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domenica 22 aprile 2012

Il piano Fornero

 Esodati: part time e incentivi. Il "piano Fornero" per reinserimento al lavoro e pensione parziale
22 aprile 2012
Sono due le carte su cui punta il ministro del Lavoro per tentare la strada del reimpiego di una parte degli esodati che nei prossimi anni transiteranno dalla cassa integrazione speciale alla mobilità. La prima è una sperimentazione di forme di part-time da associare all'incasso di una parte dell'assegno pensionistico (part-pension), la seconda riguarda invece l'utilizzo degli incentivi per l'assunzione degli over 50 con un anno di disoccupazione alle spalle che sono previsti dalla riforma dopo l'esaurimento del vecchio contratto di inserimento a fine anno.
Giovedì alla Camera, rispondendo a un'interrogazione urgente sul tema, Elsa Fornero oltre a fornire un disaggregato della platea dei 65mila lavoratori «salvaguardati» cui verrà garantito con un decreto interministeriale il pensionamento con i vecchi requisiti, ha insistito su due concetti. Il primo, sperimentare per le «altre e ben diverse platee» anche soluzioni diverse per evitare che l'ultimo tratto di percorso verso la pensione di questi lavoratori sia tutto a carico di un ammortizzatore sociale; il secondo, cominciare ad abituarsi con spirito costruttivo all'idea che l'era dei pre-pensionamenti sta per finire.
La sperimentazione di forme graduali di part-time e part-pension dipende da accordi aziendali che troverebbero il pieno sostegno del Governo, come per esempio potrebbe avvenire per i bancari, dove attualmente sarebbero oltre 17mila i titolari di una prestazione straordinaria che è frutto di un accordo collettivo e che sono a carico di fondi di solidarietà fino a 62 anni. Questo strumento di gestione dei lavoratori anziani, una volta superata la transizione legata all'andata a regime della riforma delle pensioni e, sperabilmente, una volta usciti dalla recessione, dovrebbe diventare normale nella visione di Elsa Fornero. Il part-time volontario associato a un incasso parziale della pensione è già utilizzato da tempo in altri paesi europei e rappresenta uno dei modi per elevare il tasso di occupazione degli over 50-55 (che in Italia è di quasi 10 punti inferiore alla media Ue). Il tema è stato rievocato anche nel Programma nazionale di riforma allegato al Documento di economia e finanza approvato questa settimana ed è considerato strategico anche dei documenti dell'Ue prodotti per l'Anno europeo per l'invecchiamento attivo (2012).
L'altro strumento per rilanciare l'occupabilità di lavoratori anziani espulsi dal ciclo produttivo a causa di una crisi aziendale o di settore è invece previsto nel ddl di riforma del mercato del lavoro: sono gli sgravi contributivi. L'articolo 53 prevede il debutto, dall'anno venturo, di un incentivo che consiste nella riduzione del 50% dei contributi previdenziali e assistenziali a carico del datore di lavoro che assume un ultracinquantenne disoccupato da 12 mesi. Il bonus vale un anno in caso di assunzione a termine e sale a 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato. Il nuovo incentivo, se non verrà modificata la norma, scatta con l'uscita di scena del contratto di inserimento (articolo 4) applicabile solo per determinate categorie e contratti e che risale alla legge Biagi. Lo sgravio, che vale anche per l'assunzione di donne svantaggiate, è previsto per diverse forme contrattuali, compresi i regimi di «somministrazione».
Quanti lavoratori esodati potranno trovare forme di re-impiego grazie a questi due canali, lo dirà anche il tavolo sindacale che si aprirà nei prossimi giorni. Le reazioni critiche di ieri non fanno ben sperare e, soprattutto, il contesto recessivo non aiuta. Ma la prospettiva di non utilizzare solo gli ammortizzatori sociali o la spesa previdenziale per il transito alla pensione di lavoratori rimasti senza impiego ha questa logica: dote contributiva personalizzata (e quindi del lavoratore che viene riassunto) e fine dei pensionamenti anticipati; un ammortizzatore anomalo non sostenuto da contribuzione specifica e che mediamente è costato 1,3-1,5 miliardi l'anno negli ultimi dieci anni (serie storiche Inps) a prescindere dal ciclo economico.

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(Leggi anche su La Repubblica)

2 commenti:

  1. Egr. Ministro. mi piacerebbe tanto sapere quanto sara' in euro la mia pensione parziale, perche' se intera erano 700 euro, per parziale lei intende 350?? Penso che in un prossimo futuro dovro' farmi invitare a casa di uno di lor signori Ministri, visto che la vostra ne paga ne pensione verranno toccate.Paola

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  2. Ma come si fa ad essere cosi distante dal Paese reale! come si fa a proporre il reinseriment ai cinquantenni quando si sa bene che il lavoro non c'è! e qualora ci fosse non sarebbe meglio occupare un giovane disoccupato! da imprenditore ovviamente non esiterei! Come fa La Fornero a non capire questo! quando la soluzione per gli "esodati" è semplicissma !basta dire che quest'ultimi invece di cercare soluzioni illusorie andranno in pensione come previsto dalla vecchia normativa!! Ma secondo Lei Ministra se uno ha firmato perché l'attività è stata chiusa dal datore di lavoro, come si può pensare ad essere ripresa? E' semplice Ministra Fornero! Lei deve soltanto fare un atto di umiltà e dire che la sua riforma non vale per i cosidetti "Esodati"! vittime eccellenti della sua riforma!! Ritorni su i suoi passi Signor Ministra, tutta l'Italia gliene sarà grata! visto che si sta svegliando dal suo torpore in cui era piombata con l'avvento del governo Monti!
    Esodata 53

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