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lunedì 29 febbraio 2016

Esodati a "L'aria che tira" su LA7

Domani mattina 1-3-2016, su LA7 nella trasmissione di Myrta Merlino "L'ARIA CHE TIRA" si parla di esodati.

sabato 27 febbraio 2016

7^ salvaguardia. Le domande entro martedì primo marzo 2016

Esodati, domande per la settima salvaguardia
26 febbraio 2016 - 10:09
In scadenza al primo marzo 2016 la presentazione delle domande di accesso alla settima salvaguardia esodati
Gli esodati inseriti nella settima salvaguardia (26.300 ex lavoratori) inserita in Legge di Stabilità (legge 208/2015 co. da 263 a 270) dovranno presentare domanda, all’INPS o alle Direzioni Territoriali del Lavoro entro il primo marzo 2016.
I chiarimenti sui criteri relativi alla platea dei beneficiari, le modalità e i termini di presentazione delle istanze sono contenuti nella Circolare INPS 1/2016 e nella Circolare 36/2015 del Ministero del Lavoro.
Le procedure da seguire sono le stesse previste per ciascuna categoria di esodati dalle salvaguardie precedenti.
La presentazione delle istanze potrà avvenire on line dal sito www.inps.it, sia da parte dei patronati che dei cittadini in possesso di PIN.
La domanda formulata nell’apposito modello deve essere trasmessa in pdf anche sul sito www.lavoro.gov.it.
Queste le modalità di trasmissione delle domande:
  • per i lavoratori in mobilità, o trattamento speciale edile, e prosecutori volontari: domanda all’INPS, direttamente online oppure attraverso i patronati. Per la comunicazione personale è’ necessario il PIN INPS. E’ previsto l’accesso ad un quadro speciale, chiamato “Verifica del diritto a pensione da Salvaguardia legge 208/2015“, che prevede un’ulteriore suddivisione per le diverse categorie di lavoratori (in Mobilità o in trattamento speciale edile, autorizzati ai versamenti Volontari, autorizzati ai versamenti volontari senza versamenti accreditati o accreditabili al 6 dicembre 2011);
  • per i lavoratori cessati per accordi e risoluzione unilaterale, in congedo per assistere figli con disabilità, oppure con contratto a tempo determinato: domanda alla DTL competente per territorio.
Tutti i lavoratori possono esercitare l’opzione di presentare domanda all’INPS, sia direttamente online, sia attraverso i patronati.
Sono interessati
  • 6.300 lavoratori collocati in mobilità o in trattamento speciale edile ai sensi degli articoli 4, 11 e 24 della legge n. 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, o ai sensi dell’articolo 3 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 229, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451:
  1. a seguito di accordi governativi o non governativi stipulati entro il 31 dicembre 2011;
  2. ovvero, nel caso di lavoratori provenienti da aziende cessate o interessate dall’attivazione di procedure concorsuali, quali il fallimento, il concordato preventivo, la liquidazione coatta amministrativa, l’amministrazione straordinaria o l’amministrazione straordinaria speciale, anche in mancanza dei predetti accordi.
Queste le condizioni di ammissione:
  • se cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2012;
  • perfezionamento dei requisiti vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 entro dodici mesi dalla fine del periodo di fruizione dell’indennità di mobilità o del trattamento speciale edile, anche mediante il versamento di contributi volontari. Il versamento volontario, anche in deroga alle disposizioni dell’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, può riguardare anche periodi eccedenti i sei mesi precedenti la domanda di autorizzazione stessa. Tale versamento, relativo ai lavoratori cessati entro il 31 dicembre 2012, può comunque essere effettuato solo con riferimento ai dodici mesi successivi al termine di fruizione dell’indennità di mobilità o del trattamento speciale edile;
  • se cessati dall’attività lavorativa entro il 31 dicembre 2014
  • perfezionamento dei requisiti vigenti prima della data di entrata in vigore del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 entro il periodo di fruizione dell’indennità di mobilità o del trattamento speciale edile.
  • con eventuali periodi di sospensione dell’indennità di mobilità, ai sensi dell’articolo 8, commi 6 e 7, della legge 23 luglio 1991, n. 223, e successive modificazioni, e all’articolo 3 del decreto-legge 16 maggio 1994, n. 299, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1994, n. 451, per svolgere attività di lavoro subordinato, a tempo parziale, a tempo determinato, ovvero di lavoro parasubordinato mantenendo l’iscrizione nella lista, si considerano rilevanti ai fini del prolungamento del periodo di fruizione dell’indennità stessa e non comportano l’esclusione dall’accesso alla salvaguardia
  • 9.000 lavoratori autorizzati alla prosecuzione  volontaria  della contribuzionedi cui all’articolo 1, comma 194, lettere a) e f), della legge 27 dicembre 2013, n. 147:
– lavoratori autorizzati alla  prosecuzione  volontaria  della contribuzione (art. 1, c. 194, lettera a) della legge n. 147 del 2013).
– lavoratori autorizzati alla  prosecuzione volontaria della contribuzione anteriormente al 4  dicembre 2011 (art. 1, c. 194, lettera f) della legge n. 147 del 2013) con almeno un contributo volontario versato alla data del 6 dicembre 2011 e a condizione che alla data del 30 novembre 2013 non svolgano attività  lavorativa riconducibile a rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato.
  • 6.000 lavoratori cessatidi cui all’articolo 1, comma 194, lettere b), c) e d), della legge 27 dicembre 2013, n. 147:
  • lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto entro il 30 giugno 2012 (art. 1, c. 194, lettera b), della legge n. 147 del 2013):
  • in ragione di accordi individuali  sottoscritti  anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice  di procedura civile;
  • in applicazione di accordi collettivi di incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011 dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
  • lavoratori il cui rapporto di lavoro si è risolto dopo il 30 giugno 2012 ed entro il 31 dicembre 2012 (art. 1, c. 194, lettera c), della legge n. 147 del 2013):
  • in ragione di accordi individuali sottoscritti anche ai sensi degli articoli 410, 411 e 412-ter del codice di procedura civile;
  • in applicazione di accordi collettivi di  incentivo all’esodo stipulati entro il 31 dicembre 2011 dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale.
  • lavoratori il cui rapporto di lavoro  sia cessato per risoluzione unilaterale, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011 (art. 1, c. 194,lettera d), della legge n. 147 del 2013).
  • 000 lavoratori in congedo per assistere figli con disabilità gravein base all’articolo42, comma 5, del decreto legislativo 151/2001: decorrenza della pensione entro il 6 gennaio 2017.
  • 000 lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato, anche in somministrazione, con esclusione del settore agricolo e dei lavoratori con qualifica di stagionali, cessati dal lavoro tra il 1 gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011: anche per questi la decorrenza della pensione sarà entro il 6 gennaio 2017, purché non abbiano svolto, dopo la cessazione, attività di lavoro a tempo indeterminato.
Come previsto dall’articolo 1, comma 267, della legge n. 208 del 2015 i trattamenti pensionistici da liquidare in favore di tutti i soggetti beneficiari della salvaguardia in argomento non possono avere decorrenza anteriore al 1° gennaio 2016, data di entrata in vigore della stessa legge.
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venerdì 26 febbraio 2016

