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giovedì 14 luglio 2016

Cassano: La speranza di vita si applica anche agli esodati

Pensioni, La speranza di vita si applica anche agli esodati
Venerdì, 08 Luglio 2016 11:32
Scritto da Valerio Damiani
Lo ricorda il sottosegretario Massimo Cassano rispondendo ad una interrogazione parlamentare sollevata dal Partito Democratico.La speranza di vita per i lavoratori salvaguardati non può essere eliminata. Lo ha precisato ieri il sottosegretario al welfare Massimo Cassano rispondendo ad una interrogazione parlamentare sollevata alla Camera dall'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (5-03774). Con riferimento all'atto parlamentare degli onorevoli Gnecchi ed altri concernente l'applicazione degli adeguamenti dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita nell'ambito dei provvedimenti di salvaguardia, in primo luogo, il sottosegretario ha ricordato che I'INPS – con circolare n. 76 del 2013 – ha evidenziato come il meccanismo dell'adeguamento agli incrementi della speranza di vita determina per alcuni lavoratori collocati in mobilità ordinaria l'esclusione dalla cosiddetta salvaguardia. Ciò in quanto l'adeguamento alla speranza di vita applicato ai requisiti pensionistici determina il perfezionamento dei requisiti stessi oltre il periodo di fruizione della mobilità con conseguente esclusione di tali lavoratori dalla «salvaguardia».
La medesima problematica si pone con riferimento all'innalzamento del requisito anagrafico per le lavoratrici che accedono alla pensione di vecchiaia. Anche in tale caso, infatti, lo spostamento in avanti del raggiungimento dell'età anagrafica richiesta può comportare che il perfezionamento dei requisiti pensionistici si collochi al di fuori del periodo di fruizione della mobilità ordinaria.
Allo stato, le disposizioni relative all'adeguamento agli incrementi della speranza di vita non si applicano ai soggetti beneficiari della «salvaguardia» che accedono al trattamento pensionistico in presenza di una anzianità contributiva di quaranta anni, indipendentemente dall'età anagrafica.  Tanto premesso, il Governo ha mostrato una particolare attenzione nei confronti delle donne mediante la sperimentazione della cosiddetta opzione donna che – a determinate condizioni – riconosce alle lavoratrici la possibilità di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro di diversi anni rispetto alle regole ordinarie per il pensionamento. Occorre, tuttavia, evidenziare come anche tale istituto preveda l'adeguamento agli incrementi della speranza di vita oltre che l'applicazione della cosiddetta «finestra mobile». In conclusione – sebbene l'eliminazione del meccanismo di adeguamento alla speranza di vita nella ipotesi evidenziata dagli interroganti appare di difficile attuazione, a causa dell'incidenza che tale intervento avrebbe sulla sostenibilità del sistema previdenziale – occorre tuttavia far presente che la questione è all'attenzione del Governo e che sulla stessa potranno emergere interessanti spunti di riflessione anche nell'ambito del confronto avviato con i sindacati sulle tematiche previdenziali.
Gnecchi: l'adeguamento penalizza soprattutto le donne. Risposta non soddisfacente per la Gnecchi che ha sottolineato come si tratti dell'ennesima previsione che penalizza le donne, in quanto queste, a differenza degli uomini, accedono al pensionamento prevalentemente attraverso il canale della pensione di vecchiaia, i cui requisiti, invece, sono incrementati sulla base dell'evoluzione della speranza di vita (si veda tavola a fondo articolo). Per la Gnecchi, infatti, sarà necessario che il Parlamento approvi un ottavo provvedimento che consenta l'accesso al pensionamento a tutti coloro che, a causa del repentino innalzamento dei requisiti disposto dal decreto-legge n. 201 del 2011, si sono trovati senza stipendio e senza pensione, ma è altrettanto necessario che tale provvedimento, non lasciando margini di incertezza sia quello definitivo.

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