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giovedì 6 novembre 2014

Legge Fornero, sì della Cassazione al referendum

Legge Fornero, sì della Cassazione al referendum      
L'ex ministro ha un motivo in più per piangere: la Corte attesta la quota di 500 mila firme raccolte
Andrea Accorsi
martedì 4 novembre 2014 19:45
La Fornero ha un motivo in più per piangere. La Cassazione ha certificato che è stata superata la soglia delle 500 mila firme necessarie per sottoporre a referendum popolare la (sciagurata) legge sulle pensioni e sul lavoro che porta il nome dell'ex ministro del governo Monti. Un ulteriore passo verso l'abrogazione della legge, che tanti guai ha prodotto per i lavoratori italiani.
«Referendum sulla legge Fornero, la Cassazione ha certificato che quota 500.000 firme è stata raggiunta - ha scritto su Facebook Matteo Salvini -. Grazie a tutti voi! Ora manca l'ultimo passaggio, l'ok della Corte Costituzionale. Se a Roma non ci faranno scherzi, in primavera si cancella la Fornero».
Sono 508.604 le firme raccolte e certificate come valide dalla Cassazione. Come scrive il Segretario federale, prima di fissare la data nella quale chiamare i cittadini a esprimersi sulla legge contestata manca il via libera della Consulta, che deve valutare la legittimità costituzionale del quesito.
Il referendum per cancellare la Legge Fornero diventa così il primo a superare la "conta" della Suprema Corte fra quelli promossi la scorsa primavera dalla Lega Nord e depositati alla fine di giugno presso la Corte di Cassazione, a Roma. Una «grandissima vittoria della Lega e dei moltissimi cittadini che hanno riposto fiducia in noi, venendo a firmare ai gazebo» commenta il vice presidente del Senato Roberto Calderoli, referente del comitato promotore referendario. Per il capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Fedriga, «se il governo Renzi non è in grado di portare avanti politiche che servono ai cittadini, come l'eliminazione della legge delle pensioni, ci pensa la gente a farlo».
Gli effetti nefasti prodotti dalla riforma dell'ex ministro Elsa Fornero, varata quasi tre anni fa, si sono drammaticamente materializzati a spese dei lavoratori giovani e non. Uno dei danni maggiori è stata la creazione, dal nulla, di un problema inedito, quello degli "esodati" ovvero coloro che, per effetto della riforma, si sono trovati senza reddito né da pensione né da lavoro. Un "limbo" contributivo che ha gettato nella disperazione migliaia di famiglie, private di ogni forma di sostegno anche per anni. Secondo un rapporto dell'Inps, gli esodati sarebbero più di 160 mila.
In questi anni si sono moltiplicati gli interventi degli Enti pubblici per garantire loro una qualche forma di sostentamento, ma a tutt'oggi la questione risulta ancora lontana dalla soluzione definitiva.
Altro guaio prodotto dalla riforma, l'innalzamento dell'età pensionabile ha reso più rigida e più difficile l'uscita dal mondo del lavoro e, nello stesso tempo, ancora più complicato accedervi. È anche a causa della riforma Fornero se negli ultimi anni il tasso di disoccupazione giovanile ha registrato un record dopo l'altro, raggiungendo nel mese di settembre il 42,9 per cento dei potenziali lavoratori tra i 15 e i 24 anni, oltre il 5% in più rispetto al mese precedente l'approvazione della legge (novembre 2011).
Del resto, non occorreva un genio per capire che innalzando l'età pensionabile si sarebbe bloccato il naturale turn-over che consente ai giovani di occupare le posizioni lavorative lasciate libere da quanti accedono al trattamento pensionistico. Un blocco che, combinato con la perdurante crisi economica in cui versa il Paese, ha via via peggiorato la situazione e che, come tutto lascia pensare, continuerà a farlo se non si cancellerà il provvedimento.
La riforma dell'economista e docente all'Università di Torino ha danneggiato anche le donne, aumentando la loro età pensionabile senza tenere in considerazione il carico di lavoro familiare e sociale che le donne si assumono. La riforma, ancora, non affronta il tema dei lavori usuranti e fa ricadere i costi della crisi sui pensionati.
Per tutte queste ragioni il Carroccio ha da subito ritenuto doveroso abrogare la riforma e ripristinare le regole di accesso al pensionamento che erano in vigore nella normativa precedente. Con il suo devastante impatto sociale, la Legge Fornero ha contribuito a fare da "traino" ai cinque referendum promossi dalla Lega, la cui raccolta firme è iniziata il 29 marzo. Una partenza col botto, con lunghe file di cittadini in coda ai gazebo allestiti a migliaia in molte città.
La raccolta si è conclusa, secondo i termini di legge, tre mesi dopo, con la consegna di tre milioni di firme complessive contenute in seicento scatoloni che sono stati recapitati alla Cassazione da una delegazioni di militanti su quattro furgoni. È toccato alla Suprema Corte il vaglio "tecnico" dei moduli, esaminando e verificando il numero e la validità delle sottoscrizioni. Spetterà ora alla Consulta entrare nel merito dei quesiti depositati, ultima tappa da superare prima di chiamare i cittadini ad esprimersi. E a spazzare via una delle peggiori leggi mai approvate in Italia, ricreando le condizioni necessarie per risolvere tutti i problemi creati dalla riforma, a cominciare dagli esodati, e far ripartire il lavoro.
a.accorsi@lapadania.net
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Ancora nessuna modulistica