La verità su Fornero ed esodati

Replica via email al direttore Cerasa:
Buongiorno.
Sig. direttore, anche lei come il suo predecessore piace scrivere articoli pur di attaccare gli esodati. Questa mattina l'ennesimo attacco e l'ennesima falsità. Capisco che ci sta libertà di pensiero di espressione e di stampa, però la prego di scrivere e di attenersi a cose vere e non inesatte come in quella pericolosa relazione. Allora i soldi stanziati di 11.4 miliardi erano stati stanziati in base a dei dati presunti forniti dall'inps, affinché venissero salvaguardati tutti gli esodati che alla data del 31/12/2011 avevano firmato accordi con le loro aziende, i contributori volontari che da li a poco avrebbero maturato la pensione e che erano senza lavoro,tutti quei lavoratori che prima di quella data erano in mobilità per poi essere licenziati in attesa della pensione, oppure che avevano raggiunto un accordo di mobilità per quella data e che hanno continuato a lavorare oltre quella data per poi essere licenziati e successivamente andare in pensione. Perciò nessuno e sfido chiunque, sia lei che coloro che hanno fatto quella relazione, a trovare categorie di lavoratori che hanno usufruito delle salvaguardie anche se non gli aspettava. Tutti coloro che hanno usufruito della salvaguardia hanno come data di accordo firmato non oltre il 31/12/2011. Nessuno degli esodati ha rubato nulla e nessuno degli esodati ha compromesso il bilancio dello stato. La invito ha scirvere verità , la ritenevo un giornalista serio al di sopra delle parti, invece mi tocca ricredermi. Se lei come il suo predecessore pensate di fare carriera gettando fango sugli esodati e sui futuri pensionati, allora state sbagliando strada,non si scherza con la vita della gente. Anzi le ricordo che i soldi avanzati del fondo esodati , sono stati usati dal governo per altri scopi, pur sapendo che ci sono ancora 24. 000 persone fuori dalla salvaguardia. Quei soldi devono rientrare tutti ,lo scriva a chiare lettere sul suo giornale.Si ricordi che il foglio come altre testate giornalistiche, serve del padrone e non, siete sovvenzionati anche con le tasse pagate dagli esodati, pertanto questa sera prima di andare a dormire ,si guardi allo specchio e si vergogni. In attesa di una sua contro replica.
giuliano colaci
comitato esodati roma

Infine una verità su Fornero ed esodati

Ci sono voluti cinque anni per dirlo: così si spolpa una riforma
di Redazione | 25 Febbraio 2016

Ci sono voluti cinque anni, ma finalmente qualcuno l’ha detto. Con il lessico posato che si addice al nuovo Ufficio parlamentare di bilancio, certo, ma con toni soavemente definitivi sui ritocchi avvenuti negli anni sulla legge Fornero sulle pensioni: “I primi interventi di salvaguardia (degli esodati, ndr) potevano apparire come necessari perfezionamenti di una riforma adottata in via d’urgenza per fronteggiare una situazione di emergenza economica”. Poi però “le successive salvaguardie, che non solo hanno preso più laschi i requisiti richiesti per accedere agli esoneri per le categorie inizialmente previste ma hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove, hanno invece rivelato incertezza nel definire chi considerare meritevole di tutela e difficoltà nel reperire dati affidabili per perimetrare le platee dei possibili beneficiari”.
Sette interventi pro esodati si sono succeduti dopo la sacrosanta riforma del governo Monti, mentre il significato del termine “esodati” veniva stravolto populisticamente da sindacati (Cgil in prima linea) e da parlamentari di ogni colore politico. I media hanno fatto la loro parte nel confondere le acque, amplificando tragedie private e attribuendole sommariamente a un testo di legge. Così, per “esodato”, si è iniziato a intendere qualcunque italiano over 55 senza lavoro per il quale l’età pensionabile si fosse allontanata nel tempo in virtù della legge Fornero. Bella truffa ideologica. E pure contabile, si scopre ora, visto che secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio queste “salvaguardie” ci costeranno 11,4 miliardi di euro in più in 10 anni, mandando in fumo il 13 per cento dei risparmi previsti dalla riforma più radicale dell’ultimo lustro.
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giovedì 25 febbraio 2016

Interrogazione Lega Nord per quantificare gli esodati esclusi

Pensioni, Lega Nord deposita interrogazione per quantificare gli esodati esclusi 
Mercoledì, 24 Febbraio 2016
Lo chiedono i Parlamentari della Lega Nord in una interrogazione a risposta scritta in Commissione Lavoro alla Camera dei DeputatiQuantificare con esattezza il numero degli esodati postali che sono rimasti esclusi dalla sette salvaguardie. Lo chiede in una interrogazione a risposta scritta in Commissione Lavoro la Lega Nord al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Nonostante le ripetute promesse del Governo, nell'autunno 2015, che tutti gli esclusi dai sei precedenti provvedimenti di salvaguardia sarebbero stati computati nel settimo provvedimento e nessuno sarebbe rimasto indietro, così non è stato" si legge nell'interrogazione firmata dagli Onorevoli Guidesi e Simonetti.
"Su una platea di 49.500 lavoratori esodati in attesa di salvaguardia, con la cosiddetta «settima» il Governo ne ha salvaguardo «solo» 26.300, lasciando fuori gli altri 23.200 (tra cui i 15enni, ante 2007, licenziati unilaterali, ex postali, e altri), come sempre, per ragioni di finanza pubblica, avendo il Governo di fatto sottratto le risorse confluite nel «Fondo esodati» per destinarle ad altri scopi.
Tra i non salvaguardati, prosegue Simonetti", vi sono ancora gli ex dipendenti delle Poste che hanno firmato accordi per ritirarsi dal lavoro, con la prospettiva di rimanere per alcuni anni senza «paracadute» reddituale — fatta eccezione per la buonuscita — in attesa di raggiungere i requisiti pensionistici. Per alcuni di essi, con la famigerata «riforma Fornero» del 2011, la data del pensionamento è slittata dal 2015 al 2023, lasso temporale più che assurdo a parere degli interroganti. E' inevitabile infatti, l'allungamento per tanti anni dei termini per il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Ciò ha comportato che la somma pattuita tra le parti per soddisfare le annualità che dovevano precedere la pensione risulti ora oltremodo insufficiente rispetto alle esigenze e alle aspettative di vita.
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Allarme esodati, in 10 anni i costi superano 11 miliardi

