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domenica 29 giugno 2014

La Rete incontra Poletti il 30-06-14

Incontro con Ministro Poletti - Roma, 30 giugno 2014
Documento della Rete dei comitati degli “Esodati”

Signor Ministro,
Si è giunti al trentesimo mese dall'entrata in vigore della manovra previdenziale Fornero-Monti che, per il suo carattere di iniquità, ingiustizia e incostituzionalità, ha di fatto scippato cittadini italiani del loro legittimo DIRITTO alla pensione, condannandoli di fatto e irrimediabilmente a restare per numerosi anni senza alcun reddito.

Riteniamo del tutto inutile ripeterle, questo pomeriggio, quali siano le richieste della Rete dei comitati a Lei già esposte chiaramente con i  numerosi documenti della Rete dei Comitati e negli svariati incontri  avuti con Lei in numerose città d'Italia durante la campagna politica, come a Genova, Modena, Padova, Reggio Emilia, Bareggio, Milano, ecc.


30 mesi in cui alla rabbia, all'insicurezza e all'angoscia costanti si è voluto aggiungere, per questi cittadini italiani, un tocco di tortura con il meccanismo delle salvaguardie, che, basandosi su paletti di vario tipo imposti arbitrariamente e col solo esplicito scopo di diminuire il più possibile il numero dei beneficiari, ha portato di fatto al prodursi di numerose ulteriori DISCRIMINAZIONI  tra soggetti aventi ESATTAMENTE gli STESSI requisiti e nell'ambito della stessa categoria, ma nati in mesi diversi dello STESSO anno. Pertanto nella realtà dei fatti le salvaguardie sono delle lotterie con in palio il diritto alla pensione, ossia lo strumento di sopravvivenza del progetto sociale e familiare delle donne e uomini cosiddetti "esodati NON salvaguardati".


Il sistema delle salvaguardie è reso in particolar modo discriminante e penalizzante perché impone l'applicazione dell'abominevole criterio “dell'aspettativa di vita”, moderatamente comprensibile nel caso di soggetti ancora al lavoro, ma particolarmente dannose e penalizzanti  per   cosiddetti esodati che invece, purtroppo e  NON per loro volontà, sono fuori dal mercato del lavoro da anni


In questi 30 mesi si sono avute formali dichiarazioni ed impegni di due Presidenti della Camera (Fini e Boldrini) che hanno riconosciuto i forti elementi di incostituzionalità della manovra (perché di questo si tratta e non di riforma previdenziale) Monti-Fornero, e la loro formale richiesta ai deputati (ripetuta poi anche dal Presidente Grasso ai Senatori) di risolvere sollecitamente il dramma degli “esodati” con i quali lo Stato ha rotto un patto.


Medesima affermazione ed impegno del Presidente Letta nelle sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento all’indomani del suo insediamento a Palazzo Chigi.


L’attuale Presidente (nonché segretario del partito di maggioranza) non ha ancora avuto modo (e volontà) di pronunciarsi se non con qualche tweet a nostro sostegno durante la campagna elettorale delle primarie di partito.


Negli ultimi 4 mesi si sono incontrati, per citare solo i più significativi,:


   -   Il 19.2.2014 (vedasi resoconto allegato) la nuova Segreteria del PD (Taddei, Madia e Faraone) nel quale, sostanzialmente,   ci è stato manifestato l’impegno del Partito e del Governo di pervenire alla soluzione strutturale del problema degli “esodati” entro il 2014 individuando anche le coperture finanziarie con nuove risorse che sarebbero pervenute dall’imminente accordo con la Svizzera sul rientro dei capitali depositati illegalmente in quel paese;