Riforma pensioni, opzione donna e esodati news: ricorso all’Inps e il rebus della domanda
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Riforma pensioni, opzione donna e esodati news: il ricorso contro l'Inps, il problema delle domande per la salvaguardia.
Nell'ambito della mancata riforma delle pensioni 2014/2015, due questioni sono particolarmente all'ordine del giorno in questi ultimi tempi: il problema dell'accesso ai benefici dell'opzione donna con la conseguente diffida all'Inps e possibilità di ricorso al Tar del Lazio, e le procedure di accesso alla sesta salvaguardia per gli esodati, con la domanda che va presentata entro il 5 gennaio 2015, ma di cui non si sa ancora nulla. Soprattutto la prima questione, l'estensione dell'opzione donna, ha trovato anche degli appoggi parlamentari importanti, la "vertenza", se così la vogliamo definire, è stata infatti appoggiata sia dall'onorevole Gnecchi sia da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati. In questo articolo faremo il punto della situazione sulla riforma delle pensioni 2014/2015, analizzando le ultime news su esodati e opzione donna.

Riforma pensioni 2014/2015: il comitato opzione donna diffida l'Inps e minaccia ricorso
Il Comitato Opzione Donna ha presentato, con l'appoggio di Gnecchi e Damiano e mediante gli avvocati Andrea Maestri e Giorgio Sacco, una diffida formale all'istituto previdenziale Inps con la richiesta di riforma delle circolari n. 35 e n. 37 del 2012 che di fatto, con l'aggiunta di una finestra mobile di 1 anno, non permette a migliaia di lavoratrici l'accesso alla pensione mediante la Legge Maroni. Se la diffida non verrà accolta entro 90 giorni, si partirà con un ricorso nominale al TAR del Lazio per ottenere la rimozione delle circolari. L'azione sarà collettiva e dunque riguarderà circa 6mila lavoratrici e sarà "nominale". Il Comitato ricorda che comunque le lavoratrici interessate potranno ricorrere anche individualmente presso il Giudice del Lavoro (per le lavoratrici del settore privato) o presso la Corte dei Conti (per le lavoratrici del settore pubblico). È chiaro come questa vicenda renda sempre più necessari dei correttivi alle norme previdenziali e renda sempre più necessaria una vera riforma delle pensioni per il 2015.