Allarme esodati, in 10 anni i costi superano 11 miliardi
L’Ufficio parlamentare di bilancio: la platea allargata brucia il 13% dei risparmi
24/02/2016
STEFANO LEPRI
ROMA
All’inizio c’erano gli esodati veri. Erano persone drammaticamente rimaste senza stipendio e senza pensione dopo la riforma Fornero delle pensioni, adottata in tutta fretta dal governo Monti. Poi, in mandate successive, sotto quell’etichetta si sono fatti rientrare tanti che non erano altrettanto nei guai.
La conseguenza è che il 13% dei risparmi di spesa previsti dalla legge Fornero sono stati cancellati, creando nel contempo disuguaglianze nuove tra chi è stato soccorso e chi no. Lo documenta uno studio dell’Ufficio parlamentare di bilancio, l’organismo che dal 2014 verifica il rispetto delle regole di finanza pubblica.
Secondo l’Upb, presieduto dall’economista Giuseppe Pisauro, «i primi interventi di salvaguardia potevano apparire come necessari perfezionamenti di una riforma adottata in via d’urgenza per fronteggiare una situazione di emergenza economica». Poi «le successive salvaguardie, che non solo hanno reso più laschi i requisiti richiesti per accedere agli esoneri per le categorie inizialmente previste ma hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove, hanno invece rivelato incertezza nel definire chi considerare meritevole di tutela e difficoltà nel reperire dati affidabili per perimetrare le platee dei possibili beneficiari».
Gli interventi successivi sono stati sette, l’ultimo nella legge di stabilità per il 2016. Il concetto di «esodati» è stato stiracchiato al massimo, sotto la spinta dei sindacati, delle imprese con dipendenti in eccesso, di gruppi di pressione vari. La spesa aggiuntiva ammonterà nel complesso a 11,4 miliardi di euro in 10 anni. Alla fine, si legge nel documento dell’Upb, si sono incluse persone «che avevano preso decisioni molti anni prima della riforma Fornero e che attendevano la decorrenza della pensione anche in tempi di molto successivi». Si sono impiegate risorse che forse sarebbero state più utili a migliorare la riforma dell’indennità di disoccupazione.
In totale sono rientrate nelle successive misure 196.000 persone, di cui 65.000 con il primo e più motivato provvedimento, 26.000 con le norme del dicembre scorso. I requisiti per ottenere il beneficio si sono fatti sempre più complicati. Ciò che sembra essersi perso per strada è un criterio omogeneo di equità su chi aiutare e per quali motivi. Si sono ammesse persone che all’entrata in vigore della Fornero un lavoro lo avevano, seppur precario; che lo avevano e poi erano state messe in cassa integrazione; o ancora dipendenti pubblici che avevano fatto domanda di esonero sempre in data successiva.
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Leggi anche: Blasting nws

INPS ha attivato le procedure di monitoraggio per 7^ salvaguardia

Dalla pagina FB della Rete dei comitati degli esodati
AGGIORNAMENTO PROCEDURE ESAME ISTANZE 7' SALVAGUARDIA. ATTIVATE LE PROCEDURE INPS PER L'ESAME DELLE DOMANDE
Vi informo che OGGI l'INPS ha attivato le cosiddette "procedure di monitoraggio" delle istanze presentate sulla 7' Salvaguardia.
TUTTI i CV e le altre categorie che hanno già avuto risposta dalle DTL possono verificare, anche nei prossimi giorni, sulla propria pagina INPS (con accesso tramite PIN) se la loro istanza è già lavorata. I questo caso la dicitura corrispondente alla propria istanza sarà: DEFINITA. Cliccando su consulta e successivamente su VISUALIZZA DOMANDA si potrà verificare l'esito che, in caso positivo, recherà la dicitura: SI DIRITTO SE RIENTRA FRA GLI AMMESSI. Per i CV gli AMMESSI sono i 9.000 previsti dalla legge ed occorrerà attendere, sicuramente aprile, che la DG INPS compili l'elenco dei 9.000 (in stretto ordine di data di fuoriuscita dal lavoro) Successivamente l'INPS invierà agli aventi diritto precisa lettera di accoglimento della istanza di salvaguardia con l'informazione della data di decorrenza della pensione. Ribadisco che il numero di 9.000 ci è stato dato come ampiamente sufficiente a coprire TUTTI i posti dei salvaguardati pertanto la risposta più importante è quella derivante dal monitoraggio a cura delle sedi locali dell'INPS.
Procedura per la verifica dell'esito:
1) accedere alla propria pagina INPS con il proprio PIN
2) Nel Menù principale selezionare "Domanda Prestazione Pensionistica e Certificazione
3) Cliccare su Crea/Compila Domanda;
4) Comparirà l'elenco di tutte le vostre domande presentate in ordine dalla più veccia fino alle ultime che saranno in coda all'elenco; Verificate che in corrispondenza di quella interessata ci sia la dicitura "DEFINITA" e cliccate su CONSULTA e poi su VISUALIZZA DOMANDA...... e... in bocca al lupo!

Buonuscita dei postali: nasce un comitato

Il costituendo Comitato per la rivalutazione della Buonuscita dei Postali "congelata" al 28 febbraio 1998 chiede l'adesione dei dipendenti postali attuali o già alle dipendenze di Poste fino a 18 anni fa.
Comitato Buonuscita postali
La Buonuscita dei dipendenti postali, una questione irrisolta che riguarda almeno 180.000 persone che erano dipendenti postali al 28 febbraio 1998.
Dal 1 marzo 1998 il rapporto di lavoro passò, senza soluzione di continuità, da un regime “pubblico” ad uno “privato”.
Per il periodo “pubblico” maturarono una liquidazione (Buonuscita) che non fu erogata, né fu inglobata nel nuovo TFR in maturazione dal 1 marzo 1998: semplicemente fu "congelata".
I dipendenti postali vengono in possesso di quella cifra, senza alcuna forma di rivalutazione o interesse, solo due anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro con Poste.
La fonte normativa sta nella legge finanziaria del Governo D’Alema, art. 53, comma 6, lettera a), della legge 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica).
Per cercar di riparare questo ingiusto trattamento, riservato solo ai dipendenti postali, in questi anni sono state percorse 2 strade: quella giudiziaria e quella politica.
Quella giudiziaria ha prodotto diverse sentenze, ma quelle favorevoli ai lavoratori sono state cancellate in Cassazione.
Anche la Corte Costituzionale ha dichiarato la non incostituzionalità della norma e della sua interpretazione nel senso della non rivalutazione pur in mancanza della liquidazione.
La strada della politica ha prodotto diverse interrogazioni ed altre azioni nel tentativo di arrivare ad una “esatta interpretazione” della norma che potesse dare anche ai dipendenti postali lo stesso trattamento di coloro che sono transitati da un regime “pubblico” ad uno “privato”. Lavoro che si azzera ad ogni cambio di governo anche all’interno di una stessa legislatura. In questa 17^ legislatura ci sono 4 interrogazioni PD e 2 del M5Stelle alla camera ed 1 di AP al Senato
Al di là dei contorsionismi interpretativi è chiaro a chiunque che un importo calcolato al 28 febbraio 1998 non ha lo stesso valore a distanza di 18 anni.
Ricordiamo che:
1)     il lavoratore è stato solo OGGETTO di queste trasformazioni (non ha avuto alcuna parte attiva);
2)     l’importo liquidato al lavoratore (la somma dei due tronconi di calcolo applicati: periodo Buonuscita + periodo TFR) è inferiore sia a quello che sarebbe stato calcolato sia usando esclusivamente le regole della Buonuscita, sia usando esclusivamente le regole del TFR;
3)     più si va avanti nel tempo, più questa forbice si allarga.
La Buonuscita dei dipendenti postali DEVE ESSERE RIVALUTATA.