   -   Il 9.4.2014 (vedasi resoconto allegato) il Sottosegretario On. Baretta che  informava che il Governo Renzi intendeva risolvere strutturalmente, entro l’anno, il dramma degli “esodati”  non volendo più procedere per mezzo di salvaguardie NON risolutive, e perimetrare la platea ed il recinto nell’ambito del quale individuare gli “esodati” (coloro che avevano perso il lavoro a qualsiasi titolo o firmato accordi che lo prevedevano successivamente al 31.12.2011 e  maturano il diritto alla pensione entro il 2018) dando priorità a questi, perché già privi di reddito (con il riconoscimento del diritto alla pensione con la precedente normativa) e considerando tutti gli altri “esodandi” per i  quali è necessario intervenire con strumenti diversi e  specifici;


Il 16.4.2014 con Lei, Signor Ministro, presso il Ministero del Lavoro in occasione della giornata conclusiva del presidio di 3 giorni organizzato dagli “esodati” (vedasi resoconto allegato).


In quell'incontro ufficiale, ma pure in quelli informali citati, Lei ci ha confermato di condividere le intenzioni del Sottosegretario On. Baretta e ha ribadito esplicitamente che il Governo e Lei eravate della ferma opinione di procedere a risolvere il dramma NON più attraverso toppe, che peraltro hanno in sé marcanti elementi discriminatori, ma mediante un intervento strutturale.


In quell'occasione Lei  ci informò dell'imminente costituzione di un tavolo/commissione tecnico-politica avente il compito di appurare con efficacia e rapidità le componenti della platea, i suoi numeri e le coperture finanziarie necessarie per la soluzione strutturale, che per base avrebbe avuto i riferimenti della proposta di legge unitaria approvata dalla Commissione Lavoro della Camera ( n. 224 e collegate)


Il tavolo tecnico ha tenuto finora un unico incontro, il 7 maggio scorso; da allora quasi due mesi sono trascorsi e tale think-tank NON è più stato riconvocato. Nel corso di quell'unica riunione della commissione tecnica Inps e Ragioneria dello Stato consegnarono relazioni contenenti numeri e costi relativi alla proposta di legge unificata. Quelle stime sono state da noi contestate dettagliatamente (vedasi documento allegato) e si desidera richiamare almeno la parte conclusiva della nostra relazione, dove si afferma che : “si intuisce come le somme per coprire finanziariamente la PdL Unitaria in oggetto, e favorire la soluzione della questione esodati, scenderebbero notevolmente, rispetto a quanto preventivato nella stima fatta pervenire dall’INPS, se soltanto si tenesse conto delle considerazioni portate nei precedenti capoversi. Infatti il totale calcolato sommando le cifre esposte nelle altre colonne, pari a circa 5,9 Mld di Euro, più quelle calcolate per le colonne 2 e 5 riparametrizzate sulla base delle osservazioni fatte, e sottraendo i risparmi determinati dagli “avanzi” delle precedenti salvaguardie e quelli derivati dall’introito della tassazione IRPEF, diventerebbe una somma sicuramente reperibile e gestibile nel bilancio dello Stato nell’arco temporale preso in considerazione dalla relazione...”


Allo stato attuale dopo la presentazione dell'emendamento (cosiddetta VI salvaguardia) da Lei presentata il 26 giugno in Commissione Lavoro della Camera, la Rete dei Comitati non può che prendere atto che di fatto si è voluto bocciare la proposta di legge 224 e collegate, rinnegando in toto gli impegni esplicitamente presi dai vari rappresentanti del Governo sopraddetti. La Rete dei Comitati reputa tale scelta un fatto gravissimo, che porta solo ad affermare l'innegabile sillogismo che la montagna ha partorito un topolino.  