Riforma pensioni 2014/2015, esodati news: entro il 5 gennaio la domanda per la salvaguardia
La legge n. 147 del 2014, che istituisce la sesta salvaguardia per gli esodati, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 22 ottobre, ma la norma entrerà in vigore soltanto il 6 novembre 2014. I lavoratori che rientrano in questa forma di tutela si chiedono sempre di più quando sarà possibile presentare la domanda di inserimento nella sesta salvaguardia, ma, per il momento, vere e proprie novità sulle modalità non ci sono. È chiaro comunque che il ministero del Lavoro e l'Inps stiano lavorando ai decreti attuativi sulle procedure ed è probabile che sarà proprio entro domani 6 novembre che qualcosa si verrà a sapere. Le procedure, comunque, dovrebbero essere le seguenti: i lavoratori esodati presenteranno la domanda all'Inps o alla Direzione territoriale del lavoro; l'istituto previdenziale provvederà a monitorare le richieste sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro; infine saranno resi pubblici gli elenchi di coloro che sono rientrati e di coloro le cui istanze sono state rifiutate.
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mercoledì 5 novembre 2014

Istanze per la VI salvaguardia dal 6-11. La modulistica non c'è ancora

Pensioni 2014, esodati, sesta salvaguardia: quando e come fare domanda, istruzioni Inps

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Quando sarà possibile inoltrare domanda per ottenere i benefici della sesta salvaguardia esodati?

Come molti di voi sapranno, finalmente la legge N. 147/2014 relativa alla sesta salvaguardia a tutela degli esodati è stata approvata e il testo è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 246 dello scorso 22 ottobre. Naturalmente, tutti coloro che sono direttamente interessati da questo importante provvedimento legislativo che offre la possibilità di ottenere l'accesso al trattamento pensionistico, si staranno chiedendo se sia già possibile inoltrare la domanda per ottenere tale beneficio.
A questo proposito occorre precisare che la legge N. 147/2014 entrerà ufficialmente in vigore solo a partire da dopodomani, giovedì 6 novembre: pertanto, fino a questa data non è possibile inoltrare la propria istanza di accesso. Solo a partire dal 6 novembre, ripetiamo, sarà consentito ai lavoratori di inoltrare la domanda per un periodo massimo di 60 giorni: ci sarà tempo, pertanto, fino al prossimo 5 gennaio 2015. A questo proposito c'è da precisare che il Ministero del Lavoro e l'Inps forniranno le istruzioni relative alla compilazione delle domande, al fine di facilitare il più possibile tale adempimento.

Riforma Pensioni, sesta salvaguardia esodati: la disposizioni della legge N. 147/2014
In ogni caso, le domande dovranno essere presentate o all'Inps o alla Direzione territoriale del Lavoro, a seconda del proprio profilo: trattandosi di una legge contenente normative di carattere generico, i lavoratori dovranno fare riferimento all'ultimo decreto del Ministero del Lavoro, datato 14 febbraio 2014, per conoscere le specifiche procedure che si applicano per le diverse categorie di lavoratori salvaguardati. Ricordiamo che tale decreto è stato pubblicato sul N.ro 89 della Gazzetta Ufficiale del 16 aprile 2014. Per quanto riguarda la procedura 'tecnica' delle operazioni, la legge N. 147/2014 ha disposto che l'Inps e il ministero del Lavoro operino costantemente in sinergia affinchè si tenga monitorata la situazione relativa alle domande accolte e quelle che, viceversa, verranno respinte con l'indicazione delle motivazioni. E' stato disposto, inoltre, che il ministro del Lavoro debba inoltrare ogni anno alle due Camere (entro il 30 giugno) una relazione dettagliata dei provvedimenti presi relativi alla salvaguardia con particolare riferimento a quelle che saranno state le risorse economiche che verranno impiegate a copertura di tale disposizione.
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Leggi anche: Pensioni oggi; La Prima Pagina


martedì 4 novembre 2014

In Regione Piemonte 160 esodati?

vignaleVignale, in Regione 160 esodati
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L'Inps dovrà chiarire le regole per i lavoratori in mobilità