Chiediamo adesioni per valutare l’opportunità di agire legalmente e politicamente.   Visita il blog  e mettiti in contatto scrivendo a: buonuscitapt@gmail.com
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mercoledì 24 febbraio 2016

Ufficio parlamentare Bilancio: maglie troppo larghe per esodati

Ufficio parlamentare Bilancio boccia norme pro-esodati: maglie troppo larghe
Pubblicato il: 23/02/2016
L'Ufficio parlamentare di Bilancio boccia i provvedimenti di salvaguardia con cui i governi, dal 2013, hanno garantito la pensione, di anzianità o di vecchiaia, ai cosidetti esodati che rischiavano, per effetto della riforma Fornero che ne aveva modificato i requisiti di accesso, di restare senza stipendio nè pensione. Le norme che si sono succedute nel tempo e che hanno interessato circa il 10% del flusso annuale di nuove pensioni per vecchiaia e anzianità sorte nel 2014 e nel 2015, infatti, si legge in un dossier dedicato al tema,hanno via via perso il requisito di urgenza e allentato le maglie che circoscrivevano l'accesso al beneficio "finendo con l'includere progressivamente anche coloro che avevano preso decisioni molti anni prima della riforma Fornero e che attendevano la decorrenza della pensione anche in tempi di molto successivi alla riforma".
Più che uno strumento di tutela dei lavoratori in difficoltà economica negli anni tra la cessazione dell’attività e la percezione della prima pensione, dunque, i 7 provvedimenti emanati dagli esecutivi per una spesa complessiva tra il 2013 e il 2023, di 11,4 miliardi di euro (circa il 13%dei risparmi previsti dalla stessa riforma Fornero) "sembrano supplire alla inadeguatezza delle politiche passive del lavoro o di altri istituti di welfare, rendendo in tal modo meno trasparente il disegno delle politiche e le priorità dell’azione pubblica". Interventi che hanno interessato circa il 10% del flusso annuale di nuove pensioni per vecchiaia e anzianità sorte nel 2014 e nel 2015.
"Nel tempo - si legge ancora- le diverse salvaguardie hanno determinato un percorso di quasi integrale tutela delle aspettative, includendo progressivamente anche coloro che avevano preso decisioni molti anni prima della riforma Fornero e che attendevano la decorrenza della pensione anche in tempi di molto successivi alla riforma". Una criticità, questa, maturata via via si rendevano necessari altri interventi di garanzia: "se i primi interventi di salvaguardia potevano apparire come necessari perfezionamenti di una riforma, come quella Fornero, adottata in via d’urgenza per fronteggiare una situazione di emergenza economica, quelle successive, che non solo hanno reso più laschi i requisiti richiesti per accedere agli esoneri per le categorie inizialmente previste ma hanno progressivamente incluso categorie di esodati del tutto nuove, h anno invece rivelato incertezza nel definire chi considerare meritevole di tutela e difficoltà nel reperire dati affidabili per perimetrare le platee dei possibili beneficiari", spiega ancora L'Upb.
Ma anche le stesse norme non sono esenti da problemi: la produzione normativa, infatti appare ai tecnici parlamentari come "assai complessasia per le istituzioni chiamate a rendere operative le regole di salvaguardia che per i cittadini che devono conoscerla per avanzare domanda", spiega ancora il dossier che ne ripercorre il 'tragitto': oltre alla legge istitutiva, infatti, "ogni salvaguardia quasi sempre ha richiesto un decreto attuativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, una Circolare dello stesso Ministero contenente specificazioni tecniche e dettagli operativi, una o più Circolari dell’INPS con ulteriori elementi operativi, uno o più Messaggi dell’INPS per il riepilogo schematico".
Proseguire su questa strada, dunque, ammonisce ancora l'Ufficio parlamentare di Bilancio equivarrebbe a certificare un progressivo cambiamento di obiettivo di queste misure: "non un esonero indirizzato in maniera specifica ai lavoratori ma una soluzione per mettere al riparo platee più ampie e non necessariamente, o non tutte, danneggiate in maniera diretta dalla riforma, utilizzando le salvaguardie come surrogato di politiche passive del lavoro o di altri istituti di welfare oggi sottodimensionati o assentii". Non solo. I provvedimenti si sono sovrapposti anche "in maniera non sufficientemente coordinata" Jobs Act e alla revisione degli ammortizzatori sociali, "cui finisce anche col sottrarre risorse".

lunedì 22 febbraio 2016

Cesare Damiano su esodati e lavori usuranti

RIFORMA PENSIONI, NOVITÀ 21 FEBBRAIO: CESARE DAMIANO SU ESODATI E LAVORI USURANTI
21 febbraio 2016
Torna in primo piano la discussione sullariforma pensioni. Le novità ad oggi, domenica 21 febbraio, hanno per oggetto Cesare Damiano e le sue dichiarazioni in merito ad esodati e lavori usuranti. L'ex ministro del Lavoro ha inoltre annunciato che all'inizio della prossima settimana in commissione comincerà la discussione della Delega sulle norme per il contrasto della povertà. In merito a questa, l'obiettivo dell'esponente dem è noto a tutti: cancellazione del testo in cui si fa riferimento alla razionalizzazione delle prestazioni previdenziali.

Pensioni, Damiano non dimenticaIl parlamentare del Pd non dimentica la battaglia per la riforma pensioni 2016. Quattro i temi toccati da Damiano: primo punto, introduzione della flessibilità in uscita; secondo, risoluzione del problema relativo alle ricongiunzioni onerose; terzo, ottava salvaguardia per gli esodati non 'salvati' dalla settima; quarto, proposte concrete per aiutare chi svolge lavori usuranti. Anche se non sono stati messi in luce in maniera esplicita, nel 'calderone' della riforma previdenziale rientrano anche i lavoratori precoci, presenti in piazza Montecitorio qualche giorno fa per chiedere ai politici quota 41. La manifestazione del 18 febbraio ha avuto un eco mediatico importante, ma la vittoria - se così possiamo definirla - più grande è stata la presa di posizione da parte dei parlamentari che compongono la commissione Lavoro alla Camera, i quali hanno ricevuto una delegazione dei precoci assicurando loro il massimo impegno per venire incontro alle loro richieste.
Verso un'ottava salvaguardiaLa determinazione con cui il numero uno della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati ha affrontato, e continua ad affrontare, il tema previdenziale è riconosciuta da tutti. Un chiaro segnale lo si è avuto anche nelle ultime dichiarazioni rilasciate, che hanno avuto per oggetto tre argomenti non sempre in primo piano nel dibattito politico italiano: ricongiunzioni onerose e lavori usuranti, senza dimenticare la questione esodati. C'è la consapevolezza della necessità di un cambio di rotta, fin da quest'anno, come - tra le altre cose - ha ricordato di recente anche Tito Boeri in un'intervista ad un noto quotidiano nazionale. Il presidente dell'Inps ha individuato nella modifica del patto di stabilità con l'Europala chiave con cui il governo possa aprire la porta della nuova, e ultima, riforma delle pensioni, aggiungendo che Bruxelles debba essere convinta sul fatto che la pensione anticipata, a lungo termine, consentirebbe allo Stato di pagare importi più bassi degli assegni pensionistici, rientrando in questo modo della spesa sostenuta inizialmente.
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domenica 21 febbraio 2016