Si dimostra ancora una volta che non esiste la volontà politica di risolvere alla radice e strutturalmente il problema-dramma degli “esodati. Nonostante questo:
  1. La Rete dei Comitati sostiene l'emendamento per la VI salvaguardia presentato dal Governo e all'esame il prossimo 2 luglio, pur considerandolo solo una toppa, un cerotto al dramma dei cosiddetti esodati,    quindi affatto risolutivo della problematica. La Rete dei Comitati ritiene comunque che debba essere ripristinata la salvaguardia per tutti i Contributori Volontari così come previsto all’art. 1 punto 2 comma d) della proposta di legge 224 e collegate che si intende modificare.  L'emendamento, come i provvedimenti precedenti, fa perdurare numerose discriminazioni all'interno delle stesse categorie. Si constata anche la pericolosità e la gravità della scelta del suo finanziamento reperendo le coperture da fondi rimanenti di precedenti salvaguardie e dal fondo per il sostegno della cassa integrazione. La Rete dei Comitati, ha la necessità comunque di tutelare i lavoratori da ulteriori e probabili errori di calcolo dell'INPS per cui deve essere inserita una clausola di salvaguardia a tutela degli eventuali soggetti che, a causa della limitazione posta alla lettera a) comma 1 art. 1, dovessero subire la perdita della salvaguardia già prevista dalla L. 135/2012 art. 22 comma 1. Inoltre è totalmente inaccettabile la lettera b) comma 1 art. 1 in quanto modifica i requisiti della salvaguardia prevista dall'art. 22 comma 1 lettera a) L. 135/2012 retroattivamente (con il criterio inaccettabile già con il DM 1 giugno 2012), che pertanto va eliminata! D'altronde, se i calcoli dell'INPS sono corretti, non si capisce il motivo di modificare i requisiti. L’emendamento proposto lo si considera un ulteriore passo compiuto, seppur perfettibile, ma NON accetta di considerarlo l'ultimo atto rispetto alla soluzione strutturale dramma dei cosiddetti esodati.  
  2. La Rete dei Comitati esprime forte biasimo per la sospensione dei lavori del tavolo tecnico, per le risposte insufficienti date nel corso del suo primo incontro e per la evidente dilatazione della tempistica dei lavori, che invece veniva affermato dallo stesso Ministro, in occasione dell'incontro del 16 aprile 2014 presso il Ministero, avrebbero avuto un carattere di efficacia e ragionevole velocità .
  3. La Rete dei Comitati esprime il massimo disappunto e sdegno per la bocciatura della pdl 224 ed allegate a causa del ripetuto pretesto della mancanza di coperture, a fronte delle coperture INGENTI che invece si sono trovate agevolmente per il bonus fiscale di 80 euro a favore di cittadini italiani certo con redditi esigui, ma pur sempre con un reddito, diversamente da quanto i cosiddetti esodati NON SALVAGUARDATI si trovano a vivere oramai da anni.
  4. La Rete dei Comitati esprime totale contrarietà all'abbandono della proposta di legge 224 e allegate come punto di partenza per la messa appunto della soluzione strutturale, indicata invece dal Ministro in persona, come ferma intenzione del Governo, nell'incontro tenutosi sempre lo scorso 16 aprile presso il Ministero ma anche nei numerosi incontri informali citati.
  5. La Rete dei Comitati esige che la soluzione strutturale NON venga più rimandata, che venga elaborata partendo dall'impianto della proposta di legge 224 e collegate, e che la sua predisposizione avvenga al più tardi con la legge di stabilità prevista nei prossimi mesi autunnali. Ci attendiamo da Lei questo nuovo e formale impegno in considerazione della vergogna e della gravità del fatto che, a distanza di quasi tre lunghissimi anni, oltre 240.000 cittadini italiani ad oggi vengano lasciati ancora nel baratro più totale rispetto al loro presente ed a loro futuro, con lo scippo perpetrato a danno del loro diritto alla pensione.