Esodati, l'Inps dovrà chiarire le regole per i lavoratori in mobilità
Scritto da 
Una lettura di pensionioggi.it sulle modalità d'ingresso alla sesta salvaguardia di cui alla legge 147 2014 riportata dal nostro collaboratore Franco Rossini secondo la quale la possibilità di accedere al profilo di tutela dedicato ai lavoratori che hanno maturato un diritto a pensione entro i 12 mesi successivi alla scadenza dell'indennità di mobilità sia limitata al solo requisito contributivo, e non dunque estesa al requisito anagrafico, è stata da alcuni lettori non condivisa.
Legittima una diversa lettura ma, per quanto ci riguarda, ribadiamo che tale diversa interpretazione dovrà essere fornita in modo chiaro dagli organi competenti in primo luogo l'Inps e Ministero del Lavoro nei prossimi giorni.
Ciò in quanto una analoga disposizione prevista nella quinta salvaguardia di cui alla legge 147/2013 (lettera e del dm 14 febbraio 2014) ha previsto che l'attivazione di questo ulteriore periodo dopo la scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria sia a vantaggio dei soli lavoratori non riuscissero a maturare il requisito contributivo entro la scadenza dell' indennità di mobilità ordinaria, per l'appunto.
Naturalmente noi auspichiamo per una eventuale estensione del regime derogatorio in senso tale da poter includere anche coloro che maturino requisito anagrafico successivamente alla scadenza dell'indennità di mobilità ordinaria.
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Amministratori solidali

Lista Teodoro, un contributo di 100.000 euro per gli esodati

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I consiglieri comunali Pignoli e Teodoro propongono una delibera per aiutare i 71 esodati che risiedono a Pescara, con un coinvolgimento di numerosi nuclei famigliari
Redazione 3 novembre 2014


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Un contributo di 100mila euro per gli esodati non salvaguardati residenti nel Comune di Pescara. E' quanto prevede la delibera presentata la settimana scorsa in consiglio comunale dalla Lista Teodoro per Pescara e che sara' discussa a breve. Le modalita' sono state illustrate questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal consigliere comunale Massimiliano Pignoli e dal capogruppo Piernicola Teodoro. Secondo una prima stima (fonte Inps), sarebbero 71 gli esodati che risiedono a Pescara, con un coinvolgimento di numerosi nuclei famigliari.
"Si tratta - ha spiegato Pignoli - di una delibera che prevede l'approvazione di un Regolamento per la concessione di contributi a persone esodate e non salvaguardate. Persone che sono giovani per andare in pensione, ma non altrettanto per riuscire a ottenere un nuovo lavoro, considerando la gravissima crisi occupazionale che stiamo vivendo. Il provvedimento rappresenta il primo caso in Italia, oltre che un atto importante nei confronti di quelle persone rimaste senza lavoro, senza stipendi, senza ammortizzatori sociali e non ancora in eta' pensionabile. Si tratterebbe di una boccata d'ossigeno per questi cittadini che usufruirebbero di un prestito da restituire, senza l'aggravio di interessi, una volta che andranno in pensione. Lo spirito del regolamento prevede la concessione di un finanziamento a tasso zero, con la restituzione da parte degli esodati con un massimo di 36 rate".
Leggi anche: Abruzzo INdependent
 

lunedì 3 novembre 2014

Giuliano contro giuliano


Questa la richiesta di smentita inoltrata, nome degli esodati romani, da Giuliano
Cazzola colpisce senza vergogna.
Ho scritto alla redazione di Italia Oggi chiedendo di pubblicare in risposta alle falsità dell'ex onorevole.

