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giovedì 5 maggio 2016

Verso l'abolizione delle ricongiunzioni onerose

Un passo verso l'abolizione delle ricongiunzioni onerose
 
 
Il nuovo Documento di Economia e Finanza, da poco licenziato da Camera e Senato, si sofferma anche su aspetti della previdenza, senza tuttavia portarli a soluzione. La Commissione Lavoro della Camera ha colto l'occasione per auspicare un regime di flessibilità riguardo alle età di pensionamento, insieme a ragionevoli penalizzazioni per i trattamenti anticipati, misure che peraltro sono già in fase di studio del Governo. Altri interventi – richiama la Commissione – sono non più differibili ed attesi da migliaia di lavoratori e lavoratrici non lontani dal pensionamento:
Cumulo. L'abolizione delle ricongiunzioni onerose (legge 122/2010) e la liquidazione di un unico trattamento pensionistico, in base a tutti i contributi versati in gestioni diverse, e il cui importo sia la somma delle quote riferite ai versamenti effettuati in ciascuna gestione.
L'attuale regime di cumulo dei contributi, per chi ha già raggranellato il minimo di 20 anni in una sola gestione, richiede nella generalità dei casi un onere elevatissimo, simile a quello di un riscatto di laurea a fine servizio. E' mutato, tra l'altro, l'antico scenario dei cumuli a pagamento: è ora in campo il calcolo contributivo sulle pensioni con regole identiche tra gestione e gestione; si va realizzando una convergenza tra le regole ex Inpdap e quelle Inps che in passato hanno motivato il pagamento di elevati oneri per questo tipo di operazioni. Preme inoltre la vicenda di circa 400 mila lavoratori, attualmente iscritti all'Inps-regime privato e considerati in esubero nella revisione delle società partecipate secondo la riforma Madia, i quali dovrebbero rientrare nel regime ex Inpdap e ricongiungere a pagamento i contributi finora accreditati come dipendenti privati.
Usuranti. La revisione delle disposizioni che regolano il pensionamento anticipato per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e usuranti, una materia densa di regole minuziose e che oggi esclude categorie che di fatto ne hanno pieno diritto.
In casa. La valorizzazione del lavoro di cura e di assistenza familiare, in specie delle donne, attraverso l'accredito di contributi figurativi presso l'Inps, anche allo scopo di contrastare le differenze di genere nei trattamenti di pensione. Si tratta di una misura in linea con le indicazioni della Commissione europea verso la costituzione di un "pilastro dei diritti sociali" dei cittadini della Ue.
Povertà. L'incremento di misure contro la povertà, a favore delle persone e delle famiglie che versano in condizioni di povertà assoluta, con una chiara distinzione tra la spesa di carattere previdenziale e quella di carattere assistenziale.

3 commenti:

  1. "L'attuale regime di cumulo dei contributi, per chi ha già raggranellato il minimo di 20 anni in una sola gestione, richiede nella generalità dei casi un onere elevatissimo, simile a quello di un riscatto di laurea a fine servizio."
    E' GIUSTO CHE SIA COSI', SE HAI VERSATO DEI CONTRIBUTI CHE COSTAVANO
    POCO O NIENTE, NON LI PUOI PARIFICARE A DAI CONTRIBUTI PIENI.
    E' UN PO' COME METTERE I SOLDI IN BANCA, SE INVESTIRAI DEGLI EURO,
    RICEVERAI DEGLI EURO CON I LORO INTERESSI, SE INVESTIRAI DEI CENTESIMO, RICEVERAI DEI CENTESIMI CON I LORO RELATIVI INTERESSI.
    E' GIUSTO CHE, SE LI VORRAI PARIFICARE, DOVRAI PAGARE MIGLIAIA
    DI EURO.

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    1. Il suo commento è fuori luogo e del tutto non attinente al problema.
      Qui si parla di porre rimedio all'INGIUSTIZIA per chi ha contribuzione accreditata in più gestioni previdenziali obbligatorie (es. Ago e Gestione Separata) e avendo i requisiti per andare in pensione, di dover pagare somme elevatissime quali oneri di ricongiunzione, per avere diritto ad un unica "normale" pensione (come quella che invece percepiscono tutte le persone che hanno versato gli stessi contributi ma in un'unica gestione previdenziale).
      Oggi tali persone, che hanno versato contributi in ammontare uguale a chi li ha invece versati in un'unica gestione previdenziale, se non sono in grado effettuare la ricongiunzione onerosa, possono solo ricorrere alla totalizzazione o cumulo dei contributi versati, ricevendo più "mini" pensioni (dalle diverse gestioni previdenziali interessate) la cui somma è di gran lunga inferiore alla pensione unica di cui si avrebbe diritto.
      "L'abolizione delle ricongiunzioni onerose (legge 122/2010) e la liquidazione di un unico trattamento pensionistico, in base a tutti i contributi versati in gestioni diverse, e il cui importo sia la somma delle quote riferite ai versamenti effettuati in ciascuna gestione."

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    2. Il suo commento è fuori luogo e del tutto non attinente al problema.
      Qui si parla di porre rimedio all'INGIUSTIZIA per chi ha contribuzione accreditata in più gestioni previdenziali obbligatorie (es. Ago e Gestione Separata) e avendo i requisiti per andare in pensione, di dover pagare somme elevatissime quali oneri di ricongiunzione, per avere diritto ad un unica "normale" pensione (come quella che invece percepiscono tutte le persone che hanno versato gli stessi contributi ma in un'unica gestione previdenziale).
      Oggi tali persone, che hanno versato contributi in ammontare uguale a chi li ha invece versati in un'unica gestione previdenziale, se non sono in grado effettuare la ricongiunzione onerosa, possono solo ricorrere alla totalizzazione o cumulo dei contributi versati, ricevendo più "mini" pensioni (dalle diverse gestioni previdenziali interessate) la cui somma è di gran lunga inferiore alla pensione unica di cui si avrebbe diritto.
      "L'abolizione delle ricongiunzioni onerose (legge 122/2010) e la liquidazione di un unico trattamento pensionistico, in base a tutti i contributi versati in gestioni diverse, e il cui importo sia la somma delle quote riferite ai versamenti effettuati in ciascuna gestione."

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