  6. La Rete dei Comitati ribadisce che i due principi che considera debbano essere i cardini dell'impostazione strutturale debbano essere:
    1. Non essere più occupati al 31.12.2011 per avvenuta risoluzione contrattuale a qualsiasi titolo, oppure avere  entro quella data sottoscritto accordi collettivi o individuali che come esito finale prevedano il futuro licenziamento
    2. maturazione del diritto pensionistico con le previgenti norme almeno fino al 31/12/2018.
  7. La Rete dei Comitati considera essenziale che si continui a mantenere una  chiara  distinzione tra “esodati” ed “esodandi” per le ragioni fin qui rappresentate;
  8. La Rete dei Comitati sollecita fortemente il Ministro ad adoperarsi e ad intervenire affinché  si dia immediato corso alla risoluzione amministrativa delle problematiche causate dalla interpretazione restrittiva dell’INPS (tra l’altro inserite nella circolare  n.35 dell’Istituto del  marzo 2012), rispetto alla deroga degli autorizzati ai versamenti volontari ante 2007 (articolo 1, comma 8, della legge 23 agosto 2004, n.243, e successive modificazioni) e ai soggetti possibili beneficiari dell'articolo 1 comma 9 della legge 243 2004 cosiddetta “opzione donna” ai quali occorre urgentemente riconoscere i loro legittimi diritti;
  9. La Rete dei Comitati consapevole dell'importanza di risolvere i problemi con lo strumento più adeguato e dell'inutilità di mescolare sullo stesso piano problematiche diverse sollecita con forza e con urgenza al Governo un'attenta discussione e riflessione relativa all'innalzamento violento, per il suo subdolo meccanismo ad inseguimento, del requisito anagrafico nell'ambito della pensione di vecchiaia delle donne, che concretamente porta moltissime di loro a un attesa di oltre 6 anni per il percepimento dell'assegno pensionistico, rimanendo nel frattempo prive della propria autonomia e indipendenza economica.
  10. La Rete dei Comitati sottolinea con forza la richiesta di sanare la vergognosa discriminazione provocata dall'applicazione del parametro dell'aspettativa di vita ai cosiddetti esodati che di salvaguardia in salvaguardia discrimina, escludendo dalle salvaguardie, tutti coloro che maturino i requisiti nei mesi di ottobre, novembre e dicembre rispetto a soggetti con gli stessi requisiti e nati negli altri mesi dello stesso anno. Consapevoli che l'aggiunta dell'aspettativa di vita NON possa venire tolta da questo emendamento perché tale parametro è stato imposto anche nelle precedenti salvaguardie e quindi si creerebbe una discriminazione con i beneficiari dei provvedimenti di deroga pregressi, la Rete dei Comitati avanza esplicita richiesta che si intervenga modificando l'emendamento con la dicitura temporale “51 mesi anziché 48 dall'approvazione...”, in tal modo non viene meno l'aggiunta della speranza di vita, ma NON si discriminano i nati dei mesi finali nell'ambito di uno STESSO anno solare. Qualora il Governo manifestasse indifferenza nei confronti di questa palese e concreta discriminazione, la Rete ci tiene a rammentare al Governo che le norme europee non consentono discriminazioni né basate sull'età, sul genere, ecc.
    La Rete dei Comitati, pertanto, ritiene INAMMISSIBILE ed INACCETTABILE qualsiasi azione atta a risolvere il dramma dei cosiddetti esodati che differisca dal ripristino del loro legittimo diritto alla pensione con le regole previgenti la manovra Monti-Fornero, pertanto rifiuta sia un'iniziativa di tipo assistenziale sia eventuali provvedimenti basati sulla flessibilità con penalizzazioni o su qualsiasi altra tipologia di prestiti assistenziali.
    Per la “Rete” dei Comitati degli Esodati, Mobilitati, Contributori Volontari, ”Quindicenni”, Donne ESMOL, Esonerati Pubblica Amm.ne, Fondi di Settore e Licenziati senza tutele