Spett.le redazione ,Ill.mo Dott. Magnaschi buongiorno. Le chiedo in nome della trasparenza di informazione di pubblicare questa mia in merito alle falsità del dott. Cazzola
Sono Giuliano Colaci coordinatore degli esodati romani, da tre anni in lotta contro quella legge kriminale che la Fornero nel giro di poche ore riuscì a mettere in un mare di guai circa 400.000 persone.
Mi sento in dovere di rispondere alla rubrica dove il Dott. Cazzola da ex sindacalista prima e, da ex vero pellegrino della politica poi, continua a dire stupidaggini in merito al problema degli ESODATI. Mi spiego meglio: appena varata la legge Fornero (votata da tutte le forze politiche alleate di Monti) ed appena ci siamo resi conto della fregatura che circa 400.000 persone firmatari di accordi individuali, collettivi, di mobilità per poi andare in pensione,persone che autorizzati dall'inps in base alle vecchie regole pensionistiche si stavano pagando i contributi volontari per poi andare in pensione,le cosiddette 15enni, ci siamo uniti in vari comitati e da li sono cominciate le nostre dimostranze nei confronti del governo. All'epoca molti di loro , tra cui il sig.Cazzola percepitore di circa 37.000 euro al mese tra pensione ed introiti da parlamentare, si fece carico insieme a Cesare Damiano di prendere la nostra difesa, dopo aver riconosciuto la barbaria di quella legge . Tutto questo incontrando esodati sia privatamente che nei salotti( come dice lui) delle verie trasmissioni televisive, fra cui il sottoscritto. Con Damiano hanno sempre avuto qualche punto di discussione e di non allineamento, però in linea di massima sin dall'inizio, era quello di porre una correzione definitiva al problema. Tutto questo è durato fino a quando il pellegrino della politica ha deciso con le nuove elezioni di spostarsi alla mercè del Senatore Monti, nella speranza di trovare una poltrona più comoda, rimanendo poi trombato. Da quel momento ha incominciato a parlare male degli esodati ed in più occasioni insultandoci anche pubblicamente diffondendo notizie falsissime, come quella che noi abbiamo sin dall'inizio rifiutato un eventuale reintegro al lavoro,inoltre ha incominciato a difendere la legge Fornero a spadatratta, seguendo le orme del suo collega Sen.Ichino.
Sulla soglia dei sessantanni e per qualcuno superati abbondantemente non è facile essere reintegrati al lavoro,quando sappiamo benissimo quale è la situazione per i nostri giovani,ci sono filmati registrati dove chiedevamo all'epoca il reintegro al lavoro, rimaste poi senza risposta,in quanto subito dopo capivano delle stupidaggini che dicevano in diretta. Adesso il pellegrino senza poltrona parlamentare continua a dire sciocchezze e a gioire del fatto che Renzi abbia chiuso i rubinetti di salvaguardia a circa 200.000 famiglie. Vorrei ricordare al sig. Cazzola , che noi saremo sempre in campo e che la nostra lotta continuerà al fianco di quella classe politica che intende aiutarci, tra cui il presidente della commissione Cesare Damiano che ancora continua a metterci la faccia nei vari programmi , fino a che giustizia non sarà fatta. Inoltre mi auguro CHE I RUBINETTI SI CHIUDANO ANCHE PER LUI, L'Italia non ha bisogno di pellegrini che si scherano sempre dalla parte del politico più forte del momento ,per poter confondere la loro debolezza mentale, dopo PD,PDL, SCELTA CIVICA ,adesso si abbandonerà tra le braccia di Renzi,nella speranza di un divano al posto della poltrona. Non capisco come fà una persona del genere ad avere affetto per i gatti, ho una preoccupazione ,mica li farà alla cacciatora?
Più inca....ato che mai Caro Dott. Magnaschi,le auguro buon lavoro e si ricordi che ci sono "ancora" circa 200.000 famiglie prosime alla povertà in attesa che sia fatta giustizia.
Rimango a disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Giuliano Colaci
Coord. Comitato Esodati Roma


L'ultima interrogazione sulla Buonuscita dei postali

Dopo quella della Gnecchi, nuova interrogazione sulla Buonuscita dei postali.
Stavolta dell'On. Berretta BERRETTA_G@CAMERA.IT

Atto Camera
   
Interrogazione a risposta scritta 4  -  05737presentato da BERRETTA Giuseppe
testo di Mercoledì 30 luglio 2014, seduta n. 275  

