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lunedì 23 giugno 2014

Esodati, in vista la sesta salvaguardia (?)

Manifestazione Cgil, Cisl, Uil per gli esodatiEsodati, in vista la sesta salvaguardia
Il governo pronto alla nuova operazione di tutela, ma si allontana la soluzione strutturale.
 
Settimana chiave per gli esodati senza tutela. Il 30 giugno approda in aula alla Camera la proposta unificata in materia messa a punto dalla Commissione Lavoro di Montecitorio. E, proprio in vista di questo appuntamento, si muove il Governo. L’obiettivo, però, da quello che si apprende, non è – non sarebbe - di dare copertura politica (e finanziaria) alla soluzione individuata in Parlamento, ma di trovare, almeno per ora, una nuova misura-ponte: in pratica arrivare alla sesta salvaguardia. In attesa, verosimilmente, di definire meglio il dossier e, innanzitutto, di reperire le risorse necessarie allo scopo.
La proposta Damiano, in base ai calcoli di Inps e Ragioneria generale dello Stato, sarebbe troppo onerosa per lo Stato: troppo esosa per l'esecutivo: costerebbe 47,145 miliardi tra il 2014 e il 2025, una cifra «irricevibile» secondo il Ministro dell'Economia Padoan. Da qui l’esigenza di individuare comunque un’altra soluzione provvisoria, che, in qualche maniera, segue in ogni caso un’indicazione venuta dallo stesso Damiano. La sesta salvaguardia dovrebbe essere congegnata in modo tale da spostare in avanti di un altro anno il limite temporale per agguantarla. A oggi l’ultimo termine utile in generale per rientrarvi è fissato al 6 gennaio 2015: il nuovo sarebbe stabilito al 6 gennaio 2016.
Destinatari dell’intervento, in pratica, le stesse tipologie di lavoratori previste dalle salvaguardie precedenti ma che, per ragioni temporali di maturazione dei requisiti e di decorrenza delle prestazioni o per esaurimento dei posti disponibili, non vi sono rientrati: i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Sempre secondo indiscrezioni, però, nella nuova operazione potrebbero entrare in gioco anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si dovessero trovare a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma.
In termini numerici la platea degli esodati tutelati si allargherebbe di altre 8.500 unità, che si sommerebbero al totale generale fissato finora in 132.130 esodati salvaguardati. Per coprire il maggiore onere potrebbero essere utilizzate le stesse risorse non impiegate nelle precedenti salvaguardie.
Sullo sfondo, ma non tanto, rimane comunque l’esigenza di arrivare a una misura strutturale che affronti il nodo irrisolto e lo sciolga in maniera definitiva. Ma su questo versante, a quanto risulta, il tavolo tecnico Ministero del Lavoro – Inps – Parlamento non è andato oltre l’ipotesi del cosiddetto «prestito pensionistico». Una via che i comitati degli esodati hanno già respinto al mittente.
(Leggi)
 

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