I diritti sono uguali per tutti? Decisamente no. I diritti dipendono dalla quantità di risorse disponibili. Questo è quello che devono capire, tra gli altri, gli esodati. Secondo il ministro del Welfare, Elsa Fornero, le risorse sono “solo” per 65.000 persone. Così è previsto nel decreto che verrà presentato entro la fine di maggio.Da qualche mese ad oggi, dunque, nessun cambio di rotta da parte del governo sul numero effettivo di queste persone che, per l’Inps, i sindacati, la Confindustria, e chi più ne ha più ne metta, sono più del doppio.
Per il Governo, invece, si dividerebbero in 25.590 lavoratori in mobilità, 3460 lavoratori in mobilità lunga, 17.710 assistiti dal fondo Solidarietà, 10.250 prosecutori volontari, 950 lavoratori esonerati, 150 genitori di disabili, 6.890 lavoratori del vecchio esodo. Se dovessero essere di più, le risorse per ora non ci sono… Poi, parole del ministro, si vedrà!
E meno male che soltanto qualche giorno fa, lo stesso ministro aveva ammesso “dobbiamo fare attenzione a quelli che sono in maggiore sofferenza, ai segmenti più deboli e su questo siamo in ritardo, forse c’è anche una qualche mia responsabilità, è anche un mio compito come ministro del Welfare”… E poi ha aggiunto che va data maggiore fiducia che è una cosa “che non si compra nei mercati”, parlando della riforma del lavoro in generale. Gli esodati che vivranno senza stipendio, senza pensione, senza ammortizzatori, quindi, come le definisce? Persone forti? Stabili economicamente? L’ennesima contraddizione o lacrima di coccodrillo.
Anche per l’Inps non si può rimandare il problema ad un altro governo… Proprio l’Inps che, anche se non lo ammette chiaramente, quei numeri li conosce bene e parla di altri 60, 80, 100mila persone che rimarrebbero fuori dal decreto. E per loro? Si vedrà… Intanto, però, le pensioni d’oro dei manager di Stato saranno salvate. O meglio, si sta facendo di tutto per salvarle. Nonostante la sconfitta al Senato della norma, il governo non si è arreso e la ripresenterà in questi giorni alla Camera. Così prima o poi, passerà.
Giocare sulla pelle dei lavoratori, contraddicendosi in continuazione, è di una gravità immane anche per Antonio Di Pietro. “Bisogna essere dei perfetti irresponsabili, infatti, per affrontare una tragedia sociale, come quella degli esodati, con il criterio della discriminazione e della decimazione” ha dichiarato il leader dell’Italia dei Valori aggiungendo “è inammissibile che il governo metta i disperati gli uni contro gli altri, salvandone solo qualcuno e cavandosela con uno sbrigativo ‘si vedrà’ per tutti gli altri”. Non sono scelte impopolari ma “antipopolari” conclude il commento dal suo blog augurandosi che il ministro si dimetta presto. Per i sindacati si è ritornati a tre mesi fa. Lo scontro sui numeri è identico a quello avuto quando si è parlato del primo decreto tra febbraio e marzo. Se non ci sono le risorse per tutti bisogna trovarle in virtù del fatto che “ad uno stesso diritto deve corrispondere una stessa soluzione” hanno commentato Camusso, Bonanni, Angeletti e Centrella.
E per capire meglio il vero significato del “ritardo sui più deboli” non rimane che aspettare qualche tempo: passerà prima la norma salva pensioni d’oro ai manager di Stato o verranno trovate altre risorse per gli esodati?
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