Esodati: nuovo girone dantesco contemporaneo

Esodati: la soluzione è alle porte
È allo studio della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il settimo provvedimento che aprirà le porte della pensione agli esodati
Martedì, 4 agosto 2015
Prodotto mostruoso della celebre riforma Fornero, la “bolgia degli esodati” può essere eletta a pieno titolo come un nuovo girone dantesco contemporaneo. Tagliati fuori dal mercato del lavoro ma allo stesso tempo "non-pensionati", questi poveri “lavoratori” restano confinati, da troppo tempo ormai, in una terra di nessuno in attesa di soluzioni. L'emissione di alcune salvaguardie in tempi recenti ha ridotto il numero delle persone colpite. Ma non basta: un nuovo provvedimento sarebbe in arrivo.
La settima salvaguardia
È allo studio della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il settimo provvedimento che aprirà le porte della pensione a questa categoria sciagurata. Voci di corridoio dicono che sia la volta buona per mettere fine al problema. Come funzionerà? Una prima proposta vorrebbe estendere di un anno i vincoli contenuti nel sesto provvedimento. Così facendo, una platea maggiore di ex-lavoratori raggiungerà i requisiti per il pensionamento. In particolare, coinvolgerà anche coloro che avevano ricevuto un'indennità di mobilità in scadenza a settembre 2012. Secondo le prime stime, si tratta di almeno 26.000 persone coinvolte. A questi potrebbero aggiungersi anche alcuni lavoratori della scuola, i cosiddetti quota 96, interessati da una questione simile.
È la soluzione per tutti?
La proposta illustrata precedentemente potrebbe risolvere solo in parte la questione, ma alcuni nuovi provvedimenti allo studio sarebbero capaci di risolvere definitivamente questo annoso problema. Partiamo dallo stato dell’arte. Nel loro complesso, sono 170 mila i lavoratori colpiti, di questi, 78.000 hanno già concordato con l’INPS una via d’uscita ottenendo un assegno pensionistico. I lavoratori esodati non ammessi nelle sei salvaguardie precedenti sarebbero circa 50.000 (secondo le ultime stime), cui si aggiungono circa 7.000 richieste non ancora accolte. Sbilanciandoci in una previsione, i 49.500 lavoratori ancora in attesa di pensione dovrebbero risolvere la loro situazione di stallo entro l'inizio del 2019 (salvo ulteriori provvedimenti e l'entrata in vigore delle misure descritte). Come sbloccare la situazione? La nuova salvaguardia dovrebbe includere anche:

• lavoratori in mobilità ordinaria prima del 31 dicembre 2007;
• una parte dei quota 96, con l'estensione della pensione a 64 anni per i lavoratori del settore pubblico che abbiano maturato quota 96 prima del 2013. 

Chiaramente, stiamo parlando di un provvedimento in cantiere e non si possono prevedere evoluzioni e ritrattazioni della lettera iniziale. Staremo a vedere, come è tradizione nel nostro paese, con le dita incrociate.(Leggi)