Lettera di un esodato
Mercoledì, 5 ottobre 2016
Michele Papa
Pubblicato in Politica
Siamo in piena discussione politica su possibili soluzioni
alle difficoltà che la Riforma Fornero ha determinato in una platea di italiani
molto ampia. Purtroppo questa riforma delle pensioni (fatta in soli venti
giorni) ha determinato un brusco e inatteso sconvolgimento nella vita di
tantissime persone che si trovavano più o meno vicine al momento di lasciare il
lavoro. Uno dei drammi più evidenti di questa riforma è stata la creazione di
quel fenomeno che ormai tutti conoscono sotto il nome di “esodati”.
Chi sono gli esodati? Sono tutti coloro che
hanno firmato accordi con le aziende o sono fuoriusciti dal mondo del lavoro
entro il 31 dicembre 2011. Costoro hanno accettato di essere licenziati, a
volte con un incentivo economico, poiché la legge in vigore nel momento della
firma prevedeva che essi potessero andare in pensione nell’arco di pochi anni.
Anni che con la legge Fornero si sono dilatati improvvisamente estendendosi a
volte anche a periodi di 6/7 anni, rompendo così un patto che lo stesso stato
aveva firmato con queste persone. Gli esodati sono quindi rimasti senza più
reddito e senza pensione.
I governi hanno cercato di ovviare a queste vere ingiustizie
sociali mettendo a punto delle salvaguardie, (allo statto attualò se ne contano
sette), stanziando un fondo per la copertura di 172000 persone circa, pari a
11,6 miliardi di euro, in modo da risolvere definitivamente il problema. A
causa di paletti posti in particolar modo dal Governo in carica, però, sono
state salvaguardate soltanto 130000 persone. Restano fuori dunque ancora 42000
persone, lavoratori che le coperture di questo fondo consentirebbero di mandare
in pensione con le vecchie regole. Dal canto loro, l’onorevole Cesare
Damiano, presidente della commissione lavoro della camera, e l’onorevole Luisa
Gnecchi si sono fatti portavoce del disagio e del dramma di questi
esodati, promuovendo un disegno di legge (il ddl 3893) che inserisce
nell’ottava salvaguardia definitiva tutti coloro che sono rimasti fuori,
prolungando di 36 mesi oltre la fine della mobilità il termine per maturare i
requisiti pensionistici.
Il Governo aveva promesso di risolvere la problematica entro
settembre 2016 ma, ufficialmente per motivi di contabilizzazione di coperture, la
eventuale soluzione sta slittando verso la Legge di Stabilità con presupposti e
intenzioni non tanto tranquillizzanti. Parte dei fondi previsti per
gli esodati infatti già da tempo sono stati stornati verso altre tematiche con
il risultato che ora si parla di 25000 persone, non più 42000, come possibili
beneficiari (la cifra stanziata nel 2012 consentirebbe di salvare tutti) e
comunque non c’è nemmeno certezza che questa ottava salvaguardia non venga
snaturata completamente, soprattutto nella definizione dei tempi utili alla
copertura. La proposta Damiano-Gnecchi prevede infatti un lasso di tempo di 36
mesi dalla fine della mobilità, mentre il governo ora sembra intenzionato a
lasciare i 12 mesi (non si capisce bene se i 12 mesi vanno dalla fine della
mobilità come nella VII salvaguardia o vanno aggiunti ai dodici mesi prima
previsti). In entrambi i casi la salvaguardia non coprirà tutti coloro che sono
ancora fuori.
Il comitato degli esodati chiede a gran voce che si proceda
in termini brevissimi alla promulgazione della salvaguardia definitiva per
tutti gli aventi diritto secondo la pdl di Damiano e Gnecchi, possibilmente
prima della Legge di Stabilità o che almeno la proposta venga approvata così
come presentata. Non si riesce a capire questa vera e propria ostruzione del
governo: i fondi ci sono (a meno che non siano stati dirottati dal governo
verso altre iniziative,in questo caso in maniera scorretta visto che i fondi
erano stati stanziati per gli esodati), la volontà politica anche. Per
quale motivo lasciano ancora tante persone in un dramma esistenziale? E’ la
domanda che tutti noi ci facciamo e alla quale vorremmo una risposta.
Perché in questsa situazione non di trovano loro politici ladri e se ne fregano dei poveracci che sono in questa situazione,se fosse toccato a loro questo limbo lo avrebbero risolto con un periggio
RispondiEliminaPERMESSI E CONGEDI 104 fino alla sesta salvaguardia per un totale di 8.468 persone. Poi solo CONGEDI per meno di 200 persone. LA capienza fino a 172.464 è sufficiente per comprendere anche i PERMESSI 104 senza dicriminarli. Anche perchè nonostante le parole di Damiano e Gnecchi il riconoscimento di benefici previdenziali per i lavoratori che assistono familiari disabili gravi è molto lontano dall'essere approvato dal governo.
RispondiEliminaRispondi
estendere fino al 12/2019 la tutela
RispondiEliminala quota 97.6 con i 35 anni e 61.7 di eta' deve essre rispettata ....
non facciamoci di nuovo fregare.