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sabato 13 febbraio 2016

Ricongiunzioni onerose: un problema irrisolto

Pensioni, Ricongiunzioni onerose: nuove dichiarazioni di Cesare Damiano al 12 febbraio 2016
Autore: Antonella Viviano -
12 febbraio 2016
PENSIONI, RICONGIUZIONI ONEROSE – Il Presidente della Commissione lavoro alla Camera, Cesare Damiano, nel suo intervento durante la trasmissione Coffee Break di La7, ha affrontato il tema delle ricongiunzioni onerose dei contributi previdenziali, ricordandone innanzitutto la genesi:” I ricongiungimenti onerosi furono introdotti con la legge 122 del 2010 e furono un errore del Governo Berlusconi. Furono introdotte perchè avemmo la richiesta dall’Europa di uniformare le condizioni previdenziali di uomini e donne. Si decise di partire dal pubblico impiego in cui le donne andavano in pensione a 60 anni e gli uomini a 65. Si portarono, dunque, ai 65, piuttosto speditamente anche le donne. Il Governo, per impedire che le donne del pubblico impiego potessero passare gratuitamente tutti i loro contributi all’Inps e continuare ad andare ad andare in pensione a 60 anni aggirando la norma, misero uno sbarramento che però coinvolgeva tutti, rendendo le ricongiunzioni onerose“.

PENSIONI, RICONGIUZIONI ONEROSE – Secondo Cesare Damiano: “Bisognerebbe che il Parlamento, mettesse dei soldi da parte, un fondo per riparare agli errori della politica, perché ci troviamo di fronte ad errori del legislatore che fanno pagare conti salatissimi”. Damiano ha sottolineato che le risorse provento dell’operazione dei ricongiungimenti onerosi finiscono”nella voragine del debito pubblico” ed ha aggiunto che “quando si fa una legge e si stanziano dei soldi, il mio desiderio sarebbe quello venissero davvero spesi, invece tornano nuovamente da dove sono arrivati e vengono dispersi”. Le cifre stimate allora per riparare all’errore commesso, ha spiegato Damiano, non furono univoche. La cosa chiara, in ogni caso è che:”L‘errore c’è stato e bisogna riparare, secondo me non dovrebbero esserci dei costi”. Ed in conclusione ha affermato che la volontà politica di riparare al danno è condivisa da tutte le forze politiche, deve diventare solo una “questione del Parlamento“.
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