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giovedì 31 dicembre 2015

Breve sintesi

Riceviamo e pubblichiamo
 
ELABORAZIONE A CURA DELLA COMMISSIONE LAVORO E DELL’UFFICIO LEGISLATIVO DEL GRUPPO PD
LAVORO e PREVIDENZA NELLA STABILITA’ 2016
 
PREVIDENZA 

·         Intervento per gli esodati (co. 263 e 265)

Grazie al recupero dei “risparmi” delle altre salvaguardie, previsto un nuovo intervento, il settimo della serie, a favore degli esodati, cioè di chi, non avendo ancora maturato i requisiti richiesti dalla “legge Fornero”, rischia di restare senza pensione e senza stipendio. Garantito l’accesso al trattamento previdenziale con i vecchi requisiti a un massimo di ulteriori 26.300 soggetti, sia individuando nuove categorie di beneficiari, sia incrementando i contingenti di categorie già oggetto di precedenti salvaguardie, attraverso il prolungamento del termine (da 48 a 60 mesi successivi all’entrata in vigore della riforma pensionistica) entro il quale i soggetti devono maturare i vecchi requisiti. Per effetto di tali disposizioni il limite massimo di soggetti salvaguardati viene stabilito a 172.466.

Nella cifra complessiva sono compresi anche coloro che hanno assistito familiari disabili nel 2011 che non erano stati autorizzati al pensionamento perché in esubero rispetto al contingente stabilito nella IV e VI salvaguardia che grazie all’attivazione dei “vasi comunicanti” hanno finalmente il diritto a pensione, si tratta di 3800 persone, non figurano nella legge di stabilità perché la procedura è antecedente, ma rientrano nelle risorse complessive.

·         Personale scolastico: 1.200 pensionamenti per chi ha assistito familiari disabili nel 2011 (IV e VI salvaguradia) (co. 264)

I lavoratori del comparto scuola (docenti e ATA) e AFAM i quali – a seguito dell’attività di monitoraggio relativa agli interventi di salvaguardia e in applicazione del procedimento che riconosce l’applicabilità della salvaguardia anche ai titolari di specifici congedi o permessi per figli con handicap grave eccedenti i limiti numerici posti dalla normativa vigente – abbiano ricevuto la lettera di certificazione del diritto a pensione con decorrenza dal 1° settembre 2015, potranno accedere alla pensione a decorrere dal primo giorno successivo alla risoluzione del rapporto di lavoro, anche in deroga alle disposizioni vigenti in materia di istruzione e di decorrenza del trattamento pensionistico per il personale del comparto scuola.

·         Pensioni: con il part-time un inizio di flessibilità (co. 284)

I lavoratori dipendenti del settore privato nei tre anni antecedenti la maturazione dei requisiti necessari al pensionamento di vecchiaia potranno concordare con l’azienda un orario ridotto al 50 per cento, mantenendo uno stipendio pari a circa il 65 per cento rispetto a quello percepito fino a quel momento. La scelta del part-time non comporterà nessuna penalizzazione sulla pensione, perché lo Stato si farà carico dei contributi figurativi. Il datore di lavoro, dal suo canto, dovrà corrispondere in busta paga al lavoratore la quota dei contributi riferiti alle ore non prestate, che si trasformeranno quindi in salario netto.

·   Nessuna indicizzazione negativa delle pensioni (co. 287-288)

Viene esclusa l’applicazione di un’indicizzazione negativa delle prestazioni previdenziali ed assistenziali: viene disposto, infatti, che la percentuale di adeguamento dei relativi importi, corrispondente alla variazione nei prezzi al consumo accertata dall’Istat, non possa essere inferiore a zero.
L’adeguamento per costo vita del 2015, che è stato inferiore alle previsioni, determina un conguaglio negativo: esso viene rinviato al 2017.
Si è ritenuto socialmente insostenibile chiedere ai pensionati la restituzione, anche minima, di una quota della pensione, visto che nel 2016 non ci sarà un aumento per perequazione automatica (infatti la variazione dell’indice Istat che incide sul valore delle pensioni nel 2016 è prevista a zero).
Sono prorogate al 2017 e 2018 le modalità di calcolo degli aumenti per adeguamento al costo della vita previste nella legge di Stabilità 2014.  

·         Pensionati: più alta la “no tax area” (co. 290-291)

Con un emendamento del Pd, già dal 2016 la soglia di reddito entro la quale i pensionati non versano l’Irpef, la cosiddetta “no tax area”, passa, per chi ha più di 75 anni, dagli attuali 7.750 euro a 8.000 euro. Per chi invece ha meno di questa età di passa da 7.500 a 7.750 euro. Si tratta di una misura che nel complesso coinvolge 6 milioni di pensionati.

·         Tolte le penalizzazioni dei trattamenti pensionistici anticipati (co. 299)

Con decorrenza gennaio 2016 verrà garantita la pensione intera a coloro che sono andati in pensione di anzianità con meno di 62 anni nel triennio 2012-2014. Viene cancellata quindi la penalizzazione per il futuro, ma  non ci sarà rimborso della penalizzazione già subita.

·         Monitoraggio per “opzione donna” (co. 281)

Previsto un monitoraggio annuale del numero di lavoratrici e delle risorse utilizzate per la cosiddetta “opzione donna”, che permette alle lavoratrici l’accesso al trattamento pensionistico anticipato in presenza di un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e di un’età pari o superiore a 57 anni e 3 mesi per le dipendenti e a 58 anni e 3 mesi per le autonome, a condizione che optino per il calcolo contributivo integrale, ferma restando la maturazione di questi requisiti entro il 31.12.15. L’obiettivo è quello di prolungare la sperimentazione oltre il 31 dicembre 2015, nel caso in cui si realizzino dei risparmi di risorse. Prevista la trasmissione, entro il 30 settembre di ogni anno, di una relazione alle Camere, da parte del Governo, sulla base dei dati rilevati dall’Inps.

·       Patronati (co. 605) Ridotto a 15 milioni di euro il taglio degli stanziamenti destinati per il 2016 agli istituti di patronato ed assistenza sociale, rispetto all’originaria previsione di 48 milioni.

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