Resta alta la tensione sul tema delle pensioni dei lavoratori disagiati, nonostante il Governo si stia impegnando attivamente per mettere la parola fine sull'annosa questione. È anche in questo senso che si può considerare la riunione tenutasi ieri a Palazzo Chigi, volta al reperimento di 20 miliardi di euro tramite un'azione di spending review. Al vertice erano presenti il Premier Renzi, il Ministro dell'Economia Padoan, il commissario alla spending review Cottarelli e i Ministri Lupi e Boschi. Se ci sarà un provvedimento favorevole per l'uscita anticipata dal lavoro, il taglio della spesa improduttiva è sicuramente la montagna da scalare per realizzarlo. Più volte i membri dell'esecutivo sono tornati su questo punto, dopo che in precedenza era stata accantonata l'idea di un contributo di solidarietà a carico dei pensionati. E sul punto anche i sindacati si sono sempre mostrati d'accordo.
I paletti imposti dalla riforma Fornero del 2011
Tornando alla situazione di precoci, esodati, Quota 96 della scuola e di chiunque sia rimasto bloccato sul lavoro in condizioni disagiate a causa della riforma Fornero, resta evidente che il problema principale da affrontare è proprio il reperimento delle coperture. Le misure prese nel 2011 dall'esecutivo Monti hanno assicurato infatti quasi 80 miliardi di risparmi entro il 2021, tagli che sono stati già dati per certo all'interno dei calcoli previsionali di bilancio dello Stato e che non possono essere annullati.
L'unica strada ancora percorribile resta quella di reperire le risorse attraverso ulteriori tagli, una scelta che implica di prendere decisioni spesso difficili dal punto di vista realizzativo e costose per quanto concerne il consenso politico. Tra le idee in fase di esame vi sarebbe il taglio di detrazioni per i privati e di agevolazioni fiscali per le imprese, la revisione delle baby pensioni e di quelle d'invalidità, ma anche la possibilità di un contributo di solidarietà da spalmare sulla fiscalità generale.
Per precoci, esodati, usuranti e quota 96 resta l'ipotesi di una nuova forma di prepensionamento
Il problema di esodati, usuranti e in generale dei lavoratori disagiati che perdono il posto in tarda età resta comunque una delle sfide più grandi che il Governo Renzi deve affrontare. Ne è ben consapevole il Ministro del lavoro Giuliano Poletti, quando afferma che "dobbiamo trovare il modo per far sì che chi perde il lavoro e non può ritrovarlo, abbia almeno un reddito minimo per poter arrivare alla pensione".
Vi è quindi la consapevolezza che sia necessario realizzare un provvedimento di aiuto per chi si trova fuori dal mondo produttivo e contemporaneamente da quello del welfare, senza lavoro e senza pensione; per questi soggetti, un intervento potrebbe arrivare già nella prossima legge di stabilità 2015. Il resto dipenderà da come si evolverà la crisi economica, visto che continuano a mancare le condizioni necessarie ad un intervento di larga scala sul sistema pensionistico italiano.