Riforma Pensioni, Martedì inizia l'Iter alla Camera

Riforma Pensioni, Martedì inizia l'Iter alla Camera
L'ex ministro del Lavoro: il sistema previdenziale deve affrontare, quest’anno, il tema della flessibilita’ delle pensioni e risolvere numerosi problemi rimasti in sospeso: le ricongiunzioni onerose, gli esodati non salvaguardati e i lavori usuranti” conclude. 
Inizia l'iter parlamentare sulla Legge Delega sulle norme per il contrasto della povertà. Il disegno di legge, approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 Gennaio, è stato assegnato alle Commissioni lavoro e affari sociali della Camera dei Deputati. Martedi’ prossimo le Commissioni esamineranno tempi e modalita’ per la discussione del provvedimento. Il disegno di legge attribuisce al Governo la Delega a rendere strutturale il SIA, il Sostegno all'inclusione attiva, per le famiglie numerose legandolo alla stipula di un patto di servizio personalizzato con i servizi sociali e, in particolare, ad una razionalizzazione delle prestazioni assistenziali e previdenziali legate alla prova dei mezzi. Che dovranno essere concesse sulla base dell'Isee del nucleo familiare e non più, come accade attualmente, sui redditi Irpef del beneficiario.
Proprio su questo punto si è accesa la polemica nell'ultima settimana. Minoranza dem, opposizioni e la parte sindacale denunciano come si sia di fronte all'ennesimo tentativo di fare cassa attraverso il capitolo previdenza che colpirà in particolare le vedove. Nella relazione illustrativa del Governo al disegno di legge Delega oltre all'assegno sociale si citano, infatti, anche le pensioni di reversibilità (e quelle indirette) oltre che l'integrazione al trattamento minimo e la cd. quattordicesima. Sulle pensioni ai superstiti si ipotizza, del resto, l'intervento più pesante. La normativa attuale prevede, infatti, comunque l'erogazione della prestazione nei confronti del superstite a prescindere dal reddito del beneficiario. In particolare se il reddito del superstite splafona cinque volte il trattamento minimo Inps (circa 2.500 euro al mese lordi) la pensione al superstite viene abbattuta del 50% dell'importo base spettante (il 60% in caso di concorso del solo coniuge, l'ipotesi più frequente) lasciando quindi al beneficiario un importo pari al 30% della prestazione erogata al deceduto. Con la revisione dei criteri per la concessione della prestazione chi ha redditi (considerati ai fini Isee) superiori ad una determinata soglia (che il Governo non ha chiaramente indicato) potrebbe perdere del tutto l'erogazione della prestazione.

Sia il Ministero del Lavoro che quello dell'Economia hanno provato a smorzare i toni garantendo che le modifiche non coinvolgeranno i trattamenti già concessi prima dell'entrata in vigore dei decreti attuativi e, per quanto riguarda il futuro, che comunque la Delega intende dare e non togliere. Ma ciò non è sufficiente. Anche perchè una volta approvata la Delega l'esecutivo avrebbe ampio spazio per per scrivere i decreti attuatavi senza passare per le Aule parlamentari ma solo presso le Commissioni, con un confronto politicamente meno intenso.
Non a caso l'Ex-ministro del Lavoro, Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro della Camera punta  a modificare con un apposito emendamento il testo della Delega eliminando ogni riferimento alla previdenza. "Le dichiarazioni dei ministri Padoan e Poletti circa l’intenzione del Governo di non toccare le pensioni di reversibilita’, vanno nella giusta direzione. Per renderle concrete e per sgombrare il campo da dubbi interpretativi, trattandosi di una legge Delega, proporro’ un emendamento di cancellazione del testo laddove si fa riferimento alla razionalizzazione delle prestazioni previdenziali”. “E’ fondamentale tenere rigorosamente separati gli interventi sulla previdenza da quelli sull’assistenza".
Damiano torna anche sul capitolo flessibilità in uscita: Non dobbiamo dimenticare che il sistema previdenziale deve affrontare, quest’anno, il tema della flessibilita’ delle pensioni e risolvere numerosi problemi rimasti in sospeso: le ricongiunzioni onerose, gli esodati non salvaguardati e i lavori usuranti”. Il Governo ha indicato più volte la volontà di smussare le rigidità della legge Fornero soprattutto per quanto riguarda le lavoratrici.
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giovedì 18 febbraio 2016

Rizzetto su opzione donna, precoci, esodati

OPZIONE DONNA, PRECOCI, ESODATI, NOVITÀ DA RIZZETTO: 'SARÒ CON VOI A MONTECITORIO IL 18/2'
Ultime novità al 17/2 su opzione donna, precoci, esodati: Rizzetto ha assicurato che presenzierà a Montecitorio per essere solidale con i lavoratori
Le ultime novità su opzione donna, esodati e precoci giungono da Walter Rizzetto, il vicepresidente della Commissione Lavoro assicura la sua presenza ed il suo appoggio incondizionato ai lavoratori, che si battono per ottenere una riforma pensioni più equa e per il loro diritto pensionistico. Nel frattempo tutto è pronto per domani quando i lavoratori saranno a Montecitorio a 'gridare la loro rabbia' nei confronti del Governo Renzi.
Su facebook si leggono diversi post inerenti l'organizzazione della manifestazione del 18/2 e le ultime linee guida fornite dagli amministratori dei gruppi che presenzieranno all'evento, tra questi certamente i precoci, che ambiscono alla quota 41 senza penalità, a cui si uniranno gli esodati, che richiedono l'ottava ed ultima salvaguardia e le donne che vorrebbero da un lato vedere le nate nell'ultimo trimestre del 57/58 poter usufruire della legge 243/2004 e dall'altro veder divenire strutturale l'opzione donna. Nel dettaglio i contenuti del post di Walter Rizzetto.

