressi al riguardo? Avete ancora fiducia in questo Governo o temete che le priorità dello stesso non siano più le pensioni? Diteci la vostra nella sezione commenti.

domenica 8 luglio 2018

Rizzetto: Basta con la discriminazione per 6.000 esodati

Esodati e Opzione donna, Rizzetto non molla
Riforma pensioni 2018, oggi 7 luglio. La Confederazione italiana agricoltori avanza una richiesta. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali 

07 LUGLIO 2018 LORENZO TORRISI
Walter Rizzetto non ha intenzione di indietreggiare rispetto ad alcune richieste riguardanti la riforma delle pensioni. “Non è possibile che nel 2018 esista ancora la sfortunata categoria degli esodati. Seimila persone escluse dalle precedenti salvaguardie, che, oltre a vivere da anni senza reddito, hanno subito un`evidente discriminazione rispetto a chi con pari diritto è rientrato nelle precedenti salvaguardie. Molte di queste persone stanno vivendo una situazione di grave disagio sociale, poiché non hanno i soldi per arrivare a fine mese”, ha detto il deputato di Fratelli d’Italia secondo quanto riportato da Askanews. Rizzetto ha anche ricordato di aver sollecitato “la proroga di Opzione donna, poiché credo in questo regime che deve diventare a mio parere strutturale, anche in una visione più ampia per gli effetti positivi che si otterrebbero sul welfare e sul tasso di natalità, riconoscendo la possibilità di andare in pensione in anticipo alle lavoratrici, a fronte di particolari esigenze familiari per svolgere il ruolo di nonne e di supporto domestico”....

mercoledì 4 luglio 2018

Per definitiva salvaguardia risoluzione dell'on. Rizzetto (FdI)

04/05/2018
Risoluzione in commissione
L'XI Commissione, ​
premesso che:
in materia pensionistica è prioritario concludere il percorso delle salvaguardie attuato, a partire dall’anno 2012, con diversi provvedimenti legislativi al fine di tutelare tutti coloro che, hanno sottoscritto accordi per uscire dal mondo del lavoro facendo affidamento sui criteri pensionistici ante legge 28 giugno 2012, n. 92 (cosiddetta legge Fornero) e si sono poi ritrovati vittime di una riforma normativa, assolutamente non prevedibile, che ha spostato il diritto alla pensione di ben sei o sette anni;
tuttavia, le otto manovre di salvaguardia fin ad oggi introdotte, non sono state sufficienti, poiché hanno escluso circa 6.000 esodati, pertanto, è prioritario procedere alla nona salvaguardia per consentire l’accesso all’assegno pensionistico a questa platea di persone, che oltre ad essere rimaste da anni senza alcun reddito, hanno subito anche delle discriminazioni determinate da criteri e paletti temporali posti per l’accesso alla salvaguardia, che hanno avuto l’effetto di escluderle dal diritto alla pensione;
si ritiene, quindi, opportuno portare a definitiva soluzione il fenomeno degli esodati, prevedendo un'ulteriore salvaguardia delle circa 6.000 persone sopra citate, con un urgente provvedimento normativo posto in essere ad hoc; detto provvedimento non dovrà imporre criteri o limiti temporali che comportino un’irragionevole esclusione degli aventi diritto in questione, considerando, tra l’altro, che le risorse finanziarie per coprire la manovra esistono e avanzano anche dalle precedenti salvaguardie, che come risulta dai report riepilogativi dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, hanno interessato un numero molto inferiore a quello previsto. Al riguardo, infatti, è stato accertato che anche nell’ottava salvaguardia, sebbene il provvedimento abbia previsto una platea di 30.700 soggetti, in concreto hanno avuto accesso all’assegno pensionistico solo 14.938, dunque, meno della metà delle posizioni inizialmente attese;
partendo dai dati forniti dall’INPS per salvaguardare le circa 6.000 persone interessate, in base ai criteri adottati nell’ottava salvaguardia, si stima un costo totale per attuare la manovra di 329 milioni di euro, risorse finanziarie che, si ribadisce, esistono in bilancio e vanno destinate per riconoscere l’assegno previdenziale agli esodati ancora privi di tutele;
la nona e definitiva salvaguardia, oltre ad essere un provvedimento dovuto per fare giustizia nei confronti di queste persone, che hanno pari diritto rispetto a quelle già salvaguardate, è una manovra urgente e necessaria posto che molti dei soggetti interessati stanno vivendo una condizione di grande disagio sociale poiché rimasti da tempo senza alcun reddito

impegna il Governo
ad assumere urgenti ed idonei provvedimenti normativi per attuare la nona e definitiva salvaguardia dei circa 6.000 esodati rimasti, garantendo l’accesso a tutti gli aventi diritto alla pensione, senza porre alcun criterio o limite temporale che possa determinare l’esclusione di qualcuno, come purtroppo avvenuto nelle precedenti manovre di salvaguardia.
Rizzetto

Se ne parla e se ne parla, ma...?

