Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

martedì 1 maggio 2012

Il 1 maggio di un esodato

Il 1 maggio di un esodato: “Costretto a un’economia quasi di guerra”
Martedì 1 Maggio 2012
“Per chi come me è costretto a inventarsi un’economia quasi di guerra, quello di quest’anno sarà soprattutto un primo maggio di lotta”.
Alla vigilia della Festa dei Lavoratori Panorama.it ha incontrato uno dei 300mila cosiddetti “esodati”, lavoratori che hanno fatto accordi per l’uscita dal lavoro contando di andare in pensione nel giro di poco tempo e che con l’allungamento dell’eta’ previsto dalla riforma Fornero rischiano di restare senza lavoro e senza assegno. Il Governo al momento prevede di salvaguardarne 65.000. E tutti gli altri?
Emilio De Martino, dipendente delle Poste Italiane, 60 anni il prossimo dicembre, finora ha mantenuto da solo moglie, figlia di 24 anni e nipotino. Nel novembre del 2011 aveva firmato l’accordo con l’azienda per l’esodo incentivato convinto di poter andare in pensione dal 1 gennaio del 2014. Speranza sfumata quando il suo orizzonte pensionistico si è spostato al luglio del 2017, lasciandolo “scoperto” per circa tre anni.
Signor De Martino, alcuni istituti bancari hanno potuto far rientrare i proprio lavoratori grazie ai fondi di solidarietà. Esiste una possibilità del genere anche nel suo caso?
Tra tutti gli istituti di credito, uno solo ha potuto farlo per circa 60 unità. Poste Italiane, che in tre anni ha fatto uscire già 11.800 persone, si appresta a lasciarne a casa altre 12mila e non credo proprio che pensi di far rientrare i suoi 2.800 esodati rimasti fuori dalle deroghe del decreto milleproroghe.
Il prossimo 9 maggio è previsto un incontro tra il ministro Fornero e i sindacati proprio sulla questione “esodati”. Cosa si aspetta?
Mi aspetto che il ministro prenda altro tempo, che sposti in avanti la questione per arrivare al 2013, alla scadenza del governo Monti, senza doversi occupare lei di quei 300mila che da quel momento in poi si troveranno senza alcun reddito. Quando la Fornero parla di 65mila esodati, parla solo di quelli “salvi”, che prenderebbero la pensione dal 2013 e per i quali sono state trovate le risorse. Ma la soluzione, volendo, ci sarebbe per tutti.
Quale?
Siccome il ministro Fornero ha commesso un errore di valutazione - per usare un eufemismo - dovrebbe riconoscerlo e rettificare. Quando una riforma pensionistica non ha gradualità nella sua applicazione è scontato che crei dei buchi. A questo punto il governo andasse a prendere i soldi per tapparli da chi non ha mai pagato.
Voi “esodati” chi rappresentate? Una nuova categoria sociale?
Noi siamo un’aberrazione del mercato del lavoro in Italia. Siamo i dimenticati dalla riforma pensionistica, siamo quelli usciti in seguito a riorganizzazioni, ristrutturazioni o addirittura chiusure di aziende e che attualmente si ritrovano, o si ritroveranno a breve, senza reddito.
Se lo sarebbe mai aspettato che un governo tecnico combinasse un pasticcio del genere?
Assolutamente no, anzi, trattandosi di professori ne avevamo fiducia.
Che pensa di fare per mandare avanti la sua famiglia negli anni in cui in casa sua non entrerà più un euro?
Non lo so, anche perché è un po’ difficile tornare al lavoro come ci esorta a fare la Fornero. Di questi tempi è impossibile che un’azienda assuma qualcuno che, come me, nel 2012 avrà già 62 anni.
Come sarà il suo primo maggio da “esodato”?
Sarà un primo maggio di lotta. Mi farò sentire ovunque sarà possibile farlo. E nel frattempo inizierò riorganizzare la mia vita.
Come?
Come sto già facendo: ridimensionando tutte le spese, rinunciando ad acquistare prodotti di marca al supermercato, come fossi già un pensionato al minimo.
Vacanze ridotte all’osso?
Quali vacanze? Non ne faremo proprio. Quelli dell’incentivo sono soldi che ormai non possiamo più permetterci di utilizzare per spese superflue. Ci sono colleghi che hanno quasi finito di prenderlo che fanno già fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, che mangiano la pasta con il barattolo di pelati rovesciato sopra. Vanno a fare la cicoria per prati, riciclano tutto - compresa l’acqua - rinunciano alle scarpe nuove, alle vacanze. Abbiamo da mantenere i figli, noi. A loro dobbiamo pensare. E a come costruirci un’economia quasi di guerra. Questa è la realtà.claudiadaconto

1 commento:

  1. Il Ministro, non riconoscera' di aver sbagliato, lanciando questa grande sfida sulla riforma pensionistica di cui lei e' cosi' orgogliosa. Poste Italiane sono latitanti e noi, costretti a fare i conti solo sulle nostre forze. Bell'avvio di prepensionamento davvero!!! Paola

    RispondiElimina