Rizzetto in piazza al fianco dei lavoratoriIl vicepresidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, ha espresso più volte nel corso delle interviste che ci ha rilasciato pieno appoggio sia ai precoci, indossando anche la maglia con su scritto Quota 41 senza se e senza ma, sia alle lavoratrici donne. Su facebook, in un recente post, ha ribadito non solo la sua solidarietà nei confronti dei precoci, degli esodati e delle donne, ma ha altresì assicurato che sarà in piazza a Roma per lottare al loro fianco. I lavoratori precoci nei giorni scorsi avevano inviato un'email a diversi politici di spicco chiedendo loro di partecipare al presidio del 18 febbraio a Roma. Ricevuto l'invito, Maria Luisa Gnecchi aveva ringraziato i lavoratori per il loro operato e per il sostegno alla proposta Ddl 857 di Damiano. Non è dato sapere quanti politici e soprattutto quali saranno presenti a Roma domani, quel che è certo è che Walter Rizzetto non mancherà...

mercoledì 17 febbraio 2016

Il confronto TV tra esodati e Fornero

17 marzo 2016 a MiMandaRaiTre 
in onda dalle 10:00 alle 11:00


Esodati e opzione donna: Damiano attacca Renzi

 Ultime notizie pensioni precoci, esodati e opzione donna: Damiano attacca Renzi
Torna a parlare Cesare Damiano sul tema delle pensioni precoci, esodati e sull'opzione Donna, ecco le ultime notizie in questi giorni di fermento.
16 febbraio 2016
Sono giorni di grande fermento per le ultime notizie sulle pensioni, visto lo scoppio del caso sulle pensioni di reversibilità. Il presidente della commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, ha approfittato dei riflettori nuovamente puntati sul tema delle pensioni per rilanciare la necessità di intervenire con una manovra al più presto in modo da trovare una soluzione per i nodi ancora da sciogliere sulle pensioni dei precoci (e relativa quota 41), sull'opzione donna e sugli esodati. La messa in agenda del tema pensionistico da parte del Governo è sparita nel nulla, nonostante prima della Legge di stabilità Renzi abbia promesso più volte che nel primo trimestre del 2016 si sarebbe tornato su queste questioni, soprattutto sull'uscita dal mondo del lavoro dei precoci.

Pensioni precoci e quota 41, ultime novità e le richieste di Damiano a Renzi
Da tempo i lavoratori precoci chiedono la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti i  41 anni di contributi, indipendentemente dall'età angrafica, ma ancora una volta il Governo Renzi non ha dato risposte. Proprio per questo motivo il prossimo 18 febbraio (giovedì), i lavoratori precoci saranno davanti a Montecitorio con una manifestazione e un presidio organizzati proprio per convincere il Governo Renzi ad accettare il ddl857 di Damiano che contiene la quota 41. Proprio Cesare Damiano ieri sera tramite l'Ansa ha spiegato come siano molti i motivi per cui il Governo deve intervenire, e uno di questi è che "In Commissione lavoro della Camera e’ incardinata e in discussione la proposta di legge sulla flessibilita’ (il ddl 857 appunto ndr) insieme a quelle di tutti gli altri partiti: si dovrebbe arrivare a un testo unificato".
Opzione donna e ultime notizie pensioni: Damiano spiega i 3 motivi per intervenire
Oltre a questo primo motivo sopracitato, Cesare Damiano nella sua dichiarazione spiega anche che il tema delle Pensioni va messo nell'Agenda del Governo perchè  "Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al Premier Renzi per chiedere un incontro per affrontare il tema della flessibilita’ insieme agli altri e numerosi problemi aperti (esodati, ricongiunzioni, precoci, usuranti ecc.)". Tra questi problemi non va dimenticato quello che riguarda le lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 57/58 che aspettano di poter accedere all'opzione donna e che sono al momento escluse a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita. Infine Damiano, per quanto riguarda le ultime notizie sulle pensioni, ricorda anche che "La prima cosa da discutere e’ la flessibilita’: i lavoratori piu’ anziani devono poter andare in pensione in modo anticipato per lasciare il posto di lavoro ai giovani". Voi cosa ne pensate? Noi come sempre restiamo in attesa dei vostri commenti qui sotto, e se volete ulteriori aggiornamenti in futuro, cliccate Segui in alto vicino al titolo!
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Quando la Contribuzione mista dilata l'uscita

Esodati, quando la Contribuzione mista dilata l'uscita
Scritto da  Franco Rossini

Lo scenario e' il seguente: Lavoratore iscritto all'INPS, fondo dipendenti privati, fino al 2010, poi in mobilita fino a Dic. 2014. Al 31/12/1995 aveva gia' maturato 18 anni di contributi versati, quindi poteva godere del calcolo della pensione con il regime retributivo pieno fino al 2011. Nel 2015 iscritto alla Gestione Autonoma Commercianti (Non alla gestione separata). Secondo le leggi in essere alla data (feb 2016) il requisito pensionistico (pensione anticipata) sara' maturato a Nov. 2020. Domanda 1: e' possibile fare la ricongiunzione NON ONEROSA dei contributi versati nelle due casse per la maturazione del requisito pensionistico (Pensione Anticipata)? Domanda 2: il calcolo dell'importo della pensione, sara' fatto pro-quota separatamente da ogni cassa, senza quindi che la parte di contribuzione versata nella Cassa Autonomi (importo piu' basso rispetto a quello del FPLD) abbia impatto negativo sul calcolo della quota del Fondo Lavoratori Dipendenti Privati? Grazie in anticipo Sergio

Si ritiene non sia necessario, in questo caso, effettuare la ricongiunzione dei contributi dal fondo Commercianti al Fondo Pensione Lavoratori Dipendenti (che comunque è astrattamente possibile) in quanto le contribuzioni presenti in tali fondi si cumulano gratuitamente ai fini del perfezionamento dei requisiti contributivi per l'accesso alla pensione anticipata o di vecchiaia (ai sensi dell'articolo 20, della legge 613/1966 e dell'articolo 16 della legge 233/1990). La pensione, in tale circostanza, viene liquidata pro quota da ciascuno dei fondi interessati al cumulo. In particolare la somma di cui all'assegno pensionistico e' il risultato della somma della quota di pensione calcolata sulla base del periodo di iscrizione e della contribuzione versata nella cassa lavoratori autonomi (commercianti) e della quota di pensione calcolata sulla base del periodo di' iscrizione e della contribuzione versata nel fondo dei lavoratori dipendenti.