Pensione: In arrivo la nona salvaguardia per gli esodati?
By Redazione NotizieOra 3 Luglio 2018
Con il cambio di governo si sono riaccese anche le speranze degli ultimi seimila esodati che sperano in una nuova salvaguardia per poter finalmente accedere alla pensione.
E sono di nuovo in pressing gli esodati per chiedere l’ultima definitiva salvaguardia che permetta agli ultimi 6mila lavoratori rimasti fuori dalle precedenti 8 salvaguardie di poter, tramite una nona salvaguardia di poter finalmente lasciare il limbo in cui la legge Fornero li ha gettati.
Molti gli appelli lanciati per sondare l’umore della nuova maggioranza con l’obiettivo di risolvere definitivamente il vergognoso problema degli esodati che si trascina ormai da 7 anni. Secondo la Rete dei Comitati le risorse ci sarebbero anche state ma i precedenti governi hanno deciso di drenarli per altri scopi mentre dovevano essere utilizzati per gli esodati.
I Comitati chiedono a gran voce una nona salvaguardia poichè l’ottava copre soltanto coloro che avrebbero maturato la decorrenza alla pensione entro il 6 gennaio 2018 o 2019 (in base ai profili di tutela).
Si chiede, quindi una proroga di almeno 3 o 4 anni poichè fino ad ora i beneficiari delle salvaguardie precedenti sono sempre stati sovrastimati dalla Ragioneria dello Stato producendo una sovrabbondanza di risorse che potrebbe essere utilizzate per la nona salvaguardia.
(Leggi)

martedì 3 luglio 2018

Altro appello per la NONA salvaguardia

Pensioni, esodati, nona salvaguardia: l’appello ed il video diffuso dal Comitato Esodati Licenziati e Cessati!

Il Comitato Esodati Licenziati o Cessati nel video richiama l'attenzione sulle gravi condizioni in cui versano gli esodati esclusi dalle tutele, e sull'urgenza di approvare una nona salvaguardia.

In questi ultimi giorni, il Comitato Esodati Licenziati e Cessati si sta adoperando nell’opera di diffusione di un video, che ha l’obiettivo di richiamare ancora una volta l’attenzione sulla questione dei 6000mila esodati rimasti esclusi dalle tutele.

Esodati: sempre più urgente l’emanazione di un decreto di salvaguardia per esodati esclusi dalle tutele.

Ha sottolineato il Comitato con una didascalia a corredo del video: “Sette anni, quattro governi e 6.000 esodati restano ancora senza reddito. Urge un decreto di salvaguardia per questi ex lavoratori da quasi sette anni ormai privati del reddito a causa degli incostituzionali effetti retroattivi di una legge dello stato“.
I fondi residui della ottava salvaguardia sono più che sufficienti per coprire gli esodati ancora esclusi. Si può emanare un decreto immediato a costo zero!”

Le dichiarazioni di intenti di Luigi di Maio sulla questione esodati.

All’interno del video sono riportate anche le dichiarazioni di intenti del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che interpellato a Radio 1 sulla questione esodati e sulla possibilità di inserire la nona salvaguardia nel decreto dignità, ha dichiarato che ci proverà ma che se non dovesse riuscire vi procederà nel prossimo decreto.
Ha ribadito, anche, di aver consultato tecnici e professori universitari allo scopo di affrontare la questione del superamento della legge Fornero, della quota 100 e 41, la tutela degli esodati e l’opzione donna.
“I diritti sociali – ha rimarcato Di Maio – sono al centro del contratto di governo”.

Le parole dell’on. Barbara Saltamartini sulle risorse per la nona salvaguardia.

Nel video si da spazio anche alle parole pronunciate nella recente trasmissione RAI1 Parlamento Settegiorni, dall’onorevole della Lega Barbara Saltamartini, con cui ha ribadito l’impegno di “fare ancora una salvaguardia per gli esodati”, precisando anche che esisterebbero già i fondi pregressi accantonati sufficienti alla copertura.

Elide Alboni ribadisce l’urgenza di procedere ad una nona salvaguardia.

Intanto, pochi giorni fa, Elide Alboni, amministratrice del gruppo Facebook Comitato Esodati Licenziati e Cessati, ha ribadito, ancora una volta la necessità di prevenire il dramma sociale che, a causa delle drammatiche condizioni economiche di parte degli esodati già si paventa.
La Alboni ha rimarcato anche l’urgenza di procedere ad una nona salvaguardia per decreto urgente da approvarsi prima dell’inizio dei lavori parlamentari sulla Legge di Stabilità, recuperando risorse che residuano abbondanti dalle precedenti salvaguardie nonostante le redeterminazioni a capestro dal 2015 ad ora ecc .

Il video diffuso in rete dal Comitato Esodati Licenziati e Cessati.