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giovedì 11 gennaio 2018

Il PD e gli esodati

Riforma pensioni/ La proposta per le donne dimenticata dai partiti
Risultati immagini per il sussidiarioRiforma pensioni, oggi 11 gennaio. La proposta per le donne dimenticata dai partiti. Tutte le novità e le ultime notizie sui principali temi previdenziali
11 GENNAIO 2018
LORENZO TORRISI

LA PROPOSTA PER LE DONNE DIMENTICATA DAI PARTITIIn questi giorni i leader politici stanno promettendo diversi interventi sul sistema pensionistico. Tuttavia, evidenzia Orietta Armiliato, non si parla mai di interventi dedicati alle donne. “Ricordo, così tanto perché si sappia, che c'è ed e depositata la pdl 1881 che, a mio avviso, dovrebbe essere tenuta in considerazione”, scrive sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social, allegando il testo della stessa proposta di legge, risalente al 2013, che ha come prima firmataria Marialuisa Gnecchi. La proposta di legge mira a contenere a 65 anni l’età di pensionamento per le donne, prevedendo per loro anche il riconoscimento dei lavori di cura mediante contribuzione figurativa o anticipo dell’accesso alla pensione di vecchiaia. Inoltre, la pdl vuole abrogare la norma che impedisce la cumulabilità del riscatto dei periodi di assenza facoltativa collocati al di fuori del rapporto di lavoro con il riscatto del periodo di corso legale di laurea.
IL PD E GLI ESODATIUn articolo pubblicato sul sito del Partito democratico sta causando un certo malumore tra gli esodati. L’articolo si intitola “Chi sono gli esodati?” e ripercorre le fasi, a partire dall’approvazione della Legge Fornero, che ha portato alla nascita del “problema degli esodati, una questione di notevole impatto sociale che ha colpito trasversalmente tutte le categorie professionali. Persone che si trovavano a vivere il disagio di non percepire reddito (stipendio o sostegno al reddito) e di vedere il raggiungimento della agognata pensione allontanarsi drammaticamente”. L’articolo prosegue spiegando che “il Pd, nella scorsa e nella attuale legislatura, si è fatto portavoce del disagio e del dramma di queste persone lavorando a ritmo serrato per porre rimedio agli errori e restituire serenità e dignità a chi ne è stato ingiustamente privato”. Viene anche ricordato che in Senato è stata creata una sottocommissione per studiare il fenomeno con la predisposizione, grazie alla collaborazione dell’Istat, di un questionario di carattere informativo destinato alla persone interessate in modo da trovare le misure più idonee a soddisfare le loro attese.
Quello che tuttavia non va giù agli esodati è scritto nella parte finale dell’articolo, nella quale si evidenzia come le otto salvaguardie finora approvare “tutelano in tutto 172.466 esodati, lavoratori che rischiavano di rimanere senza stipendio né pensione, per un lungo periodo, in seguito alla Riforma Fornero”. Ci sono infatti ancora persone, almeno seimila, che sono rimaste senza alcuna tutela. Ed era stata richiesta una nona salvaguardia, ma nessuna forza politica, Pd compreso, ha fatto qualcosa perché venisse approvata.
COMINARDI (M5S): SE VINCEREMO CI SARÀ QUOTA 41Se il centrodestra si è impegnato unitariamente nella cancellazione della Legge Fornero in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche, Claudio Cominardi fa sapere che se vincerà il Movimento 5 Stelle ci sarà la possibilità di introdurre la Quota 41, di modo che si possa accedere alla pensioni dopo aver versato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica. Il deputato pentastellato, sul proprio profilo Facebook, segnala come non sia causale il gran numero di lavoratori precoci in province dalla forte vocazione produttive come Brescia, Bergamo o Milano. Cominardi è inoltre convinto che la misure per i lavoratori precoci inserita nell’Ape social non funzioni affatto. E i numeri di quanti hanno potuto accedervi in effetti sembra proprio dargli ragione: sono stati posti criteri piuttosto stringenti per aver diritto all’Anticipo pensionistico agevolato.
I DECRETI A CUI LAVORA IL GOVERNOCome già aveva detto Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa di fine anno, il Governo non tirerà i remi in barca. E in effetti ha ancora lavoro da fare solo per mettere in atto le misure varate con la Legge di bilancio 2018. Lo ricorda Il Sole 24 Ore, spiegando per esempio che il ministero del Lavoro “entro il 30 gennaio dovrà definire i profili delle quattro nuove categorie di lavoratori gravosi esclusi dallo scatto a 67 anni di età nel 2019 e che potranno accedere all’Ape sociale. Dovranno poi essere istituite entro gennaio, con un Dpcm, le due commissioni tecniche per il ricalcolo di spesa previdenziale e spesa assistenziale separate e per la stime sull’aspettativa di vita differenziate a seconda delle mansioni svolte. E c’è, poi, da sostenere il decollo dell’Ape volontario e aziendale”. A quest’ultimo proposito c’è in effetti da dire che l’Anticipo pensionistico volontario ancora non si può utilizzare a causa di una serie di ritardi accumulati nel 2017. E dunque si spera che quest’anno le procedure burocratiche non facciano slittare le importanti novità introdotte, spcie per l’Ape social.
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