Buona sera, sono nato il 18/10/1951 ho lavorato come dipendente di banca dal 02/1977 al 11/2009, data in cui in seguito ad un'accordo individuale con incentivo all’esodo mi sono dimesso. Negli anni successivi ho lavorato per due periodi di 2 mesi ciascuno, con contratto a tempo determinato, sino al 04/2012. Dal 01/12/2013 a 31/12/2015, per 25 mesi, ho versato i contributi come coadiuvante familiare nella ditta di mia moglie (commercio) al fine di poter maturare i 35 anni di contribuzione. Il 05/01/2016 ho fatto istanza alla DTL per l’accesso ai benefici per i lavoratori c.d. “salvaguardati” (VII salvaguardia). Il mio quesito è questo … avendo raggiunto i requisiti per il pensionamento con le vecchie regole nel 11/2015, aggiungendo la finestra di uscita di 12 mesi la decorrenza della mia pensione dovrebbe avere decorrenza dal 01/12/2016, il dubbio è quello che l’INPS possa considerare la mia una contribuzione mista con conseguenza variazione della mia finestra mobile da 12 a 18 mesi, di fatto escludendomi dai benefici della VII salvaguardia per non aver raggiunto i requisiti entro il 31/12/2016. I dubbi appaiono condivisibili. I lavoratori che liquidano una pensione a carico della Gestione Autonoma con il cumulo della contribuzione ai sensi dell'articolo 20 della legge 613/1966 sono soggetti, infatti, alle regole di decorrenza vigenti per la gestione autonoma. Pertanto, in materia di salvaguardia, la finestra mobile da applicare sarà di 18 mesi e non di 12 mesi. In tal caso il lettore dovrebbe vagliare la convenienza economica di effettuare una ricongiunzione del periodo svolto come commerciante nel fondo pensioni lavoratori dipendenti, riuscendo così a liquidare una prestazione a carico dell'assicurazione comune e, quindi, all'interno del vincolo temporale del 6 gennaio 2017.
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martedì 16 febbraio 2016

Esodati liguri a Mi Manda Rai Tre

Domani 17 marzo 2016 a MiMandaRaiTre 
in onda dalle 10:00 alle 11:00

Saranno presenti esponenti del Comitato Esodati Liguri con Michele Papa per parlare della necessità dell'ottava salvaguardia.

Ci sarà anche la Fornero

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sabato 13 febbraio 2016

Esodati vergogna di Stato

Esodati vergogna di Stato
La settima salvaguardia ha escluso, ancora una volta, una schiera di ex lavoratori che erano stati colti dalla contro riforma delle pensioni quando già avevano lasciato il lavoro, il più delle volte a seguito di forti pressioni da parte del datore di lavoro, ed erano in iter di accompagnamento alla pensione. Può apparire talvolta lezioso ribadire continuamente gli stessi concetti ma sovente diventa opportuno. Non si può infatti comprendere il dramma di queste persone, insolentemente definite “esodati”, come si direbbe di chi, deliberatamente magari anche incoscientemente, avesse intrapreso un percorso lungo ed irto di imprevisti, se non si coglie che invece si sta parlando di lavoratori letteralmente messi alla porta con le buone o con le cattive; in molti casi senza nemmeno una integrazione a sostegno (è il caso, per esempio, delle aziende fallite o delocalizzate) o, nel migliore dei casi, con una percentuale sullo stipendio che a mala pena sarebbe bastata per il sostentamento fino alla prevista decorrenza della pensione. Non si può comprendere la disperazione di queste persone se si continua a prendere a modello i casi, del tutto occasionali, di quei dirigenti caduti nella mattanza scudati da principesche buonuscite e che i media, di tanto in tanto e con gran parte del sentimento rivolto all’audience, non disdegnano di esporre al pubblico ludibrio. Se riusciamo, una volta per tutte a comprendere chi sono gli “esodati” riusciremo anche a cogliere la rabbia e non di rado la disperazione che, ormai da più di quattro anni, accompagna queste persone, questi lavoratori, queste famiglie, che ora hanno sintetizzato in questo coinvolgente video la violenza compiuta dallo Stato nei loro confronti. Una violenza che non si è affatto placata se, ancora dopo più di quattro anni, rimangono quasi 24.000 persone private del loro futuro se, dopo più di quattro anni, anziché restituire un diritto costituzionale negato, si pensasse di risolvere “a sconto” l’intera questione trasformando le prevaricazioni dello Stato in pretestuose formule di anticipo pensione. Sarebbe perseverare nella vergogna. Sarebbe appunto una vergogna di Stato; l’ennesima.
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Ricongiunzioni onerose: un problema irrisolto

Pensioni, Ricongiunzioni onerose: nuove dichiarazioni di Cesare Damiano al 12 febbraio 2016
Autore: Antonella Viviano -
12 febbraio 2016
PENSIONI, RICONGIUZIONI ONEROSE – Il Presidente della Commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, nel suo intervento durante la trasmissione Coffee Break di La7, ha affrontato il tema delle ricongiunzioni onerose dei contributi previdenziali, ricordandone innanzitutto la genesi:” I ricongiungimenti onerosi furono introdotti con la legge 122 del 2010 e furono un errore del Governo Berlusconi. Furono introdotte perchè avemmo la richiesta dall’Europa di uniformare le condizioni previdenziali di uomini e donne. Si decise di partire dal pubblico impiego in cui le donne andavano in pensione a 60 anni e gli uomini a 65. Si portarono, dunque, ai 65, piuttosto speditamente anche le donne. Il Governo, per impedire che le donne del pubblico impiego potessero passare gratuitamente tutti i loro contributi all’Inps e continuare ad andare ad andare in pensione a 60 anni aggirando la norma, misero uno sbarramento che però coinvolgeva tutti, rendendo le ricongiunzioni onerose“.

PENSIONI, RICONGIUZIONI ONEROSE – Secondo Cesare Damiano: “Bisognerebbe che il Parlamento, mettesse dei soldi da parte, un fondo per riparare agli errori della politica, perché ci troviamo di fronte ad errori del legislatore che fanno pagare conti salatissimi”. Damiano ha sottolineato che le risorse provento dell’operazione dei ricongiungimenti onerosi finiscono”nella voragine del debito pubblico” ed ha aggiunto che “quando si fa una legge e si stanziano dei soldi, il mio desiderio sarebbe quello venissero davvero spesi, invece tornano nuovamente da dove sono arrivati e vengono dispersi”. Le cifre stimate allora per riparare all’errore commesso, ha spiegato Damiano, non furono univoche. La cosa chiara, in ogni caso è che:”L‘errore c’è stato e bisogna riparare, secondo me non dovrebbero esserci dei costi”. Ed in conclusione ha affermato che la volontà politica di riparare al danno è condivisa da tutte le forze politiche, deve diventare solo una “questione del Parlamento“.
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venerdì 12 febbraio 2016