 BERRETTA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:   
 a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in Poste italiane s.p.a., i lavoratori postelegrafonici in base all'articolo 53 comma 6 della legge n. 449 del 30 dicembre 1997 (legge finanziaria 1998), che stabilisce che «a decorrere dalla data di trasformazione dell'ente poste italiane in società per azioni al personale dipendente dalla società medesima spettano il trattamento di fine rapporto di cui all'articolo 2120 del codice civile, e per il periodo lavorativo antecedente, l'indennità di buonuscita maturata, calcolata secondo la normativa vigente prima della data di cui all'alinea del presente comma», hanno diritto alla corresponsione di tfr e di indennità di buonuscita;   
 al personale dipendente della società Poste italiane spetta per il servizio prestato al momento dell'assunzione fino al 28 febbraio 1998 — data di trasformazione dell'ente in società per azioni – l'indennità di buonuscita di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 1032 del 23 dicembre 1973;   
 tale indennità di buonuscita è calcolata, in base all'articolo 3 del decreto 1032 del Presidente della Repubblica, per tutti i dipendenti pubblici avendo a riferimento l'ultima retribuzione percepita dal lavoratore prima della sua collocazione in quiescenza e che tale indennità, avendo a riferimento l'ultima retribuzione percepita, ne garantisce la sua costante rivalutazione per effetto degli aumenti contrattuali e degli avanzamenti di carriera dei lavoratori;   
 detta liquidazione, tuttavia, viene effettuata in base all'interpretazione letterale del comma 6 di cui sopra, facendo riferimento alla retribuzione percepita al 28 febbraio 1998, data di trasformazione dell'ente in società per azioni;   
 il sopracitato sistema di calcolo, che «congela» la buonuscita al valore maturato al 28 febbraio 1998 indipendentemente da quando il lavoratore andrà in pensione, determina un evidente e grave danno economico ai lavoratori interessati, e cioè a tutti i dipendenti di Poste assunti prima di tale data, che sono la grande maggioranza degli attuali dipendenti;   
 tale sistema di calcolo impedisce anche la conseguente rivalutazione della buonuscita stessa;   
 i lavoratori postelegrafonici sono passati alle dipendenze della nuova società mantenendo di fatto la continuità lavorativa con il precedente ente;   
 in questi anni i lavoratori collocati in quiescenza hanno prodotto un notevole contenzioso giudiziario per la rivalutazione della buonuscita sulla base dell'ultima retribuzione percepita prima della quiescenza stessa;   
 il contenzioso giudiziario ha avuto sino ad ora esito favorevole per i lavoratori, ma, nonostante le sentenze avverse, le dinamiche di liquidazione adottate continuano a fondarsi sull'interpretazione restrittiva dell'articolo 53 della suindicata legge;   
 ai dipendenti di Poste italiane non viene concessa neanche l'anticipazione del 75 per cento della buonuscita così come avviene per altri lavoratori e alla richiesta, più volte reiterata dagli stessi, di essere messi a conoscenza dell'esatto ammontare del valore della buonuscita maturato al 28 febbraio 1998, non è stato dato alcun tipo di riscontro da parte degli uffici competenti;   
 la cifra complessiva destinata alle predette liquidazioni è confluita in un fondo chiuso presso l'Ipost, affidato a una gestione commissariale denominata «gestione commissariale fondo buonuscita per i lavoratori di Poste italiane»;   
Giuseppe BERRETTA in data 6 novembre 2012 la IX Commissione lavoro della XVI legislatura ha approvato una risoluzione in materia di corresponsione dell'indennità di buonuscita ai lavoratori ed ex lavoratori postelegrafonici che impegnava il Governo pro tempore a valutare la possibilità, compatibilmente con gli effetti finanziari, di adottare eventuali iniziative, anche di natura normative, che consentissero ai lavoratori di usufruire dell'aggiornamento del valore dell'indennità nonché di consentire la corresponsione pur in costanza di rapporto di lavoro;   
 a tale risoluzione non hanno fatto seguito le opportune e necessarie iniziative di legge –:   
 quali iniziative intendano assumere per consentire ai lavoratori di Poste italiane spa di usufruire di un costante aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita, per assicurare il diritto alla corresponsione della buonuscita di detti lavoratori, pur in costanza di rapporto di lavoro e per garantire la trasparenza sull'esatto ammontare della buonuscita alla data del 28 febbraio 1998. (4-05737)