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martedì 16 gennaio 2018

Giacobbe - PD - Come cambiare la legge Fornero

Riforma pensioni/ Martone difende la Legge Fornero
Riforma pensioni novità, ultimissime. Michele Martone difende la Legge Fornero. 

GENNAIO 2018 -LORENZO TORRISI

MARTONE DIFENDE LA LEGGE FORNERO
Abolire la Legge Fornero “non è fattibile per una questione di risorse”. Lo mette in evidenza Michel Martone, spiegando che secondo i conti della Ragioneria dello Stato la cancellazione della riforma delle pensioni del 2011 richiederebbe “una copertura da 80-90 miliardi in un decennio”. Intervistato da Lapresse, l’ex viceministro del Lavoro, proprio all’epoca del Governo Monti, ricorda che “Bruxelles ha più volte sottolineato che la Fornero è da considerarsi come uno dei pilastri del risanamento dei conti pubblici italiani”. Dunque, in caso di una cancellazione della riforma delle pensioni, “l’Europa ci imporrebbe di ottenere gli stessi risparmi in un altro modo, chiedendo sacrifici ad altri italiani”. Ciò non toglie, aggiunge Martone, che “ci sono ancora troppe sperequazioni, tanti baby pensionati e politici con vitalizi alti a fronte di lavoratori che escono dal lavoro troppo tardi”. Per questo “bisogna attuare una redistribuzione nel sistema previdenziale e dal miglioramento dell'efficienza nella Pubblica amministrazione si possono ottenere ingenti risparmi”.

APE, ESODATI E OPZIONE DONNA: LE PROPOSTE DI DAMIANO
Cesare Damiano è tornato a spiegare quello che vorrebbe fosse inserito nel programma elettorale del Pd a proposito delle pensioni, in modo da portare avanti l’operazione di “smontaggio” della Legge Fornero iniziata da qualche anno. Per l’ex ministro del Lavoro bisognerebbe “rendere l’Ape sociale strutturale, allargare il ventaglio dei lavori gravosi oltre le attuali 15 categorie per consentire l’accesso anticipato alle pensione e ipotizzare una nona salvaguardia che risolva definitivamente il tema degli esodati”. Damiano, intervistato da Il Dubbio, ha anche detto che bisogna continuare la sperimentazione di Opzione donna utilizzando i risparmi di spesa esistenti. Tutto questo in contrapposizione alle dichiarazioni del centrodestra e del Movimento 5 Stelle, che parlano di abolizione della Legge Fornero senza specificare in che modo e con quali risorse.

ESODATI, RICHIESTA NONA SALVAGUARDIA DA RUBIU
Il Governo Gentiloni, con la Legge di bilancio 2018, non ha varato un nuovo intervento a favore degli esodati che sono rimasti esclusi dagli otto provvedimenti di salvaguardia che si sono susseguiti negli anni dopo la Legge Fornero. Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc al Consiglio regionale della Sardegna, ha chiesto quindi che il “presidente Pigliaru e l’assessore al Lavoro promuovano un intervento immediato nei confronti del Governo per il varo della nona salvaguardia”. Secondo quanto riporta alguer.it, il consigliere regionale ha evidenziato che sono 6.000 gli esodati che rischiano di restare beffati. “Per questo auspichiamo che la Giunta si faccia parte attiva per un intervento presso il Governo per un’ulteriore salvaguardia”, ha aggiunto Rubiu, spiegando che molti cittadini sardi in difficoltà ne trarrebbero giovamento.

LE PROPOSTE DI CIDA AI PARTITI
Giorgio Ambrogioni, Presidente di Cida, la confederazione di quadri, dirigenti e alte professionalità del pubblico e del privato, non nasconde una certa delusione per i programmi elettorali dei partiti, ricchi di slogan e promesse di corto respiro, che riguardano anche il tema delle pensioni, “diventate terra di scorribande e razzie, senza uno ‘sceriffo’ che mantenga il rispetto dei diritti e la tutela dei più deboli”. Ambrogioni, parlando con Labitalia, ha quindi spiegato che Cida ha deciso di proporre ai partiti un confronto a partire da un documento di politica economica da lei stessa elaborato. “Chiediamo ai partiti di condividerlo e, magari, di farlo proprio, di prenderne ispirazione per i propri programmi. Cida lo ha inviato a tutti e a tutti chiede un confronto nel merito delle proposte. Per i partiti può essere l’occasione per uscire dal mondo degli slogan e calarsi in quello reale del lavoro, della produzione, dello sviluppo”, ha aggiunto.

GIACOBBE (PD) SPIEGA COME CAMBIARE LA LEGGE FORNEROSul suo sito Anna Giacobbe è tornata a parlare delle promesse elettorali riguardanti la Legge Fornero per ricordare che dal 2012 a oggi tale legge ha subito già delle modifiche che hanno consentito a circa 250.000 persone di andare in pensione. La deputata dem riconosce che questo non è certamente abbastanza, ma non si può pensare di abrogare la Legge Fornero, ma si può continuare a cambiarla, “senza mettere in discussione la tenuta del sistema previdenziale”. In che modo? Giacobbe ricorda che una parte delle risorse stanziate per gli interventi pensionistici negli anni scorsi non sarà utilizzata, in ragione del fatto che “Inps e Ragioneria dello Stato sono sempre ‘prudenti’ nel fare i conti, e qualche volta li sbagliano di grosso”. Questa risorse andrebbero quindi recuperate e usate “per fare andare in pensione altre persone”. Dal suo punto di vista, inoltre, l’Ape social deve diventare strutturale, in modo che chi a 63 anni si ritrova disoccupato e con problemi sociali rilevanti possa andare in pensione, così come i lavoratori precoci dopo 41 anni di contributi.
Giacobbe ritiene anche che vada allargata la platea dei lavori gravosi, reperendo le risorse necessarie a questo scopo. “Il lavoro di cura, soprattutto per le donne, condiziona la vita lavorativa e quindi il destino pensionistico delle persone: deve essere considerato tra le ragioni per anticipare la pensione”, aggiunge poi, ricordando altresì come ci siano anche delle interpretazioni restrittive dell’Inps che “compromettono o ritardano la possibilità di utilizzare gli strumenti che ci sono per andare in pensione con requisiti umani”. Infine, non bisogna dimenticare la pensione di garanzia per i giovani.
MELONI NON CANCELLA LA FORNERO: “È MIGLIORABILE”A sorpresa è una Giorgia Meloni più “Berlusconi” che non “Salvini” sulla legge Fornero e il rilancio del sistema pensioni in Italia: nel programma del centrodestra impegnato per compattare la coalizione in vista del 4 marzo prossimo, la leader di Fratelli d’Italia nell’Assemblea del suo partito a Bologna ha confermato come «nessuno tradire il mandato, se serve un giorno in più per trovare una sintesi non importa. Possiamo vincere anche nel Lazio e in Friuli e Molise. I candidati devono essere sintesi reale della coalizione». Ecco, sul fronte pensioni non la pensano tutti nello stesso modo: se Berlusconi punta sulle pensioni minime a 1000 euro, Salvini sulla cancellazione totale, la giovane Meloni punta sui correttivi. «Può essere migliorata, ma bisogna comunque pensare ai giovani. «Il miglior sistema pensionistico - ha sentenziato la Meloni - è quello uguale per tutte le generazioni». (agg. di Niccolò Magnani)
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