Ancora dal bresciano: ecco l'appello per l'ottava salvaguardia

iN Chiari Week, il periodico settimanale del sud-ovest bresciano replica l'appello degli esodati


giovedì 11 febbraio 2016

Cgil, Cisl e Uil a Renzi: aprire il confronto sulle pensioni

Previdenza 
Cgil, Cisl e Uil a Renzi: aprire il confronto sulle pensioni11 febbraio 2016 ore 16.36
Camusso, Furlan e Barbagallo scrivono al premier. "Non è più rinviabile una discussione sul tema, sulla flessibilità in uscita e i problemi aperti: esodati, ricongiunzioni onerose, lavori usuranti, quota 96, donne e giovani. L'esecutivo si confronti"
Aprire subito un confronto sulle pensioni. Questa la richiesta dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, nella lettera che hanno inviato oggi (11 febbraio) al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e per conoscenza al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti.
“Riteniamo necessario ed urgente affrontare il tema pensioni. Non è più rinviabile una discussione di merito sulla flessibilità in uscita e sull'insieme dei problemi aperti (il completamento delle salvaguardie degli esodati, le ricongiunzioni onerose, le questioni dei lavori precoci, di quelli usuranti, delle donne, la quota 96 della scuola, i requisiti per i macchinisti) e, soprattutto, delle future pensioni dei giovani”, scrivono i sindacati.
“È di tutta evidenza, come del resto da lei più volte affermato, che cambiare l'attuale sistema previdenziale, consentirebbe di dare risposte al tema centrale dell'occupazione, soprattutto giovanile, e di sottrarre il mondo del lavoro alle pesanti iniquità che si sono determinate”, prosegue la lettera.
“Il nostro obiettivo è di ricostruire un sistema pubblico solidale, che riconosca la diversità dei lavori e delle condizioni sia rispetto all'accesso che alla dignità dei trattamenti. A questo fine abbiamo proposto una ‘piattaforma’, che le alleghiamo, e svolto, lo scorso 17 dicembre, importanti iniziative di presentazione della nostra proposta ai lavoratori. Siamo con la presente a chiederle l'apertura di un confronto volto a definire una proposta del governo in grado di affrontare i temi proposti”, concludono Cgil, Cisl e Uil.
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Il silenzio non elimina gli esodati

A Brescia gli organi di informazione sono attenti  e pronti a dare lo spazio ed il rilievo dovuto al problema degli esodati.

Una storia da L'Aquila in TV

In pochi minuti la storia di un esodato aquilano
Nella puntata odierna di Ceffee Break condotto in studio da Andrea Pancani su LA7, la storia dell'esodato aquilano Bruno Fuschi, una delle nostre tante, raccontata con tanta dignità.
Video (frame dal minuto 51).


mercoledì 10 febbraio 2016

Esodati: sul piano del PD, il governo resta cauto

RIFORMA PENSIONI 2016, ESODATI: ECCO IL PIANO DEL PD, MA IL GOVERNO RESTA CAUTO
É sempre il tema riforma pensioni a tenere banco: il PD studia l'ottava salvaguardia per gli esodati, anche se il Governo resta cauto.
É sempre il tema riforma pensioni a tenere banco e, di giorno in giorno, arrivano nuove indiscrezioni importanti, come quella dello stop alle penalizzazioni sull'uscita anticipata . Oggi, però, vogliamo informarvi sulla questione esodati, in particolar modo sul piano del PD, intenzionato a giungere all'ottava salvaguardia per favorire questa categoria di individui che, dopo lariforma compiuta dal Governo Monti, si sono ritrovati senza alcuno stipendio e senza neanche una pensione.

Riforma pensioni, il piano del PD per gli esodatiLa proposta sarebbe nelle mani di due esperti in materia di riforma pensioni, che sono Maria Luisa Gnecchi e il noto Cesare Damiano. Anche se ancora è tutto da stabilire, il Governo però rende note le sue prime perplessità, perché la paura principale è quella legata ad un eventuale costo troppo eccessivo per rendere effettivo tale intervento. La questione non è facilmente risolvibile, in quanto il Governo ritiene che un'ottava salvaguardia potrebbe sottrarre risorse importanti per le altre politiche che si vogliono mettere in atto.
In ogni caso, il piano per gli esodati non potrà essere attuato prima di marzo, quando verranno chiusi i termini per la partecipazione all'ultima salvaguardia. Secondo quanto afferma il Presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, il costo del piano corrisponderebbe a zero per le casse dello stato, anche perché verrebbero utilizzati i risparmi residuali del fondo.
Ricordiamo che fino a questo momento sono stati oltre 172.000 gli esodati messi in sicurezza con i precedenti provvedimenti, per una spesa vicina agli 11 miliardi di euro. Il problema principale però, è quello che molti altri lavoratori potrebbero diventare esodati nel corso dei mesi a venire, sempre a causa dello spostamento dell'età pensionabile e delle condizioni sull'uscita anticipata che sono stati firmati antecedentemente alla riforma Fornero. Il numero degli esodati non è certo, ma le ultime stime parlano di quasi 30.000 individui ancora fuori dalla salvaguardia. Urge un intervento.
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domenica 7 febbraio 2016

Maria Luisa Gnecchi (PD) presenta interrogazione per un censimento

Riforma pensioni 2016 ultime novità: esodati e ottava salvaguardia, Maria Luisa Gnecchi presenta interrogazione per un censimento
7-2-2016
La settima salvaguardia degli esodati inserita nella Legge di Stabilità non è stata risolutiva perché ancora diversi migliaia di lavoratori rimasti senza reddito e senza pensioni sono fuori dalle tutele. L’onorevole Maria Luisa Gnecchi del Pd chiede al Governo di definire con precione la platea degli esclusi per predisporre l’ottava e definitiva salvaguardia di questi lavoratori esodati
Oltre alla Rete dei Comitati degli Esodati che ha avviato un censimento dei lavoratori rimasti senza lavoro e senza reddito, anche l’onorevole Maria Luisa Gnecchi ha presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro perché venga quantificato in maniera precisa il numero dei lavoratori interessati per preparare un provvedimento di ottava salvaguardia. Nell’atto ispettivo depositato in Commissione Lavoro alla Camera, si ricorda che già: “é stato richiesto al Ministero del Lavoro quanti sono i lavoratori suddivisi per sesso, inseriti in mobilità a seguito di accordi stipulati in sede governativa o non governativa entro il 31 dicembre 2011 e che matureranno i previgenti requisiti pensionistici entro due ovvero tre anni dalla fine del periodo di mobilità”.
La risposta fornita dal ministero attraverso il sottosegretario che ha la delega è stata: “Per quanto concerne lo specifico quesito posto nel presente atto parlamentare rappresento che sono circa 158 mila i lavoratori interessati da accordi governativi, sottoscritti tra il 2008 ed il 2011, che prevedono la mobilità non oppositiva finalizzata al raggiungimento dei requisiti pensionistici. Da ultimo rappresento che l’INPS, specificatamente interessato della questione, ha reso noto che sono in via di completamento le ulteriori analisi dei dati in possesso dell’istituto, peraltro particolarmente complesse e laboriose, al fine di fornire in maniera più dettagliata le informazioni richieste”.
La Gnecchi sottolinea che dal 17 dicembre 2015, ancora l’Inps non ha portato i dati richiesti pertanto si rende necessario determinare al più presto in maniera esatta: “Questa platea di soggetti, fino ad oggi non quantificati e di conseguenza considerati che attendono di capire quale potrà essere il loro destino, considerando che già con i provvedimenti in vigore, sono ammessi alla salvaguardia i lavoratori che maturano i previgenti requisiti entro un anno dalla fine della mobilità”.
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