di Laura Cesaretti - 08 maggio 2012, 08:00
A spoglio ancora in corso, la constatazione dell'alto dirigente Pd contrasta con le dichiarazioni ufficiali del segretario, Pier Luigi Bersani. Che a sera convoca una conferenza stampa per mandare in pratica un unico messaggio: l'unico partito rimasto in piedi, dopo il voto amministrativo, siamo noi. Ed è bene che anche Monti se lo metta in testa, e si comporti di conseguenza: «Confermo il nostro leale sostegno al governo, ma spero che ci ascolti un po' di più». Se lo avesse fatto prima, sottolinea, «dall'Imu al Salva-Italia agli esodati, il disagio nel paese sarebbe minore». In ogni caso, insiste Bersani, «non è vero che tutti i grandi partiti che sostengono Monti hanno perso. In una situazione molto difficile emerge un nettissimo rafforzamento del Pd e del centrosinistra in tante città».
Certo, il «rafforzamento» risulta nettissimo se lo si confronta al disastro altrui. Una «vittoria a metà» per il centrosinistra, come la ridimensiona Nichi Vendola. «Se si guardano le percentuali del Pd in ex roccaforti come Genova o Parma non c'è da stare allegri. Lasciando stare disastri come Palermo», nota l'ex capogruppo di Rifondazione Gennaro Migliore, oggi con Sel. Quanto ai candidati, in molte realtà significative non sono quelli indicati dal Pd a vincere o andare al ballottaggio.
Ma il messaggio mandato da Bersani vuole essere rassicurante: il Pd non staccherà la spina all'esecutivo, per capitalizzare il crollo del centrodestra, inseguire l'onda della vittoria di Hollande e incassare subito i numeri che, sulla carta, potrebbero portare una coalizione di sinistra al governo. Ma il governo deve riconoscere il suo ruolo di unica forza propulsiva della sua maggioranza, e dunque spostare la propria linea a sinistra. Lo dice fuori dai denti il parlamentare torinese Stefano Esposito: «Il Pd è l'unico rimasto in piedi, ed è ora che Monti e la signora Fornero capiscano che sono un governo tecnico con una maggioranza politica». Ad esempio, «il decreto sugli esodati, se arriva in Parlamento così, se lo votano loro». Ciò detto, Esposito assicura che il Pd non abdica alla sua linea «responsabile», ed è pronto a sostenere Monti fino al 2013. «A meno che - aggiunge - non decida lui di andarsene da solo, come da solo è arrivato».
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Bersani: ora siamo ancora più forti
Il leader Pd: «E' stato premiato il nostro sostegno a Monti. Ora il Professore ci ascolti di più». L'ex premier: «Io soddisfatto dei risultati»
(...)Era nelle previsioni che Bersani si sarebbe trovato con il vento in poppa sospinto dal doppio soffio di Hollande e delle amministrative, e così pare confermato. E adesso è il momento di capitalizzare il risultato. Come? Il primo pensiero del leader del Pd va a Monti, per ribadire sostegno senza se e senza ma, accompagnato però da qualcosa di più di una sollecitazione. «Gli elettori hanno compreso il nostro sostegno al governo, Monti noi lo continuiamo a sostenere, ma deve adesso prestarci più ascolto», sintetizza Bersani. In che direzione? Dalle urne, è l’analisi, «esce uno stimolo per rafforzare la nostra posizione sulle questioni sociali». Un esempio concreto sono gli esodati (una delegazione Bersani l’ha incontrata in mattinata nella sede del Nazareno), «è un problema da risolvere, irrinunciabile». (...)
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il Sole 24ORE: Bersani: ora Monti ci ascolti
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