    Francesco FLORE  -  Tel  0784 203888  -  3389976878 (email:
    comitatiesodatinrete@gmail.com)   



15 commenti:

  1. Buongiorno. La mia simpatia per la vostra condizione di esodati sarebbe più salda se dichiaraste anche l'ammontare della buona uscita che vi è stata data per anticipare il vostro pensionamento. Grazie. Mauro

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    1. Va bene.
      Inserisci i tuoi dati anagrafici ed il codice fiscale, indirizzo, domicilio fiscale numero di telefono ed e-mail. Così come al fisco, sarà mia cura farti avere, insieme ai miei dati, anche i miei redditi specificando l'importo pecepito nel 2011 come mancato guadagno per il periodo intercorrente tra la cessazione effettiva del mio rapporto con Poste SpA e la data prevista per il pensionamento (altrimenti mica accettavo la proposta aziendale). Inoltre ti farò avere anche il calcolo dell'introito che non ho avuto dalla data di pensione prevista prima della Fornero e quella attuale.
      Nel frattempo ti anticipo che la mia famiglia è monoreddito.
      Spero che anche tu farai altrettanto coi tuoi redditi famigliari

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    2. Dalla tua risposta capisco che è stata cospicua.
      Io ho perso il lavoro, ed ho pagato, assieme agli altri contribuenti, la buonuscita cospicua che ti sei fatto dare per andare in pensione prima del previsto.

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    3. Devi avere qualche problema. Se capisci quel che non ho detto (e neanche pensato) ti consiglio di farti vedere da un bon dottore i Psichiatria. Sentire le voci può essere pericoloso per te e per chi ti sta vicino

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  2. Mauro è uno che chiaramente non
    conosce le regole contrattuali .

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  3. Della tua simpatia ne faccio a meno. poco importa la tua salda e invidiosa condizione meschina. Affinché tu non possa credere di essere nella ragione e che non abbia risposta alla tua domanda, ebbene, che tu sappia che quello che l'azienda c'ha liquidato per esodarci è lo stesso importo che percepiscono tutti i dipendenti che sono in cassa integrazione, in mobilità o quant'altro. con la differenza che noi l'abbiamo avuto in un'unica soluzione e dobbiamo anche pagarci i contributi per maturare la pensione (il 33% dell'ultimo stipendio) e l'irpef al 24%. A conti fatti, si riesce a sopravvivere. però sono fiero del fatto che la liquidazione è stata pagata da un'azienda con profitti alti sul mercato e non dalle casse dell' inps e cioè a dire di tutti noi contribuenti.
    Buona giornata!
    Giuseppe53

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    1. Giuseppe 53, tu vivi su un altro pianeta, tu ti sei licenziato volontariamente, e
      da come si dice sui postali per 100.000 euro, oppure 10.000 euro e il figlio assunto a tempo indeterminato a part-time.
      Il dipendente privato che va in mobilità perché la sua azienda chiude, percepisce 900 euro il 1°anno, 800 euro il 2°anno e 700 euro il 3°anno.
      Quindi 28.800 euro in 3 anni e contributi pagati.
      Cerca di smetterla di piangere, sembri la sola vittima della Fornero!

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    2. Mauro! lo fai? o ci sei? molto probabilmente avrai incontrato un marziano che ti ha raccontato dei 100000 € e tu hai bevuto la favola. Purtroppo non sono queste le cifre. comunque anche se fosse questo l'importo, tu hai preso più di me. 100000 - il 24% di irpef fanno 76000. aggiungi il pagamento dei contributi, circa 700 € al mese per 36 mensilità fanno 25200. pertanto 100000 - 24000 di irpef - 25200 contributi pagati da me = 50800
      i tuoi invece sono: 28800 + 25200 di contributi che non hai pagato = 54000. come dovevasi dimostrare. Personalmente ringrazio Dio che mio figlio per lavorare non ha avuto bisogno del mio posto di lavoro. Non sono io che piango, sei tu che non sai fare i conti e fai la vittima. (brutta bestia l'ignoranza).
      Giuseppe53

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    3. Giuseppe53, in matematica sei proprio una frana!
      All' inizio del 4° anno tu hai ancora 50800 euro.
      IO ALL' INIZIO DEL 4° ANNO , FINITA LA MOBILITA' "0 EURO".
      PS : se non sei uscito dal lavoro, così tanto anticipatamente,
      almeno ti permetteranno di continuare a pagare i contributi mancanti.

