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sabato 7 novembre 2015

Non c'è trippa

Pensioni ed esodati: fra emergenza e demagogia. L’esperto

Beniamino Piccone Docente di Sistema Finanziario presso l'Università Carlo Cattaneo-LIUC di Castellanza, private banker presso Nextam Partners.
Non si può essere sempre d'accordo. Anzi.
E' dal confronto e dalla dialettica che nascono e fioriscono le idee migliori

Il legame tra esodati e finanza pubblica? Se si tutelano gli over 50, non c’è trippa per gatti per i 30enni
Il termine esodato è ormai entrato nel linguaggio di tutti i giorni. Esodato è il lavoratore che, giunto in prossimità del pensionamento, ha concluso con la sua azienda un accordo per lasciare il posto di lavoro in cambio di una copertura economica fino al raggiungimento effettivo della pensione.
La crisi finanziaria in cui siamo finiti nel 2011, con la credibilità del sistema Italia ai minimi – vi ricordate Sarkozy ghignante alle spalle del premier Berlusconi? – l’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano decise di nominare Mario Monti presidente del consiglio, che subentrò al dimissionario Cavaliere. Monti, consapevole che la riforma delle pensioni valeva 300 punti di spread sul bund tedesco, nominò la più grande esperta di sistemi pensionistici, Elsa Fornero, allieva del prof. Onorato Castellino (imprenscindibile il volume curato da Castellino “Le pensioni difficili”, il Mulino, 1995, in mancanza di una biblioteca a portata di mano, leggetevi almeno questo ).
Fornero, in un mese, mise a punto la riforma delle pensioni, estendendo il metodo contributivo per tutti (cosa che non fu possibile nel 1995 quando i sindacati si opposero alla volontà di Lamberto Dini). Il ministro torinese, prima di procedere, chiese i numeri all’Inps di coloro che avevano concluso un accordo con la loro azienda in procinto di beneficiare della pensione. L’allora commissario straordinario dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, fece il pesce in barile e comunicò dati inesatti. Non ci meravigliamo poiché Mastrapasqua è oggi agli arresti domiciliari per la truffa all’Ospedale Israelitico di Roma (dove era direttore generale, mentre presiedeva l’Inps, rob de matt!, come si fanno ad accumulare due incarichi esecutivi così?).
Fornero andò avanti e nel 2012 vennero fuori le prime magagne che portarono all’introduzione del termine esodato. Siccome in Italia la classe over-50 è di gran lunga dominante, sembra che il tema degli esodati debba costantemente essere al centro dei governi che si succedono.
Anche il governo Renzi – pressato dai sindacati, che hanno spinto sul ministro del Lavoro Giuliano Poletti – è stato indotto a inserire nella Legge di Stabilità un’ulteriore vagonata di risorse a favore degli esodati.
Chiariamo un punto decisivo. Agli esodati, ai quali va la mia solidarietà, andava offerta l’opzione di andare subito in pensione con il sistema contributivo. Non si vede perché questi soggetti possano beneficiare di un sussidio pubblico (indipendentemente da altri redditi, beninteso) dato dal sistema retributivo, quando lasciano il lavoro prima del tempo. Siccome lavori meno, e smetti di lavorare quando sei ancora giovanissimo, hai diritto a un sussidio. Andatelo a dire a un giovane di 30 anni che ha perso il lavoro e avrà una pensione di 200 euro al mese a 67 anni.
Come esiste l’opzione donna – rinnovata per il 2016, che prevede il diritto per le donne con 57 anni e 35 anni di contributi di andare in pensione anzitempo, ma il calcolo della pensione avviene col contributivo -, dovrebbe esistere l’opzione per gli esodati alle stesse condizioni.
Con i numerosi interventi, per miliardi di euro, a favore degli esodati, il problema è stato superato (naturalmente i sindacati, allargando le maglie dell’intervento, sostengono ogni anno che gli esodati aumentano), ma il costo per il contribuente è stato notevole. Abbiamo quindi migliaia di persone tutelate, che a 55 possono lavorare in nero e intanto ricevere la pensione, che pagano – in un sistema a ripartizione – i giovani lavoratori. Una soluzione tipicamente all’italiana.
Come ha scritto saggiamente il giurista Pietro Ichino, è profondamente sbagliato usare la pensione come sostituto del trattamento di disoccupazione. Se non vogliamo smontare la riforma Fornero del dicembre 2011, questo problema andrebbe affrontato mediante l’ampliamento e il rafforzamento dell’Assicurazione Sociale per l’Impiego-ASpI, cioè sul terreno del trattamento di disoccupazione.
Qual è il legame tra esodati e finanza pubblica? Se si tutelano gli over-50, non c’è trippa per gatti per i 30enni. Elementare, Watson.
(Leggi)

6 commenti:

  1. Andiamo piano con "esperto", l'esperienza l'abbiamo noi sulla nostra pelle!, che signfica andare in pensione col contributivo?, avevamo fatto un patto con lo stato i sindacati e l'azienda, non mi puoi dire a 62 anni ora vai in pensione col contributivo, non ho i margini per crearmi una pensione sotitutiva, e poi è tutta gente che ha lavorato quasi 40 anni, poi si parla di Ichino, ma di che stiamo parlando?.... "Esperto"?, ma va...........

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  2. Siamo alle solite volete mettere i giovani contro i vecchi.
    Basta con questo atteggiamnto ridicolo.
    Gli esodati devono essere tutti salvaguardati perche' e' un loro diritto, tutto il resto sono chiacchiere che fanno solo del male alla gente e riempiono di gioia i fanulloni.

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  3. A Beniamino Piccone ..... datti na picconata sul cervello !!! Tutti bravi a tirare conclusioni sulle spalle dei veri lavoratori quelli che si dono rotti la schiena per una vita , versati i contributi e ora venite a dirci che pesiamo sulla comunita'. Gli ESODATI .....in caso non lo sapessi non sono stati dei parassiti ma dei veri lavoratori !!! Se le aziende non ci avessero messi alla porta o proposto ciò che anche a loro faceva comodo...noi saremmo stati ancora al lavoro e il problema non sussisteva !!! O meglio ancora !!!!Se il governo Monti- Fornero ... non avessere fatto cassa sulle pensioni della povera genta , ma avrebbero rivolto il loro sguardo altrove. ....non ci saremmo trovati in questo sporco guaio. Immagino che tu che hai scritto questo articolo , uomo sapientone !!! Appartieni a coloro che : i loro diritti sono acquisiti e non si toccano e quelli della gente comune possono essere buttati pure nel cesso . Perché dobbiamo essere noi a pagare le conseguenze di tutti coloro che in pensione ci sono andati a 40 anni o poco più ??? O meglio di tutti coloro che hanno pensioni da capogiro senza meritarseli ???

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  4. E' l'Italia, bellezza! Chiunque, anche un marziano qualsiasi può dire la sua. Veramente un bel paese, l'Italia dei chiacchieroni

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  5. Per incrementare occupazione giovanile basterebbe introdurre per Legge il diritto alla pensione solo a chi non lavora altrimenti a chi prende reddito da lavoro niente pensione e naturalmente come da Legge in corso reprimere il lavoro nero intensificando veri controlli

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    Risposte
    1. PEPPE, penso che solo uno sfigato può scrivere un commento del genere!
      A proposito, non conosci nessuno che lavora in nero?
      Tutti ne conosciamo; perché non li denunci alla finanza?

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