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martedì 29 maggio 2012

All'unisono

Lavoro, il governo accelera: già domani la fiducia?
L’esecutivo potrebbe ricorrervi presto per sbarrare la strada agli emendamenti di Idv e Lega. Ma il Pd mette le mani avanti. In settimana la relazione di Bondi sulla spending review. Camusso: da un fisco equo le risorse. Bonanni: patto sociale
“La riforma del mercato del lavoro affronta la settimana più delicata. Il governo ha deciso una brusca accelerata. È probabile che ricorra già domani sera o mercoledì mattina alla richiesta del voto di fiducia”. Lo scrive Il Corriere della Sera. Che sintetizza così il possibile iter del provvedimento: “L'esame nell'aula del Senato del disegno di legge varato dal Consiglio dei ministri il 23 marzo sarà rapidissimo. Conclusa la discussione generale il governo dovrebbe porre la questione di fiducia per sbarrare la strada alle centinaia di emendamenti presentati dalla Lega e dall'Idv. Poi toccherà alla Camera che, nelle intenzioni dell'esecutivo, dovrebbe approvare definitivamente la riforma senza modifiche rispetto al testo del Senato prima dell'estate”.
Ma nella maggioranza che sostiene il governo ci sono problemi. Scrive ancora Il Corriere della Sera : “Il Pd mette le mani avanti. Dice Cesare Damiano, ex ministro del Welfare, capogruppo del partito in commissione Lavoro alla Camera e uno dei probabili relatori di maggioranza della riforma (l'altro, quello del Pdl, potrebbe essere Giuliano Cazzola): “Riconosciamo i passi importanti fatti in commissione al Senato, ora vediamo che succede in aula, ma non possiamo accettare che alla Camera il testo arrivi blindato. Ci sono infatti alcuni problemi che vanno risolti”. Tre, in particolare, le richieste del Pd: 1. Allungare la durata dell'Aspi, la nuova indennità di disoccupazione. 2. Ammorbidire l'aumento al 33% dei contributi previdenziali per le partite Iva. 3. Abbassare i requisiti per l'accesso all'indennità di disoccupazione per i collaboratori a progetto. “Ovviamente, ammette Damiano, ‘sappiamo che queste richieste sono costose, ma pensiamo ugualmente che debba esserci una discussione e quindi ci auguriamo che il governo non ricorra al voto di fiducia’. In realtà, al Senato, nessuno crede che questo si possa evitare”.
Altro appuntamento importante, per il governo, è quello della spending review, ovvero dei tagli alla spesa pubblica necessari per evitare a ottobre l’ulteriore aumento dell’Iva. Tutti i giornali parlano oggi dell’intervista del ministro Piero Giarda a Radio Vaticana e titolano sui risparmi che è possibile fare su 100 miliardi di spese pubbliche “rivedibili” da subito. Ma la notizia (a parte l’arrotondamento a 100 miliardi degli 80 già noti da tempo e di cui parla la relazione dello stesso Giarda, pubblicata assieme ad altri documenti sulla spending review nel sito di Palazzo Chigi) è che in settimana il commissario Bondi farà avere al comitato interministeriale la sua relazione su dove si possono fare effettivamente i tagli. E che, visto che il decreto sulla spending review prevede come data limite la fine maggio, tra pochissimi giorni, tutti i ministeri dovranno presentare il loro programma di tagli e di razionalizzazioni”. “Giarda assicura – scrive Il Messaggero –: nessuna resistenza da parte dei ministri di spesa. I quali, anzi, stanno collaborando con la messa a punto ‘dei progetti di ristrutturazione delle loro attività’. Qualche preoccupazione, invece, Giarda non nasconde di averla per lo step successivo: quando cioè ‘questi progetti si tradurranno in iniziative legislative per la riduzione degli stanziamenti’”.
Di questi temi e d'altro ha parlato a Brescia, in occasione del 120 anniversario della fondazione della locale Camera del Lavoro, Susanna Camusso. Scrive oggi La Repubblica: “In un Teatro Grande affollato, il segretario della Cgil ha elencato le sue priorità. Per la Cgil intervenire sul fisco è il primo intervento da compiere: ‘Bisogna costruire una posizione positiva per il lavoro, che paga un prezzo intollerabile sul piano della pressione fiscale. Serve poi pianificare un'equa politica fiscale che parta dalla patrimoniale sui grandi redditi per trovare risorse che servano a creare occupazione, come si è fatto durante le altre grandi crisi. Il vero sforzo che bisogna fare è investire nella produzione e non continuare ad immaginarsi che sia la finanza l'orizzonte dei profitti’”.
E sul tema esodati, Camusso ha detto: “Non era mai successo nella storia del paese che una riforma non prevedesse clausole di salvaguardia per le persone che avevano già firmato degli accordi”. “Il governo - ha concluso - deve fare una cosa semplice: garantire a tutti i lavoratori che hanno firmato accordi individuali o collettivi o avevano iniziato pratiche di ricongiunzione dei contributi, di mantenere le condizioni che avevano a quella data. Altre soluzioni non esistono”.
E anche il segretario generale della Cisl dice oggi la sua: “Monti deve capire che è necessario un patto con tutte le forze sociali. I partiti sono allo sbando, solo le associazioni sindacali e imprenditoriali conservano rappresentatività e presenza sul territorio. Il governo si illude se pensa di poter procedere da solo”. Intervistato dal Quotidiano nazionale, Raffaele Bonanni torna a proporre un suo vecchio cavallo di battaglia e attacca: “Basta con i luoghi comuni partoriti in salotti frivoli in cui si parla un tanto al chilo”, dice a proposito della recente affermazione del ministro Fornero: “Che senso ha creare un polverone parlando di licenziamenti per gli statali che rievoca la bugia dei fannulloni”, se non “come un tentativo di distrarre l'opinione pubblica dai problemi veri?”. Quali sarebbero i problemi veri, gli chiede il cronista? “Ad esempio quello degli esodati abbandonati dal governo – risponde Bonanni –, una politica focalizzata sul rigore che sta mettendo in ginocchio la maggioranza della popolazione, mentre è piena di falle sul versante dell'equità. È giunta l'ora di fissare obiettivi da raggiungere e farli condividere alle parti sociali. Tutti siamo consapevoli che la situazione è difficile”.
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1 commento:

  1. Ho appena sentito dire da Fornero e Mastrapasqua che sia pure con un costo (non piangeva però)dovrebbero essere salvati tutti gli esodati.
    Non crediamo a quest'ultima presa in giro degli esodati, una perdita di tempo in attesa che arrivi l'estate e che tutti si dimentichino di noi e auguriamoci che le loro dichiarazioni non siano il preludio ad iniziative con l'ennesimo colpo al cuore per noi.
    Ringraziamo di cuore Susanna Camusso e tutti quelli che in tanti modi ci manifestano solidarietà concreta.
    Solo un intervento normativo del Parlamento sovrano potrà salvarci.
    Interveniamo compatti alle manifestazioni e lottiamo con i politici e i sindacati.

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