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  4. Complimenti per il post. Non è solo lucido e dettagliato, ma sacrosantamente completamente giusto! È inaccettabile che coloro che hanno lasciato il lavoro prima del 31/12/2011 debbano essere salvaguardati. Tutti i politici hanno convenuto su questo principio, che oggi Poletti rinnega. Quanto a Mauro, sono incredibili le sue dichiarazioni: persone che hanno versato anni di contributi - e li stanno ancora versando, nel caso dei contributori volontari - non possono essere rapinati dei loro denari cambiando le leggi "in corsa". Dov'è la certezza della legge, su di un tema così delicato come la previdenza - una materia su cui ognuno pianifica, tranne il governo? Ancora grazie alla signora fornero, che con la sua inetta superficialità ha generato un disastro epocale per tante famiglie. VERGOGNA, CHE LEI POSSA RIMANERE SENZA LACRIME!!

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    1. "È inaccettabile che coloro che hanno lasciato il lavoro prima del 31/12/2011 debbano essere salvaguardati."
      TI RENDI CONTO DI QUELLO CHE HAI SCRITTO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    2. Mauro, stai facendo la guerra tra poveri....VERGOGNATI....prenditela con chi ti ha licenziato !!!!! ...i postali hanno comunque concluso un iter lavorativo e pagato tutti i contributi al 31.12.2011 quello che " purtroppo " non hanno fatto i LICENZIATI

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    3. "i postali hanno comunque concluso un iter lavorativo e pagato tutti i contributi al 31.12.2011 quello che " purtroppo " non hanno fatto i LICENZIATI"
      Spiegami allora perché, avendo concluso secondo te, il tuo iter lavorativo,
      e sempre secondo te avendo pagato tutti i contributi al 31.12.2011, dopo quasi 3 anni non sei ancora in pensione.
      Probabilmente non avevi ancora concluso il tuo "iter lavorativo" e non avevi ancora "pagato tutti i tuoi contributi"!

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  5. Per quella che è la mia esperienza, la parola 'lavorare' in un ufficio pubblico è una parola grossa. E la mia parziale esperienza si completa ogni volta che vedo i servizi delle iene...
    Il problema è che tra pubblico impiego e diritto del lavoro esistono due pesi e due misure. E' disarmante ad esempio subire comportamenti da dipendenti pubblici che nel privato costerebbero la perdita del posto di lavoro. Ecco perché diventa più difficile commuoversi per certe situazioni. Mi spiace, ma dico quello che milioni di persone pensano. Mauro

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  6. Forse la tua esperienza lavorativa in un pubblico ufficio è proprio come dici tu, ma se sei onesto devi anche dire che non tutti sono come nella tua parziale esperienza. Le Iene vivono di questi servizi e di altri come le truffe delle assicurazioni private, bancarie, di datori di lavoro che lasciano a casa improvvisamente i lavoratori perché se ne sono scappati all'estero (es. Paesi dell'Est o dell'America latina) e di altre perle che inducono al giusto sdegno e/o all'ilarità necessaria alla sopravvivenza della trasmissione (vedi furbetti maghi e maghetti o venditori di posti di lavoro in cambio di sesso, ecc)
    Quando sono venuti ad intervistare qualcuno di noi (se sei assiduo lettore lo ricorderai citato su questo blog). il lor taglio no era quello allegramente derisorio delle tue insinuazioni generalizzanti. Hanno impiegato un bel po' (mesi di "inseguimenti" di alcuni loro inviati), ma alla fin ha capito da che parte stare: quella degli esodati. Tutti

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