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lunedì 8 giugno 2015

Carrescia (Pd): vasi comunicanti per ampliare la VI salvaguardia

Esodati, Carrescia (Pd) chiede l'attivazione dei vasi comunicanti per ampliare la sesta salvaguardia

Domenica, 07 Giugno 2015 13:30
Scritto da Federico Pica
Depositata un'interpellanza al Ministero del Lavoro, Giuliano Poletti, che chiede l'attivazione dei vasi comunicanti per salvaguardare i lavoratori destinatari della 104.

Si riaccendono le speranze per i lavoratori che nel 2011 hanno fruito dei permessi e dei congedi per assistere familiari disabili la cui domanda per la sesta salvaguardia non potrà essere accolta per via dell'esaurimento del plafond dei 1800 posti messo in palio dallalegge 147/2014 per questa categoria di lavoratori. L'Onorevole PierGiorgio Carrescia (Pd) ha depositato un'interrogazione a risposta scritta in Commissione Lavoro alla Camera al titolare del Dicastero del lavoro per chiedere l'attivazione dei vasi comunicanti, ovvero quello speciale meccanismo che consentirebbe di trasferire i risparmi prodotti dal sottoutilizzo delle altre salvaguardie per tutelare  i lavoratori in questione.
Infatti anche se l'Inps non ha ancora comunicato ufficialmente l'esaurimento del plafond loro destinato, appare ormai chiaro che solo una parte di coloro che hanno fatto domanda in questo profilo potranno effettivamente beneficiare del pre-pensionamento: si pensi che nell'ultimo report Inps del 5 Aprile le domande certificate per questo profilo sono state ben 3.908 a fronte di una capienza complessiva di 1800 posti. Il deficit sarebbe di oltre 2mila posti ai quali bisogna aggiungere però gli esclusi dalla IV salvaguardia (il cui plafond si è esaurito il 31.10.2012) che ammonterebbero ad almeno altre 2mila unità. Il totale complessivo dei lavoratori che rischiano di rimanere fuori dalla tutela, pertanto, sarebbe di almeno 4-5mila lavoratori.
Il testo dell'interpellanzaIl sottoscritto chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
esistono numerosi casi in cui le Commissioni istituite presso la direzione territoriale del lavoro hanno accolto le istanze di lavoratori che si trovano nelle «condizioni di cui alla lettera d) dell'articolo 2, comma 1, della legge n. 147 del 2014;
l'INPS, a cui sono state inviate le pratiche per verifica dei requisiti di propria competenza, hanno appellato il diritto dei richiedenti alla pensione di vecchiaia con salvaguardia legge n. 147 del 2014 con decorrenza finestra 1o aprile 2015, cosiddetta VI salvaguardia;
a tutt'oggi i richiedenti non stanno ancora godendo del trattamento di quiescenza, a quanto ne consta, per una mancata conclusione dei procedimenti amministrativi;
il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell'economia e delle finanze non hanno ancora adottato il decreto interministeriale per il trasferimento delle necessarie risorse, nonostante esse siano disponibili, poiché l'Istituto nazionale di previdenza sociale non ha provveduto a comunicare ai Ministeri competenti la rendicontazione dei contingenti non solo relativi alla 6a salvaguardia ma addirittura anche a quelle precedenti;
è circostanza nota che i contingenti siano esauriti;
pertanto, allo stato, non è ravvisabile alcuna valida ragione perché i procedimenti de quo non siano già stati conclusi;
l'immotivato ritardo nella conclusione del procedimento può configurare una responsabilità risarcitoria da ritardo in capo agli enti pubblici interessati, atteso che, a seguito dell'articolo 2-bis della legge n. 241 del 1990, il fatto che l'amministrazione non adempia al dovere di concludere il procedimento entro un termine di 30 giorni (e, comunque, non superiore a 180 giorni) è «idoneo ad integrare oltre la responsabilità amministrativo-contabile per danno erariale in relazione al pagamento delle spese del ... giudizio, la responsabilità penale per il reato di cui all'articolo 328 del codice penale» (ex multis, Cassazione penale 2 aprile 2009 Sent. n. 14466); inoltre «quanto meno a partire dall'entrata in vigore della legge 18 giugno 2009 n. 69, soccorre la eventuale responsabilità risarcitoria per il danno da ritardo in conseguenza dell'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento, per la quale vi è giurisdizione del G.A.» (TAR Puglia, Bari, II, n. 02100/2009);
qualora il procedimento non si concluda in tempi strettissimi molti richiedenti si troverebbero costretti a rientrare al lavoro, abbandonando il disabile che assistono e privandolo così dell'indispensabile assistenza; in altri casi che riguardano personale docente, i richiedenti si troverebbero a dover protrarre l'attività lavorativa di un altro anno scolastico;
il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, nel corso dell'audizione in Commissione lavoro il 3 giugno 2015 ha espresso la disponibilità ad attivare i cosiddetti «vasi comunicanti» (procedura che dovrebbe interessare in particolare i lavoratori che hanno fruito della legge n. 104 del 1992 il cui plafond loro riservato nella «VI Salvaguardia» si è esaurito prematuramente) –:
se il Ministro interpellato intenda intervenire presso l'INPS affinché i procedimenti in corso siano conclusi in tempi rapidi al fine di dare il dovuto riconoscimento di legge a chi assiste familiari disabili anche al fine di evitare costosi contenziosi con grave danno per la finanza pubblica ed entro quando intende comunque attivare i cosiddetti «vasi comunicanti»
(Leggi)

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