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martedì 12 gennaio 2016

Gli esodati scrivono a Boeri

Riprendiamo un post dalla pagina FB della Rete dei comitati degli esodati
Scambio di mail fra alcuni "esodati" ed il Presidente dell'INPS Boeri sul quale siamo intervenuti con questa nota
Gentile Dott. Boeri,
La ringraziamo per la sua cortese precisazione ma riteniamo doveroso obiettare ravvisando nelle sue parole un mal celato tentativo di associare il riconoscimento di un diritto, di tipo costituzionale, alla situazione patrimoniale e reddituale di un soggetto circostanza che riteniamo francamente inaccettabile.
Disquisire sulla situazione di un intera categoria di persone (e di famiglie), quale quella dei cosiddetti “esodati”, citando ed accomunandoli ad una decina di casi su 172.000, è un'operazione che oggettivamente manca sia di professionalità che di rigore metodologico, infatti ci permettiamo domandarle quale sia la fonte o lo studio su cui lei basa le sue affermazioni
Lei è ben consapevole dell'impatto mediatico che creano, ogni volta, le sue dichiarazioni; pertanto quanto da Lei espresso a Sky TG 24 comporta una conseguenza molto spiacevole: una comprensione distorta dell'ingiustizia "esodati" da parte della "gente comune". Tale risultato poi è naturalmente potenziato dalla mancanza di un contraddittorio, perché Lei è ben consapevole che la Rete dei Comitati ed altri portavoce degli "esodati" non vengono poi invitati per replicare, pertanto al cittadino comune arriva e rimane, di fatto, un'informazione di parte che riteniamo fuorviante.
Il suo pensiero per cui un diritto Costituzionale, quale quello della pensione previdenziale, debba essere riconosciuto ed elargito in base al censo, è decisamente un bel ritorno al passato, e pregno di ben poca giustizia sociale. Non neghiamo che ci possano essere dei casi di persone che percepiscano gli importi da lei citati per la loro pensione, ma con fermezza e determinazione dichiariamo invece che trattasi di un gruppo sparuto, e che in ogni caso sono calcolati sulla base di corrispettivi contributi previdenziali, o volontari, versati per decenni alle casse dell'istituto da Lei presieduto, quindi assegni frutto di effettiva attività lavorativa.
Son ben altri gli assegni pensionistici di quel livello che occorrerebbe contestare anche se Le dobbiamo dare atto che Lei ha iniziato contestando, ad esempio, i vitalizi dei nostri cari Onorevoli.
Con tutto il rispetto che le si deve, ribadiamo che con quell’intervista Lei abbia trasmesso, consapevolmente od inconsapevolmente, una immagine degli “esodati” ingiusta, scorretta, distorta e fuorviante che potrebbe arrecare serio danno alle ipotesi di soluzione del loro dramma ed alle ipotesi di soluzione di questa emergenza sociale che dura da oltre 4 anni.
Sui numeri dichiarati dall’INPS sugli “esodati” in questi 4 anni, non ci sono parole per commentare è meglio stendere un velo pietoso e ci limitiamo ad evidenziarle alcune circostanze che, a nostro parere, ma anche di qualche parlamentare, hanno chiaramente fuorviato le decisioni del legislatore:
- 1) le platee degli “esodati” da salvaguardare sono sempre state definite dall'INPS, gli oneri a copertura dei singoli provvedimenti legislativi dall’INPS e dalla Ragioneria dello Stato; ci chiediamo: come è possibile che la VI e la VII salvaguardia siano state attuate totalmente con i risparmi, quindi siano la dimostrazione dei calcoli sbagliati sia dall’INPS che dalla RGS. Tale circostanza ha provocato la sofferenza delle persone interessate oltre ad aver bloccato per mesi i lavori parlamentari sulle due proposte, ci chiediamo ancora oggi il perché nessuno paghi per gli errori fatti ne che la competenza di li abbia elaborati venga pubblicamente posta in discussione.
- 2) sulla seconda salvaguardia dagli iniziali 55.000 contati dall’INPS si è passati ai finali e veri 35.000 senza che nessuno si sia sentito in dovere di giustificarsi;
- 3) i familiari che hanno assistito disabili son passati dagli iniziali 2.500 ai 4.300 finali con una differenza di 1.800 aventi diritto contati in meno. Errore che ha causato il grave bailamme dei “vasi comunicanti” con gravi ritardi nelle risposte agli aventi diritto. Si chieda a qualcuno di loro cos’ha sofferto per oltre un anno davanti alla totale incertezza sul loro diritto prima riconosciuto e poi negato.
Tutti noi, e con noi numerosi parlamentari, siamo convinti che se sin dall’inizio, l’INPS avesse fatto correttamente il suo dovere (non citiamo, per pudore, la nota querelle tra la Fornero e Mastrapasqua sul numero iniziale dei 55.000 “esodati” diventati poi 389.800 “) assistendo doverosamente e più puntualmente il Parlamento, oggi non saremo ancora qui a parlare dei 24.000 “esodati” esclusi dalle 7 “pezze” poste a quell’iniqua manovra del 2011.
La divisione dei poteri è un elemento fondamentale di garanzia della nostra democrazia, per cui spetta solo al Parlamento legiferare e fare proposte di riforme.
A nostro avviso il miglior modo per servire il Parlamento non è sostituirsi a lui nelle scelte politiche; ma di fornirgli tutti i dati corretti e gli strumenti validi perché possa attuare le scelte politiche più avvedute, giuridicamente fondate e realmente eque.
Il dramma "esodati" perdura da 4 anni; ne restano ancora 24.000 non salvaguardati e questo dramma non lo si può affatto definire estinto ed auspichiamo che l’Istituto che Preside voglia dare un concreto e costruttivo contributo per porre finalmente fine a questa vergognosa pagina della legislazione previdenziale italiana.
Nel confermarle la nostra costruttiva disponibilità ad un incontro per un nuovo confronto in merito a quest’ultimo tema, Le porgiamo cordiali saluti.
la Rete dei Comitati degli Esodati

1 commento:

  1. Al dott Boeri non interessa nulla degli esodati come del resto al nostro primo ministro e ministro del lavoro. Quindi dovremo soffrire ancora per molto tempo con la esigua speranza che tutto possa risolversi se saremo tutti uniti.Certamente rimane incomprensibile come questi nostri governanti non intendano risolvere un problema così palese che si trascina da anni.

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